LA JUNTA DIRECTIVA: ASSEMBLEA STRAORDINARIA IL 16 GIUGNO.

Giuseppe Ortu Serra

La Junta Directiva si è riunita questo pomeriggio alle ore 12:00 presso La Jonquera e ha deliberato di convocare l’Assemblea Straordinaria dei soci compromissari per il giorno 16 Giugno alle 18:30 presso l’Auditori 1899. L’assemblea si terrà in formato telematico. I soci compromissari saranno chiamati ad esprimersi, così come avevamo anticipato ieri, sulla vendita del 49% del Barça Licensing Merchandising (BLM). Ma non solo.

Il comunicato ufficiale del club non fa menzione di alcun interlocutore e compratore specifico per il BLM, si parla genericamente di “uno o più investitori”, anche se sappiamo trattarsi di uno solo, precisamente di Fanatics – Investindustrial, del quale ieri abbiamo fatto un chiaro ritratto.

Oltre alla vendita di una quota minoritaria di BLM, la Junta Directiva ha investito la riunione assembleare del 16 anche dell’autorizzazione alla cessione, ad uno o più investitori, di una percentuale fino al 25% dei ricavi dei diritti televisivi de La Liga e/o l’ottenimento di un finanziamento sulla base dei diritti stessi.

A partire dal 3 Giugno, presso la OAB (la Officina de Atención al Barcelonista), sarà a disposizione l’ordine del giorno assembleare che dovrà essere votato. Il procedimento di accesso e di voto sarà comunicato ai soci compromissari in un secondo momento.

LA VENDITA DI BLM E L’ACCORDO CON FANATICS INVESTINDUSTRIAL COME PANACEA BLAUGRANA. ma non solo questo.

Giuseppe Ortu Serra

Domani, martedì, alle ore 12:00, la Junta Directiva del Barça si riunirà per stabilire la data di una Assemblea straordinaria, a cui parteciperanno i soci compromissari, nella quale si dovrà decidere il futuro di Barça Licencing & Merchandising. Il club blaugrana ha necessità impellente di capitalizzare rilevanti cifre per appianare la situazione e abbattere il Fair-play financiero de La Liga che, al momento, strangola il club di Laporta. L’Assemblea di domani dovrà dar la luce verde alla cessione del 49% dell’asset per 200 milioni di euro a Fanatics-Investindustrial. Con questa joint-venture è in piedi anche un accordo di maggior respiro che riguarda la vendita di parte dei diritti televisivi del club, ma che per il momento non è all’ordine del giorno dell’Assemblea straordinaria di domani.

Barça Licencing Merchandising altro non è che il canale del club attraverso il quale si concedono a imprese terze la possibilità di produrre e lanciare sul mercato prodotti autorizzati FC Barcelona. Per fare un esempio, dalle matite ai giochi da tavolo, dai quaderni ai palloni da calcio, dall’abbigliamento all’oggettistica più varia. L’acquirente è Fanatics-Investindustrial, un binomio di aziende che si occupano l’una di merchandising a livello planetario (Fanatics), l’altra di far accrescere valore alle aziende che controlla (Investindustrial).

Fanatics è già azienda licenziataria di marchi quali la NBA, l’NFL, la MLB la NASCAR ed altri di pari importanza. Investindustrial, invece, è una società di investimento che fa capo a Andrea Bonomi, italianissimo newyorkese di una delle famiglie più in vista della finanza italiana. La Investindustrial, con uffici in Usa, Europa e Asia, incentra la sua attività nell’acquisire posizioni dominanti di aziende di medie dimensioni, leaders nei rispettivi campi e ubicate nel Sud Europa, e farle crescere, creando valore industriale e sviluppo a livello internazionale. Il duo Fanatics-Investindustrial, una sorta di “braccio e la sua mente”, sarebbe una soluzione perfetta per la crescita dello stesso asset blaugrana. A differenza delle solite operazioni portate avanti da Investindustrial, la F.I. acquisirebbe solo il 49%, e non una posizione dominante, di B.L.M.

