FC Barcelona – Manita al Madrid 5-1!

E’ finita 5-1 per il Barça, ma potevano essere molti di più i goals di una partita dominata dall’inizio alla fine dagli uomini di Valverde, che pur privi di Leo Messi, hanno passeggiato sopra i resti mortali del Real Madrid di Florentino e Lopetegui. I blaugrana sono andati più volte vicini alla sesta rete. Anche il Madrid ha avuto la chance di ridurre lo svantaggio colpendo un palo in apertura di ripresa, l’unico momento in cui i blancos sono sembrati in grado di impensierire la formazione di Valverde, peraltro sempre in pieno controllo della gara. Gli azulgrana stessi hanno colpito un legno con Suarez (stasera serata magica per il pistolero) con un tiro al volo di tacco.

Il Barça è stato messo in campo da Valverde con la medesima formazione con la quale è stato battuta, triturata e stesa al tappeto l’Inter di Spalletti. Once che vince non si tocca dice il vecchio adagio. Ecco che il tecnico extremeno ha sposato il detto e ha deciso di repetir la formazione titolare. Ter Stegen in porta; Roberto, Piqué, Lenglet, Jordi in difesa; Rakitic, Busquets, Arthur a centrocampo. In attacco Rafinha nel ruolo di vice Messi, Suarez e Coutinho.

Il Barcelona ha iniziato a macinare gioco con convinzione e aggressività, muovendo velocemente la palla per trovare il buco nel centrocampo e difesa del Madrid e eludere il loro pressing alto. Gli azulgrana hanno iniziato a comandare le danze sin dalle primissime battute con un football elegante e piacevole. I giocatori di casa erano sempre in movimento, sia quelli con la palla che quelli senza e la sfera girava come una meraviglia tra i piedi dei ballerini azulgrana per il piacere degli spettatori accorsi al teatro Camp Nou per assistere all’incontro clou del cartellone messo in scena da La Liga. Il pallone non restava per più di un secondo/due in possesso dei giocatori del Barça, così che i cambi di fronte, i veloci e repentini triangoli, le finte e gli improvvisi cambi di direzione, hanno stordito gli uomini di Lopetegui come topolini in una gabbia costretti a girare a vuoto all’infinito all’interno della ruota.

Attraverso questo meccanismo tecnico-tattico è giunto il primo goal del pomeriggio. Cambio di fronte improvviso verso Jordi, penetrazione in area di rigore dal lato corto di sinistra e pallone in mezzo per l’accorrente Coutinho, che di piatto sinistro ha trovato l’angolo vincente alle spalle di Courtois. A nulla è servito il tentativo disperato di Ramos di intervenire sulla linea. All’11′ del primo tempo il risultato era già stato sbloccato dagli uomini di casa per il tripudio di un Camp Nou che aveva aperto il match con una coreografia a mosaico degna delle migliori occasioni. We Color Football recitava la scritta. Il messaggio era stato lanciato. La squadra blaugrana, per non deludere il suo affezionato pubblico, ha fatto sua la dichiarazione di intenti e ha colorato la partita a suon di goals e giocate strappa applausi.

Il raddoppio è giunto al 30′ su calcio di rigore. Il penalty, procurato da Suarez per un intervento irregolare da dietro di Varane sullo stesso uruguayo, è stato dallo stesso numero 9 trasformato nella rete del raddoppio. Il Madrid fino a quel momento è stato come un invitato da platea al recital altrui. Un ruolo che per tutto il primo tempo, e quasi tutta la ripresa, ha interpretato magnificamente.

La ripresa si è aperta con il classico quarto d’ora accademico che ogni professore d’università si prende in occasione delle lezioni. Come contro l’Inter in Champions, anche contro il Real Madrid la squadra di Valverde ha iniziato al piccolo trotto, confidando che il vantaggio fosse già consistente. La squadra in maglia bianca ha dunque preso l’iniziativa e ha cercato di approfittare dell’assenza del docente dalla cattedra. Mai offrire ad una squadra forte e zeppa di campioni come il Madrid una chance di questo genere. Il Barça è andato immediatamente in difficoltà senza il dominio della sfera, degli spazi e del gioco. 

