Solo un pari a Vitoria con sfortuna ed errori

di Giuseppe Ortu Serra

Pareggio del Barcelona a Vitoria contro l’Alavés per 1-1. Un punto che allontana i blaugrana dalla vetta della classifica. Nelle ultime tre gare un solo pareggio e due sconfitte.
Il primo tempo è scivolato via con il Barça che ha cercato di fare la partita, l’Alavés che ha risposto in contropiede. La squadra di casa è scesa in campo ben compatta dietro, cercando di chiudere ogni varco per una squadra che veniva da una ottima prestazione in Champions contro la Juventus in trasferta a Torino. Koeman ha riproposto la medesima fascia destra con Dembélé e Roberto. A sinistra Ansu Fati, oggi diciottenne, e Jordi. Per la prima volta in stagione le due frecce blaugrana hanno giocato assieme. Ansu è risultato certamente più attivo e migliore del compagno, che ha sbagliato moltissimo in appoggi e giocate. Il primo tempo, abbastanza equilibrato, è stato rotto da una iniziale incomprensione tra Piqué e Neto. Il difensore ha appoggiato verso il portiere con forza.  L’estremo difensore ha stoppato con difficoltà. Invece che rinviare ha cercato di addomesticare la palla che gli è stata soffiata da Rioja che ha insaccato nella porta sguarnita. Nella ripresa subito fuori Dembélé, Lenglet e Busquets. Ammoniti gli ultimi due, estremamente insufficiente il primo. De Jong è andato a fare il centrale insieme a Piqué. Pjanic, neo entrato insieme a Trincao e Pedri, ha preso possesso del centrocampo. Da lì è iniziato un assalto all’arma bianca, esplicitato maggiormente dal rosso per doppia ammonizione di Jota. In inferiorità numerica per mezzora, l’Alavés si è ritirato ancora di più nella sua area di rigore a difesa del risultato. Ma subito, ecco giungere la rete del pareggio siglata da Griezmann. Il Barça ha spinto ancora di più, l’Alavés ha eretto un muro fatto di uomini, disperazione e una buona dose di fortuna. I calci d’angolo alla fine saranno 14 contro 2 per i blaugrana, ma tra goal annullati (rete di Grizzy per fuorigioco di Trincao), parate del portiere di Vitoria, salvataggi sulla linea e deviazioni fortuite in area di rigore su tiri quasi a colpo sicuro, il Barcelona non è riuscito a segnare la rete della vittoria. Sul finire di gara errore di Koeman che ha fatto uscire un ispirato Ansu per un inesistente Braithwaite, privando la sua squadra di una importante arma in più per cercare di far crollare il fortino dell’Alavés.  

Guardiola in risposta a Font “Spero di restare a lungo al City”

di Giuseppe Ortu Serra

File:Pep 2017 (cropped).jpg - Wikimedia Commons

Victor Font, pre candidato alla presidenza del Barça, ha parlato a tutto campo della sua prossima squadra, del suo progetto e di nomi che dovrebbero costituirlo. E’ stato chiaro nel suo progetto ganador: “Vogliamo vincere la prossima Champions League con Messi e Guardiola”. Dichiarazioni non di poco conto. Se Font voleva disparare le carte, creando una serie di onde che allontanassero dal suo progetto, dalla sua idea e dalla sua candidatura tutti gli altri pretendenti al Soglio… presidenziale del Barcelona, certamente è riuscito nell’intento. Parole forti, grosse, di grande impatto e significato per la masa social del Barça da troppo tempo ormai costretta a masticare amaro, a vedere le vittorie dei blancos in Europa e a deglutire bocconi amari a ripetizione come quelli di Roma, Anfield e Lisbona. Stanno iniziando a diventare così tanti che a citarli tutti sembra l’inizio della recita a memoria di una formazione di calcio. Adesso basta dunque. Sopratutto secondo il Font pensiero
Chiamato in causa direttamente, a Guardiola sono stati chiesti lumi e un commento alle dichiarazioni di Victor Font ai microfoni di Sky Sport Uk. Sempre la stessa testata ha riportato, oggi, le dichiarazioni del tecnico catalano del Manchester City (l’intervista di Font è stata resa pubblica ieri). Guardiola ha negato un eventuale interesse a tornare al Barça davanti ai microfoni. 
“Sono incredibilmente felice qui” ha dichiarato quest’oggi Pep in conferenza stampa rispondendo alle domande dei giornalisti fatte in merito alle parole del candidato Font. “Sono deliziato di essere a Manchester e spero di fare un buon lavoro per restare più a lungo”. Dichiarazioni di facciata? Vi immaginate Pep che dichiara alla stampa ad inizio campionato “sì a fine stagione vado via per tornare al Barça”? Difficile vero? Meglio. Impensabile. 
Guardiola ha il contratto in scadenza a fine stagione e al momento non ha ancora rinnovato. Intanto le sirene da Barcelona iniziano a suonare sempre più forte. Risulta anche strano che Font si sia spinto tanto oltre, facendo nomi precisi, tirandoli dentro al suo progetto, senza aver quanto meno fatto un primo sondaggio e aver ricevuto una risposta non di chiusura da parte di quelle stesse persone.     