Questo è solo un primo piccolo passo per risolvere e invertire la tendenza dell’economia blaugrana. Servirà ancora molto, tra cui la vendita di Barça Studios e la conclusione di un accordo con Goldman Sachs, di cui si sta parlando in questi giorni negli ambienti finanziari, per la cessione del 30% dei diritti audiovisuali per un periodo di tempo ancora non ufficiale che porterebbe nelle casse blaugrana una cifra intorno ai 900 milioni di euro.

L’aspetto negativo di tutta questa faccenda è il tempo. I termini sono stretti. Il 30 Giugno si chiude l’esercizio economico 21-22 e se si vuole modificare il tirannico fair play financiero della Liga bisogna muoversi per tempo.

IL BARÇA SI CONGEDA CON UNA SCONFITTA TRA I FISCHI DEL CAMP NOU

Giuseppe Ortu Serra

É finita male, tra i fischi, con uno zero a due al passivo, l’ultima partita della stagione, al Camp Nou, tra il Barça secondo e il Villarreal che lottava con l’Athletic per la Conference. L’ultima gara del Barcelona è stata lo specchio di tutta una stagione deludente. Solo il secondo posto, una conquista dal nono dal quale si era partiti a novembre con l’arrivo di Xavi, può essere salutato positivamente. Per il resto un disastro su tutta la linea. Fuori dalla Champions ai gironi per la prima volta in 22 anni e fuori anche dall’Europa League. Come uno studente che, rimandato a settembre, viene bocciato anche in sede di esami di riparazione.

Contro il Villareal, che si giocava l’accesso alla Conference League con l’Athletic, è andata in scena una gara in cui il Barça ha giocato sulle punte, dimostrando tutti i limiti in fase realizzativa e difensiva che hanno plasmato e caratterizzato l’intero corso della stagione. Il primo tempo è stato esemplificativo da questo punto di vista. Il gioco leggero, arioso, ben portato e orchestrato dal centrocampo e da un ottimo De Jong, si è inevitabilmente sciolto sotto porta da un attacco leggero, impalpabile e inefficace. Di contro il Villareal, che sembrava giunto a Barcelona più per salvaguardare il punto di vantaggio sui Leones che per cercare i tre punti, ha bucato la difesa blaugrana, passando in vantaggio, nell’unica azione di tutti i primi 45 minuti. Parejo per Pedraza, trovato liberissimo a sinistra mentre Dani Alves zampettava inesplicabilmente in zona centrale a metà campo. Sul 24 del submarino amarillo ha dovuto chiudere, con scarso successo, Adama. Il risultato è stata una semplice conclusione a rete che ha portato gli ospiti in vantaggio. Il primo tempo del Barça può essere considerato come il Bignami in edizione super concentrata di tutta la stagione della formazione blaugrana.

Il secondo tempo è stato addirittura peggiore, per quanto ciò fosse possibile, del primo. Rete del Villareal per una errata chiusura di Adama (ancora lui) in apertura di tempo. L’ex Wolves si è ritrovato ancora una volta a dover chiudere sul laterale destro. E come ogni attaccante che si trova a dover difendere nei pressi dell’area ha combinato il patatrac. Rinvio mortifero verso il centro dell’area di rigore come se si trovasse in una azione d’attacco e dovesse crossare per assistere un compagno. Il pallone è però terminato sui piedi di Moi Gomez, ben appostato a centro area. Il giocatore amarillo, sorpreso da tanta grazia, non si è fatto pregare, ha ringraziato e sparato in rete. Goal sconcertante.

Perché si è sempre trovato Adama, un extremo, nella posizione di laterale? E perché Dani Alves era in entrambe le circostanze accentrato e non largo a destra? É stata una idea tattica di Xavi quella di usare un attaccante come laterale o si è trattato di due amnesie difensive del numero 8 brasiliano? Nel primo caso l’errore è di Xavi; nel secondo del laterale blaugrana.

Nella ripresa i padroni di casa non hanno creato molte chance da rete, limitandosi a collezionare calci d’angolo (come anche nei primi 45 minuti d’altronde). Alla fine saranno 12 contro uno. Nei secondi 45′ Xavi ha dato il via alla girandola dei cambi. Dunque ecco Riqui, Mingueza, Dembélé, Ansu e Depay.

