Giuseppe Ortu Serra
Partido loco a Montjuic. Il Barça vince 3-2 contro il Celta con una remuntada incredibile in appena 9 minuti. All’80’ il Celta conduceva per due reti a zero grazie alle marcature di Larsen al 18′ e Douvikas al 76′. Improvvisamente, all’80’, si è accesa la luce. La premiata ditta gato Felix – Robert Lewandowski ha messo in scena un numero da circo a cinque piste. Scavetto del portoghese a superare la difesa del Celta, scherata a guardia dell’area, e palla al socio polacco che, con un altro pallonetto, ha uccellato il portiere in uscita e ha realizzato la rete che ha dato inizio alla rimonta. La partita del Barça è iniziata lì, esattamente nello stesso istante in cui è finita quella del Celta. Dall’80’ all’89’. I Joao e Lewy sugli scudi. Partita e risultato ribaltati. Se el gato ha dato l’assist che ha aperto la lata della gara blaugrana (80′), Cancelo ha fornito prima quello del pareggio (85′), sempre a wunder Robert con un pase de la muerte tanto caro ad un’altra coppia di soci del Barcelona: Jordi – Messi. Cancelo gioca a destra rispetto a Jordi, e il passaggio è giunto da quella parte per il numero 9 che non ha attaccato l’area piccola, si è staccato, ed è rimasto indietro ad attendere il pallone che è puntualmente giunto. Piatto di destro al volo e rete del pareggio. Ma il numero 2 non si è limitato a fornire l’assist del pareggio. Ha voluto andare oltre per non essere staccato eccessivamente nella classifica degli elogi rispetto al suo connazionale; così ha realizzato, di suo, la rete del sorpasso all’89’. Questa volta la società è stata costituita con un contratto catalano-portoghese. In un ambiente impazzito, con Montjuic che soffiava e spingeva come fosse stato in preda ad una trance collettiva, con tutti convinti che la squadra avrebbe comunque segnato la rete del 3-2, Gavi ha scodellato un pallone morbido dal limite dell’area sinistra verso destra dopo aver visto il taglio verso il centro dell’area piccola di Cancelo. Palla perfettamente calibrata per l’impatto con il portoghese che, di destro, ha toccato appena il sufficiente per deviare la sfera alle spalle di un esterrefatto Villar. La partita, di fatto, è finita lì.
Eppure, fino a quel fatidico 80′, la partita era stata meritatamente nelle mani di un Celta che aveva irretito il Barça, bloccandolo e rendendolo del tutto inoffensivo. Fino a quel momento Benitez aveva ganado el partido a Xavi, con i pedoni, i cavalli e gli alfieri, senza che il Barcelona potesse minimamente attentare al re e alla regina dei galiziani.
Il primo tempo ha mostrato indubbiamente più Celta che Barça. La formazione galiziana ha imbrigliato la squadra blaugrana con il suo efficace 5-3-2. Benitez ha chiuso tutti i varchi, sia quelli esterni che interni. La squadra di Xavi non è così riuscita a creare una chiara occasione da rete in tutti i primi 45 minuti. È stato, piuttosto, il Celta a creare tutte le chance della partita. Difesa organizzata e contropiede: queste le armi di Benitez. Già al 17′ Aspas ha minacciato la porta di Ter Stegen con un pallonetto che ha costretto il portiere tedesco a rifugiarsi in angolo. Era solo l’anticipazione della rete. Un minuto dopo pasticciaccio di Koundé che perde un contrasto al limite con la squadra in uscita e permette a Larsen di infilarsi in area solo davanti all’estremo difensore azulgrana. Palla in rete e vantaggio meritato, posto che il Barça , fino ad allora, aveva solamente mosso la palla in maniera scontata e prevedibile, ricadendo in vecchi vizi. La reazione del Barça non c’è stata, mentre il Celta ha continuato a creare, andando vicino al raddoppio in diverse circostanze. Scelte errate dei giocatori galiziani (Bamba al 21′) o interventi decisivi di Ter Stegen (40′ su Larsen di testa) hanno evitato che il Barça si trovasse sotto di due già nel primo tempo.
La formazione del recentemente rinnovato Xavi aveva creato con il contagocce: due volte Alonso e una el gato Felix. Possesso di palla, sì (75%), gioco e occasioni, no.
Durante la prima parte della gara ha dovuto abbandonare il terreno di gioco De Jong, sostituito da Gavi, per un problema muscolare subito dopo uno scontro con Bamba. Dalle prime indagini mediche sembra che il giocatore abbia subito un problema serio alla caviglia che potrebbe tenerlo lontano dai campi di gioco fino a novembre.
Nella ripresa il Celta ha perfino legittimato il vantaggio. Sempre pericoloso in contropiede, la formazione di Benitez ha dato in ogni momento l’impressione che potesse passare da un momento all’altro. Il Barça, invece, nonostante i cambi tecnici e tattici di Xavi – passaggio alla difesa a tre con Araujo al posto di Alonso e Yamal per Romeu, con Cancelo che ne ha preso la posizione in campo quale pivote – non riusciva a togliersi di dosso quella patina di grigiore che ne aveva caratterizzato tutta la gara. Yamal è stato inspiegabilmente chiamato poco in causa, anche se l’uno contro uno avrebbe dovuto essere una delle armi con cui scardinare la difesa avversaria e scuotersi di dosso l’apatia.
Dalla metà della ripresa la formazione blaugrana ha iniziato a pressare maggiormente alto per recuperare subito la palla, ma non è riuscita a disinnescare l’arma non tanto segreta del Celta: il contropiede, che infatti, al 76′, ha fruttato la rete dello 0-2. Ripartenza da manuale dei galiziani che hanno aggirato la pressione azulgrana trovando sempre l’uomo ben posizionato fino alla conclusione in 1 vs 1 del neo entrato Douvikas. Il risultato, a quel punto, è sembrato definitivo.
Ma mai fare i conti senza Lewandowski e los Joao, arma, altrettanto poco segreta del Barcelona di Xavi. E così è bastata una doppia invenzione del duo Joao Félix – Lewandowski per svegliare il Barça e farlo entrare in partita. Dall’80’ all’89’. Pochi?, sì, ma con giocatori così possono anche bastare. Ma attenti a giocare troppo con il fuoco. Ci si può scottare irrimediabilmente. E non sempre si ha sotto mano la connettivina portoghese e polacca da usare. In questo caso si è trattato solo di uno spavento. Ma è meglio non esagerare.
Con i tre punti in tasca sarà più semplice per Xavi esaminare tutte le cose che non sono andate bene, o meglio, che sono andate male. C’è tempo (poco) fino alla trasferta infrasettimanale di Mallorca per resettare la macchina e riavviare il meccanismo.