MES-SI QUE UN CLUB

de Giuseppe Ortu

El partido de ayer noche de Messi fue alguna cosa de espectacular. Si ayer hemos titulado Le Cirque de Messi, mutando lo show de Le Cirque de Soleil dedicado a Leo, hoy nos gusta titular Mes-si que un Club. Porqué el más grandes de todos, contra el Valladolid ha demostrado de tener todo l’equipo en sus píes. Ayer el 10 ha demostrado de estar a la altura de tener uno espectáculo suo propio. Y no ha faltado de poner esto en clara evidencia. Su match ha estado un partidon, un verdadero partidazo digno de ser el primero jugador de la historia del fútbol. 

Pero ayer Leo ha hecho mas que esto. Con sus dos goles, las asistencias, los caños; con sus cambios de ritmo, sus aceleraciones, ha demostrado a todo el mundo que él es  no solo el mejor jugador del Barça y del mundo, sin que es todo el Barça. L’equipo gira alrededor a él. Leo lo enciende cuando lo reputa oportuno, y lo para en otras circunstancias. El partido contra el Valladolid lo ha ganado Leo Messi de sí mismo. Después de la red de l’empate, el genio de Rosario se ha encargado de dar un vuelco a la situación y al resultado nel marcador. Ha dado una asistencia brutal a Vidal por el 2-1. El 3-1 lo ha marcado él mismo, como el 4-1. Y, por no hacerse mancar nada, ha ofrecido l’asistencia a su compañero Suárez por la red de la manita final. Mientras metía goles y ponía asistencias, el 10 blaugrana ha hecho un recital, deleitando los 60.000 culés que habían acudido al Camp Nou pese a la hora incómoda por ser un martes. 

Muchas veces hemos oído hablar de Messidependencia. Es normal. Cómo puede ser diferente no lo imaginamos. Como no depender del mejor jugador del tiempo actual y de todos los tiempos? Contra el Valladolid Messi ha alcanzado cuota 50 en carrera por goles en los tiros libres. De estos 50, 20 son realizados en los últimos 5 años. Monstruoso. Pero no es todo. Con los dos goles metidos contra Masip, D10S ha alcanzado el record de goles realizados en los clubes, superando a Ronaldo, su rival de una vida, detentor del record hasta ayer. Leo Messi alcanza así la cifra de 608 dianas realizadas en un total de 695 partidos. El jugador de la Juventus Ronaldo, en cambio, ha marcado 606 goles pero en 814 partidos. A l’ex Madrid han necesitado 18 temporadas por sumar los tantos. Leo, contrariamente, 16 temporadas y, sobretodo, 119 partidos menos.  

FC Barcelona – Le cirque de Messi da spettacolo

di Giuseppe Ortu

E’ stato Messi-show ieri notte al Camp Nou. Contro il Valladolid, che lo scorso anno aveva fatto soffrire i blaugrana in entrambe le partite di Liga, il Genio di Rosario ha preso la squadra in mano e l’ha trascinata a una vittoria trascendentale.

Manita a uno è il risultato della partita che ha visto il 10 blaugrana mattatore della serata. Due reti – su punizione, la cinquantesima della sua carriera, la ventesima negli ultimi 5 anni, e su azione con un sinistro incrociato dopo uno stop di coscia orientato da ohhh!, due assist – a Vidal e Suarez, tre tunnel, oltre al suo solito repertorio fatto di accelerazioni improvvise e slalom con tutta la squadra avversaria a rincorrerlo inutilmente.

Le altre reti della squadra portano la firma di Lenglet, lesto a girare in porta un pallone vagante in area di rigore in apertura di partita; Vidal pronto a insaccare in estirada volante un assist dell’argentino proveniente dalle sue spalle; Suarez ancora su passaggio dell’argentino. La rete del Valladolid, giunta a pareggiare momentaneamente l’incontro sull’1-1 è stato siglato da Olivas. 