Il risultato finale di 0-2 a favore degli ospiti certifica una sindrome da vorrei ma non posso per il Barça. Una squadra che deve essere fortemente riformata e riconfezionata, e che necessita una iniezione di giocatori forti ed esperti, di caratura internazionale. Non solo, questa formazione ha bisogno come il pane di mentalità vincente, di rabbia in corpo, di orgoglio e di attributi. Senza tutto questo (forza tecnica e mentale unita alla personalità e alla cattiveria agonistica) non si va da nessuna parte.

Per chiudere, una riflessione. Una squadra, il Barça, che nelle due ultime gare, a risultato di classifica raggiunto, permette ad entrambe le avversarie di ottenere i loro obiettivi (il Getafe la salvezza; il Villareral l’accesso alla Conference) senza colpo ferire e quasi senza giocarsela, non è da Barça, non è da grande squadra, e non è nemmeno professionale e sportivo. Questo è un aspetto grave su cui bisogna meditare profondamente. La formazione blaugrana, messi i panni del Buon Samaritano, ha avvantaggiato, se non premiato, i suoi ultimi due avversari con un atteggiamento pigro e indulgente che mai è appartenuto a questi colori. Anche questo atteggiamento condiscendente è sbagliato e va corretto con una iniezione di professionalità, di sportività e di liceità che in questo finale di stagione sono assolutamente mancate. Molti di questi giocatori saluteranno nei prossimi giorni, e a vedere lo spettacolo dato in campo, male non faranno.

SECONDO POSTO E SALVEZZA AL COLISEUM

Giuseppe Ortu Serra

Il Barça di Xavi conquista con una giornata di anticipo il secondo posto matematico al Coliseum Alfonso Perez di Getafe contro la formazione azulón che festeggia la permanenza davanti ai suoi tifosi. Più che una partita di calcio è stata una passerella. Al Barça era sufficiente il pareggio per avere la matematica certezza della seconda piazza, garanzia di disputa della prossima Supercopa d’Espana e di un gruzzolo che sfiora i 10 milioni di euro, sempre bene accetti sopratutto in un periodo di magra economica.

Ai padroni di casa la spartizione dei punti avrebbe garantito la salvezza con una giornata di anticipo davanti ai propri tifosi. Il Barcelona, che arrivava a Getafe senza difesa, con Piqué e Araujo infortunati e Eric e Jordi squalificati, ha dovuto ricorrere al fondo dell’armadio per schierare quattro giocatori nel reparto arretrato. Dunque Mingueza e Lenglet centrali, Balde a sinistra. Dani Alves, a destra, è stato l’unico superstite della difesa titolare. Anche a centrocampo Xavi ha dovuto rinunciare allo squalificato De Jong, dovendo ricorrere al recuperato Busi più Gavi e Riqui. Nessun problema davanti, dove Ferran, Aubameyang e Depay hanno completato l’undici blaugrana.

La partita è stata sin dall’inizio soporifera. Nel primo tempo appena due tiri verso la porta. Sono stati del Getafe, con due semplici parate centrali di Ter Stegen. Nonostante i ritmi da voglia di correre saltami addosso, Mingueza e Lenglet sono riusciti a commettere degli errori potenzialmente pericolosi per la porta catalana. Inquietante.

Il secondo tempo si è sviluppato sulla falsariga del primo. Palla che girava da destra a sinistra e viceversa, sempre pressoché nella zona centrale del campo. All’87’ si è fatto vedere il Barça dalle parti della porta del Getafe con Balde, che ha provato la conclusione senza riuscire a trovare il bersaglio grosso.

In una gara prima di emozioni, perfetta per staccarsi dallo schermo e preparare due biscotti in salsa catalana, giusto per restare in tema con questa pseudo partita, gli unici momenti fuori dalla noia assoluta sono stati i due cooling break, l’infortunio di Depay sostituito da Luuk, la quarta presenza consecutiva di Ansu, subentrato a Aubameyang, e l’esordio del canterano Mármol, difensore di 20 anni che ha preso il posto di Balde.