Victor Font “Guardiola e un progetto forte per vincere la prossima Champions League”

di Giuseppe Ortu Serra

Victor Font ha le idee molto chiare. Nella sua testa tutto è pronto, tutte le caselle sono occupate e non ha lasciato nulla di intentato. L’obiettivo. Vincere la prossima Champions League con Guardiola sulla panchina blaugrana.

Il candidato alle elezioni presidenziali ha rilasciato ieri una intervista a Sky UK in cui parla a tutto tondo del Barça, indicando quello che è il suo manifesto progettuale nell’ipotesi in cui dovesse diventare il prossimo presidente del FC Barcelona in sostituzione del dimissionario Bartomeu. Font, uno dei pre candidati meglio posizionati per la vittoria nelle prossime elezioni presidenziali, la cui data non è stata ancora fissata, ma che si prevede che potranno tenersi tra fine dicembre e i primi di febbraio, ha rilasciato delle dichiarazioni impattanti sia verso il barcelonismo, sia nei confronti del mondo del calcio europeo. Ha parlato del club come è adesso e come vorrebbe che fosse domani, facendo nomi di importanti personaggi del barcelonismo che al momento sono fuori dal club, ma che vorrebbe riportare al suo interno. La sua visione è quella di un club forte, composto da blaugrana per i blaugrana, che gettino le basi per costruire una squadra vincente.
“E’ nostra intenzione costruire un progetto molto forte e competitivo. Noi siamo molto fortunati ad avere ereditato uno stile di gioco che Cruyff ha impiantato in ogni settore del nostro club. Molti di questi professionisti che conoscono questo stile sono anche tifosi e amano il nostro club come Guardiola, Xavi, Iniesta, Puyol. Sono tutte leggende che amano Barcelona, ma non lavorano per il Barça oggi. Noi abbiamo bisogno di riportarli indietro per essere sicuri di avere un progetto molto competitivo. Tutti loro sono stati grandi giocatori, ma non tutti, lontano dal campo, possono ricoprire i medesimi ruoli”. Un accenno, questo, al fatto che nell’idea del candidato presidente, Guardiola e Xavi non sarebbero confliggenti nel ruolo di tecnico, posto che Xavi potrebbe occuparsi di un aspetto manageriale o avere un ruolo da secondo alle spalle proprio del suo ex tecnico. “Questo progetto” ha continuato Font “ha la necessità di far sapere a Messi che lui è parte integrante di questo progetto vincente. Ciò che Messi ha bisogno è una squadra forte che possa vincere la prossima Champions League”. Parole importanti, impegnative, compromettenti per Font, ma che suonano come musica celestiale e hanno il sapore di una gustosa e soffice torta alla panna per tutto il barcelonismo.