Valverde ha stupito tutti mandando in campo titolari Fati in attacco e Vidal a centrocampo. Per il cileno è stato il meritato premio per un inizio di stagione importante. Anche ieri è stato tra i migliori in campo, un combattente nato, fondamentale in ogni zona del campo, in difesa, a centrocampo e in attacco. Contro il Valladolid ha marcato una rete e sfiorate due, una nella prima parte della gara su assist di De Jong (grande partita quella dell’olandese, ovazionato dal Camp Nou al momento della sostituzione), e sul finale di sfida su imbeccata di Suarez. In entrambi i casi il Guerriero non è giunto sul pallone di testa per pochissimi millimetri. Il ragazzino, rientrante dopo un infortunio muscolare, ha giocato leggermente sotto il suo standard con il quale ha ormai abituato gli habitué del Camp Nou. Alla sua età è più che normale non avere stabilità di rendimento. Nonostante tutto è andato molto vicino alla marcatura, costringendo il portiere avversario, l’ex blaugrana Masip, ad un intervento di piede per evitare la rete del numero 31.

La squadra ha giocato bene, regalando una serata spettacolare ai quasi 60.000 spettatori presenti all’Estadi. Ha segnato, gestito, accelerato e chiuso la gara da grande squadra qual’è. Con il ritmo, ora alto e forsennato, ora basso e apparentemente sonnacchioso, ma sempre in attesa dell’accelerazione vincente, ha giocato a gatto e topo con il Valladolid. Messi è stato il deus ex machina della partita. Lui ha deciso tutto. Quando entrare in partita, quando accelerare, quando finalizzare. Praticamente la sfida è stata vinta dalle sue giocate e dalle sue decisioni. Ogni volta che ha preso palla ed è partito in velocità la squadra blaugrana ha segnato o ha posto le basi per la rete, sfiorando il bersaglio grosso per un nonnulla o la bravura degli avversari. Ieri, ancora una volta di più, Messi ha dimostrato di essere l’anima della squadra. Di più, di essere il FC Barcelona e il futuro Pallone d’Oro.  

I peccati del Barça a Praga

di Giuseppe Ortu

La partita contro lo Slavia Praga è stata commentata e analizzata in tanti modi. Vediamo ora, più nello specifico, quelle che sono state le colpe maggiori della formazione blaugrana.

1) Mancanza di intensità – La formazione di Valverde, dopo un inizio scoppiettante, subito in rete al terzo minuto, è riuscita a tenere un buon ritmo per una piccola porzione di gara. Pressione alta, veloce riconquista della palla e buone trame di gioco con scambi rapidi e fluidi. Con il passare dei minuti la squadra si è accartocciata su se stessa, ha abbassato il ritmo e si è addormentata. Smesso di correre, la squadra ha perso il controllo della partita. Da quel momento è stata letteralmente aggredita e mangiata dalla formazione di casa, meglio, persino dalla modesta formazione di casa. Perché, diciamocelo chiaramente, lo Slavia Praga è veramente poca cosa. Essere messi sotto dai cechi significa impegnarsi a fondo. Alla fine della giornata di Champions, la formazione di Valverde è stata quella che ha corso di meno di tutte le partecipanti alla competizione. 

2) Errori elementari nei disimpegni – La formazione blaugrana è stata talmente in balia della sua stessa confusione mentale, da andare completamente in tilt. Come un vecchio videogioco strausato, i giocatori del Barça non ne hanno combinato una giusta. Gli errori maggiori si sono verificati a centrocampo. Ma anche in attacco. Ieri la squadra ha sbagliato anche gli appoggi più semplici. Passaggi di tre metri, che solitamente si fanno ad occhi chiusi, ieri sono risultati imprecisi, ingiocabili, corti, sbagliati. In certi frangenti della gara, specialmente nella parte finale, il Barça non riusciva più ad uscire nemmeno dalla propria trequarti. Palloni allontanati in preda al panico erano rigiocati immediatamente dagli avversari che attaccavano in massa. I tentativi di uscita con il pallone al piede duravano lo spazio di un respiro per l’approssimazione della manovra. Lo Slavia pressava e continuava a caricare, Il Barça barcollava in area di rigore.

3) Soccombenti nelle conclusioni a rete – Uno dei dati più allarmanti è quello delle conclusioni a rete. Lo Slavia Praga ha concluso verso la porta di Ter Stegen la bellezza di 24 volte. Indovinate il Barça? Appena 13! 11 volte più del Barcelona in una partita di calcio. Di queste 24 conclusioni, 9 sono state tra i pali. Il Barça è riuscito a centrare il bersaglio grosso appena 7 volte.

