Giuseppe Ortu Serra
La partita di ieri del Barça all’Allianz ha messo in evidenza alcuni In and Out, delle cose più o meno piacevoli, particolari da evidenziare che ci sono piaciuti di più (I Più) e altri che ci sono piaciuti di meno (I Meno). Alcuni più seri e… calcistici, altri maggiormente di colore, ma tutti elementi, comunque, che si sono visti nel campo dell’Allianz Arena ieri notte.
I Più
Il primo tempo del Barça
Il Barça ha disputato ieri un primo tempo incredibile, eccezionale. Xavi ha messo in campo una squadra che si muoveva a memoria, una formazione che non giocava a calcio, ma che recitava un copione. Sembrava un gioco frutto del momento, dell’estro dei giocatori, della direzione verso la quale rotolava la palla. Nulla di tutto ciò. La squadra, ieri, nel primo tempo correva sui binari, eseguiva uno spartito mandato a memoria, recitava un copione sapientemente scritto dallo sceneggiatore Xavi. Dal primo passaggio di Ter Stegen, all’ultimo in direzione Lewandowski, tutto era già stato stabilito, già scritto. Come la prima mossa degli scacchi che obbliga l’avversario a coprirsi e ad aprire spazi precisi sui quali il campione sa già che si inserirà in quella che è una strategia pensata e immaginata a tavolino, e in cui nulla è lasciato al caso.
Il tifo blaugrana sugli spalti
In molti momenti della gara, sopratutto quando il Barça dettava legge davanti ai tedeschi, i cui tifosi avevano iniziato a richiudere frettolosamente i tavolini pronti per i loro scomposti, chiassosi, poco eleganti, rumorosi picnic, sopra il cielo di Monaco si sentivano solo i canti blaugrana. L’inno cantato a cappella, i cori per Lewa, il battimani ritmato che termina nel coro “Barça!”. Per lunghi istanti della gara, l’Allianz Arena sembrava essersi trasformato nel Camp Nou.
Lo stile di Xavi
Sempre perfetto, impeccabile. Mai una nota stonata, una scenata o un comportamento dozzinale, nemmeno quando la terna arbitrale e il Var hanno negato alla sua squadra un rigore netto sul risultato di parità. Questa volta la sua mise portafortuna non ha avuto gli effetti sperati.
I Meno
Gli abbracci di Lewandowski nel tunnel prima della partita
Mai prima della gara! Sempre dopo, a maggior ragione al termine di una vittoria con goal incluso. Bella immagine quella vista ieri notte, dal punto di vista sentimentale. Ma prima di una partita i sentimenti stordiscono, confondono, inteneriscono, fanno girare la testa e volare le farfalle. Sopratutto dopo otto anni spesi in quello stadio e a maggior ragione se si possiede una anima latina. A dispetto della sua nazionalità e dei suoi trascorsi tedeschi, Lewa è meno macchina, meno freddo, meno automa di quanto ci si potesse attendere. Il ragazzo ha dei sentimenti. Questo dovrebbe farci propendere per inserirlo ne I Più, ma il romanticismo questa volta ha giocato un brutto scherzo al nostro eroe. Molti giocatori, in casi del genere, preferiscono tenere la testa bassa e restare concentrati sull’obiettivo, non vedere, non salutare nessuno. A cose fatte, poi, si può dare il via ai ricordi.
La prestazione di Dembélé e Raphinha
Hanno deluso entrambi. Non è stata la loro partita, evidentemente. Il francese era reduce da un partitazo contro il Viktoria, al termine del quale Xavi lo aveva definito al livello del miglior Neymar di sempre. Beh, ieri è stato pari al peggior Neymar. Anche Raphinha ha steccato la sua gara. Ad entrambi non è riuscito nulla di quanto hanno provato. Dribbling non portati a casa, palle perse, passaggi sbagliati.
L’equivoco laterale destro
Che e quanto Azpilicueta fosse importante e strategico in questa squadra lo abbiamo visto ieri notte. Senza di lui, e con al suo posto un acquisto tappabuchi (Bellerin, che non ha nemmeno giocato), il Barça si trova davanti ad un problema che noi abbiamo sottolineato fino alla noia in ogni circostanza e in ogni consesso dall’inizio di questa stagione. Senza un buon laterale destro di ruolo, costretti a delegare quelle funzioni a un centrale, Koundé, che tra l’altro non fa che ripetere che vuole giocare nella sua posizione naturale, il Barça si indebolisce sia nel laterale, perché non c’è spinta sull’out, che nel centro della difesa perché viene a mancare uno dei due pilastri. Speriamo che l’ex Arsenal possa essere schierato al più presto (anche se non sarà mai Azpilicueta), affinché la coppia di centrali possa offrire quelle garanzie che ieri notte sono mancate sopratutto in occasione della rete di Sané.
I pantaloni di Nagelsmann
Decisamente out, tutta la vita out. Ma come ti vesti, Julian? Possono andare bene per scendere in spiaggia con il telo sotto braccio. Ma non di più. Vederlo con i pantaloni all’altezza dei polpacci è stato uno dei colpi bassi della serata. Pura moda tedesca. Grazie al cielo che Karl Lagerfeld ci ha già lasciati, e non gli è toccato di vedere tanto abominio.
Üli Hoeness in tribuna
Al fianco di Rummenigge, Üli se ne stava seduto tranquillo in tribuna a rappresentare, da pregiudicato, il suo club. Ancora non mi ha inviato un suo messaggio. Lo sto aspettando, se vorrà, anche questa volta. E so già come rispondergli. Con una immagine della pesa del cuore nel giudizio di fronte a Osiride. E… Üli, occhio ad Ammit!