Ter Stegen: “Problemi tattici e messi male in campo”

di Giuseppe Ortu

Vittoria con lo Slavia sì, ma il Barça non è una squadra qualunque. A Can Barça si deve vincere giocando bene e, possibilmente, mantenendo l’Estilo. A queste latitudini non vige il resultadismo. In blaugrana non si sa nemmeno cosa sia questa parolaccia. Qui non siamo in Italia. Se altrove si esulta con i tre punti, e poco importa sul modo in cui siano arrivati, fosse anche dominati per novanta minuti, a Barcelona la vittoria non basta. Essa è in re ipsa. Il risultato è utile per la statistica. Ma per il palato fine del socio e aficionado blaugrana serve molto di più.

Data per scontata, alla vittoria ci si deve arrivare attraverso il bel gioco, il dominio del pallone, della gara e dell’avversario. E così ecco che, dopo una vittoria sofferta contro lo Slavia Praga, i musi lunghi dei giocatori si sprecavano. I visi erano tirati, tristi. Gli occhi tradivano rabbia, sconcerto, malumore. A vederli così sarebbero sembrati calciatori al termine di una sconfitta sul campo. Così non era, ma poco ci è mancato. Vincere a Praga in quella maniera è stata come una sconfitta per il FC Barcelona e i suoi giocatori. E poco importa che si siano conquistati i tre punti e la squadra sia in testa al girone con tre lunghezze di vantaggio sulle seconde in un girone tosto come il Gruppo F di questa Champions.

Ter Stegen a fine gara è stato il più esplicito, lasciando intravedere il malcontento dello spogliatoio. Uno dei pochi a essersi fermato in zona mista, il portiere tedesco, che anche ieri ha salvato la squadra da un tracollo anche dal punto di vista del punteggio, con tre, quattro parate da autentico campione (solo in Germania non se ne sono accorti), ha parlato senza mezzi termini di “problemi tattici”, e di “squadra messa male in campo”. Il bersaglio? Fate voi. Riferendosi alla rete subita, Marc André ha dichiarato che “non si può subire una rete alla prima occasione della ripresa”. Sopratutto è il modo in cui la rete è stata realizzata a infastidire il guardiameta azulgrana. “Un avversario che si inserisce centralmente in area e che calcia in solitaria”. Inammissibile, certo.

La critica è facilmente indirizzabile. La squadra e la panchina. “E’ necessario parlare di alcune cose tra di noi; voglio farlo privatamente, con chi era in campo”. Anche nel Barça los trapos sucios se lavan en casa, non in pubblico. E poi il riferimento alla panchina. “Ci sono cose da migliorare che sono tattiche, e accadono perché non siamo al cento per cento”. Una critica neanche tanto velata alla direzione tecnica. Le questioni tattiche riguardano l’allenatore con il suo staff. Se un giocatore sbaglia un movimento o non rientra è un problema del campo. Se la difficoltà riguarda la tattica, ciò coinvolge la panchina. Indiscutibile.

Frattanto… nei giorni scorsi è venuto alla luce che il contratto di Ronald Koeman con la federazione olandese ha una clausola che prevede che si possa liberare nel 2020 in caso di chiamata del FC Barcelona. E il contratto di Valverde scade proprio a fine estate. 

 

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