FC Barcelona – Messi e Suarez da record battono con sofferenza un Alaves combattivo

Successo importantissimo del Barça questa notte al Camp Nou. Gli uomini di Valverde, capeggiati dal duo da record Messi – Suarez, si sono imposti con grande fatica su un Alaves combattivo che ha impegnato a fondo un Barça mai così in difficoltà in casa in questa stagione. Suarez e Messi (su punizione magistrale dell’argentino), hanno ribaltato l’iniziale vantaggio dei ragazzi di Abelardo siglato da Guidetti.

A volte le partite sulla carta più semplici sono anche le più difficili. Vuoi perché inconsciamente i giocatori prendono sottogamba l’avversario, vuoi perché la squadra più debole cerca di giocare contro la formazione più titolata la partita della vita. Fattostà che a volte capita che partite di questo genere siano causa di imbarazzanti e poco spiegabili scivoloni. E’ proprio quello che stava accadendo questa sera. Valverde aveva messo in guardia i suoi nella conferenza stampa della vigilia, parlando di un avversario da non sottovalutare nonostante gli impegni ravvicinati lo obbligassero a fare alcune rotazioni. Il turn over operato dal tecnico blaugrana ha riguardato i due esterni difensivi Sergi Roberto e Jordi, lasciati inizialmente a riposo. Al loro posto sono scesi in campo Semedo e Digne. Un altro elemento inamovibile è rimasto fuori dagli undici iniziali. Si è trattato di Busquets. Il direttore d’orchestra della fase difensiva e il perno su cui si basa l’azione propositiva, raramente è rimasto fuori dall’11 titolare. Il suo peso specifico in campo è troppo importante per farne a meno. Oggi è capitato. Il suo ruolo in campo è stato svolto da Rakitic, che si è abbassato fino alla linea dei difensori per poi rubare palla e far ripartire l’azione da dietro. Per il resto, con l’eccezione di Coutinho partito titolare, la squadra era la stessa di sempre. Ma, al di là dei nomi, oggi mancava qualcosa alla formazione di Valverde: convinzione, concentrazione, velocità di azione. La squadra è sembrata imprecisa, deconcentrata, macchinosa nella costruzione del gioco. E sopratutto, per la prima volta in questa stagione, si è rivista una formazione disequilibrata che si è fatta trovare impreparata nelle ripartenze dell’Alaves. Come lo scorso anno, dove a fronte di un attacco atomico la squadra era fragile a centrocampo e difesa perché non riusciva a supportare la potenza offensiva del tridente, tanto da subire pericolosi contropiede che mettevano a rischio i risultati delle gare (così si era perso contro il Psg a Parigi e a Torino contro la Juventus, per non parlare dei punti gettati al vento contro avversari di bassa classifica in campionato), così oggi è sembrato di rivedere quella squadra sfilacciata che veniva presa d’infilata dagli avversari che potevano godere di immense e inesplorate praterie davanti a loro. Il goal dell’Alaves messo a segno da Guidetti, e le altre occasioni da rete della squadra di Vitoria, sono giunte proprio in questo modo: sfruttando un pericoloso sbilanciamento della squadra in avanti. In una prima occasione Ter Stegen ha compiuto un miracolo per evitare il vantaggio degli avversari, nella seconda (azione fatta partire da un errato tentativo di anticipo di Piqué che ha sguarnito la retroguardia) il portierone tedesco nulla ha potuto contro il tiro fortunoso dello svedese, che in equilibrio precario ha colpito il pallone con i due piedi, spiazzandolo e rendendo vano ogni suo tentativo di parata. Il Barça si è reso pericoloso in alcune circostanze, sopratutto con tiri da fuori, ma si vedeva che mancava qualcosa nelle gambe e nella testa dei giocatori. Innanzitutto è mancato Jordi a sinistra, e con lui le sgroppate sulla fascia e la connessione con Messi. Ma tutta l’azione della squadra mancava di brillantezza e spontaneità. Non era la solita macchina da guerra super oliata. Dava l’idea che necessitasse di qualche goccia di lubrificante per farla marciare senza esitazioni. Coutinho, alla sua prima da titolare, si è mosso bene. Partendo da destra nel centrocampo a quattro, si è accentrato spesso per ricevere la palla, tentare l’imbucata in area o la conclusione dalla distanza. Libero di muoversi e svariare da destra a sinistra, il brasiliano ha lasciato intravedere tutte le sue qualità, anche se avrà bisogno di trovare il solito Barça per potersi esprimere al massimo.

Nella ripresa, con gli ingressi degli esterni titolari, la squadra ha cercato di cambiare il passo e rendersi più pericolosa accelerando il ritmo dell’azione. Gli uomini di Valverde hanno certamente creato più occasioni da rete e iniziato ad impegnare seriamente la difesa avversaria che è andata in difficoltà con maggior frequenza. Ma tra una parata miracolosa di piede su conclusione di Suarez, un doppio intrvento su Paulinho e un salvataggio nei pressi della linea di porta, sembrava davvero che la gara fosse stregata. Poi, all’improvviso, ecco l’azione di Iniesta sulla sinistra (insolitamente impreciso questa notte) con un meraviglioso cross pennellato per il destro del Pistolero, che al volo, è riuscito a segnare il goal dell’uno a uno. Da quel momento il Barça ha preso definitivamente le redini della gara. Si è auto incentivato e ha spinto con sempre più forza e decisione. Al contrario l’Alaves si è impaurito e non è più riuscito a imbrigliare l’azione blaugrana. Ed è così che su punizione Messi si è ripetuto dopo la gara dell’Anoeta. Se nel primo tempo l’estremo difensore era riuscito in una parata-miracolo su un’altra giocata da fermo dell’argentino, questa volta nulla ha potuto, se non toccare appena la palla prima che si insaccasse alle sue spalle. La rete del vantaggio blaugrana riportava i tre punti a Can Barça, ma non metteva la sordina alle sofferenze della squadra. Gli ultimi minuti sono stati tiratissimi, poiché l’Alaves, coraggiosamente, ha cercato il tutto per tutto, costringendo il Barça ad una difesa strenua di un risultato, che per come è giunto, può essere decisivo nella corsa al titolo. Adesso la cosa importante sarà non sottovalutare le sbavature, le imprecisioni e il mancato equilibrio mostrati questa notte, antichi difetti che parevano ormai relegati agli archivi. Valverde dovrà rileggere con molta attenzione questa gara per evitare che le medesime situazioni possano ripetersi, specie ora che la stagione sta per entrare nella fase decisiva, con le semifinali di Copa del Rey, gli ottavi di Champions, e la parte terminale della Liga.   

 

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