FC Barcelona – Messi supera Ronaldo e firma un nuovo record

Con il goal su calcio di punizione messo a segno contro l’Alaves all’84’, Leo Messi ha realizzato la sua 20^ rete su tiro piazzato della sua storia in Liga. In realtà, contando tutte le competizioni, l’argentino raggiunge quota 30. Ma stando alla competizione domestica della Liga le marcature su quel fondamentale sono 20. Con quest’ultima perla la Pulga ha superato il suo rivale storico, il madridista Cristiano Ronaldo, fermo a quota 19. L’argentino è ora il massimo goleador su punizione degli ultimi 25 anni di Liga. 

Ma non è tutto. Con la rete di ieri, il 10 del Barça ha raggiunto quota 20 nella classifica del Pichici. Con questa rete Leo si conferma leader anche nella classifica dei cannonieri di Liga, raggiungendo il numero minimo di 20 goals per il 10° anno consecutivo nel campionato spagnolo. 

Messi – Suarez Una coppia… Da record!

Questa è una stagione memorabile per il Barcelona. Imbattuta in campionato nonostante le difficoltà incontrate in alcune partite, non ultima la gara di ieri contro l’Alaves, la squadra e i suoi protagonisti stanno battendo record su record. Non ultimo quello appena raggiunto dalla coppia delle meraviglie Messi – Suarez. Con le marcature realizzate ieri, una a testa, l’argentino e l’uruguaiano hanno segnato in coppia per la quinta giornata consecutiva, eguagliando un risultato che restava ineguagliato dalla stagione 1930-31. 

In quella stagione, infatti, la coppia di attaccanti dell’Athletic Club, Iraragorri e Gorostiza, segnarono per cinque giornate consecutive. Dopo di allora nessuno era più riuscito nell’impresa. Fino a ieri, quando prima Suarez e poi Messi, hanno messo insieme la loro duplice marcatura combinata per la quinta volta consecutiva. Ora il futuro, e sopratutto la storia, si inchina ai i loro piedi. Domenica alle 16:15 i dos amigos giocano per la storia.  

Editoriale – FC Barcelona Il valore di una partita brutta e difficile

Quella di ieri non è stata certamente la migliore partita del Barça della stagione, ma è arrivata una vittoria; sudata, lottata, combattuta, presa e tirata per i capelli, ma è arrivata. E questo è l’importante. Al di là del bel gioco c’è la concretezza dei tre punti. Nel corso di una stagione partite di questo genere, sulla carta abbordabili ma che si trasformano in tranelli apparentemente senza via d’uscita, c’è ne sono alcune. La forza di una squadra vincente si vede proprio in questi frangenti. Riuscire a venire a capo, e a vincere, partite come queste ha il significato di mille vittorie. Perché laddove non arriva il bel gioco, può il carattere, la forza d’animo, la cocciutaggine di insistere e insistere come se, al di là delle difficoltà momentanee, la saldezza morale del gruppo arrivasse oltre ogni considerazione contraria. La scorsa stagione questa partita il Barça l’avrebbe persa, altrettanto dicasi due stagioni fa e l’anno del Tata Martino. Il Barça di Valverde, invece, ha dalla sua una compattezza di squadra, una rosa profonda e di qualità e una testardaggine tutta catalana di chi non si arrende mai, e che ha fatto si che lo 0-1 del primo tempo diventasse il 2-1 finale. In questo contesto non dobbiamo dimenticare anche un pizzico di buona sorte, che spesso è il discrimine tra una stagione vincente e una no. Chi crede ai segni sostiene che quella di ieri è stata una vittoria che possiede un grande significato. Se riesci a vincere anche quando non giochi al massimo, non sei brillante come al solito e rischi addirittura di perdere, allora è davvero la tua stagione. Recuperando brillantezza e smalto, in fase calante anche per i molteplici impegni ravvicinati che stanno spremendo la formazione di Valverde, beh… potremmo davvero divertirci. Se poi a tutto questo aggiungi due giocatori come Suarez e Messi, in grado di abbattere ogni record fino a questo momento stabilito nella storia della Liga, allora nessun traguardo è precluso in questa stagione.   

FC Barcelona – Messi e Suarez da record battono con sofferenza un Alaves combattivo

Successo importantissimo del Barça questa notte al Camp Nou. Gli uomini di Valverde, capeggiati dal duo da record Messi – Suarez, si sono imposti con grande fatica su un Alaves combattivo che ha impegnato a fondo un Barça mai così in difficoltà in casa in questa stagione. Suarez e Messi (su punizione magistrale dell’argentino), hanno ribaltato l’iniziale vantaggio dei ragazzi di Abelardo siglato da Guidetti.