4) Manovra offensiva insufficiente – Oltre al dato dei tiri in porta, un altro elemento ci chiarisce quanto deficitaria sia stata la prestazione della formazione blaugrana. Il numero di cross andati a buon fine sono decisamente a favore dello Slavia. Il 25% di quelli realizzati dai padroni di casa hanno avuto successo. Per contro, solo il 12,5% effettuati dal Barça sono stati efficaci. Questo ci dimostra che la manovra è stata ampiamente deficitaria e imprecisa. Anche la rete della vittoria è stata frutto del caso, grazie a una deviazione senza la quale il pallone di Suarez non sarebbe mai finito in fondo al sacco. 

5) Infinite occasioni sprecate – Il Barça, specialmente nel finale di gara, ha avuto in più di una occasione l’opportunità di chiudere la sfida con dei contropiede letali. Ciò è accaduto sopratutto con l’ingresso in campo di Dembélé. Quando lo Slavia attaccava a testa bassa e il Barça barcollava in maniera umiliante in difesa, con entrate in scivolata nel tentativo disperato di rimpallare le conclusioni degli avversari, la squadra blaugrana ha avuto la possibilità di ripartire a la contra e chiudere la sfida con la rete del 1-3. Ma in ognuna di esse l’occasione è stata vanificata da incredibili e imperdonabili errori di misura nei passaggi. In una di queste azioni, un 3 contro 1, è stato Messi a fallire il più facile degli appoggi per Dembélé, completamente libero a sinistra.        

Ter Stegen: “Problemi tattici e messi male in campo”

di Giuseppe Ortu

Vittoria con lo Slavia sì, ma il Barça non è una squadra qualunque. A Can Barça si deve vincere giocando bene e, possibilmente, mantenendo l’Estilo. A queste latitudini non vige il resultadismo. In blaugrana non si sa nemmeno cosa sia questa parolaccia. Qui non siamo in Italia. Se altrove si esulta con i tre punti, e poco importa sul modo in cui siano arrivati, fosse anche dominati per novanta minuti, a Barcelona la vittoria non basta. Essa è in re ipsa. Il risultato è utile per la statistica. Ma per il palato fine del socio e aficionado blaugrana serve molto di più.

Data per scontata, alla vittoria ci si deve arrivare attraverso il bel gioco, il dominio del pallone, della gara e dell’avversario. E così ecco che, dopo una vittoria sofferta contro lo Slavia Praga, i musi lunghi dei giocatori si sprecavano. I visi erano tirati, tristi. Gli occhi tradivano rabbia, sconcerto, malumore. A vederli così sarebbero sembrati calciatori al termine di una sconfitta sul campo. Così non era, ma poco ci è mancato. Vincere a Praga in quella maniera è stata come una sconfitta per il FC Barcelona e i suoi giocatori. E poco importa che si siano conquistati i tre punti e la squadra sia in testa al girone con tre lunghezze di vantaggio sulle seconde in un girone tosto come il Gruppo F di questa Champions.

Ter Stegen a fine gara è stato il più esplicito, lasciando intravedere il malcontento dello spogliatoio. Uno dei pochi a essersi fermato in zona mista, il portiere tedesco, che anche ieri ha salvato la squadra da un tracollo anche dal punto di vista del punteggio, con tre, quattro parate da autentico campione (solo in Germania non se ne sono accorti), ha parlato senza mezzi termini di “problemi tattici”, e di “squadra messa male in campo”. Il bersaglio? Fate voi. Riferendosi alla rete subita, Marc André ha dichiarato che “non si può subire una rete alla prima occasione della ripresa”. Sopratutto è il modo in cui la rete è stata realizzata a infastidire il guardiameta azulgrana. “Un avversario che si inserisce centralmente in area e che calcia in solitaria”. Inammissibile, certo.

La critica è facilmente indirizzabile. La squadra e la panchina. “E’ necessario parlare di alcune cose tra di noi; voglio farlo privatamente, con chi era in campo”. Anche nel Barça los trapos sucios se lavan en casa, non in pubblico. E poi il riferimento alla panchina. “Ci sono cose da migliorare che sono tattiche, e accadono perché non siamo al cento per cento”. Una critica neanche tanto velata alla direzione tecnica. Le questioni tattiche riguardano l’allenatore con il suo staff. Se un giocatore sbaglia un movimento o non rientra è un problema del campo. Se la difficoltà riguarda la tattica, ciò coinvolge la panchina. Indiscutibile.

Frattanto… nei giorni scorsi è venuto alla luce che il contratto di Ronald Koeman con la federazione olandese ha una clausola che prevede che si possa liberare nel 2020 in caso di chiamata del FC Barcelona. E il contratto di Valverde scade proprio a fine estate. 

