Un Barça bello da morire ne fa sei all’Eibar giunto al Camp Nou per limitare i danni. Per la squadra basca non pudo ser perché sulla sua strada ha trovato un Messi in formato Pallone d’Oro. Una partita strabiliante, da leccarsi i baffi e lustrarsi gli occhi dalla meraviglia. Questa notte Leo ha raggiunto quota 302 reti al Camp Nou, ha realizzato un poker, ha disegnato calcio come su una tela immacolata, ha ricamato gioco con tocchi, duetti, triangoli, tunnel, accelerazioni improvvise, frenate e cambi di direzione. Ma tutta la squadra è stata grande, immensa. Ogni singolo giocatore pareva in stato di grazia e dava l’impressione che volteggiasse sopra il manto erboso dell’estadi. Undici hovercraft che sfioravano appena il terreno di gioco e volavano leggiadri con eleganza, semplicità e naturalezza davanti ai tifosi cules che guardavano ammirati tanta meraviglia.
Grandi anche singolarmente
Paulinho è stato a dir poco grandioso. Un giocatore di spessore. Forte fisicamente, dotato tecnicamente e veloce, è entrato in quasi tutte le reti Blaugrana. Il suo inserimento negli schemi e nel gioco del Barça ha dell’incredibile. Un adattamento alla nuova realtà che ricorda quello di Umtiti nella scorsa stagione. Paulinho gioca come se avesse sempre fatto parte di questa squadra. Ha duettato con Messi, chiuso triangoli, recuperato palloni e corso a perdifiato fino alla fine della gara, tagliando in due lo schieramento avversario. Ha segnato per la seconda volta di fila, questa volta di testa su corner con uno stacco di testa, e una elevazione, che hanno fatto ricordare Pelè su Burgnich durante la finale del ’70. Un suo velo da applausi a centrocampo ha tagliato fuori tutta la difesa avversaria, dando il via ad una azione tambureggiante di Messi che ha portato alla terza rete della serata. Semedo cresce giornata dopo giornata, dimostrando che il plan B di Robert per il ruolo non era poi così tanto B. Se la posizione di esterno destro di difesa la scorsa stagione è stata uno dei punti deboli della squadra, ora il problema sembra risolto. Stanotte è sembrato di rivedere le cavalcate veloci e sicure di Dani Alves. In gran spolvero anche Denis Suarez, che sembra essersi finalmente inserito negli schemi e nella mentalità di una realtà difficile come quella del Barcelona. Anche i campioni più grandi hanno avuto necessità di un anno di apprendistato prima di rendere per il valore della loro classe internazionale. Denis Suarez deve ancora crescere e ha ampi margini per farlo. Il giocatore è ancora troppo timido in alcune giocate, ma se prosegue su questa strada non potrà che diventare un elemento importante per questa squadra. Intanto è al suo secondo goal consecutivo (come Paulinho). Ottima anche la prestazione di Deulofeu, che continua a collezionare valutazioni lusinghiere. Con Dembélé fuori gioco per parte della stagione, ora Valverde sa di poter contare sempre più su di lui. Stanotte il ragazzo ha dimostrato la sua solita buona volontà. Ottima propensione al sacrificio con continui ripiegamenti difensivi, oltre ad una attitudine alla battaglia sempre efficace in zona d’attacco. Con il suo spirito indomabile pressa, ruba palla ed è costantemente un elemento di disturbo per le difese avversarie.
Un nuovo rinascimento senza Neymar
Non c’è più Neymar, ma chi se ne frega. Anzi, di più: meno male! Questa squadra senza il Brasilian Fuggiasco ha fatto un salto di qualità enorme, è cresciuta in ogni suo aspetto, si è compattata, è tornata ad essere squadra. Senza peraltro perdere in spettacolarità ed efficacia. Mentre lui litiga e cammina pericolosamente sull’orlo di una crisi di nervi, venendo quasi alle mani con Cavani al Psg, Barcelona ride e festeggia. Messi ha assunto ancora di più il controllo della squadra, tornando ad essere quel ragazzino di tanti anni fa che ti faceva stropicciare gli occhi con la sua velocità e genialità. E lo fa con una rinnovata continuità che stupisce in positivo. La squadra è diventata compatta, unita. Gioca all’unisono e, insieme, i reparti si muovono come diretti da una mano invisibile che li fa salire e retrocedere in sincrono e con perfetto tempismo. Il centrocampo è tornato ad essere il dominus della squadra, come ai tempi di Xavi. Iniesta è rinato.