A volte le partite sulla carta più semplici sono anche le più difficili. Vuoi perché inconsciamente i giocatori prendono sottogamba l’avversario, vuoi perché la squadra più debole cerca di giocare contro la formazione più titolata la partita della vita. Fattostà che a volte capita che partite di questo genere siano causa di imbarazzanti e poco spiegabili scivoloni. E’ proprio quello che stava accadendo questa sera. Valverde aveva messo in guardia i suoi nella conferenza stampa della vigilia, parlando di un avversario da non sottovalutare nonostante gli impegni ravvicinati lo obbligassero a fare alcune rotazioni. Il turn over operato dal tecnico blaugrana ha riguardato i due esterni difensivi Sergi Roberto e Jordi, lasciati inizialmente a riposo. Al loro posto sono scesi in campo Semedo e Digne. Un altro elemento inamovibile è rimasto fuori dagli undici iniziali. Si è trattato di Busquets. Il direttore d’orchestra della fase difensiva e il perno su cui si basa l’azione propositiva, raramente è rimasto fuori dall’11 titolare. Il suo peso specifico in campo è troppo importante per farne a meno. Oggi è capitato. Il suo ruolo in campo è stato svolto da Rakitic, che si è abbassato fino alla linea dei difensori per poi rubare palla e far ripartire l’azione da dietro. Per il resto, con l’eccezione di Coutinho partito titolare, la squadra era la stessa di sempre. Ma, al di là dei nomi, oggi mancava qualcosa alla formazione di Valverde: convinzione, concentrazione, velocità di azione. La squadra è sembrata imprecisa, deconcentrata, macchinosa nella costruzione del gioco. E sopratutto, per la prima volta in questa stagione, si è rivista una formazione disequilibrata che si è fatta trovare impreparata nelle ripartenze dell’Alaves. Come lo scorso anno, dove a fronte di un attacco atomico la squadra era fragile a centrocampo e difesa perché non riusciva a supportare la potenza offensiva del tridente, tanto da subire pericolosi contropiede che mettevano a rischio i risultati delle gare (così si era perso contro il Psg a Parigi e a Torino contro la Juventus, per non parlare dei punti gettati al vento contro avversari di bassa classifica in campionato), così oggi è sembrato di rivedere quella squadra sfilacciata che veniva presa d’infilata dagli avversari che potevano godere di immense e inesplorate praterie davanti a loro. Il goal dell’Alaves messo a segno da Guidetti, e le altre occasioni da rete della squadra di Vitoria, sono giunte proprio in questo modo: sfruttando un pericoloso sbilanciamento della squadra in avanti. In una prima occasione Ter Stegen ha compiuto un miracolo per evitare il vantaggio degli avversari, nella seconda (azione fatta partire da un errato tentativo di anticipo di Piqué che ha sguarnito la retroguardia) il portierone tedesco nulla ha potuto contro il tiro fortunoso dello svedese, che in equilibrio precario ha colpito il pallone con i due piedi, spiazzandolo e rendendo vano ogni suo tentativo di parata. Il Barça si è reso pericoloso in alcune circostanze, sopratutto con tiri da fuori, ma si vedeva che mancava qualcosa nelle gambe e nella testa dei giocatori. Innanzitutto è mancato Jordi a sinistra, e con lui le sgroppate sulla fascia e la connessione con Messi. Ma tutta l’azione della squadra mancava di brillantezza e spontaneità. Non era la solita macchina da guerra super oliata. Dava l’idea che necessitasse di qualche goccia di lubrificante per farla marciare senza esitazioni. Coutinho, alla sua prima da titolare, si è mosso bene. Partendo da destra nel centrocampo a quattro, si è accentrato spesso per ricevere la palla, tentare l’imbucata in area o la conclusione dalla distanza. Libero di muoversi e svariare da destra a sinistra, il brasiliano ha lasciato intravedere tutte le sue qualità, anche se avrà bisogno di trovare il solito Barça per potersi esprimere al massimo.

