di Giuseppe Ortu
La quinta Copa consecutiva rimarrà un sogno nel cassetto. Il FC Barcelona si ferma ad un passo dal record storico del calcio spagnolo. Mai nessuna squadra era riuscita in un’impresa così grande. Il Barça ha sfiorato questo sogno, ma è rimasto tale: un sogno appunto.
La sconfitta per 2-1 in finale contro il Valencia al Benito Villamarin è di quelle che lasciano ferite profonde nel morale, e c’è da scommetterci, anche nella programmazione per la costruzione della nuova squadra. I segnalati sono tanti, tra chi scende in campo e chi li dirige. Ma per ora lasciamo questi discorsi ad un altro momento e concentriamoci su quanto accaduto questa notte.
Il Barça ha perso la gara perché ha sostanzialmente buttato via il primo tempo. Ha commesso imperdonabili errori nella fase difensiva che sono costati le due reti con le quali il Valencia ha conquistato la coppa e ha mostrato limiti nel gioco offensivo, dove il solo Messi è stato capace di creare pericoli. Senza Suarez e Dembélé infortunati, l’aiuto all’argentino sarebbe dovuto arrivare da Coutinho, ma il brasiliano ha fallito per l’ennesima volta. Il sette blaugrana si è intestardito in giochini personali alla Neymar prima maniera, ha creato confusione, ma senza riuscire a aprire spazi e gioco. La squadra è apparsa senza idee, con un gioco troppo scontato e leggibile da parte degli avversari. A bordo campo, frattanto, mentre Marcelino si dannava l’anima nel tentativo di caricare la squadra e fornir loro suggerimenti tattici, Valverde si godeva lo spettacolo come uno dei quasi 54.000 spettatori. Con una sostanziale differenza. I paganti urlavano a squarciagola sostenendo la propria squadra, Valverde se ne stava irrimediabilmente in silenzio a guardare.
Nella prima frazione di gioco blaugrana non hanno funzionato i laterali, sopratutto con Semedo, e il centrocampo in fase di copertura. Un Busquets stanco, fundido, ormai senza energie, non è stato in grado, unitamente a Arthur, di fare la fase di filtro, lasciando così scoperta la difesa alle verticalizzazioni e agli inserimenti dei valencianisti. Tutti i pericoli dei primi 45′, reti comprese, sono nati da situazioni di questo genere, con gli uomini di Marcelino che hanno sempre tagliato in due il mediocampo blaugrana con estrema facilità. E così al 21′, alla prima occasione del Valencia, il Barça è stato travolto in velocità nella zona di Semedo. I centrocampisti, in grave ritardo, non sono riusciti a recuperare le posizioni difensive e il Valencia è andato a nozze contro uno schieramento difensivo scoperto e mal posizionato. Il tiro di Gameirò ha trovato Cillessen coperto da Lenglet e si è insaccato alle spalle del portiere olandese.
Il raddoppio è giunto al 33′ con una azione molto simile alla precedente. Altro buco a centrocampo e nuovo contropiede in uno contro uno. Soler crossa a centro area un pallone per Rodrigo che, lasciato solo nella corsa da Semedo, incredibilmente fermatosi mentre gli correva accanto, non ha avuto problemi a incornare di testa solo soletto davanti al portiere blaugrana. Un disastro!
La ripresa ha visto subito due cambi di Valverde. Fuori Arthur e Semedo. Al loro posto Malcom e Vidal. Sergi Roberto, che aveva iniziato extremo destro, è quindi arretrato nel ruolo di laterale. La partita è subito cambiata. Vidal ha conferito compattezza al centrocampo, aiutato Busquets, migliorato nella seconda frazione di gioco, e dato quel filtro che era mancato nella prima parte di gara. Il Barça nel secondo tempo non ha più mostrato quelle falle che avevano permesso ai giocatori del Valencia gli inserimenti che avevano sconquassato le retrovie blaugrana. Malcom ha, invece, allargato il gioco a destra, facendosi vedere costantemente dai compagni e ricevendo molti palloni. Sistemato lo schieramento, il Barça è apparso immediatamente pericoloso. Ha posto l’assedio al fortino del Valencia, ha giocato con grinta e rabbia agonistica, ha aumentato il ritmo e la velocità delle giocate e creato molti pericoli alla formazione di Marcelino. Il portiere Che è stato decisivo in alcune circostanze con parate determinanti. Dove non è arrivato il numero uno sono stati basilari gli interventi alla disperata dei difendenti in maglia bianca, tutti schiacciati a difesa della propria area di rigore. Gambe, corpi buttati a peso morto sulle conclusioni blaugrana. Tutto è servito per evitare la rete del Barcelona. Dove non hanno potuto i giocatori del Valencia è arrivato il palo a evitare una rete da cineteca di Messi, che dopo aver ricevuto da Malcom ha saltato due uomini con un pallone sollevato a oltrepassare le loro gambe e calciato di esterno senza far rimbalzare il pallone. Per uno scherzo della sorte la palla è andata a sbattere sul palo senza che Vidal, centravanti improvvisato, riuscisse a segnare sulla ribattuta. Il Barça c’era comunque. Confusionario, forse, senza limpidezza nel gioco, frenetico, ma era assolutamente in gara.
Dai e dai il Barça è riuscito a riaprire la gara con Messi (chi altri?). L’argentino ha segnato mettendo dentro una miracolosa respinta del portiere avversario su colpo di testa di Lenglet. I blaugrana avevano in mano il pallino del gioco e l’entusiasmo di chi sente di essere nuovamente in gara. Nuovi attacchi, nuovi assalti, nuovi pericoli portati dai blaugrana. Sembrava sempre che la rete stesse per giungere da un momento all’altro, ma alla fine il risultato non è cambiato.
Il Barça ha perso partita e Copa del Rey per avere buttato via un primo tempo nel quale è stato disastroso nella sua fase difensiva e inesistente in attacco. Certo, l’immobilismo di Valverde (tardivi i cambi a modificare lo schieramento) non ha giovato. Il tecnico blaugrana si è dimostrato anche questa notte, una volta di più, allenatore incapace di vincere le finali e le sfide a eliminazione diretta, quelle che non hanno un domani, che non ammettono replica e possibilità di rimediare alla gara successiva. Una volta di più Ernesto Valverde si è dimostrato non all’altezza del compito assegnatoli, del livello della competizione, dello standard del FC Barcelona e dell’eccellenza che il Barça si aspetta da ogni elemento che ne costituisca la squadra. Dopo Roma e Anfield, adesso arriva anche questa nuova sconfitta. E sono tre! Quante altre saranno necessarie per far capire a Bartomeu & Co che Valverde non può continuare a sedere sulla panchina del Barça anche nella nuova stagione? Que pena vedere il miglior giocatore della storia del calcio, alias Messi, lottare come un pesce in cerca di ossigeno per le mancanze della panchina e della Junta Directiva.