In questo modo è arrivata la rete che ha riaperto i giochi e la partita. Una azione di aggiramento degli ospiti è stata conclusa con un tiro sotto misura da Marcelo all’interno dell’area da posizione centrale. Il Barcelona si è spaventato insieme ai 93.265 spettatori che gremivano lo stadio, mentre il Madrid ha preso vigore e coraggio. I blancos hanno iniziato a forzare i ritmi e la velocità delle giocate, creando pericoli in serie. Al 55′ Modric ha colpito il palo alla destra di Ter Stegen, una azione che avrebbe potuto cambiare completamente la gara e le sorti della stessa. Scampato il pericolo, al 15′ esatto, il Barça ha ripreso a giocare, aumentando la presenza in campo, il pressing sui portatori di palla e su coloro che avrebbero potuto riceverla. In questo modo la squadra azulgrana ha ripreso il controllo della partita. Da quel momento i padroni di casa non hanno rischiato più. 

Sono fioccate, invece, le occasioni per i blaugrana, che chiudendo tutte le linee di passaggio con le marcature preventive, ha ripreso a riconquistare palla non appena la stessa veniva persa. E’ ripreso, così, il monologo del Barça, il pezzo forte della Casa.

Valverde, da parte sua, ha deciso di riproporre le medesime sostituzioni che già aveva operato, con buoni risultati, contro l’Inter. Dunque fuori Rafinha, Coutinho e Arthur e dentro Semedo, Dembélé (contro i nerazzurri era entrato Munir) e Vidal.

Dopo le prime due sostituzioni, Semedo per Rafinha e Dembélé per Coutinho, sono giunte le altre due reti di Suarez. Un cabezaço dal centro dell’area su assist di Sergi Roberto e una deliziosa vaselina su uscita disperata di Courtois, lasciato desolatamente solo da un centrocampo e una difesa blanca completamente soggiogata dal gioco blaugrana. Ancora del laterale destro l’assist della giocata, che dopo aver rubato palla a un Sergio Ramos in crisi d’identità, ha servito il compagno che si è involato come un’aquila famelica verso l’area avversaria.

L‘ingresso sul terreno di gioco di Vidal al posto di un monumentale Arthur non ha raccolto i fischi dei tifosi (cosa accaduta contro l’Inter). Ormai è chiaro a tutti l’importanza di un giocatore come il cileno nello schieramento tattico di Valverde. Proprio il neo entrato è stato l’autore della rete della manita della serata. Un colpo di testa prepotente su cross di un Dembélé, nuovamente concentrato sul gioco corale della sua squadra. 

Da ricordare, e annotare, oltre al meraviglioso palo colpito da Luis Suarez, che ha fatto tremare la porta di Courtois con una potente deviazione al volo di tacco, una serie di ghiotte occasioni che avrebbero potuto ampliare a dismisura il numero dei marcatori blaugrana.

Con il Barça nuovamente leader della classifica, il Real Madrid precipita sempre più verso il basso come in una palude contrassegnata dalla presenza delle sabbie mobili. Al momento la formazione di Lopetegui vacilla in un molto inglorioso 9 posto in classifica dietro i cugini del Getafe, il Levante, il Valladolid, il Sevilla, l’Alavés, l’Espanyol, l’Atletico e, torreggiante su tutti, il FC Barcelona.  

FC Barcelona – Senza Messi con il 4-4-2?

Per la partita di questa notte contro l’Inter il dilemma di Valverde è come sostituire Messi. Approntare il 4-4-2 o restare al 4-3-3?

La serie di interrogativi saranno sciolti ufficialmente pochi minuti prima dell’ingresso in campo delle squadre. Priviamo un po’ a giocare vestendo i panni (scomodi) di Valverde.

La pesante assenza di Messi potrà essere anche l’occasione di provare nuove soluzioni che potranno anche tornare utili in futuro quando il Txingurri vorrà, e dovrà, fare riposare l’argentino inserendolo all’interno delle rotazioni.

Dunque proviamo a giocare con voi. Le soluzioni nella farestra del tecnico extremeno non sono poche. Si va dall’utilizzo di Dembélé al ripescaggio dal fondo dell’armadio di Malcom, da Rafinha a Munir, per finire con il recupero di Vidal. Ognuna di queste soluzioni presenta aspetti positivi e negativi. 