Nella ripresa, con gli ingressi degli esterni titolari, la squadra ha cercato di cambiare il passo e rendersi più pericolosa accelerando il ritmo dell’azione. Gli uomini di Valverde hanno certamente creato più occasioni da rete e iniziato ad impegnare seriamente la difesa avversaria che è andata in difficoltà con maggior frequenza. Ma tra una parata miracolosa di piede su conclusione di Suarez, un doppio intrvento su Paulinho e un salvataggio nei pressi della linea di porta, sembrava davvero che la gara fosse stregata. Poi, all’improvviso, ecco l’azione di Iniesta sulla sinistra (insolitamente impreciso questa notte) con un meraviglioso cross pennellato per il destro del Pistolero, che al volo, è riuscito a segnare il goal dell’uno a uno. Da quel momento il Barça ha preso definitivamente le redini della gara. Si è auto incentivato e ha spinto con sempre più forza e decisione. Al contrario l’Alaves si è impaurito e non è più riuscito a imbrigliare l’azione blaugrana. Ed è così che su punizione Messi si è ripetuto dopo la gara dell’Anoeta. Se nel primo tempo l’estremo difensore era riuscito in una parata-miracolo su un’altra giocata da fermo dell’argentino, questa volta nulla ha potuto, se non toccare appena la palla prima che si insaccasse alle sue spalle. La rete del vantaggio blaugrana riportava i tre punti a Can Barça, ma non metteva la sordina alle sofferenze della squadra. Gli ultimi minuti sono stati tiratissimi, poiché l’Alaves, coraggiosamente, ha cercato il tutto per tutto, costringendo il Barça ad una difesa strenua di un risultato, che per come è giunto, può essere decisivo nella corsa al titolo. Adesso la cosa importante sarà non sottovalutare le sbavature, le imprecisioni e il mancato equilibrio mostrati questa notte, antichi difetti che parevano ormai relegati agli archivi. Valverde dovrà rileggere con molta attenzione questa gara per evitare che le medesime situazioni possano ripetersi, specie ora che la stagione sta per entrare nella fase decisiva, con le semifinali di Copa del Rey, gli ottavi di Champions, e la parte terminale della Liga.   

 

L’Espanyol denuncia al Barça per le dichiarazioni di Piqué e Busquets. Il Barça preferisce non commentare

Sì sa, i derby sono partite a sé stanti. E spesso non finiscono al triplice fischio arbitrale. Così è per il derby copero di ieri tra Barça e Espanyol. La partita è finita sul campo con la vittoria blaugrana per 2-0 e l’eliminazione dei pericos dalla competizione. Ma, il giorno dopo la gara, dalle parti del Cornella la partita non pare proprio finita. Oggi, infatti, alla sfida si è aggiunto un nuovo capitolo, la denuncia alla Comision Antiviolencia delle dichiarazioni rilasciate da Piqué e Busquets al termine della partita, giudicate discriminatorie, razziste e sopportanti violenza. Alla notizia di queste ultime ore di questa presa di posizione ufficiale della squadra blanquiazul, il Barça ha risposto senza entrare in polemica con il vicino cittadino, dichiarando di non voler entrare in polemiche fini a se stesse e di volersi concentrare sui prossimi impegni di Liga, Copa e Champions. 

Ma cosa avevano detto Piqué e Busquets al termine della partita tanto da dar atto alla denuncia espanolista? Piqué, nel parlare del rivale cittadino aveva usato la frase “Espanyol de Cornellà”, di fatto ubicando la squadra al di fuori delle mure cittadine in un ipotetico perimetro di medievale rimembranza. Come se l’Espanyol, in pratica, non fosse una squadra di Barcelona. E quando al President hanno chiesto di precisare il concetto, lui, candidamente, ha specificato: “Perché sono di Cornellà, no?”  Busquets, dal canto suo, aveva ironizzato sugli accesi festeggiamenti che avevano inscenato i giocatori pericos al termine della gara d’andata, terminata come sappiamo con la vittoria dei padroni di casa per 1-0. Sergi, al termine dell’incontro, ha dichiarato ironicamente che “avevano celebrato come se avessero superato il turno, ma le eliminatorie durano 180′, e gli abbiamo dimostrato di essergli nettamente superiori”.     

Date ufficiali del Barça – Valencia 1/8 febbraio

La Liga ha appena pubblicato orari e date ufficiali delle semifinali. Inizialmente indicate genericamente il 31 gennaio e il 7 febbraio, ora sono stati resi ufficialmente gli appuntamenti delle due partite. Il Barça – Valencia si giocherà il 1 febbraio; il ritorno sarà l’8 febbraio al Mestalla. Entrambe le gare si svolgeranno alle 21:30.