 

Un brutto Barça vince a Praga e vede la qualificazione

di Giuseppe Ortu

Il Barça vince con molta, eccessiva sofferenza contro lo Slavia Praga nella terza partita del girone di Champions League. Una partita giocata male dai blaugrana. Molte le sbavature e amnesie difensive; troppi gli errori sotto porta, nell’ultimo passaggio e nelle conclusioni. 

La squadra ha iniziato bene la gara, la seconda trasferta del girone. Al secondo minuto è subito goal. Messi, da un suo recupero del pallone, riceve da Arthur in area e di prima insacca alle spalle del portiere avversario. Sembra l’inizio di una placida e tranquilla goleada. Nulla di più sbagliato. I blaugrana hanno tenuto in pugno la partita per la prima mezzora, ma non sono stati in grado di chiudere la contesa. 

Lo Slavia ha pian piano preso coraggio, aumentando l’aggressività e i giri del motore. Al contempo il Barça si è addormentato, sgonfiandosi sempre più con il passare dei minuti. I cechi hanno così  preso possesso del pallino del gioco e hanno minacciato più e più volte la porta catalana. Solo un immenso Ter Stegen ha permesso alla squadra di restare in vantaggio e chiudere la prima frazione sull’1-0. 

Il secondo tempo è iniziato come era terminato il primo: lo Slavia a pressare alto, e i blaugrana in estrema difficoltà. In questo modo è giunta la rete del pari. Svarione difensivo, inserimento centrale dei giocatori cechi e conclusione vincente. 

I padroni di casa hanno continuato a pressare e correre; il Barça pareva addormentato come il suo allenatore in panchina. Lo Slavia ha messo in campo tutta l’aggressività di cui disponeva, anche troppa, convertendo la sfida in una gara caratterizzata dalla rudezza degli interventi. La formazione di Valverde non è riuscita a ribattere sul campo della velocità e del tocco di palla di prima. La manovra è risultata lenta, raffazzonata, improvvisata e approssimativa. Tocchi imprecisi hanno compromesso l’uscita del pallone e la costruzione della manovra. In molte occasioni i giocatori blaugrana hanno dovuto inseguire gli avversari, manco fossero stati i Reds di Liverpool. 

La rete della vittoria, giunta grazie ad un tiro di Suarez (troppi gli errori sotto porta dell’uruguayo) dalla linea del fondo deviato con il petto nella propria porta da Olayinka, ha sistemato il risultato, ma non l’andamento della partita. Il Barça ha continuato a sbagliare anche gli appoggi più semplici e ad avere difficoltà a uscire dalla propria trequarti. 

Il triplice fischio finale, giunto dopo cinque minuti di recupero di estrema difficoltà e passione, ha messo la parola fine ad una gara che pone nuovamente seri interrogativi sulla capacità della squadra di portare avanti un progetto vincente.

FC Barcelona – Umtiti otra vez lesionado y Fati del partido

de Giuseppe Ortu

Samuel Umtiti no tiene paz en estas dos ultimas temporadas. Lesiones sobre lesiones han parado su trayectoria en el Barça. Después de una larga recuperación por un problema al cartílago, y después el regreso a l’actividad deportiva contra el Éibar el último sábado, se ha nuevamente lesionado durante el entrenamiento previo al desplazamiento a Praga. El jugador será así fuera del partido de mañana por la noche contra el Slavia. En el curso del entrenamiento con los compañeros, en el tramo final de este, el francés ha sufrido un golpe en la rodilla que lo ha molestado en un santiamén. El jugador ha parado así la sesión y no será disponible para la Champions. 

Si Umtiti es fuera de la convocatoria, sì que será del partido Ansu Fati, convocado par Valverde. Por el chico de las maravillas es un regreso a la máxima competición internacional después el estreno contra el Borussia de Dortmund. Recuperado de una sobrecarga que lo había tenido lejos del césped, el joven blaugrana ya fue utilizado para la Sub-21 donde había jugado la segunda mitad del partido de la rojita.  

A Eibar il Barça ottiene la quinta!

di Giuseppe Ortu

Quinta vittoria consecutiva del Barça in stagione, la quarta in Liga. La squadra blaugrana batte l’Eibar in trasferta per tre reti a zero. Griezmann, Messi e Suarez, il tridente al completo, regolano la formazione di Mendilibar, sempre molto insidiosa, preparata e pungente in ogni reparto del campo.