Il candidato ha anche affrontato argomenti più ampi di politica calcistica, riallacciandosi a quanto aveva detto Bartomeu nella conferenza stampa dimissionaria a proposito della Superlega Europea. Font ha dichiarato di essersi sorpreso al sentire quelle dichiarazioni da parte del presidente dimissionario “dal momento che ha parlato di una competizione il cui progetto, ad oggi, non è realtà. Perciò dire di partecipare a una competizione che non esiste è piuttosto bizzarro al momento. Se noi avremo l’onore di guidare il FC Barcelona, saremo molto interessati nel capire quali alternative ci sono e quali progetti interessanti ci sono nel mondo del football e quindi, basandoci su quello, prenderemo le nostre decisioni”. Non una porta in faccia alla Superlega dunque. Ma un… vedremo. Font ha poi specificato che “quando in passato mi è stato chiesto una opinione in merito, ho sempre detto che fare qualsiasi cosa per migliorare la competizione dei top club europei, che attualmente è la Champions League, è qualcosa che dobbiamo aspirare a fare. Ma allo stesso tempo avere dei forti campionati nazionali è buono per lo sport e per l’ecosistema calcistico”
In merito alla Superlega è da dire che un gruppo di finanzieri sta creando un fondo da sei miliardi di dollari per la creazione di quella che dovrà essere la Superlega Europea, vale a dire una sorta di campionato europeo che travalichi le singole competizioni nazionali. 

Vittoria tonica e ricostituente del Barça a Torino

di Giuseppe Ortu Serra

Koeman ha sorpreso con l’undici iniziale. Ci si attendeva Ansu, Griezmann trequartista e Dest sul laterale destro. Invece il primo è partito in panchina, Grizzy come nove a tutto campo e Roberto al posto dell’americano-olandese. Pedrito Pedri ha giocato largo a sinistra nei tre dietro il numero 7. I blaugrana sono scesi in campo con l’idea di attaccare subito e mettere in carreggiata la sfida. Subito un ottimo inizio con buona velocità e un gran palo colpito da Griezmann. La rete è arrivata presto. Al 14′. Apertura grandiosa di Leo dalla fascia sinistra di metà campo verso la fascia opposta dove ha trovato con il goniometro Dembélé. Il giocatore è partito, puntando l’area e l’avversario. E’ rientrato, si è nuovamente allargato e ha calciato forte in diagonale. La palla, leggermente deviata e sollevata da un bianconero è finita sotto la traversa nell’angolino di destra della porta difesa dal numero uno bianconero. Palla in fondo al sacco e vantaggio blaugrana. Il Barcelona ha continuato ad attaccare, sommando una serie di occasioni con Messi, Dembélé, Griezmann. Una delle più clamorose ha visto protagonisti, assieme, i due francesi. Con il numero 11 che fatto sedere il portiere avversario, che gli ha respinto il tiro. La palla, poi terminata sui piedi del numero 7, è stata clamorosamente mancata dall’alsaziano. Almeno tre occasioni pulitissime.

Il Barca, a quel punto, ha iniziato a gestire la partita con calma e razionicinio. Giro palla, rallentando e velocizzando l’azione per passare da momenti di controllo a altri di affondo in attacco per portare il colpo decisivo alla porta avversaria. Nella ripresa subito una brutta notizia per Koeman. Araujo, che aveva subito una botta dopo un fallo, è stato costretto a restare nello spogliatoio. In campo Busquets. In assenza di centrali, è stato De Jong a dover retrocedere sulla linea dei difensori, ruolo che aveva già ricoperto saltuariamente all’Ajax. I blaugrana hanno ripreso a giocare divinamente con velocità, di prima, a trovare spazi. Unica pecca, questa squadra non tira in porta.

