Editoriale – Libellule, non Elefanti!

di Giuseppe Ortu

La partita del FC Barcelona contro il Napoli, nell’andata degli ottavi di Champions League, ha detto una sacrosanta verità. Questa squadra non è solo malata; di più. E’ una squadra nata male, mal costruita e assemblata. Molteplici errori hanno dato vita alla creatura che con mille difficoltà cerca di imporre il suo gioco e il suo nome sugli avversari. Questo Barça fatica enormemente in trasferta contro qualsiasi avversario. Esattamente ciò che è accaduto a Napoli. La squadra italiana non ha aggredito il Barça come accade in Liga nei primissimi minuti, e questo ha permesso a los de Setién di vivere un inizio gara tutto sommato tranquillo. Nonostante ciò, al primo assalto napoletano, gli avversari sono passati. Di contro, nei primi 45′ i blaugrana non hanno mai tirato in porta. Una ragione a tutto questo ci sarà. E infatti c’è. Vediamone i caratteri salienti: mancanza di laterali,  di chispa, velocità e fantasia a centrocampo. Mancanza di movimento senza palla e inserimento. Assenza di cambi di gioco veloci, leggerezza d’animo e movimenti. Mancanza di giocatori da Barça

Il Barça di questa stagione è costruito male. Come un’auto di Formula 1 per la quale sono stati sbagliati i calcoli in galleria del vento, che viene messa in pista senza carico e potenza motore, questo Barça è una clamorosa incompiuta. Ieri abbiamo assistito a una squadra con poca profondità e coraggio. Innanzitutto mancano i laterali che spingano e supportino l’azione offensiva, trasformandosi essi stessi in attaccanti aggiunti. L’ultima Champions vinta risale al periodo in cui il proprietario della corsia destra era ancora Dani Alves. Ieri Semedo, a destra, e Junior, a sinistra, hanno fatto vedere quanto inutili, o meglio dannosi, siano essi per questa squadra. Senza la loro assistenza offensiva, gli inserimenti, i cross, il Napoli ha vissuto in un ventre di vacca trincerandosi dietro e chiudendo ogni accesso centrale. Senza l’apporto dei laterali, gli azzurri non sono stati costretti a allargarsi, cosa che avrebbe consentito l’inserimento di Messi e compagnia. Il Barça è stato concepito da Guardiola con due laterali d’attacco. Senza, la squadra è come un computer a cui mancano i tasti di alcune lettere principali: si accende? Sì; funziona? Tutto sommato sì; ti permette di scrivere un testo? No. Quindi, inutile, bocciato!

A centrocampo sono mancate velocità, cambi di gioco, fantasia e profondità. Rakitic è sembrato un pachiderma. Lento, pesante, macchinoso. Con Arthur in campo la situazione è migliorata. L’ex Gremio sembrava una libellula al confronto con l’elefante Rakitic. Anche Busi, ancora basilare in questo Barça, è troppo compassato e lento. Alcuni suoi errori (iniziano a diventare sempre più frequenti e più importanti) per poco non sono costati altrettanti goal al passivo. Le Champions si vincono con le libellule, non con gli elefanti. Gli Iniesta, Xavi e Busquets di Guardiola insegnano.

In avanti manca il movimento senza palla e la ricerca della profondità per dettare il passaggio. E quando ieri è stata provata, è mancata la precisione nel passaggio. Nel secondo tempo Messi è dovuto tornare a centrocampo per avere palle giocabili e ha cercato di risolvere la questione da solo come fa nell’Argentina. Come si dice: “L’occhio del padrone…”con quel che segue.