Dall’ultima sconfitta, 21 settembre contro il Granada, 2-0 il risultato finale, la formazione blaugrana ha iniziato a inanellare una serie di vittorie e prestazioni convincenti. Quattro in campionato, Villareal, Getafe, Sevilla, Eibar, e una in Champions, Inter.

Il Barcelona ha iniziato a carburare piano, lentamente, ma è andato sempre meglio, in una progressione spiegabile solamente con l’Elemento Tripla F: “Fattore Forma Fisica“. Piqué non aveva sbagliato quando si era lamentato della mancata preparazione fisica estiva, sacrificata sull’altare degli sponsor e dei contratti commerciali. La squadra ha di fatto iniziato la stagione senza aver messo nel serbatoio, prima, la benzina sufficiente per iniziare la stagione. Solamente lunghi viaggi aerei e partite amichevoli top class. Sostanzialmente, il Barça, ha dovuto svolgere la preparazione fisica con l’inizio della stagione ufficiale, sul campo, in occasione delle partite da tre punti. Ciò ha comportato, da un lato una serie di infortuni dei suoi giocatori, dall’altro prestazioni sotto tono di chi non si è preparato adeguatamente dal punto di vista fisico-atletico. Da qui il brutto inizio di temporada, 7 punti in 5 partite. In quei frangenti, intanto, i giocatori prendevano confidenza con il proprio corpo e con il campo. Sembra che quell’avvio stentato sia servito per giungere ad un livello di condizione almeno accettabile, se è vero che la squadra sta migliorando ad ogni partita sempre più. Con la vittoria odierna salgono a tre le gare senza subire goal, Getafe, Sevilla e Eibar.

Se la difesa è più sicura, anche centrocampo e attacco manifestano il medesimo stato di umore. Contro la squadra basca si è vista forse la migliore versione blaugrana da inizio stagione. La difesa ha sofferto molto poco e Ter Stegen non ha dovuto effettuare una sola parata. Umtiti, al rientro dopo un lungo calvario durato praticamente un anno, è tornato quello dei livelli top precedenti all’infortunio. In coppia con Lenglet, Piqué era squalificato, ha dimostrato sicurezza e sangue freddo in ogni circostanza. Il centrocampo, ormai stabile nella sua versione con Busquets mediocentro, e De Jong e Arthur interni, macina sempre più gioco, migliorando la corsa, la pressione sugli avversari, e le geometrie di gioco. L’attacco infine, con un Messi sulla strada di una condizione fisica sempre migliore, ha mollato gli ormeggi e inizia a veleggiare verso acque placide e ricche di pesce da issare a bordo con capiente reti. Nelle ultime tre partite sono state nove le marcature realizzate. L’intesa tra Griezmann, Messi e Suarez inizia ad affinarsi sempre più. Il francese, oltre a realizzare un massacrante e utilissimo lavoro difensivo, inizia a giocare sempre più il pallone e a intendersi con i compagni di reparto. Oggi ha segnato e assistito Messi in occasione del 2-0. Oltre a questo, il ragazzo si è mosso bene e ha partecipato attivamente alla manovra d’attacco della squadra, spostandosi, sul finire di partita, anche sulla destra. Ciò dimostra che, pur in presenza di Messi, l’alsaziano sta acquisendo sicurezza e tranquillità di gioco, dimostrando di sentirsi sempre più a suo agio in questo tessuto tattico.

Nella gara di oggi è andato a segno tutto il tridente. Prima Griezmann, lanciato in avanti da Lenglet, ha beffato il portiere avversario con un tiro secco che è andato a sbattere contro il palo prima di gonfiare la rete nell’angolo opposto. Poi è stato il turno di Leo, al termine di una azione corale di rara bellezza e efficacia nella quale i tre si sono passati la palla in area di rigore prima che Messi incrociasse di sinistro sotto le gambe di un difensore e beffasse l’estremo difensore dell’Eibar sul palo opposto. A chiudere la terna di marcature ci ha pensato Suarez che ha spedito in fondo al sacco un millimetrico assist di Messi.