Nella ripresa, così come anche nei primi 45′ la squadra avrebbe potuto segnare molto di più se avesse concluso da fuori alla prima occasione invece che cercare il passaggio fino alla fine. Il nuovo goal annullato a Morata nella ripresa ha aperto una fase della gara nella quale Messi & Co hanno deciso di limitarsi a controllare l’avversario. Dal 70′ la squadra è nuovamente cresciuta sollevando il baricentro e riprendendo a comandare nella metà campo avversaria. Al 66′ sostituzione di Dembélé con Ansu. Il ragazzo ha giocato sulla destra. Ha fatto la sua gara in un momento della sfida in cui il Barça aveva già deciso di congelare la partita. Ansu comunque è stato determinante anche in quel poco tempo avuto a disposizione. Ha ottimamente duettato con i compagni, tirato (uno dei pochi. L’altro è Pjanic) e su di lui è stato commesso il fallo da rigore che ha permesso a Messi di raddoppiare e chiudere la sfida sul risultato di 2-0. La Juventus ha finito l’incontro in 10 uomini per l’espulsione, per doppio giallo, di Demiral. Sul finire l’ultima occasione per realizzare la terza rete. Ansu, solo davanti al portiere, invece che calciare il porta ha deciso di assistere il compagno, Braithwaite, che arrivata in corsa sulla sinistra. Fermatosi, perché mai avrebbe pensato che Ansu non calciasse in porta, non ha avuto la prontezza di raggiungere la palla, che è uscita desolatamente sul fondo. La squadra è sulla buona strada tenendo conto delle assenze, dei mille problemi avuti in difesa, con De Jong che ha giocato tutto un tempo da centrale difensivo. Alla fine una vittoria incoraggiante, ma che deve servire per migliorare e correggere alcuni difetti, come l’eccessiva gestione della gara sull’uno a zero e la carenza di cattiveria sotto porta e delle conclusioni dalla distanza.

Bartomeu: “Ammetto i miei errori. Per questo ho convocato le elezioni. Ma la colpa delle dimissioni è della Generalitat”

di Giuseppe Ortu Serra

Bartomeu è comparso in sala stampa per rilasciare le sue dichiarazioni immediatamente dopo le sue dimissioni e della sua Junta. Una conferenza stampa sostenuta, orgogliosa, piccata e permalosa in cui non sono mancate accuse alla Generalitat e ai soci promotori della Moció di Censura, tacciati tutti quanti di irresponsabili per aver portato la Junta alle dimissioni. Una conferenza stampa in cui non si è limitato al J’accuse di Émile Zola, ma c’è stato anche spazio per una piccola, minuscola autocritica.

Dal “E’ stato un onore servire questo club”, passando per “Sono stato insultato e minacciato, insieme alla mia famiglia. Così i miei colleghi di Junta”, il mandatario blaugrana ha iniziato a togliersi i sassolini dalla scarpa, accusando la Generalitat di comportamento irresponsabile e additandola a vera causa delle dimissioni. L’ormai ex presidente si è scagliato contro il governo regionale. “La decisione della Generalitat di non rinviare la votazione della Moció de Censura è irresponsabile”. Ma non solo. Bartomeu è andato anche contro i promotori della Moció, accusati dello stesso misfatto.

L’ex mandatario ha prima ricordato i 22 titoli ottenuti in questi ultimi anni dal club, poi ha richiesto gli onori per aver trasformato l’entità nella squadra più desiderata al mondo.

C’è stato anche uno spazio, piccolo, minimo per l’autocritica. “Riconosco que la rigenerazione della squadra sarebbe dovuta avvenire prima. Ho assunto le mie responsabilità sui miei errori e per questo ho convocato le elezioni”. In questo passaggio il mandatario blaugrana non fa riferimento alle dimissioni, ma all’anticipazione delle elezioni a marzo. Nella sua mente le dimissioni sono solo colpa della Generalitat e dei soci. Come sempre, solo ed esclusivamente degli altri.

Bartomeu ha anche parlato dell’eredità lasciata al club, la partecipazione alla Superliga. “Ieri abbiamo accettato di partecipare alla futura Superliga Europea di club. Questa decisione dovrà essere convalidata e ratificata dalla nuova Junta”.