Il Barça chiuderà ufficialmente la stagione il 22 maggio in casa contro il Villareal. Sarà l’occasione per salutare il pubblico del Camp Nou e dare l’addio ad una stagione distruttiva da tutti i punti di vista. Una stagione non da dimenticare, ma da tenere bene a mente come monito per il futuro. Da domani inizierà la programmazione della prossima stagione, e tutti si augurano che sia diametralmente opposta a questa, sia dal punto di vista dei risultati, della competitività, che dei giocatori visti in campo.

DALLA FELICITà PER I TRE PUNTI ALLA PAURA PER ARAUJO. BARÇA-CELTA 3-1

Giuseppe Ortu Serra

Il Barça supera di slancio la sfida contro il tranquillo Celta e guada con fiducia alla conquista del secondo posto in graduatoria. Una vittoria tranquilla e placida con qualche patema e nervosismo nel gioco durante la ripresa.

Xavi ha scelto un cambio di modulo per affrontare il Celta in casa nella terzultima partita della Liga. Con il secondo posto in gioco, e con sempre maggiori chances di ottenerlo, la formazione blaugrana è scesa in campo con un 4-2-1-3 molto offensivo. Gli attaccanti, Dembélé, Aubameyang, Depay e Ferran si sono scherati lungo tutto il fronte d’attacco. Ferran e Dembélé sempre a presidiare le fasce, con il francese particolarmente attento alla fase difensiva per dare equilibrio al centrocampo e sicurezza alla difesa. Centralmente hanno giostrato l’ex Arsenal e Depay, con quest’ultimo quasi sempre più arretrato rispetto a Auba. Lo schieramento offensivo è comunque stato malleabile, passando dal 1-3 al 3-1.

Ciò che ha destato maggiore stupore è stato il centrocampo a due De Jong-Gavi. Con penuria di centrocampisti (Busi squalificato, Nico e Pedri infortunati) ci si attendeva che giocasse Riqui, reduce dalla gara contro il Betis al Benito Villamarin dove era entrato nell’ultima parte di gara. Invece, forse perché messo in castigo da Xavi, el sorpresón è stato questo inedito modulo tattico. De Jong ha giocato un grandissimo primo tempo, gestendo tutti i ritmi di gara e giocando tutti i palloni della squadra, abbassandosi spesso fin sulla linea dei centrali per farsi dare il pallone e ripartire.

Il Barça ha disputato una grande partita. Sempre sicuro, in fiducia, ha giocato una gara caratterizzata da una manovra priva di eccessivi leziosismi. Gioco veloce, efficace, diretto. Come deve essere nel calcio di oggi. Il Barça è passato due volte nel primo tempo. Con Depay al 30′ e Aubameyang al 41′.

Nella ripresa Xavi ha mandato in campo Riqui al posto di Ferran, cambiando il modulo e tornando al tradizionale 4-3-3. Il 2° tempo è stato aperto con la terza rete del Barça. Assist di Dembélé e rete di Aubameyang per la sua doppietta della serata. L’azione è stata la fotocopia dell’1-0, con il francese scatenato sulla fascia, cross centrale rasoterra e tiro di prima intenzione del gabonese da dentro l’area. Un minuto dopo è giunta la rete della bandiera del Celta. Svarione difensivo, con incomprensione tra Ter Stegen e Araujo su passaggio del portiere, palla al Celta, centro per Aspas che accorcia le distanze.

La prima parte della ripresa è stata caratterizzata dal solito calo di concentrazione della squadra di Xavi. Il Celta ha così cercato di riaprire la sfida, ma senza riuscirci. Qualche pericolo per la porta di Ter Stegen ma nulla più. L’espulsione per fallo da ultimo uomo di Murillo su Depay al 59′ ha certamente reso il compito dei blaugrana più semplice. Ma è stato l’ingresso dell’ambulanza in campo a metà ripresa, per soccorrere Ronald Araujo, che aveva poco prima avuto uno scontro testa contro testa con il compagno di squadra Gavi, ad aver attratto certamente l’attenzione del Camp Nou. Si sono vissuti momenti di estrema tensione negli istanti iniziali del soccorso al calciatore, con i giocatori che hanno subito rovesciato il numero 4 su un fianco. Quello è stato il momento di maggior paura. Attorno al giocatore uruguayano, mentre compagni e avversari si sbracciavano e sopraggiungeva anche il medico del Celta per dare una mano di aiuto, si è creato un capannello di persone. A tutti sono tornate alla mente le immagini di Erikssen con la Danimarca ai recenti Europei di calcio. L’immediato ingresso in campo dell’ambulanza per caricare il giocatore e portarlo in ospedale per i controlli del caso ha stemperato l’ambiente e scacciato la paura.

