FC Barcelona – Manita al Madrid 5-1!

E’ finita 5-1 per il Barça, ma potevano essere molti di più i goals di una partita dominata dall’inizio alla fine dagli uomini di Valverde, che pur privi di Leo Messi, hanno passeggiato sopra i resti mortali del Real Madrid di Florentino e Lopetegui. I blaugrana sono andati più volte vicini alla sesta rete. Anche il Madrid ha avuto la chance di ridurre lo svantaggio colpendo un palo in apertura di ripresa, l’unico momento in cui i blancos sono sembrati in grado di impensierire la formazione di Valverde, peraltro sempre in pieno controllo della gara. Gli azulgrana stessi hanno colpito un legno con Suarez (stasera serata magica per il pistolero) con un tiro al volo di tacco.

Il Barça è stato messo in campo da Valverde con la medesima formazione con la quale è stato battuta, triturata e stesa al tappeto l’Inter di Spalletti. Once che vince non si tocca dice il vecchio adagio. Ecco che il tecnico extremeno ha sposato il detto e ha deciso di repetir la formazione titolare. Ter Stegen in porta; Roberto, Piqué, Lenglet, Jordi in difesa; Rakitic, Busquets, Arthur a centrocampo. In attacco Rafinha nel ruolo di vice Messi, Suarez e Coutinho.

Il Barcelona ha iniziato a macinare gioco con convinzione e aggressività, muovendo velocemente la palla per trovare il buco nel centrocampo e difesa del Madrid e eludere il loro pressing alto. Gli azulgrana hanno iniziato a comandare le danze sin dalle primissime battute con un football elegante e piacevole. I giocatori di casa erano sempre in movimento, sia quelli con la palla che quelli senza e la sfera girava come una meraviglia tra i piedi dei ballerini azulgrana per il piacere degli spettatori accorsi al teatro Camp Nou per assistere all’incontro clou del cartellone messo in scena da La Liga. Il pallone non restava per più di un secondo/due in possesso dei giocatori del Barça, così che i cambi di fronte, i veloci e repentini triangoli, le finte e gli improvvisi cambi di direzione, hanno stordito gli uomini di Lopetegui come topolini in una gabbia costretti a girare a vuoto all’infinito all’interno della ruota.

Attraverso questo meccanismo tecnico-tattico è giunto il primo goal del pomeriggio. Cambio di fronte improvviso verso Jordi, penetrazione in area di rigore dal lato corto di sinistra e pallone in mezzo per l’accorrente Coutinho, che di piatto sinistro ha trovato l’angolo vincente alle spalle di Courtois. A nulla è servito il tentativo disperato di Ramos di intervenire sulla linea. All’11′ del primo tempo il risultato era già stato sbloccato dagli uomini di casa per il tripudio di un Camp Nou che aveva aperto il match con una coreografia a mosaico degna delle migliori occasioni. We Color Football recitava la scritta. Il messaggio era stato lanciato. La squadra blaugrana, per non deludere il suo affezionato pubblico, ha fatto sua la dichiarazione di intenti e ha colorato la partita a suon di goals e giocate strappa applausi.

Il raddoppio è giunto al 30′ su calcio di rigore. Il penalty, procurato da Suarez per un intervento irregolare da dietro di Varane sullo stesso uruguayo, è stato dallo stesso numero 9 trasformato nella rete del raddoppio. Il Madrid fino a quel momento è stato come un invitato da platea al recital altrui. Un ruolo che per tutto il primo tempo, e quasi tutta la ripresa, ha interpretato magnificamente.

La ripresa si è aperta con il classico quarto d’ora accademico che ogni professore d’università si prende in occasione delle lezioni. Come contro l’Inter in Champions, anche contro il Real Madrid la squadra di Valverde ha iniziato al piccolo trotto, confidando che il vantaggio fosse già consistente. La squadra in maglia bianca ha dunque preso l’iniziativa e ha cercato di approfittare dell’assenza del docente dalla cattedra. Mai offrire ad una squadra forte e zeppa di campioni come il Madrid una chance di questo genere. Il Barça è andato immediatamente in difficoltà senza il dominio della sfera, degli spazi e del gioco. 

In questo modo è arrivata la rete che ha riaperto i giochi e la partita. Una azione di aggiramento degli ospiti è stata conclusa con un tiro sotto misura da Marcelo all’interno dell’area da posizione centrale. Il Barcelona si è spaventato insieme ai 93.265 spettatori che gremivano lo stadio, mentre il Madrid ha preso vigore e coraggio. I blancos hanno iniziato a forzare i ritmi e la velocità delle giocate, creando pericoli in serie. Al 55′ Modric ha colpito il palo alla destra di Ter Stegen, una azione che avrebbe potuto cambiare completamente la gara e le sorti della stessa. Scampato il pericolo, al 15′ esatto, il Barça ha ripreso a giocare, aumentando la presenza in campo, il pressing sui portatori di palla e su coloro che avrebbero potuto riceverla. In questo modo la squadra azulgrana ha ripreso il controllo della partita. Da quel momento i padroni di casa non hanno rischiato più. 

Sono fioccate, invece, le occasioni per i blaugrana, che chiudendo tutte le linee di passaggio con le marcature preventive, ha ripreso a riconquistare palla non appena la stessa veniva persa. E’ ripreso, così, il monologo del Barça, il pezzo forte della Casa.

Valverde, da parte sua, ha deciso di riproporre le medesime sostituzioni che già aveva operato, con buoni risultati, contro l’Inter. Dunque fuori Rafinha, Coutinho e Arthur e dentro Semedo, Dembélé (contro i nerazzurri era entrato Munir) e Vidal.

Dopo le prime due sostituzioni, Semedo per Rafinha e Dembélé per Coutinho, sono giunte le altre due reti di Suarez. Un cabezaço dal centro dell’area su assist di Sergi Roberto e una deliziosa vaselina su uscita disperata di Courtois, lasciato desolatamente solo da un centrocampo e una difesa blanca completamente soggiogata dal gioco blaugrana. Ancora del laterale destro l’assist della giocata, che dopo aver rubato palla a un Sergio Ramos in crisi d’identità, ha servito il compagno che si è involato come un’aquila famelica verso l’area avversaria.

L‘ingresso sul terreno di gioco di Vidal al posto di un monumentale Arthur non ha raccolto i fischi dei tifosi (cosa accaduta contro l’Inter). Ormai è chiaro a tutti l’importanza di un giocatore come il cileno nello schieramento tattico di Valverde. Proprio il neo entrato è stato l’autore della rete della manita della serata. Un colpo di testa prepotente su cross di un Dembélé, nuovamente concentrato sul gioco corale della sua squadra. 

Da ricordare, e annotare, oltre al meraviglioso palo colpito da Luis Suarez, che ha fatto tremare la porta di Courtois con una potente deviazione al volo di tacco, una serie di ghiotte occasioni che avrebbero potuto ampliare a dismisura il numero dei marcatori blaugrana.

Con il Barça nuovamente leader della classifica, il Real Madrid precipita sempre più verso il basso come in una palude contrassegnata dalla presenza delle sabbie mobili. Al momento la formazione di Lopetegui vacilla in un molto inglorioso 9 posto in classifica dietro i cugini del Getafe, il Levante, il Valladolid, il Sevilla, l’Alavés, l’Espanyol, l’Atletico e, torreggiante su tutti, il FC Barcelona.  

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