Dembélé sarebbe la soluzione più scontata visto quanto l’allenatore blaugrana ha utilizzato il francese. Tuttavia le recenti uscite, sopratutto il secondo tempo della gara contro il Sevilla, hanno lasciati sconcertati. Palloni persi come biglie da una tasca bucata, poca voglia di correre, lottare, inseguire l’avversario. In una parola, poca voglia di giocare. Dopo la gara sono fioccate le bocciature dei media, questo blog gli ha affibbiato un bel 4, e anche Valverde, oltre allo spogliatoio, sembra non abbiano parlato chiaro con il giocatore. Una riproposizione oggi sarebbe incomprensibile dunque, sopratutto in una rosa dove scalpitano in tanti attendendo di buon grado una chiamata. 

Uno di questi è senz’altro Malcom. Dopo un buon minutaggio nella tourneé americana, il brasiliano è uscito dai radar della torre di controllo blaugrana. Il ragazzo non si è mai lamentato e ha sempre continuato a lavorare. davanti alla svogliatezza di Dembélé sarebbe per lui una occasione per mostrare il suo valore. Amche l’aspetto psicologico sarebbe importante in una gara di questo genere. Malcom avrebbe certamente tanta hambre da buttare in campo, non foss’altro per provare a Valverde di avere sbagliato nel non puntare su di lui.

La soluzione Munir, per restare tra i giocatori spiccatamente offensivi, permetterebbe alla squadra di mantenere il modulo con i tre attaccanti. Il ragazzo ha giocato contro il Sevilla nel ruolo di Suarez, ma potrebbe anche essere proposto al suo fianco.

Altre soluzioni, invece, privilegerebbero il passaggio al 4-4-2. Queste sono rappresentate da Arturo Vidal in primis. La scelta del cileno, scontento per il basso minutaggio che gli sta garantendo Valverde, permetterebbe alla squadra di rafforzare la linea mediana della squadra, e di conseguenza, la difesa. L’arma in più di questa soluzione è rappresentata dal fattore motivazione di Vidal. L’ex Bayern scenderebbe in campo con la volontà di spaccare il mondo per mostrare a tutti il suo valore e quanto ingiusta e iniqua sia la sua esclusione dall’undici titolare. In una partita come questa, delicata e indecifrabile vista la caratura misteriosa dell’avversario odierno, un giocatore di indubbio valore che gioca per dimostrare tutta la sua forza, può essere un’arma in più da sfruttare a tutti i costi. 

La soluzione Rafinha avrebbe dalla sua l’utilità di mettere in campo un giocatore che conosce bene gli avversari avendoci giocato assieme. Ma, tra le varie ipotesi, questa sarebbe la sola motivazione per preferirlo a elementi come Malcom e sopratutto Vidal.

Il Barça questa notte dovrebbe scendere in campo con un modulo che preveda tecnica e forza fisica, e che sia capace di contrastare una squadra che gioca sino alla fine e non molla mai. Gli ultimi risultati della squadra nerazzurra, con molteplici goals realizzati proprio nei minuti finali di gara (basta pensare alla partita contro il Tottenham), ci dicono proprio questo. Un giocatore come Vidal, che darebbe in campo veramente tutto, che riesca ad abbinare corsa e forza fisica alla tecnica, all’elevazione e al tiro da fuori, può essere determinante in una gara nella quale l’avversario odierno si chiuderà a riccio cercando di togliere ogni spazio in area per affidarsi ai contropiedi. Per questo servirà un centrocampo attento anche in ripiegamento (Arthur sarà fondamentale per dare equilibrio) e uomini che possano anche colpire con tiri da lontano.      

El uno por uno de Barça-Sevilla de esta noche

Ter Stegen 8,5

A pesar de los dos goles encajados fue un autentico eroe de la noche con dos doble paradònes que valen dos dianas. Podria ser 10 sin los dos goles.

Semedo 4,5

Malo en defensa y poco utìl en ataque. No es un lateral da Barça. El papel necesita un lateral de confianza

Piqué 6

Algunos errores por detràs. No està en su mejor momento.

