PREOCCUPAZIONE PER UN BARÇA CHE NON SA PIù VINCERE, SEGNARE E GIOCARE

Giuseppe Ortu Serra

Secondo pareggio consecutivo per zero a zero e terza partita di seguito senza reti, contando anche lo 0-4 contro il Madrid, per un Barça irriconoscibile. Il Barcelona è in chiaro ed evidente affanno. I punti nei confronti dei blancos si sono ridotti a 11, sempre una enormità, ma attenzione perché questa stanchezza mentale e fisica del Barcelona, e la sua involuzione nel gioco, inizia seriamente a preoccupare.

La gara è finita con un Raphinha infuriato per l’ennesima sostituzione patita. Cambio molto probabilmente figlio di quel contropiede che sul finire della gara ha rischiato di far lasciare il campo al Barça con una sconfitta. Al suo posto è entrato Pablo Torre per dare maggiore consistenza al reparto centrale. In precedenza, al 67′, Xavi aveva fatto uscire Kessie e Jordi per dare maggiore peso all’attacco con gli ingressi di Ansu (ancora una volta bocciato) e Ferran, piazzatosi sulla linea del centrocampo. Dopo lo spavento dell’86’ il tecnico blaugrana è tornato velocemente sui suoi passi, rivedendo lo schema tattico, facendo salire Ferran e ricostituendo la linea mediana con Busi, Gavi e Torre.

Contro il Getafe, al Coliseum, il Barça ha mostrato per la terza volta consecutiva segni di stanchezza e cedimento. Un brutto primo tempo concluso con uno scontato e scialbo zero a zero. Tutta la gara dei blaugrana si è trascinata stancamente fino al triplice fischio finale. Una partita fatta di un palleggio scolastico, stentato e lento, addirittura approssimativo per ampie frazioni di gara, condito da errori di misura nei lanci in profondità e nei cambi di campo. La partita è stata equilibrata, fin troppo pensando alla differenza di classifica tra le due formazioni. Problema, peraltro, già visto contro il Girona.

La formazione di Xavi si è resa pericolosa in una sola doppia circostanza durante il primo tempo. Correva il 24° minuto e un lancio di Ter Stegen, sul quale Lewandowski non è intervenuto facendosi scavalcare dal rimbalzo, ha messo in moto Raphinha che si è involato solo in area di rigore azulón. Il tiro ha centrato il palo interno, e sulla ribattuta è intervenuto Balde che ha calciato (male) verso il secondo palo colpendolo nuovamente. Grande, clamorosa occasione, ma anche praticamente l’unica di tutti i primi 45 minuti. Solo al 45′ il portiere Soria è dovuto intervenire a bloccare in volo un colpo di testa di Lewy. Poco, decisamente troppo poco. Sopratutto se si pensa che l’unico tentativo di conclusione da fuori area è giunta dai piedi di Araujo al 46′.

Il Getafe di Quique Sanchez Flores, vecchia conoscenza dell’Espanyol, si è piazzato con un 5-2-3 che non ha concesso spazi agli avversari. Organizzato dietro e a centrocampo, il Getafe ha tentato anche qualche sortita offensiva senza creare grattacapi alla porta difesa da Ter Stegen. Da sottolineare l’infortunio muscolare occorso a Sergi Roberto, che al 17′ ha costretto Xavi ad intervenire mandando in campo Eric, schierato da laterale destro nel ruolo del numero 20 infortunato.

La ripresa ha visto il lento scorrere del tempo con in campo due squadre che sembravano accontentarsi del pareggio. Il Barcelona non dava l’idea di una formazione che lottava con i denti per riconquistare il titolo che manca a Barcelona dal 2019; il Getafe giocava per restare attaccato al risultato di zero a zero e provare a vedere cosa poteva accadere in avanti. In tutti i secondi 45 minuti le due formazioni hanno prodotto una occasione a testa. I blaugrana sono andati vicino alla rete con Raphinha con un bel destro a giro deviato con difficoltà in calcio d’angolo da Soria al 74′. Ma è stato il Getafe ad aver avuto la palla del match, e della vittoria, all’86° minuto. Contropiede lanciato dalla destra del fronte d’attacco degli azulónes che ha presentato al tiro Borja Mayoral dopo un mezzo intervento in area di Araujo, che ha intercettato un cross rasoterra, ma ha poi lasciato la palla lì, nella disponibilità del numero 19 del Getafe. Per fortuna degli azulgrana il diagonale a botta sicura ha fatto la barba al palo per poi perdersi sul fondo, permettendo a Xavi & Co di tenere lo striminzito pareggio a reti bianche. Magra consolazione.

Alla fine del campionato mancano 9 giornate e partite importanti restano ancora da giocare contro squadre forti, o piccole impegnate nella lotta per non retrocedere. Già dalla prossima giornata, quando si incrocerà l’Atletico Madrid, per non parlare poi del Betis, dell’Espanyol, della Real, del Valladolid. Tutte squadre capaci di fare lo sgambetto a questo Barça che appare sulle ginocchia, senza idee in campo e con poca combattività.

One thought on “PREOCCUPAZIONE PER UN BARÇA CHE NON SA PIù VINCERE, SEGNARE E GIOCARE

Lascia un commento