La vittoria a Eibar, complice il pareggio casalingo dell’Atletico contro il Valencia del pomeriggio, 1-1 il risultato finale, reti di Costa e Parejo sul finale, lancia il FC Barcelona in testa alla classifica con un vantaggio di tre punti sui colchoneros. In attesa della gara del Madrid, che scenderà in campo a Mallorca alle 21:00 di questo sabato, Messi & Co si godono il primato solitario in Liga.              

Fc Barcelona- Il Barça golea al Sevilla e finisce in nove

di Giuseppe Ortu

Una grande partita questa notte al Camp Nou tra Barcelona e Sevilla termina con il trionfo dei blaugrana che chiudono la gara in nove uomini per le espulsioni di Araujo e Dembélé. Le reti della sfida portano la firma di Suárez in rovesciata, Vidal su inserimento in area, Dembélé su sinistro incrociato e Messi su calcio di punizione.

Davanti a un ottimo Sevilla, ben messo in campo da un Lopetegui che in due trasferte all’Estadi ha subito nove reti a una, il Barça ha disputato una grande partita. Ha sofferto all’inizio l’intraprendenza degli andalusi, pericolosi con un gioco arioso e veloce sulle fasce concluso con dei cross che hanno messo in difficoltà la difesa blaugrana, per poi prendere il largo nella fase centrale del primo tempo.

Nella fase di sofferenza Ter Stegen è stato ancora una volta fondamentale. Su un tiro a botta sicura del De Jong sevillano, il tedesco si è superato con un paradòn d’istinto. Quando c’è stato da soffrire il Barça ha mostrato di esserne capace; quando è giunto il momento di colpire la squadra non si è fatta pregare. La rete in rovesciata che ha aperto la partita è stata un gioiello di tecnica.

Il vantaggio ha messo le ali alla formazione di Valverde, messa in campo con Todibo come centrale per Lenglet, Roberto a destra e Semedo a sinistra. A centrocampo De Jong ha occupato il ruolo di pivote di Busquets, in panchina. Come centrale di centrocampo l’olandese ha dimostrato tutte le sue qualità e la facilità di gioco e di calcio. Due ruletas, una per tempo, sono la cartina di tornasole di una condizione di fiducia nella quale il ragazzo gode quando occupa la sua posizione naturale. Accanto a lui Vidal, promosso dopo la prestazione contro l’Inter, e Arthur. Entrambi hanno disputato una grande partita. Il primo rubando palla e ripartendo, il secondo gestendo il ritmo della partita.

Dopo la prima rete il gioco è fiorito definitivamente. Così sono arrivate le altre marcature che hanno portato la squadra al riposo sul risultato di 3-0. Il Sevilla non è comunque rimasto a guardare, e ha continuato a giocare una grande partita nel tentativo di riaprire la sfida.

Nella ripresa i blaugrana sono andati a rete ancora una volta; questa volta con Messi su punizione. L’argentino aveva già avuto due punizioni per prendere le misure e la mira. Sistemato l’alzo con le corrette coordinate, al terzo tentativo il 10 ha fatto centro.

Sul finire di gara Araujo, che aveva sostituito Tobido per problemi muscolari, ha dovuto intervenire su un avversario lanciato a rete usando un po’ le braccia e il corpo. Per Mateu Lahoz si è trattato di intervento falloso e, in quanto chiara occasione da rete, ha espulso il ragazzo uruguaiano. A seguito delle proteste che ne sono nate, Dembélé ha visto il cartellino rosso mostratogli dal fischietto asturiano. Barça in nove nella stessa azione. Mancavano due minuti al 90′ e il risultato era ormai acquisito. Nonostante ciò si è continuato a battagliare su ogni pallone e in entrambe le aree come se fosse stato quello decisivo. Anche questo dimostra il livello tecnico e emotivo della gara he Barcelona e Sevilla hanno messo in scena questa notte al Camp Nou.

Con questo successo il Barça si issa al secondo posto in classifica, superando l’Atletico di un punto, dietro solo al Madrid, che detiene un vantaggio di appena due punti sui blaugrana. E dopo la pausa per le nazionali e la sfida di Éibar, sarà subito Clásico.

FC Barcelona-Messi e Suarez evitano il ridicolo

Nonostante Valverde possiamo dire. Vittoria nonostante il Barça di Valverde faccia acqua da tutte le parti. Solo un grande Messi è riuscito a vincere la gara insieme a Suarez, autore della doppietta che ha permesso alla squadra di ribaltare l’iniziale risultato di svantaggio.