Lenglet 6,5

En general una buena actuaciòn. Sin responsabilidad en el primero gol encajado

Jordi 6

Un partido sin particular chispa. No mucho participativo en ataque.

Rakitic 7

Gol y buena partecipaciòn en la manovra.

Busquets 6

En la segunda parte es desaparecido en el mejor momento del Sevilla.

Arthur 7

Buena circulaciòn de la pelota. Ahora, come requesto de esto mismo blog, es un titular indiscutible y fondamental en el mediocampo del Barça

Messi 8

El mejor por el tiempo que fue en la cancha. Gol, assist, jugadas excelsas, cambios de campo. Es la verdadera alma de l’equipo. Serà dificil jugar sin el.

Suarez 7

Presion, garra, velocidad y gol de penalti que el mismo ha procurado. Lastima por algunas imprecisiones en el disparo.

Coutinho 7

Ha realizado el gol que ha abierto la lata. Ha jugado con inteligencia. Cuando Messi ha dejado el cesped, ha tenido una posiciòn màs libre haciendo un poquito de Messi.

Dembélé 4

Mal, muy mal. En el primer tiempo ha tenido algunos balones interesantes pero ha fallado la jugada final, disparando con poca concentraciòn o estando loco por los dribblings. Antiguos errores que parecìan olviados. En la segunda mitad fue totalmente desconectado, lento, sin ganas de luchar, como si fuese fuera del partido. 

Roberto 6

Buona actuaciòn y presencia por el tiempo que ha estado sobre el cespéd.

Munir 6

Acto de presencia, pero ha luchado por el balòn en la area de penalti.  

 

 

Messi: Frattura del radio del braccio destro

C’è già l’ufficialità dell’infortunio subito questa notte da Messi nel corso del primo tempo della partita contro il Sevilla. Lo staff medico del Barça, attraverso il club, ha comunicato ufficialmente che Messi soffre di una frattura del radio del braccio destro. I tempi di stop sono stati stimati in circa tre settimane. Il 10 si perderà dunque oltre alla Champions contro l’Inter, ormai alle porte, anche il Clasico del 28.

L’infortunio è occorso al 16′ del primo tempo a seguito di un contrasto con il sevillista Franco Vasquez. Leo è caduto in terra pesantemente e in maniera scomposta. Il braccio, posto a protezione della caduta, è rimasto rigido e ha subito tutto il peso del corpo che ha comportato la rottura dell’osso laterale dell’avambraccio. Si colloca, assieme all’ulna, tra il polso e il gomito.  

4-2 Il Barça leader in una serata amara

Il Barça batte il Sevilla 4-2, conquista il liderato della Liga ma perde Messi per infortunio. Per lui, uscito al 16′ del primo tempo per un contrasto con il mudo Vasquez, c’è già l’ufficialità della lesione. Frattura al radio del braccio destro. Un infortunio che gli costerà almeno tre giornate di sosta forzata.

La partita era iniziata molto bene. Subito in rete al 3′ grazie a una rete di Coutinho su assist della Pulce. Il raddoppio è giunto al 12′. Ancora Messi che prende palla a destra, punta l’area, si accentra e fulmina il portiere avversario all’angolino. Partita che sembrava già chiusa in allegria e con un Messi da lustrarsi gli occhi. Sembrava.

Al 16′ un costrasto con Franco Vasquez costringe Messi alla caduta. Atterrando scompostamente al suolo, l’argentino ha cercato di attutire la caduta con il braccio destro. Il braccio non si è piegato, ma è rimasto innaturalmente rigido. L’articolazione ha così dovuto sopportare tutto il peso del corpo. Messi è rimasto a terra dolorante. Dalla mimica dei movimenti del giocatore che si contorceva sul prato, si è capito subito che si trattava di qualcosa di grave. Il 10 si teneva il braccio infortunato. La smorfia di dolore dipinta sul volto glielo deformava in una maschera di sofferenza. I medici sono immediatamente intervenuti praticandogli una fasciatura al braccio. Ma era chiaro che il rosarino non sarebbe potuto rientrare in campo. Così è stato, infatti. Leo ha lasciato il terreno di gioco curvo su se stesso per il forte dolore provato. Un infortunio che gli farà saltare sia la champions che il Clasico. Nelle prossime ore si saprà esattamente i tempi di recupero.