Breaking News – Ronaldo ancora positivo salta il Barça

di Giuseppe Ortu Serra

Il regolamento e il Protocollo Uefa non lo avrebbe permesso e solo una forzatura avrebbe garantito la sua presenza in campo domani sera. Ma il tampone a cui Ronaldo è stato sottoposto questa mattina ha tagliato la testa al toro (poverino). Il referto del controllo ha dato esito positivo. Il numero 7 non è ancora guarito, conseguentemente non potrà essere della partita, forzatura o meno del regolamento Uefa e del suo Protocollo Covid-19. Un bel sospiro di sollievo per Koeman, impegnato nel trovare la perfetta ricetta per la sua squadra nell’importante sfida di Champions dopo le delusioni e le arrabbiature del clásico

Dimissioni di Bartomeu e la sua Junta!

di Giuseppe Ortu Serra

File:Josep Maria Bartomeu.jpg - Wikimedia Commons

Sembra che questa volta, alla fine, ci si sia arrivati. Bartomeu e la Junta Directiva del FC Barcelona hanno presentato le dimissioni in blocco al termine di una lunga junta straordinaria convocata di urgenza quest’oggi. La directiva, dopo mille tentativi di sospendere, annullare, rimandare il voto di censura in celebrazione il 1 e 2 novembre, tutti andati a vuoto, messa alle strette e davanti allo scenario più che probabile di una votazione di massa contro il suo operato che avrebbe portato alla fuoriuscita d’imperio dall’incarico di Bartomeu e compagni, hanno deciso di anticipare lo schiacciante verdetto e di lasciare l’incarico volontariamente. In caso contrario sarebbe stata la prima junta nella storia del club ad essere cacciata da un voto di censura, una votazione per la sfiducia da parte della masa sociál, dei soci.


Stando alle voci, posto che ancora non ci sono dichiarazioni ufficiali da parte del presidente o dei direttivi, Bartomeuavrebbe posto la questione sul tavolo della decisione proponendo le dimissioni sue e di tutta la junta. La proposta è stata accolta dai suoi membri e verbalizzata. L’ex presidente e gli ex direttivi adesso lasciano l’incarico e rimetteranno l’ufficio nelle mani di una Junta Gestora che dovrà essere nominata con effetto immediato con il compito di gestire l’ordinaria amministrazione e convocare le elezioni presidenziali. La Junta Gestora avrà tempo tra 40 giorni e tre mesi per convocare i comizi elettorali. E’ presumibile che esse si potranno celebrare tra dicembre e gennaio prossimi. L’incaricato di presiedere la Gestora potrebbe essere Carles Tusquets, presidente della comisión económica.    

Il Caso Ronaldo – Cosa dice la normativa Uefa sulla positività Covid

UEFA Champions League | UEFA.com

di Giuseppe Ortu Serra

Cristiano Ronaldo, come è ben noto, è risultato positivo settimane addietro quando era in ritiro con la nazionale portoghese per la disputa delle gare di Nations League della sua nazionale. Da allora, violando la quarantena di ritorno, continua a essere positivo in Italia, a Torino. Oggi, questa mattina, è stato sottoposto a un tampone per verificarne la positività o negatività. Il referto è atteso per la serata di oggi, al termine del quale si deciderà se il giocatore potrà scendere in campo, o meno, nella sfida Champions contro il Barcelona. La Juventus ha preannunciato che se sarà negativo il giocatore sarà della partita.

Può farlo? Cosa dice la normativa in proposito? E’ sufficiente un tampone negativo realizzato a 24 ore di distanza dalla gara per poter scendere in campo dopo essere stato positivo al Coronavirus? Per rispondere a tutte queste domande andiamo a rileggerci assieme cosa sostiene la normativa vigente stilata dalla Uefa.

