Giuseppe Ortu Serra
A La Ceramica di Vila-real il Barça conquista tre punti dopo una prima parte sconcertante ed una buona seconda parte di ripresa. Ma è chiaro che, se si vuole vincere qualcosa, questa squadra deve cambiare totalmente registro e cancellare certe facilonerie e superficialità di atteggiamento e di gioco che rischiano di comprometterne il cammino verso ambiziosi traguardi. Dobbiamo ripeterci. Il Barcelona è ancora una squadra che, nel gioco infantile acqua – fuoco in merito all’obiettivo di squadra vincente, è tanta acqua da poter tranquillamente dire “alto mare”. Anche oggi ha mostrato i difetti mostrati nelle prime due uscite stagionali, contro Getafe e Cadice. Il gioco è approssimativo e scolastico, la manovra è lenta e scontata. Non c’è intensità nel gioco, né aggressività. Questa squadra, duole dirlo, non ha la competitività nelle sue gambe, né nella testa. Alcuni giocatori, come Lewandowski o Sergi Roberto, sono decisamente impresentabili nelle condizioni attuali. Il polacco, fedele alla camiseta Blanca Barça, è apparso più il fantasmino Casper che un giocatore di calcio. Roberto, sul lateral derecho, non ne ha azzeccata una, correndo a vuoto per tutta la prima parte di gara e facendo gongolare chiunque si provasse a passare dalle sue parti. Le due reti del Villareal sono giunte proprio dalla sua parte per due svarioni del numero 20. Nella prima circostanza, i padroni di casa hanno segnato sugli sviluppi di un corner causato da un suo svarione difensivo per essere stato scavalcato con facilità da un pallone lungo che lo ha preso alle spalle. Il raddoppio è nato da una bella azione corale che si è sviluppata sul suo lato. Il capitano è stato messo in mezzo, e tagliato fuori, da una imbucata sulla sinistra (fronte d’attacco del Villareal) che ha consentito al giocatore a Pedraza di mettere in mezzo sul secondo palo e trovare Sørloth solo soletto sul palo opposto. Ma non solo, Roberto è stato protagonista in negativo anche in un’altra circostanza, quando al 9′, è stato messo in mezzo in un triangolo che ha portato al tiro l’ex Real Sociedad. Questa volta il suo tiro in uno contro uno è stato respinto da Ter Stegen.
Il Villareal ha giocato meglio e di più rispetto ai blaugrana nel primo tempo a ad inizio ripresa. Ha iniziato meglio ed ha finito meglio. Nonostante ciò, è stato il Barça a passare con il doppio vantaggio. Gavi al 12′, con un bel colpo di testa sul secondo palo da assist di Yamal, ha portato i suoi davanti nel punteggio. Due minuti dopo è stato De Jong ad approfittare di un tocco di Foyth, tendente ad anticipare Lewa, e a mettere sul palo destro del portiere avversario.
Nonostante il doppio vantaggio, che una squadra top non dovrebbe mai dilapidare, il Barça si è fatto prima raggiungere e poi, ad inizio ripresa, addirittura sorpassare. Azione impostata dal solito Pedraza (Roberto lo sognerà alla notte per parecchio tempo). Dribbling secco ai danni del numero 20, saltato come fosse stato un birillo da allenamento, assist per Baena che, entrato in area, ha colpito a morte il portiere tedesco, impotente sul tiro.
La reazione del Barça è stata buona ed effettiva. Implicazione sul terreno di gioco e intensità. La squadra ha aumentato i ritmi e la velocità delle giocate. Il Villareal, dal canto suo, ha abbassato le posizioni; il Barça ha pressato con forza, con rabbia. In questa fase si è vista una squadra differente rispetto alla prima parte di gara, più concentrata e più volenterosa.
La rete del pareggio è giunta con Ferran in una azione di mischia in area di rigore dopo un batti e ribatti sul dischetto del rigore. Prima un tiro del polacco è stato rimpallato dalla difesa. Sulla respinta Ferran ha calciato verso la porta, trovando l’angolino alla sinistra del portiere. Il 3-4 porta la firma di Lewandowski, quasi l’unica cosa buona in tutta la gara. Il polacco si è trovato al momento giusto al posto giusto, spingendo in rete la palla schizzata verso il secondo palo dopo il legno colpito da Yamal con un bel tiro rasoterra.
La vittoria è stata ottenuta con una buona seconda parte di ripresa, sulla quale hanno inciso, certamente, anche i cambi effettuati da Xavi. L’innesto di Ferran, entrato al posto di Romeu, con il Barça passato dal falso extremo al tridente puro, è stato fondamentale perché ha dato una scossa, uno spritz, al gioco offensivo della squadra nel momento in cui le forze stavano calando. Giocare alle 17:30 del 27 di agosto in Spagna, non solo è da irresponsabili, ma è sopratutto pericoloso per la salute dei giocatori. Ferran è diventato quasi imparabile per la difesa del Villareal, a quel punto buttatosi in avanti nel tentativo di recuperare il risultato. L’inserimento di Ansu al posto del migliore giocatore della gara, Lamine Yamal, ha creato più scompiglio e confusione, anche tra le maglie blaugrana, che altro. Corsa e buona volontà, sì, ma anche tanta confusione ed egoismo. Una sua decisione errata, tiro invece del passaggio a Gündogan solo al centro dell’area di rigore, è costata una rete. Anche in altre circostanze il 10 ha sbagliato la decisione, dimostrando che il voler dimostrare tutto a tutti i costi è più dannoso che foriero di positivi sviluppi.
Alla fine è venuta fuori una vittoria molto importante che dovrà essere analizzata seriamente. La prima parte di gara ha messo in evidenza una squadra non competitiva mentalmente e fisicamente, fragile in difesa e scolastica nelle altre zone del campo, incapace di competere sopratutto in Europa. Una difesa di una debolezza imbarazzante riuscita a prendere tre reti dopo essere stata sopra di due. Un qualcosa che potrebbe accadere a formazioni del calibro di Osasuna, Almería e Alavés, ma non certo ai campioni di Spagna in carica. La ripresa, dopo aver incassato la rete del 3-2 (inconcepibile), ha mostrato una faccia totalmente diversa. Una formazione tignosa, concentrata, volenterosa al di là di ogni dubbio.
Questa gara ci ha detto alcune cose. Innanzitutto che bisogna lavorare ancora molto sul campo d’allenamento, sulle testa dei giocatori e con la lavagna tattica. Non solo, ma ha anche svelato in maniera disarmante che a questa squadra mancano rinforzi, come l’acqua e il pane mancano ad un assetato e ad un affamato. Non si può giocare con Sergi Roberto sul laterale destro a meno che non si voglia essere presi d’infilata ad ogni azione avversaria. Un giocatore che non difende e non offende, il sogno di ogni rivale. Cancelo urge, se non si vuole rischiare di iniziare la stagione ad handicap e di affrontare una nuova cocente delusione europea, o di ricadere nell’equivoco Koundé – Araujo laterale. Lewandowski, poi, è un mistero. Un fantasma in queste prime tre partite; un giocatore che è quasi più un freno che altro. Il rapporto con Ansu è inconcepibile: non si passano un pallone neanche quando lo scarico verso il compagno è l’unica soluzione possibile. Ripartiamo dai tre punti, dall’ultima mezzora di partita e da un Yamal che è il vero quid pluris di questa squadra.