Al suo posto Valverde ha mandato in campo Dembélé. Il francese si è subito impegnato in alcune interessanti sgroppate, ma ha peccato di precisione ed egoismo, dimostrando ancora notevoli limiti per poter giocare con continuità nella squadra blaugrana.

La ripresa si è aperta con un Sevilla più intraprendente e un Barça intristito dalle notizie apprese negli spogliatoi circa le condizioni fisiche del genio argentino. La squadra si è disunita e ha lasciato l’iniziativa alla squadra di Pablo Machìn. Uno dei giocatori che più di ogni altro ha sbagliato l’inizio del secondo tempo è stato Dembélé. Il giocatore è apparso svagato, lento, completamente fuori gara e fuori contesto. Come un testo fuori tema, che a scuola veniva punito seriamente, è apparso anche Semedo. Non incisivo e decisivo in attacco, è stato deficitario in difesa. Le azioni più pericolose dei bianchi andalusi sono giunte proprio dalla sua fascia a causa di mancate chiusure e recuperi tardivi del laterale portoghese.

Il Sevilla non ha sfruttato le occasioni, anche per un doppio miracoloso paradòn di Ter Stegen e il Barça ha triplicato su calcio di rigore per fallo del portiere su Suarez. Lo stesso uruguagio si è incaricato di trasformare il penalty. 

Il Sevilla non ha smesso di giocare ed è passato su autorete di Lenglet. Sul 3-1 il Barça è passato ancora una volta grazie ad un goal di Rakitic che dal vertice destro dell’area ha realizzato con un tiro al volo in diagonale.

Il 4-2 finale è stato realizzato da Muriel con un tiro dalla sinistra dell’area. Ma ancora una volta è stata la fascia destra quella debole dello schieramento blaugrana.     

      

Infortunio per Messi

La notizia della gara è l’infortunio che ha subito Leo Messi nella prima parte del primo tempo. Al 16′ nel corso di un contrasto nella trequarti con Vasquez, l’argentino è caduto male appoggiando il braccio in terra e caricandolo con tutto il peso del corpo. L’arto è rimasto teso e il giocatore ha subito lamentato un dolore molto forte all’altezza del gomito. Rimasto in terra per diversi minuti, soccorso immediatamente dai sanitari, il 10 ha dovuto lasciare il terreno di gioco per continuare a subire le cure dello staff medico blaugrana. L’arto è stato immediatamente fasciato, ma nonostante ciò il dolore è stato comunque insopportabile per la pulce che ha dovuto lasciare definitivamente il terreno di gioco. Al so posto è entrato in campo Dembélé.

Adesso bisognerà verificare le condizioni del giocatore. Nelle prossime ore verrà sottoposto a tutte le prove mediche per verificare la gravità dell’infortunio e i tempi di recupero. Si va da una infiammazione traumatica dei legamenti dell’articolazione ad una frattura nei casi più gravi. Il fortissimo dolore di Messi non è certamente di gran auspicio nell’immaginare l’entità dell’infortunio.  Alle porte c’è la Champions con la sfida con l’Inter e il 28 il Clasico al Camp Nou. Si spera in una assenza quanto più breve possibile dell’argentino dai terreni di gioco. Nelle prossime ore avremo certamente informazioni più precise.  

Barça’s Legends: Kocsis-Kubala-Czibor

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The three Hungarian stars played together on FC Barcelona on 50’s sunset.
Kocsis and Czibor were the kind of world class players any time would have been grateful to acquire. FC Barcelona was able to sign them due to the efforts of Lazslo Kubala, another Hungarian exile who had left the country in 1949 when it became apparent that a hard line Stalinist regime was being implemented in Hungary. Kubala’s efforts paid immediate dividends for the club as the additions of Kocsis and Czibor led to Barcelona winning La Liga championship.

In 1961 Barça made it all the way to the European Cup final. Ironically, the final was being played in Wankdorf Stadium in Berne, Switzerland, the same place where Kocsis and Czibor had experienced defeat in the 1954 World Cup Final. The second time was not a charm for them either, as Barcelona lost 3-2 to Benfica.