  • Contro l’Inter si è rivista la squadra svogliata, senza gioco, senza calcio, senza movimento, velocità e pressing che va in difficoltà contro chiunque. Una squadra troppo brutta per essere vera. Questa notte è scesa in campo la squadra già vista a Roma e Anfield, a Bilbao, Pamplona e Granada.
  • Pronti via e l’Inter è passata. Rimpallo sfortunato a centrocampo che ha lanciato Lautaro Martínez. Ha vinto il contrasto con Lenglet e ha fulminato Ter Stegen. Da questo momento in poi l’Inter ha creato enormi problemi ad un Barcelona floscio, morbido, senza corsa e aggressività. Ad ogni azione dell’Inter nel primo tempo il Barça ha rischiato di subire goal.
  • Se i nerazzurri avessero chiuso il tempo con un vantaggio di 2 reti non ci sarebbe stato nulla da ridire. La ripresa è iniziata con i blaugrana più reattivi (non ci voleva molto d’altronde), ma la vera scossa si è avuta con l’ingresso di Vidal al posto di un disarmante Busquets. Era il 53‘. Il cileno ha dato quella spinta, quella garra, quell’esempio contagioso che ha acceso la gara. La squadra ha iniziato a lottare su ogni pallone e ha chiuso la squadra italiana nella sua trequarti. Appena 5 minuti dopo è giunta la rete del pari. Azione ficcante di Messi in penetrazione in area di rigore, passaggio a ritroso per Vidal che ha raccolto la chiamata di Suarez sull’angolo opposto dell’area. Sul passaggio con il mirino di Arturo, il Pistolero ha sfoderato un tiro al volo in diagonale che è andato ad insaccarsi nel l’angolo lontano della porta interista. 1-1 e tutto da capo.
  • Il Barça non ha mollato la presa. L’Inter non è più riuscita a ripartire, bloccata nelle retrovie anche dai cambi difensivi di Conte (dentro Gagliardini per Alexis).
  • Così Messi, nuovamente Messi, ha deciso di inventare, disegnare calcio e vincere la gara in solitaria. Era l’84‘ quando è partito dalla metà campo, attaccando e portandosi dietro metà squadra avversaria. Al limite dell’area ha poi trovato Suárez bene appostato in posizione centrale. Passaggio rasoterra laterale per il nueve che è penetrato in area dopo aver superato un uomo con il controllo a seguire. Davanti all’uscita del portiere, Suarez non ha esitato e ha trovato l’angolino.
  • Una vittoria di fondamentale importanza per le sorti del girone di Champions, sebbene gli enormi problemi che ha mostrato la squadra per l’ennesima volta non possono essere spazzati dal genio di Messi e dai goal del suo gemello di reparto. La squadra di Valverde non va. Il tecnico ha fatto il suo tempo (da tempo ormai). Ogni giorno che rimane in più sulla panchina blaugrana è un danno che viene perpetuato alla squadra, ai giocatori, ai soci, alla storia del club.
  • È giunta l’ora delle decisioni forti e irrevocabili. Chi non ha la personalità di prenderle non può gestire una entità così importante come il Fc Barcelona.
  • Fc barcelona- Il patto di “Mister Porter” alla base del successo a Getafe

    di Giuseppe Ortu

    Dopo un inizio disastroso, sopratutto in trasferta, Getafe ha rappresentato un punto di svolta. È solo una partita si dirà. Certamente, ma le sensazioni che si sono vissute al Coliseum sono state proprio da svolta. In precedenza la squadra ha sempre dato la sensazione di essere in procinto di cadere in occasione delle offensive avversarie. A Getafe, in un campo solitamente ostico e contro un avversario duro e scorbutico, i blaugrana hanno mostrato la tranquillità e la calma dei forti. Mai in difficoltà, la formazione di Valverde ha tenuto le linee ravvicinate e strette, senza mai allungarsi o perdere le distanze. Anche in attacco si è visto un Barça diverso. Si è reso pericoloso in molteplici occasioni passando due volte con Suárez e Junior.

    La chiave di volta può essere che la squadra stia pian piano trovando la forma fisica mai acquisita per via di una gira estiva che ha impedito di svolgere la preparazione precampionato. Può anche essere che la ritrovata serenità interna passi per la cena che è stata organizzata dalla plantilla il 25 settembre da Mister Porter, il ristorante dell’hotel Sir Victor. Alla cena hanno partecipato solo i giocatori senza mogli e fidanzate.