Squadra costruita male, si diceva. Dani Alves manca dalla stagione 16-17. Da allora, e sono passate tre stagioni, la secretaría tecnica non è riuscita a porvi rimedio. Sergi Roberto è una soluzione tampone. Va bene se ti trovi scoperto all’improvviso, ma non come soluzione definitiva. Semedo è una vera riserva che in altri tempi non avrebbe mai visto campo se non nel filial. Questa Junta sin dopo il primo anno post Alves avrebbe dovuto porvi rimedio. Ne sono passati tre e ancora non l’hanno capito. In questo periodo della stagione il Barça ha i giocatori contati. Ieri notte nel dopo gara Busquets e Rakitic, e prima ancora Messi, alla vigilia, hanno manifestato la carenza di una rosa numericamente all’altezza. Una squadra costruita male, dunque, ulteriormente impoverita e depauperata nel mercato invernale. Invece che rimpolpare la rosa, si è deciso di vendere. E così le partenze di Carles Pérez, Abel Ruiz, Todibo. Il Barça è una squadra da rivedere concettualmente sotto molti aspetti. Ai titolari serve vera competencia da parte di chi siede nel banquillo o in tribuna. In questa squadra le riserve sono vere riserve. Ma se vuoi vincere la Champions anche qui siede a bordo campo deve essere un campione.

Capitolo allenatore. A Napoli Setién è andato con due attaccanti più Vidal, manifestando poco coraggio e dimostrando di avere paura dell’avversario. Esattamente come Valverde. Nulla di più sbagliato. Se all’avversario dimostri di avere paura, quello ti salta alla gola e ti azzanna. Ieri questo non è accaduto, per fortuna. Ma vedere in campo Rakitic, Vidal, Busquets, e pensare che in panchina sedevano Arthur, Riqui Puig e Ansu Fati è stato duro da digerire. Ieri le riserve stavano in campo; i titolari in panchina. Libellule, non Elefanti!

FC Barcelona – 1-1 Brutto pareggio in trasferta contro il Napoli

di Giuseppe Ortu

Il Barça ha strappato un misero pareggio per 1-1 al San Paolo di Napoli contro la formazione di Gattuso. Un risultato che lascia aperta la qualificazione per la partita di ritorno. Il Napoli è passato in vantaggio con Mertens alla mezzora chiudendo il tempo in vantaggio di una rete. Un primo tempo nel quale il Barça è stato eccessivamente timido, lento e macchinoso nella manovra e il Napoli ben chiuso in difesa. I blaugrana hanno iniziato la gara con quasi il medesimo onceutilizzato nella sfida casalinga contro l’Eibar, con De Jong in campo al posto di Arthur, accomodatosi in panchina e entrato nella ripresa. La squadra di Setién è apparsa sin dall’inizio troppo elefantiaca nella proposizione del gioco. Senza movimento in avanti, ben bloccato dai locali stretti e abbottonati, a chiudere tutti i corridoi centrali, e con i laterali pressoché nulli nella spinta offensiva, ma deficitari anche nella fase difensiva, Messi & Co non hanno trovato il minimo corridoio per far correre la palla. Ecco che l’impostazione dei centrali si scontrava sempre con le linee azzurre. I centrocampisti non avevano spazi in avanti, intasati di avversari, e la manovra era eccessivamente scontata e lenta. Come sempre accade in queste situazioni, quando il gioco ristagna e scema di velocità, la squadra inferiore tecnicamente ha un compito meno arduo da affrontare, oltre a uscirne rafforzata nelle convinzioni e favorita nel posizionamento difensivo. Chiusa di questo discorso, il Barça non ha effettuato neanche un tiro in porta in tutti i primi 45′. Per contro i napoletani, al primo affondo, sono passati. Contropiede, difesa mal posizionata, e tiro a rientrare che ha beffato un incolpevole Ter Stegen.

La ripresa è stata subito più veloce e brillante per gli uomini di Setién. Nonostante siano entrati in campo i medesimi undici, il gioco è stato più efficace e meno noioso. Anche i laterali hanno partecipato leggermente più alla azione offensiva, sebbene ancora in maniera insufficiente. In una delle rare occasioni in cui Semedo si è proposto largo a destra è arrivata la rete del pari. Cross in mezzo per Griezmann che di prima ha calciato in porta battendo Ospina. 1-1. Il Barçaha gestito il gioco con meno difficoltà, anche se non sono mancati i rischi per la porta blaugrana. Busquets ha perso due, tre palloni inammissibili da cui sono nate delle chiare occasioni da rete per il Napoli. In una Ter Stegen è stato miracoloso in un tu per tu con Callejon, nelle altre circostanze le azioni non si sono convertite in rete per un nonnulla.