Infortunio Umtiti. Ipotesi chirurgo

L’infortunio di Umtiti pare avvolto nel mistero. Il giocatore ha disputato la sua ultima gara contro il Leganés il 26 settembre scorso nella partita persa 2-1 contro i pepineros a Butarque. Da quell’ultima esibizione il francese ha saltato le sfide contro Athletic e Valencia. Il dolore è stato accertato durante la previa della partita contro i bilbaini. Il club, tuttavia, non è mai entrato in particolari sul suo infortunio, così come non sono mai stati resi noti, in maniera ufficiale la sua entità e i tempi di recupero. Samuel Umtiti ha un problema al ginocchio sinistro. Nello specifico alla cartilagine dell’articolazione. 

A quanto pare il riposo e le cure a cui il giocatore è sottoposto non stanno dando i frutti sperati e non si esclude che debba sottoporsi ad un intervento chirurgico per la rimozione alla radice del problema e del dolore. 

Se ciò dovesse verificarsi, il difensore non potrebbe essere disponibile per Valverde per diversi mesi e non potrebbe tornare in campo se non nel 2019. Un problema di non poco conto per la squadra e il suo tecnico, sebbene l’innesto di Lenglet in squadra abbia già fornito ampie garanzie di rendimento e affidabilità. Però è chiaro che in queste situazioni la difesa sarebbe ridotta all’osso, rimanendo disponibile in panchina un solo uomo (Vermaelen).

Se invece, come pare che dalla Francia insistano, il difensore dovesse proseguire con le cure per la rigenerazione della cartilagine, i tempi di recupero sarebbero più brevi, anche se comunque, in ogni caso, il francese si perderà con certezza le sfide contro il Sevilla, l’Inter in Champions e il Clàsico del 28 ottobre.    

Il Barça salvifico con il Madrid e Lopetegui

Nemici – Amici. Un classico della letteratura, dei fumetti e della cinematografia. Da Red and Toby, nemiciamici disneyani del 1981, a Quasi Amici del 2011 con Omar Sy e Fracois Cluzet, passando per The fox and the Hound, romanzo di Daniel P Mannix e per Tre giorni per la verità, film di Sean Penn  del ’95 con Jack Nicholson.

Uscendo dal mondo fantastico rappresentato dalla letteratura e dagli storiboerd cinematografici, nella realtà sta accadendo qualcosa di simile tra il Barça e il Madrid, tra Valverde e Lopetegui. Impossibile? Non tanto quanto pensiate. E non parliamo di giochi sporchi o altro del genere. Pura, semplice casualità tra due squadre che devono stare sempre l’una al passo dell’altra. Nel bene e nel male. Se ci fate caso, e se ci venite dietro in questo articolo, ve ne renderete conto anche voi.

Visto questo inizio di campionato, sembra proprio che il miglior alleato di Lopetegui e del Madrid sia proprio il Barça.
L’addio di Zidane e quello di Ronaldo hanno aperto dei crateri a Chamartin. I blancos non segnano da 5 gare consecutive (4 di Liga e una in Champions), sono indietro in classifica, ma il Barça non fa nulla per approfittarne, staccarli in graduatoria e dar loro il colpo di grazia finale per un addio anticipato ai sogni di conquistare la Liga. Con un equipo blaugrana vincitore nelle ultime giornate e i blancos indietro di 10 punti, il clima a Madrid sarebbe stato irrespirabile e Lopetegui, che alcuni danno con un piede fuori dal Bernabeu, sarebbe già stato lontano da Valdebebas.

Con il pareggio di Valencia per 1-1 i blaugrana non vincono da quattro turni. Tre pareggi e una sconfitta il conto delle ultime quattro giornate. 5 reti fatte e 6 subite. 3 soli punti su 12 disponibili. I blancos, Realmente in crisi, con un punto nelle ultime tre sfide, con due sconfitte e un solo pari, 4 reti incassate e nessuna messa a segno, ringraziano sentitamente. In classifica hanno un ritardo solamente di un punto rispetto ai blaugrana e uno dai colchoneros, che partendo ad handicap, hanno già recuperato sette punti agli uomini di Valverde e sei a quelli di Lopetegui.

