Giuseppe Ortu Serra
Nel pieno delle polemiche per la diserzione da parte della Junta del Sevilla della cena protocolaria e del palco official di Montjuïc (mai capiti al Sevilla di essere accusato ingiustamente, perché allora piomberanno le Erinni quale sua nemesi) per l’imputazione del Barça da parte del Giudice numero 1 di Barcelona per il caso Negreira, con reciproco scambio di comunicati ufficiali (il Barcelona ha rotto ogni relazione con il club andaluso), il Barça di Xavi ha dominato, azzannato, divorato, come le fameliche Erinni, il Sevilla di Sergio Ramos, in questo caso la pecora nera sacrificata sull’altare dell’ordine morale violato dalla condotta offensiva di una dirigenza senza stile ed educazione. D’altronde, cosa pretendere da una popolazione che ancora difende le corride, mattanze di tori che nelle loro antiquate arene grondanti sangue e vergogna vengono scambiate per sport? La nemesi per lo sgarro istituzionale del Sevilla si è tramutato nel loro peggiore incubo. Autorete del giocatore simbolo più odiato in terra catalana e andalusa. Musica per le orecchie del pubblico di Montjuïc. La partita è finita con la vittoria per uno a zero del Barça. Uno a zero e… buen viaje de regreso a Espana, per dirla con Pep Guardiola.
La squadra ha affrontato la formazione di Mendilibar piena di carica e sana rabbia sportiva (ciò che era mancato per 80 minuti contro il Celta e in tutta la gara a Mallorca). Il pubblico ha trovato in Sergio Ramos uno spunto per alimentare il rito pagano collettivo del tifo. In campo la squadra non ha avuto alcuna indecisione; nessun inizio calmo, tranquillo o sottotono come nelle ultime gare. La formazione di Xavi, che ha optato per un undici iper offensivo, con Yamal, Raphinha, Lewa, oltre a el gato Felix, ha giocato dal primo pallone con la giusta intensità e velocità. Una partenza sprint senza tentennamenti o troppi ragionamenti. Niente trucchi, solo football. Difesa rinsaldata dal ritorno nell’11 di Christensen accanto a Koundé, coppia che al momento fornisce le migliori garanzie di copertura e solidità; centrocampo imperniato su Gundogan pivote e attacco tutto potenza e spettacolo.
I blaugrana hanno preso il pallino del gioco dal primo istante. Non tanti passaggi, come aveva chiesto Xavi dopo la gara contro il Celta, ma molte verticalizzazioni a saltare tempi di gioco e trovare scoperta la formazione avversaria. Il risultato è stato una partita spettacolare, con Joao – el gato – Felix sugli scudi; il migliore in campo, nonché il più pericoloso. Il portoghese, partendo da sinistra, ha fatto ammattire Juanlu e l’attenta difesa di Mendilibar. È stato un monologo da parte del Barça, ma con un Sevilla pronto a ripartire pericolosamente in contropiede. Perciò la gara non è mai stata tranquilla per la formazione di casa, sempre attenta a prevenire le veloci ripartente degli ospiti. I blanquirojos ci hanno provato in diverse circostanze, ma le diagonali difensive, le marcature preventive e i ripiegamenti anche degli attaccanti hanno reso prive di efficacia le seppur pericolose azioni sevilliste. In ogni caso Ter Stegen ha agito da estremo difensore della causa blaugrana quando è stato chiamato in azione.
Il primo tempo, nonostante una netta superiorità dei blaugrana nel gioco e nelle occasioni (tra le quali una traversa clamorosa da parte di Joao Félix), è terminato in parità a reti bianche. Una bella partita condita da bel gioco e tante emozioni. Unica pecca l’infortunio di Raphinha per un problema muscolare al flessore della gamba destra, allungatasi in maniera innaturale in occasione di una conclusione a rete. Al suo posto è entrato Fermín, autore di una grande partita.
La ripresa ha visto il Barça premere ancora sul pedale dell’acceleratore. Nove sono stati i corners battuti nei secondi 45 minuti (a cui sono da aggiungersi i 4 del primo tempo), contro uno solo per gli ospiti, dato questo che chiarisce meglio di ogni altro elemento in quale zona del campo si sia incentrata l’azione della gara. Il Barça, però, ha continuato a sbattere contro l’ordinata difesa andalusa.
La chiave di volta è stata l’autorete di Ramos, giunta a 15′ dalla fine con un improvvido tocco ad anticipare Fermín, liberatosi alle sue spalle davanti alla porta. È stato Yamal, di testa sul primo palo della porta difesa da Nyland, a mettere il pallone in mezzo e costringere Ramos a intervenire non lasciando scampo al suo estremo difensore. Barça meritatamente in vantaggio. La partita, in sostanza, è finita lì. Qualche tentativo confuso del Sevilla nel cercare il tutto per tutto (sopratutto con Ramos), e qualche occasione del Barça (con Lewa e Gundogan) di mettere al sicuro l’incontro con la rete del raddoppio. Questa sera il Barça ha mostrato il suo volto migliore risultando quasi perfetto. Gioco veloce, intenso, verticale, mai prevedibile. Difesa sicura e attacco pericoloso, ficcante, fantasioso, capace di creare costanti e continui pericoli. Miglior viatico per la partita di Porto contro i locali non poteva esserci. Il guanto è stato lanciato; vedremo se i lusitani saranno in grado di raccogliere la sfida.