di Giuseppe Ortu
Il FC Barcelona stecca anche a Pamplona. Il pareggio 2-2 tra l’Osasuna e i blaugrana mette in evidenza tutti i limiti tattici della squadra azulgrana. In trasferta, tenendo conto anche il finale della scorsa stagione, il Barça nelle ultime sei partite ha collezionato appena due pareggi contro quattro sconfitte, subendo la bellezza di 13 reti e realizzandone appena 5. Un saldo negativo di 8 goal in sei gare è qualcosa di straordinario. Non un campanello di allarme deve suonare a Can Barça, ma il pericolo deve suonare a distesa.
Oggi, contro la neo promossa Osasuna, abbiamo rivisto il solito film proiettato nelle sale in cui si è esibito il Barcelona. Una squadra senza anima, brio, gioia, meccanismi, gioco, velocità, intesa, schemi. C’è da ripetersi, ma con Valverde questa squadra sta piano piano spegnendosi. E’ come una formazione che va avanti di inerzia, senza entusiasmo, senza forze. Come un’automobile senza motore che riesce a muoversi solo in discesa per la forza della spinta gravitazionale.
Il primo tempo di oggi è stato un calvario per tutti i barcelonisti. In 45 minuti non c’è stata una sola azione da rete di marca blaugrana. Il Barça è apparso svuotato, senza idee, né gioco. Lenti e prevedibili, i giocatori hanno portato palla invece che cederla ai compagni vicini. La squadra era disconnessa con la gara e il gioco del calcio. Non c’era equilibrio tra le linee e mancavano velocità di esecuzione e di movimenti. L’attacco era immobile, il centrocampo lento in impostazione e in chiusura, la difesa totalmente fuori fase, spaesata. In tutto il primo tempo l’Osasuna, per quel poco che ha fatto, ha certamente prodotto di più dei blaugrana. In difesa hanno gestito la lenta manovra del Barcelona con facilità e sicurezza. In attacco hanno punito alla prima e unica vera chance che hanno creato. Un errato posizionamento della difesa ospite, nella circostanza Semedo, andato a raddoppiare al centro mentre alle sue spalle l’avversario attendeva solo soletto il pallone vincente, ha permesso a Torres di portare in vantaggio i padroni di casa in apertura di partita.
Nella seconda parte gli uomini di Valverde sono apparsi più in vita rispetto al comatoso primo tempo. Più velocità e iniziativa hanno contraddistinto l’azione dei blaugrana. I cambi dell’ex Athletic hanno premiato il Barça. Prima Fati, seconda partita stagionale consecutiva dopo l’esordio contro il Betis e prima rete assoluta in prima squadra, che con un colpo di testa su cross dell’altro canterano Carles Perez ha ristabilito la parità, poi l’altro neo entrato Arthur, che dall’interno dell’area ha portato i suoi in vantaggio con un destro a giro sul secondo palo, hanno ribaltato il risultato. Con il 2-1 sul marcatore a favore, il Barça ha ripreso a sonnecchiare, mostrando pericolosissimi cali di intensità, temperamento e battute a vuoto nel povero gioco mostrato. I passaggi a vuoto della squadra di Valverde e i bassi ritmi, hanno permesso all’Osasuna di rendersi nuovamente pericoloso in più di un frangente. Il Barça ha ripreso a dare l’impressione di essere fragile e debole in ogni momento della partita. Amnesie difensive individuali e di reparto, buchi nella zona mediana del campo e mancati recuperi difensivi, oltre a una passività generale dei calciatori, hanno dato la sensazione di una formazione sul punto di crollare ad ogni azione. I giocatori dell’Osasuna avevano spazi incontrastati per arrivare al limite dell’area e provare il tiro.
Nel corso di una azione di attacco dei padroni di casa, Piqué ha contrastato in elevazione un avversario. Aveva il braccio largo per mantenere l’equilibrio e darsi la spinta, ma il pallone proveniente dal cross ha incocciato proprio l’arto del difensore. L’arbitro non ha avuto esitazioni e ha indicato il dischetto. Dagli undici metri, ancora Torres, ha realizzato la rete del pareggio della serata.
Questo 2-2 lascia ampi interrogativi e una serie di allarmi che vanno a crescere di partita in partita. Valverde, alla sua terza stagione, sembra annaspare, e sul punto di affogare, in un mare infido e pieno di trappole e mulinelli. Siamo appena alla terza giornata, ma offre l’idea di non essere più in grado di gestire questa stagione. La squadra è una cosa a sé ed è lontano anni luce dal FC Barcelona che tutti hanno in mente. La squadra è irriconoscibile. I giocatori sembrano i gemelli poveri dei veri calciatori. Questa formazione non ha bisogno di nuovi crack. In rosa ce ne sono più che abbastanza. Questa squadra ha necessità di una guida tecnica seria, preparata e consapevole che abbia una idea di gioco chiara nella sua mente e che sappia trasferirla sul campo di gioco. Uno stile che restituisca al calcio il vero Barça.
Lo diciamo ormai da tanto tempo. Il fumus lo si era visto già durante la scorsa stagione e lo avevamo riportato immediatamente da questa tribuna.
Per citare Marsellus Wallace di Pulp Fiction, Valverde è come il vino. “Se vuoi dire che con il passare del tempo diventa aceto, è così; se vuoi dire che con il tempo migliora, non è così”. Questa squadra sta arrivando ad un punto morto che porterà il club ad essere fuori da tutto prima della fine dell’inverno, al massimo in primavera. E’ sotto gli occhi di tutti. Speriamo che Bartomeu e la junta abbiano occhi per vedere.