L‘art. 7.7 del Protocollo Uefa Covid “Precedenti casi confermati”, sostiene che “I membri del Gruppo 1 (giocatori n.d.r.), per i quali è adesso confermato che abbiano recuperato dal virus, sono invitate a presentare la documentazione di ciò al UPAP (autorità mediche competenti n.d.r.) con la data della diagnosi del virus, completa anamnesi medica e ogni altro documento medico. Ciò deve essere prodotto almeno una settimana prima della partita Uefa della squadra”
Stando al Protocollo Uefa quindi, Ronaldo non può giocare nella sfida di domani. L’escamotage che la Juventus, con il beneplacito della Uefa si sono organizzati, vale a dire quello di effettuare il controllo un giorno prima della gara, è previsto dall’organismo del calcio europeo ma solo per i giocatori di cui si disconosce la loro positività, vale a dire tutti coloro che ancora non hanno scoperto di essere stati positivi. Tale norma, esplicitizzata nell’art. 7.5.1 non si riferisce a coloro che già in anticipo erano a conoscenza della loro positività come nel caso di Ronaldo. Essi rientrano sotto l’ombrello dell‘art. 7.7. In conseguenza Ronaldo, anche se risultasse negativo dalle risultanze mediche di questa sera, non potrebbe in ogni caso partecipare alla sfida di Champions di domani. Questo a livello normativo. Altra cosa è che Juventus e Uefa decidano diversamente in spregio di ogni regola e norma. 

Juventus-Barça. Chiellini, De Ligt, Alex Sandro ancora out. Recupera Bonucci. Incognita Ronaldo

di Giuseppe Ortu Serra

Se il Barça ha problemi difensivi e di formazione, la Juventus non è da meno. I problemi sono sopratutto in difesa dove mancheranno Chiellini e De LigtBonucci invece recupera per la sfida contro i blaugrana.

A dirlo è stato Pirlo nella conferenza stampa della vigilia della sfida contro il Barça. Oltre ai due centrali, il tecnico bianconero deve fare a meno anche di Alex Sandro, laterale sinistro della formazione torinese.

Il discorso di Ronaldo, invece, è ancora da valutare. L’attaccante portoghese è stato sottoposto al tampone quest’oggi e nella serata di oggi ci sarà il responso. Se sarà positivo continuerà a restare a riposo. Viceversa sarà in campo nonostante il Protocollo Uefa in merito al regolamento Coronavirus. 