Le ragioni della rinascita
Tutto merito dell’assenza del brasiliano? Solo in parte. Senza il numero 11 lo schieramento è più equilibrato e sostenibile. Ma parte del merito deve andare certamente a Valverde che è intervenuto come Mago Merlino, e con un colpo di bacchetta magica… ecco che tutto è tornato al proprio posto. Dalla squadra fortissima in attacco, ma squilibrata e sbilanciata a centrocampo e in difesa, confusionaria e insicura, si è passati ad una macchina quasi perfetta. E tutto in appena un mese. Sì, sembrano passati anni dal disastro in Supercopa con il Madrid. Da quel momento, superato lo sbandamento iniziale dovuto alla fuga del brasiliano, la squadra si è ritrovata attorno alla figura serena di Valverde. I nuovi acquisti hanno completato il quadro. Gli innesti di Paulinho e Semedo hanno elevato enormemente il tasso tecnico e atletico dei Blaugrana. Ora il Txingurri ha molte più alternative rispetto a Luis Enrique. Può far girare i centrocampisti a suo piacimento, alternandoli e dosandoli per preservarne le doti atletiche, avendo sempre in campo giocatori di primissimo livello. Con il centrocampo odierno, schierato con Paulinho, Busquets e Iniesta, in panchina sedevano, oltre ad Aleix Vidal, Rakitic e Sergi Roberto, lo scorso anno costretti a giocare sempre per mancanza di alternative.
Il Barça di questa notte è stato talmente bello che è stato un peccato che il fischio arbitrale abbia messo la parola fine ad un recital tanto maestoso. Tutto il pubblico che ha seguito la gara avrebbe voluto che lo spettacolo andasse avanti per altri 90′. E così gli stessi giocatori, che da tanto tempo non mostravano tanta allegria e serenità nei loro volti.
Le reti della gara
Le reti della nottata sono state una più bella dell’altra. A partire dal rigore battuto da Messi praticamente da fermo. Concesso per un fallo commesso su Semedo al termine di una bella incursione in area di rigore del portoghese, Leo ha battuto il portiere avversario accarezzando il pallone il tanto giusto da superarlo in maniera soffice e beffarda. Il 2-0 porta la firma di Paulinho che di testa, con le modalità precedentemente descritte, ha di fatto chiuso la partita. Da quel momento la squadra ha stappato lo champagne e ha brindato ad ogni azione. Nella ripresa sono giunte le altre marcature. Il 3-0 porta la firma di Denis. L’azione nasce da un velo spettacolare di Paulinho per Messi che sposta l’azione sul lato debole dello schieramento, a destra. L’argentino punta così l’aria di rigore, supera due uomini e calcia in porta. Sulla respinta del portiere la palla finisce sui piedi di Denis che ha la freddezza di stoppare e infilare l’estremo difensore dell’Eibar sul suo palo. Al 57′ giunge la rete della bandiera dei baschi dopo un cross dalla sinistra in area mal controllato da Piqué. Alle sue spalle spunta Sergi Enrich che batte l’incolpevole Ter Stegen. A quel punto si era oltre metà gara. Mancava mezz’ora circa alla conclusione, ma la partita di Messi non era che agli albori. Il genio argentino aveva ancora in serbo, ben conservate nella sua lampada, una molteplicità di magie degne dell’antica Bagdad. Al 59′ giunge così il suo secondo goal. Messi riceve palla in posizione centrale al limite dell’area. Attorniato da quattro avversari si infila in mezzo alla mischia, finta di rientrare con il destro, e mentre è in caduta, con il corpo sbilanciato verso destra, calcia con il sinistro a fil di palo. 4-1. Un goal semplicemente Fa Vo Lo So! Ma non è finita qui. Leo ha fame di reti, e si vede. Al 61′ ancora l’argentino sugli scudi. In una azione di contropiede condotta in cooperazione con Paulinho, il 10 infila il pallone sul palo lontano. Il 6-1 porta ancora la firma della Pulce. Cambia la spalla, questa volta Aleix Vidal entrato nella ripresa per Deulofeu, ma non muta il canovaccio: triangolo stretto e tiro preciso che finisce in fondo al sacco. Per Messi è l’ennesima scorpacciata di reti (da marzo scorso segna consecutivamente solo marcature multiple: doppiette, triplette e poker), per il Barça una nottata di calcio spettacolo e un battagliero messaggio al mondo intero.