Nella gara di ieri notte si è visto un Barça confusionario, impreciso, affannato. Insolitamente falloso, per usare una terminologia cara al tennis, Messi e Co hanno speso, male, le tante energie profuse sul terreno di gioco. Imprecisione nei passaggi, negli appoggi, nelle conclusioni in porta. Errori gratuiti a centrocampo che mai si sono visti fare a questi giocatori. Una squadra completamente diversa a quella, bellissima, di Wembley. Certo, può avere pesato la fatica della partita contro il Tottenham, subito doppiata dalla sfida impegnativa del Mestalla. Non è la prima volta tuttavia, che in questo inizio di stagione il FC Barcelona non è sembrata la squadra forte ed equilibrata della passata campagna domestica e internazionale. Che non sia solo un problema delle fatiche di coppa ce lo dicono anche i risultati dei turni precedenti. A Can Barça la vittoria manca dal 15 settembre, dalla gara vinta all’Anoeta contro la Real Sociedad. Contro Leganes e Athletic Bilbao si erano manifestati degli squilibri che rendevano la squadra vulnerabile in difesa. Il passaggio al 4-4-2 contro il Tottenham e l’utilizzo di Arthur come uomo in più sulla mediana, sembrava avesse in parte risolto i problemi di una squadra eccessivamente sbilanciata in attacco. Nonostante un registro più equilibrato messo in campo a Wembley, la difesa blaugrana ha comunque subito due reti. A Mestalla, ieri, Valverde ha riproposto il 4-4-2. Nonostante ciò la difesa ha subito ancora, su calcio piazzato per un errato posizionamento in area di rigore. Che la squadra non sia tranquilla mentalmente, e che alcuni giocatori stiano pagando anche un calo di forma dovuto al recente mondiale di Russia è manifestato anche dalla scarsa tranquillità nel gestire azioni e situazioni di gioco varie che fino a pochi mesi fa erano controllate con il pilota automatico. Davanti a questo malessere blaugrana, Lopetegui e i suoi ringraziano.       

1-1 al Mestalla Il Barça perde la testa

Un Barça combattivo, ma confusionario, irregolare, poco pulito e lucido lascia due punti al Mestalla, e insieme ad essi, la testa della classifica al Sevilla, a sua volta vittorioso contro il Celta. La squadra di Valverde non ha giocato bene. Ardore sì, impegno pure, ma alla fine della fiera, o per dirla come gli statunitensi, as bottom line, molta imprecisione e tante palle perse. In ogni zona del campo. In difesa, a centrocampo e in attacco. Ad un certo momento del secondo tempo è stato perfino difficile ripartire tante erano le palle mal gestite.

Un Barça schizofrenico dunque, capace di passare da giocate ilusionanti (poche per la verità) a errori imbarazzanti. In attacco è mancato molto spesso la misura nei rifornimenti e sopratutto l’ultimo passaggio. Quando l’assist è andato a buon fine è mancata lucidità o prontezza nella conclusione.

Valverde ha confermato Arthur a centrocampo (buona la sua prova) e Vermaelen in difesa. Schierato con il 4-4-2, la squadra ha subito la rete del Valencia al primo minuto. Sulla prima azione della gara, a seguito di un corner battuto in area, Piqué ha allungato all’indietro la traiettoria del pallone. Sul secondo palo, solo soletto, non osservato da nessuno (dove si trovavano Vermaelen e Jordi?) Garay ha ringraziato e messo in rete praticamente calciando sulla linea di porta. 

La reazione del Barça ha portato alla rete del pari di Messi che ha scambiato con Suarez (non buona la sua performance stasera) dopo un tunnel ai danni di un avversario e spedito nell’angolino basso da fuori area. Al 22′ era nuovamente tutto in parità. Mancava ancora tanto tempo davanti. Ma da allora, complice anche le fatiche di coppa del mercoledì, la squadra non è stata più capace di costruire una sola chiara azione da rete. Solo Coutinho ha avuto sui sui piedi il pallone della vittoria, ma si è fatto soffiare la sfera per l’esagerata lentezza nel pensare come concludere davanti al portiere.