Giuseppe Ortu Serra
Vitor Roque prende il Barça per i capelli e gli consegna i tre punti in palio con una splendida prestazione. Il brasiliano, al suo primo goal in blaugrana, è stato il deus ex machina della vittoria odierna contro un Osasuna che, sebbene in 10 nella parte finale di gara, è riuscito a creare pericoli al solito tenero Barça, smarritosi nonostante il vantaggio nel punteggio e negli uomini in campo.
Nella prima partita dopo le dimissioni post datate di Xavi, il Barça del primo tempo è stato il solito, brutto, noioso Barça. Le caratteristiche dei primi 45 minuti sono state le consuete viste in tutta questa stagione: mancanza di ritmo, lentezza esasperante delle giocate, nessun movimento senza palla, nessun tiro in porta, infortuni. In tutti i primi 45 minuti il portiere dell’Osasuna, Aitor, non ha fatto una sola parata. Il Barça ha tenuto palla con i soliti inutili e stucchevoli passaggi laterali e arretrati, senza creare un solo pericolo alla difesa di Arrasate. Per contro bisogna aggiornare il conto degli infortunati. Quello sì che progredisce. Gioco, no; infortunati, sì. Questa volta a cadere, è stato Ferran, lesionatosi al flessore al 5° minuto. Con Torres adesso sono 9 gli infortunati. La lista è infinita: Raphinha, Inigo Martinez, Balde, Roberto, Ter Stegen, Ferran, Joao Félix, Christensen, Alonso. Per il numero di infortuni il Barça di Xavi, sì che potrebbe conquistare tutti i titoli. Peccato che i punti si facciano con i goals. Peccato che per segnare si debba tirare in porta e che questa squadra non calci tra i tre pali nemmeno con i bonus. Al posto dell’infortunato Ferran è entrato Fermín. Il canterano, con ficha flamante de primo equipo, si è fatto vedere in qualche circostanza, ma anche lui, come tutti i suoi compagni, non pervenuto.
La ripresa è iniziata con il primo tiro in porta dei blaugrana. Lamine, con una conclusione telefonata dal limite. La svolta si è avuta con l’ingresso in campo di Vitor Roque. Un minuto ed è subito andato in goal con un bellissimo anticipo di testa sull’avversario dopo un movimento sul primo palo su centro di esterno di Cancelo. Cinque minuti e ha fatto ammonire per la seconda volta Unai García, lasciando l’Osasuna in 10 uomini. Altri tre minuti e su di lui è stato commesso un chiaro fallo da rigore sul quale (chissà perché) arbitro e Var hanno sorvolato. L’azione era stata iniziata da Yamal che aveva impegnato Aitor in una difficile parata, ma ha poi sprecato la seconda conclusione facendosi ingolosire e intercettare il tiro dalla difesa avversaria.
Sembrava che, in 11 contro 10, e in vantaggio nel punteggio, il Barça avrebbe finalmente vinto bene, senza soffrire. Ma questo Barça non ci riesce nemmeno in queste circostanze più che favorevoli. L’Osasuna si è riorganizzato immediatamente, e dopo il doppio rischio appena descritto portato da Yamal, è riuscito a risollevare il baricentro, rendendosi pericoloso sopratutto con Ruben García al 76′ (palo colpito con un diagonale da dentro l’area dopo una palla persa dal Barça nella trequarti) e Moncayola un minuto dopo (respinta difficile di Pena su sventola da fuori). Il Barça era in superiorità numerica, ma sembrava l’esatto contrario, con i blaugrana in difficoltà come costume. La vittoria e lo splendido ingresso in campo di Vitor Roque sono le uniche note liete di una serata peraltro da scordare velocemente. Oltre all’infortunio di Ferran, Araujo e Cancelo hanno terminato la gara con qualche problema fisico. Di questo passo sarà come il romanzo di Agatha Christie nel suo titolo statunitense: “E alla fine non rimase nessuno”.