L’altra semifinale tra Leganes e Sevilla si giocherà invece un giorno prima (andata il 31 gennaio e ritorno il 7 febbraio). L’orario sarà sempre il medesimo: ore 21:30 

2-0 Il Barça si qualifica per le semifinali di Copa del Rey

2-0 con reti di Suarez e Messi. I blaugrana regolano così i rivali cittadini e accedono alle semifinali di Copa del rey per la ottava volta consecutiva nel torneo. Le reti degli attaccanti, ormai a segno in coppia da parecchie settimane, non hanno tuttavia spezzato il ritmo e la garra all’Espanyol, che ha continuato a combattere su ogni pallone, oltreché sulle gambe dei giocatori blaugrana, fino al triplice fischio di Matheu Lahoz, più èpreoccupato di ammonire le rimostranze nei suoi confronti che il gioco duro dei pericos. 

Buona la gara degli uomini di Valverde che hanno messo sul terreno di gioco grinta, tecnica, corsa e abnegazione. Oltre al solito calcio fatto di tocchi ravvicinati, triangolazioni e giocate di prima spettacolari.

Da segnalare l’esordio di Coutinho, che ha preso il posto di Iniesta, per quella che si preannuncia una staffetta classica da qui alla fine della stagione. Il brasiliano, accolto da una vera ovazione del pubblico di casa al suo ingresso in campo, si è mosso bene, disimpegnandosi con facilità con i compagni di squadra.

La sorpresa di inizio gara è stata l’impiego do Aleix Vidal, forse un premio di commiato per il giocatore in procinto di lasciare il Barça. L’ex Sevilla ha giocato una buona gara, ed è stato una spina nel fianco della difesa dell’Espanyol. Dai suoi piedi è nato il primo goal, di Suarez, che ha sfruttato un cross vellutato dell’esterno per insaccare di testa in maniera acrobatica. Se dovesse lasciare il Club, Vidal sarà stato comunque un protagonista di questa e della passata stagione in blaugrana. 

Dopo l’eliminazione di Atletico ad opera del Sevilla e del Madrid per mano dei pepineros del Leganes, il Barça ha risposto in maniera autoritaria. Un passaggio del turno, nel momento in cui le due di Madrid si sono fermate in un marasma di polemiche melmose, che serve ulteriormente a segnare quelle che sono le gerarchie indiscutibili e indubitabili di questa stagione.

Vermaelen out tre/quattro settimane

Le prove mediche a cui è stato sottoposto il giocatore belga, uscito al 43′ del primo tempo a causa di un infortunio, hanno evidenziato una lesione muscolare agli ischiotibiali della gamba destra. Il giocatore dovrà restare fuori dai campi di gioco per tre/quattro settimane. Una vera disdetta per il belga, che aveva recentemente ritrovato il posto da titolare dopo l’infortunio di Umtiti e aveva fornito prestazioni super incoraggianti tanto da mettere in dubbio il ritorno tra i titolari del francese al rientro dal suo infortunio. Ieri Vermaelen era stato schierato titolare per la undicesima volta tra tutte le competizioni, e stava offrendo il solito importante contributo.

La speranza è che questo stop, l’ennesimo di una carriera travagliata e taglieggiata dagli infortuni muscolari che hanno impedito uno sviluppo di carriera ad altissimi livelli, non pregiudichi il recupero del ragazzo ai livelli di prestazioni e continuità di quest’ultimo periodo.

Dal punto di vista della squadra, la nota positiva è il ritorno tra gli arruolati di Umtiti, il che non creerà scompensi a Valverde nella creazione di una coppia di centrali affidabili. L’uscita di scena di Mascherano, che in Copa contro l’Espanyol nel ritorno dei quarti di finale giocherà la sua ultima partita in blaugrana, costringerà il tecnico a coinvolgere Yerry Mina in un ruolo maggiormente da protagonista di quanto inizialmente immaginato. Il colombiano fungerà da terzo centrale della squadra in attesa del recupero del difensore belga.

FC Barcelona – Diluvio blaugrana al Benito Villamarin 0-5

Pioggia di stelle e di goals stanotte al Benito Villamarin nella prima partita di Liga del girone di ritorno. Diluvio blaugrana per una partita fenomenale. Di Messi (due), Suarez (doppietta) e Rakitic, che ha aperto le marcature, le reti della serata.

