di Giuseppe Ortu Serra
La situazione che sta vivendo il Barça, e che si sta vivendo nel Barça dopo il Barça – Madrid, è una delle più spinose, polverose, fastidiose, potenzialmente incendiare degli ultimi tempi. Sotto la cenere di un’apparente tranquillità (in realtà è qualcosa di molto più di questo), cova una situazione che sta per scoppiare. Un Barça sull’orlo di una crisi di nervi, tanto per citare il grande Almodovar. Un insieme di problemi che stanno sviluppandosi, accalcandosi alle porte di uno spogliatoio in alcuni casi, e dell’entità più in generale, e che possono sfociare in una vera esplosione incontrollabile. Un tassello dopo l’altro che si ammucchia spingendo gli altri verso il precipizio. Singolarmente nessuno di essi è in grado di far collassare tutto, ma tutti insieme diventano una miscela mortale. Al momento ancora tutto rimane in piedi in un miracoloso equilibrio senza senso, ma basta che si accalchi anche un solo tassello in più per vedere crollare, precipitare tutto.
Le dichiarazioni di Piqué contro la Junta, tacciata di immobilismo, incapacità di gestione e di attività anti barceloniste come se stesse lavorando contro lo stesso club. Con un altro gergo e in altri ambienti questo comportamento si definirebbe alto tradimento; la richiesta/pretesa unilaterale della riduzione d’ingaggio e la risposta di parte dello spogliatoio con il burofax; la strana situazione di Messi in campo, con i suoi umori, le sue giocate – non giocate, la sua assenza spirituale dal campo e una attuazione da fratello scarso di Leo Messi; i primi risultati negativi in Liga con una evidente caduta del livello del gioco; la presenza insostenibile, ma ancora ingombrante di Busquets in campo e nella squadra; il problema Griezmann con i suoi malumori esplicitati in Francia, la mancanza di resa in blaugrana e le due assenze consecutive (panchina contro il Ferencvaros e nel Clásico); l’inspiegabile gestione della partita dalla panchina contro il Madrid; le polemiche sulla conduzione della gara da parte della terna arbitrale e del Var contro il Var Madrid (hooops, evidente lapsus freudiano: Real Madrid. Ma si sa, di questi tempi a volte è difficile riuscire a percepirne la differenza) con il furto diurno, la rapina, meglio, a fischietto e video armato perpetrato ai danni del Barcelona che ha fatto tornare indietro il calendario agli anni ’30 e ’50, quando da Madrid arrivavano le squadracce blancas con l’arroganza degli intoccabili a cui tutto era dovuto e si scendeva in campo solo per mascherare un risultato già deciso in anticipo e già scritto sul referto arbitrale e sul calendario. Sabato scorso è esattamente a questa messinscena che abbiamo assistito. 90′ di scena, di trucco e parrucco, di “luci, motore, azione!”, di una sceneggiatura precisa fin nelle rimesse laterali, programmata fin nei cartellini gialli, 90′ di una sceneggiata tragicomica e amara alla Buster Keaton, dove nulla sembra ciò che è. Come nel suo film Il Maniscalco; l’infortunio, per ultimo, di Coutinho. Proprio adesso giunge la notizia che il Barça avrebbe chiesto alla Genralitat de Catalunya di sospendere la celebrazione della Moció de Censura a causa della proclamazione del Estado de Alarma proclamato dal Governo Sánchez.
Se non sono le sette piaghe d’Egitto poco ci manca. Se arrivassero anche le cavallette, in aggiunta alla pandemia e alla chiusura della Catalunya dalle 22:00 alle 06:00, con saracinesche abbassate dalle 21:00, sarebbe il perfetto film catastrofico holliwoodiano da cassetta.
Quest’ultima notizia contrasterebbe con quanto giuntoci alle orecchie ieri notte circa eventuali dimissioni della Junta dopo la riunione in programma quest’oggi. Quell’evento raro alla luce di questa nuova informativa, sarebbe quella ventata di aria fresca necessaria a tutto l’ambiente. Come aprire la finestra per far depurare un ambiente ammorbato da un agente tossico che rende l’atmosfera irrespirabile.
Come scritto, l’ultima tegola sullo stipite della porta dell’ufficio di Ronald Koeman è l’infortunio di Coutinho. “Lesión a los isquiotibiales” recita la nota medica. Uno dei giocatori più in forma della squadra, che garantiva mobilità, ritmo, fantasia e collegamenti tra i reparti adesso viene a mancare. Salterà la Juventus e forse l’Alavés a Vitoria. Soluzioni? Non tutti i mali vengono per nuocere. Forse può essere la carta giusta per cercare di recuperare dalla situazione Il fu Antoine Griezmann per rifarci a un classico della letteratura italiana. Il brasiliano può essere sostituito nelle partite che mancherà proprio dal francese. Grizzy al Barça ha fatto il giro dei quattro cantoni, accomodandosi a sinistra, a destra, al centro come punta centrale. In realtà non ha mai giocato nel suo vero ruolo, quello in cui viene utilizzato in nazionale: il trequartista. Con la Francia l’alsaziano gioca dietro la punta nel 4-2-3-1, oppure dietro le due punte nel 4-3-1-2. In ogni caso la sua posizione non cambia. Tra le linee, posizione centrale, dietro l’attacco. In quella posizione finora ha giocato Coutinho con risultati eccellenti. Griezmann ha invece fallito sia sulla banda destra, come lo vede Koeman e “dove ha giocato con la Francia contro l’Olanda”, sia come punta centrale contro il Getafe. Questa potrebbe essere la sua occasione. Sostituire Cou come trequartista, mostrare tutto il suo valore, far ricredere i suoi detrattori e il suo allenatore della validità concettuale dei suoi malumori e aprire un nuovo ciclo in maglia blaugrana. Anche se, in questo caso, si aprirebbe il dilemma Coutinho in quello che sembra la classica situazione senza via d’uscita. Comunque ti organizzi una pedina rimane fuori dalla scacchiera.