La partita è ripresa dopo una lunghissima pausa dovuta più che altro ad un problema tecnico della barella a cui non si piegavano più i piedi estensibili rendendo di fatto impossibile infilarla all’interno del mezzo di soccorso. Quando la gara è ripartita il Celta si è reso pericoloso su altro svarione difensivo. Un altro retropassaggio errato, questa volta di Eric García, per poco non costava un’altra rete. Altro aspetto sul quale Xavi dovrà lavorare parecchio in questo finale di stagione e, sopratutto, durante l’estate.

Nel finale di gara c’è stato spazio per un goal annullato a Riqui per fuorigioco di un compagno e per qualche giocata di Ansu, entrato al 64′ al posto di Depay. Nel complesso una buona partita della squadra blaugrana che permette di guardare serenamente al finale di stagione e al secondo posto in classifica.

ANSU-GOAL E JORDI CONSEGNANO AL BARÇA I TRE PUNTI E UN POSTO CHAMPIONS

Giuseppe Ortu Serra

Vittoria all’ultimo respiro del Barça al Benito Villamarin di Sevilla. Contro il Betis, Ansu e Jordi hanno sentenziatola partita e messo in cassaforte la qualificazione alla prossima Champions. Il ritardo dalla quinta, adesso, è incolmabile. Passo importantissimo per la costruzione della prossima squadra. E di quanto ci sia bisogno di intervenire sulla rosa blaugrana lo ha detto e dimostrato anche questo difficile incontro contro la formazione betica.

Il primo tempo della sfida tra Betis e Barça è stata una frazione di gioco estremamente equilibrata. Le due squadre si sono affrontate a viso aperto, senza esclusione di colpi e senza pensare a proteggere il risultato. Proiezione offensiva e poco tatticismo. Questo il credo di Pellegrini e Xavi. Il risultato è stato un primo tempo piacevole, con capovolgimenti di fronte e occasioni su entrambi i fronti. Una traversa di Araujo, un palo di Rodriguez. I blaugrana hanno avuto più occasioni, ma non sono riusciti a pungere. Con Aubemayang in panchina, l’attacco è stato affidato a Dembélé (extremo a destra), Ferran da 9, Memphis (extremo a sinistra).

Si è visto fin dall’inizio che Ferran non è un attaccante centrale. Il giocatore ex City non è mai stato pericoloso sottoporta. Dembélé il più attivo della truppa. Ha creato lo scompiglio sulla sua fascia e messo in mezzo alcuni invitanti palloni, su uno dei quali per poco il Betis non ha creato il pasticciaccio punendosi da solo con un rimpallo tra il portiere e un difensore salvato sulla linea dalla difesa blanquiverde. In quella circostanza Claudio Bravo si è infortunato, si era al 17′, ed è stato obbligato a lasciare il campo al suo secondo, Rui Silva.

La ripresa è stata maggiormente attiva per il Barcelona, che ha preso maggiormente il comando del gioco e delle azioni. Nonostante ciò, l’attacco della squadra non è stato all’altezza, dimostrandosi asfittico dal punto di vista delle conclusioni e realizzazioni.

Solo l’ingresso in campo di Aubameyang al posto di un non decisivo Memphis (66′), e sopratutto di Ansu per Ferran, non certo una delle sue migliori partite in blaugrana (volenteroso, ma poco più) al 74′, hanno ribaltato la piattezza della fase offensiva blaugrana. Il numero 10 ha impiegato appena 74” a siglare la rete del vantaggio. Appena entrato, appena il tempo di toccare palla, e ha subito messo il timbro sulla sua prestazione e sulla gara. Stop e dribbling morbidi all’altezza della lunetta dell’area di rigore, e con l’apparente medesima facilità di un cestista alle prese con un tiro libero, ha trovato una conclusione precisissima che ha spiazzato il portiere avversario sul suo stesso palo.