Non è stata una partita semplice. Anzi, il risultato è ingannevole se si pensa che i primi 45′ minuti sono stati estremamente combattuti e sudati. Il Betis ha giocato una partita tutta corsa, grinta, velocità e tecnica. Sin dal primo minuto la squadra sevillana ha aggredito i blaugrana con un pressing altissimo e asfissiante. Questo ha scompaginato i piani preparati da Valverde, anche perché si è trovato ad affrontare uno schema tattico avversario imprevisto. In luogo del 4-3-3, il Betis è stato messo in campo dal suo allenatore con il 3-4-1-2. Ciò ha infastidito non poco l’azione di uscita della palla dall’area di rigore blaugrana con un uomo, Joaquin, incollato a Busquets che non aveva tempo e spazio per ricevere e smistare la palla. In questo modo, con difesa e mediocentro imbrigliati, l’azione è stata fatta iniziare da Ter Stegen con dei lanci lunghi che hanno snaturato il gioco del Barça. Accortosi della variante tattica, Valverde ha iniziato a lavorare attraverso dei passaparola con i suoi giocatori per rimediare a questa sorpresa preparata dall’avversario. I primi 45′ minuti sono stati equilibrati e intensi, degni di una partita di Liga di altissimo livello. Nonostante la pressione altissima dei padroni di casa, la difesa del Barcelona non ha tuttavia corso mai grandi rischi. Il gioco a centrocampo è stato di alta spettacolarità da ambo le parti, con scambi ravvicinati ad altissima velocità in spazi praticamente inesistenti e una pressione forsennata anche da parte di Messi e C. per rispondere alle furie biancoverdi. La battaglia a centrocampo, e la chiave tattica imposta da Quique Setién, ha privato la squadra catalana di efficaci sbocchi offensivi.

Con il primo tempo chiusosi sullo 0-0 e l’infortunio di Vermaelen sul finire della prima frazione di gioco (una tegola per un giocatore che si era ripreso alla grande e stava trovando una continuità di rendimento eccezionale dopo anni di infortuni e ricadute continue), sostituito dal rientrante Umtiti, la ripresa si è aperta come si era chiuso il primo tempo. Betis con la bava alla bocca e il Barça a rispondere con le stesse armi. Alla lunga le contromisure escogitate da Valverde per opporsi agli avversari hanno iniziato a funzionare, la squadra ha trovato più equilibrio, e una giocata corale straordinaria ha segnato la svolta della gara. Dalla difesa all’area avversaria in tre tocchi con una azione impostata dalla sinistra, portata verso il centro e rifinita da Suarez con una apertura magistrale che ha trovato un corridoio per Rakitic sul lato debole del Betis. Il Croato ha sfruttato il primo errore difensivo betico e si è involato verso Adan che nulla ha potuto sulla conclusione rasoterra e precisa del blaugrana. Il goal dell’uno a zero ha cambiato completamente le sorti della gara. Il Barça ha preso il comando della partita, il Betis ha perso tutte le certezze che ne avevano contraddistinto la sua azione fino a quel momento e la classe e le magie di un Messi inmessionante hanno fatto la differenza. Il numero 10 ha cantato e incantato con giocate strappa applausi anche per il pubblico di casa, che al termine di una azione dell’argentino, iniziata nella trequarti difensiva e conclusasi, dopo slalom, dribbling e un tunnel in velocità, in quella offensiva, ha tributato applausi e ovazioni a scena aperta come se fosse stato un giocatore di casa. Da quel momento il Betis non ha più potuto nulla, se non inchinarsi alle spettacolari giocati dei Maestri vestiti di blaugrana. E così, nell’ultima fase della partita, sono giunte le reti di Messi, Suarez, Messi e ancora Suarez, come a volersi spartire equamente i poveri resti di ciò che era rimasto del bellissimo e spavaldo Betis dei primi 45′. 

Questa sera Valverde, Messi e tutta la squadra blaugrana hanno voluto mandare un chiaro segnale a tutti. La sconfitta di Copa del Rey non è stato che il frutto del caso, e nessuno si sogni anche solo un momento che questa squadra stia iniziando a mostrare segni di cedimento. La squadra e il suo spirito sono più forti e saldi che mai. E fra un po’ il tecnico blaugrana potrà contare anche su Coutinho, Dembélé, Iniesta, Paco Alcàcer, tutti sulla via del recupero. Dopo il pareggio dell’Atletico contro il Girona e la sconfitta del Valencia in casa del Las Palmas, ora i punti di vantaggio sugli inseguitori iniziano ad ascendere a distanze siderali, con ben 11 punti sul secondo posto, 14 sul terzo e 19 sul Real Madrid, mestamente quarto in classifica.