L’infortunio di Cou, ennesima tegola su un Barça sull’orlo di una crisi di nervi

di Giuseppe Ortu Serra

La situazione che sta vivendo il Barça, e che si sta vivendo nel Barça dopo il Barça – Madrid, è una delle più spinose, polverose, fastidiose, potenzialmente incendiare degli ultimi tempi. Sotto la cenere di un’apparente tranquillità (in realtà è qualcosa di molto più di questo), cova una situazione che sta per scoppiare. Un Barça sull’orlo di una crisi di nervi, tanto per citare il grande Almodovar. Un insieme di problemi che stanno sviluppandosi, accalcandosi alle porte di uno spogliatoio in alcuni casi, e dell’entità più in generale, e che possono sfociare in una vera esplosione incontrollabile. Un tassello dopo l’altro che si ammucchia spingendo gli altri verso il precipizio. Singolarmente nessuno di essi è in grado di far collassare tutto, ma tutti insieme diventano una miscela mortale. Al momento ancora tutto rimane in piedi in un miracoloso equilibrio senza senso, ma basta che si accalchi anche un solo tassello in più per vedere crollare, precipitare tutto. 
Le dichiarazioni di Piqué contro la Junta, tacciata di immobilismo, incapacità di gestione e di attività anti barceloniste come se stesse lavorando contro lo stesso club. Con un altro gergo e in altri ambienti questo comportamento si definirebbe alto tradimento; la richiesta/pretesa unilaterale della riduzione d’ingaggio e la risposta di parte dello spogliatoio con il burofax; la strana situazione di Messi in campo, con i suoi umori, le sue giocate – non giocate, la sua assenza spirituale dal campo e una attuazione da fratello scarso di Leo Messi; i primi risultati negativi in Liga con una evidente caduta del livello del gioco; la presenza insostenibile, ma ancora ingombrante di Busquets in campo e nella squadra; il problema Griezmann con i suoi malumori esplicitati in Francia, la mancanza di resa in blaugrana e le due assenze consecutive (panchina contro il Ferencvaros e nel Clásico); l’inspiegabile gestione della partita dalla panchina contro il Madrid; le polemiche sulla conduzione della gara da parte della terna arbitrale e del Var contro il Var Madrid (hooops, evidente lapsus freudiano: Real Madrid. Ma si sa, di questi tempi a volte è difficile riuscire a percepirne la differenza) con il furto diurno, la rapina, meglio, a fischietto e video armato perpetrato ai danni del Barcelona che ha fatto tornare indietro il calendario agli anni ’30 e ’50, quando da Madrid arrivavano le squadracce blancas con l’arroganza degli intoccabili a cui tutto era dovuto e si scendeva in campo solo per mascherare un risultato già deciso in anticipo e già scritto sul referto arbitrale e sul calendario. Sabato scorso è esattamente a questa messinscena che abbiamo assistito. 90′ di scena, di trucco e parrucco, di “luci, motore, azione!”, di una sceneggiatura precisa fin nelle rimesse laterali, programmata fin nei cartellini gialli, 90′ di una sceneggiata tragicomica e amara alla Buster Keaton, dove nulla sembra ciò che è. Come nel suo film Il Maniscalco; l’infortunio, per ultimo, di Coutinho. Proprio adesso giunge la notizia che il Barça avrebbe chiesto alla Genralitat de Catalunya di sospendere la celebrazione della Moció de Censura a causa della proclamazione del Estado de Alarma proclamato dal Governo Sánchez.
Se non sono le sette piaghe d’Egitto poco ci manca. Se arrivassero anche le cavallette, in aggiunta alla pandemia e alla chiusura della Catalunya dalle 22:00 alle 06:00, con saracinesche abbassate dalle 21:00, sarebbe il perfetto film catastrofico holliwoodiano da cassetta. 
Quest’ultima notizia contrasterebbe con quanto giuntoci alle orecchie ieri notte circa eventuali dimissioni della Junta dopo la riunione in programma quest’oggi. Quell’evento raro alla luce di questa nuova informativa, sarebbe quella ventata di aria fresca necessaria a tutto l’ambiente. Come aprire la finestra per far depurare un ambiente ammorbato da un agente tossico che rende l’atmosfera irrespirabile. 
Come scritto, l’ultima tegola sullo stipite della porta dell’ufficio di Ronald Koeman è l’infortunio di Coutinho“Lesión a los isquiotibiales” recita la nota medica. Uno dei giocatori più in forma della squadra, che garantiva mobilità, ritmo, fantasia e collegamenti tra i reparti adesso viene a mancare. Salterà la Juventus e forse l’Alavés a Vitoria. Soluzioni? Non tutti i mali vengono per nuocere. Forse può essere la carta giusta per cercare di recuperare dalla situazione Il fu Antoine Griezmann per rifarci a un classico della letteratura italiana. Il brasiliano può essere sostituito nelle partite che mancherà proprio dal francese. Grizzy al Barça ha fatto il giro dei quattro cantoni, accomodandosi a sinistra, a destra, al centro come punta centrale. In realtà non ha mai giocato nel suo vero ruolo, quello in cui viene utilizzato in nazionale: il trequartista. Con la Francia l’alsaziano gioca dietro la punta nel 4-2-3-1, oppure dietro le due punte nel 4-3-1-2. In ogni caso la sua posizione non cambia. Tra le linee, posizione centrale, dietro l’attacco. In quella posizione finora ha giocato Coutinho con risultati eccellenti. Griezmann ha invece fallito sia sulla banda destra, come lo vede Koeman e “dove ha giocato con la Francia contro l’Olanda”, sia come punta centrale contro il Getafe. Questa potrebbe essere la sua occasione. Sostituire Cou come trequartista, mostrare tutto il suo valore, far ricredere i suoi detrattori e il suo allenatore della validità concettuale dei suoi malumori e aprire un nuovo ciclo in maglia blaugrana. Anche se, in questo caso, si aprirebbe il dilemma Coutinho in quello che sembra la classica situazione senza via d’uscita. Comunque ti organizzi una pedina rimane fuori dalla scacchiera.