La soddisfazione è durata poco però. Il Betis, infatti, che nel corso della gara si è sempre reso pericoloso sia in contropiede una volta saltato il pressing delle prime due linee barceloniste, che sulle azioni da fermo, ha trovato la rete del pari proprio sugli sviluppi di un calcio d’angolo, con Bartra che ha soverchiato nello stacco Dani Alves e ha messo all’angolino basso di Neto. Botta e risposta in appena 3 minuti. All’80 era nuovamente tutto da rifare in una sfida che metteva in gioco un posto Champions. La vittoria sulla quinta in classifica avrebbe assicurato ai catalani almeno il quarto posto, i tre punti per il Betis avrebbe messo in gioco prepotentemente la formazione di casa per il medesimo traguardo.

Il Barça ha ripreso a cercare la vittoria, non trovandolo per poco su conclusioni di Adama e Aubameyang. L’ex Arsenal è stato certamente pericoloso, nei pochi minuti in cui è stato in campo, sia di Ferran che di Memphis. La ricerca spasmodica della rete è stata premiata a pochi secondi dalla fine del tempo di recupero grazie a una potente conclusione al volo di sinistro di Jordi che si è insaccata sotto la traversa. Alla rete, a cui è seguito immediatamente dopo la fine della gara, sono iniziati i festeggiamenti dell’intera squadra in campo che si è accomiatata con il raggiungimento del massimo traguardo che si era imposta ala direttiva per questa scombinata e disastrata stagione sportiva.

Da questo punto in poi bisognerà lavorare al tavolino per puntellare, rafforzare e completare una squadra che necessiterebbe di un forte intervento sul mercato per potere avere ambizioni di primeggiare su ogni campo.

IL BARÇA CONQUISTA TRE PUNTI D’ORO NELLA CORSA PER IL SECONDO POSTO CONTRO IL MALLORCA

Giuseppe Ortu Serra

Il Barça vince soffrendo in casa contro il Mallorca. 2-1 il risultato finale di una gara che ha messo in evidenza un buon Barça per parte della partita, ma in difficoltà fisica nell’ultimo tratto dell’incontro. I tre punti permettono al Barcelona di conquistare il secondo posto in solitario e di allontanarsi dalla quarta piazza (5 punti) occupata dall’Atletico.

Un buon primo tempo per il Barça. Schierato da Xavi con alcune novità nell’onze, come il rientro di Piqué tra i centrali e Depay nell’estremo destro, il Barça ha disputato una buona prima parte, andando in goal alla mezzora con Memphis su perfetto lancio di Jordi. Il giocatore dei Paesi Bassi ha stoppato alla perfezione all’ingresso dell’area per poi fulminare Sergio Rico (prendendolo contro tempo) sul suo palo. Poco prima era stato annullato una rete a Araujo per fuorigioco dello stesso centrale uruguaiano.

La ripresa è stata migliore per i blaugrana, più pericoloso sottoporta sin dall’inizio con Gavi e Aubameyang. Occasioni che hanno anticipato la rete del raddoppio con una bella conclusione di Busi al termine di una bella azione che aveva portato alla conclusione Ferran respinta dalla difesa. Il raddoppio ha scaricato di responsabilità e tensione al Barça, che da quel momento ha giocato in gran spolvero mettendo in evidenza un gran calcio veloce e spettacolare.

La seconda rete annullata al Barça al 73′ (Ferran su fuorigioco di Aubameyang, a terra davanti al portiere, colpito dal pallone calciato dal numero 19) ha coinciso con un aumento del ritmo da parte dei mallorquini, rivitalizzati dagli ingressi sul terreno di gioco di Kubo e Salva Sevilla. Il Mallorca ha guadagnato campo e velocità, il Barça è calato ed è andato in sofferenza. La rete di Raillo (78′) sugli sviluppi di un calcio di punizione crossato in area, che ha trovato impreparata la linea difensiva blaugrana, ha creato ancora maggior apprensione tra le fila catalane. Il Mallorca ci ha provato. Xavi ha risposto con gli ingressi di Ansu per Ferran e Dembélé per Aubameyang. I due hanno contribuito a impegnare gli isolani in difesa e a far respirare la loro squadra che ha comunque sofferto fino al triplice fischio finale.