Messi si è caricato la squadra sulle spalle sia nel primo che nel secondo tempo. Troppo pochi gli spazi nella prima frazione anche per un giocatore come lui, sempre bloccato dopo due, tre uomini saltati; nella ripresa, con maggiori spazi dovuti anche alla maggiore velocità di manovra che ha permesso di evitare la pressione costante degli azzurri, Leo è stato l’anima della squadra. Con le sue giocate ha fatto fare il salto di qualità ai suoi e ha moltiplicato le chance di marcare in attacco. A migliorare la situazione nella ripresa anche l’ingresso in campo di un leggiadro Arthur al posto dell’elefante Rakitic. Il brasiliano ha danzato sul pallone, distribuendo il gioco con facilità e leggerezza. Con lui in campo la situazione è migliorata enormemente, sebbene la squadra non sia riuscita a segnare la rete della vittoria. Ma se nel primo tempo i blaugrana non avevano costruito nulla, nella ripresa le occasioni sono invece fioccate.

Sul finale di gara c’è stato spazio per l’espulsione di Vidal per doppia ammonizione e per un infortunio alla caviglia a Piquè, sostituito da Lenglet al 93′. Busquets, ammonito nel corso della gara, salterà il ritorno per squalifica. Al Camp Nou, il 18 marzo, non ci saranno dunque due dei centrocampisti che hanno giocato oggi. De Jong giocherà nella posizione di Busquets; Arthur, viste le ultime prestazioni, avrà giustamente una maglia da titolare. Quel giorno ci saranno molto probabilmente i ritorni di Jordi, essenziale in questa squadra, e Sergi Roberto.

In conclusione una partita troppo sofferta, sopratutto nel primo tempo, in cui il Barça si è fatto inibire e irretire dal Napoli. Troppe anche le occasioni concesse agli avversari. Questa squadra ha necessità di due laterali importanti, che spingano costantemente e siano due attaccanti in più. In loro mancanza sarà complicato riuscire a trionfare in questa stagione. L’ultima Champions vinta, in effetti, risale al periodo in cui il proprietario del laterale destro era ancora di Dani Alves. Da allora ogni tentativo di trovare un sostituto è fallito clamorosamente. E per una squadra con lo stile di gioco blaugrana avere due laterali di livello Barça è basilare come l’acqua nel deserto. 

FC Barcelona – Messi travolge l’Eibar mentre il Camp Nou chiede le dimissioni di Bartomeu

di Giuseppe Ortu

La partita contro l’Eibar è iniziata con la panolada di ampi settori del Camp Nou condita con le grida di “Bartomeu Dimisión” ed è terminata con una standing ovation per Leo Messi, vero eroe della serata, autore di quattro reti e di giocate spettacolari. Un Messi al suo massimo splendore a far da contraltare a un presidente ai suoi minimi storici, con una richiesta pendente di dimissioni nell’informale riunione di junta di ieri, che sarà resa ufficiale nella prossima, da convocarsi probabilmente giovedì.
Le reti della gara contro l’Eibar sono state realizzate da Messi, autore di quattro marcature, e da Arthur, che ha chiuso la serata con la rete della manita.

Con Messi sull’altare e Bartomeu nella polvere, il Barça era chiamato a dare una serie di risposte: dimostrare che tutta la buriana causata da una junta directiva maldestra che ha portato a una crisi istituzionale senza precedenti, non aveva danneggiato la squadra dal punto di vista sportivo, o i singoli giocatori da quello della tranquillità personale; fare le prove generali per la partita contro il Napoli di Champions, in programma martedì notte; avvisare il Madrid in vista del Clasicodel 1 marzo che l’avversario era più vivo che mai. Come se ciò non bastasse, c’era da proporre il contro sorpasso in classifica ai danni proprio dei blancos (il Madrid giocherà stanotte alle 21:00) e tentare il sorpasso nei goal totali realizzati nella storia della Liga nei confronti del Real Madrid. Non solo, c’era una enorme curiosità di vedere come Leo Messi avrebbe reagito a un digiuno dai goal di ben 4 giornate, e come sarebbe stato l’esordio di Braithwaite, ultimo acquisto proveniente dal Leganés dopo che la secretaria tecnica aveva ceduto sia Carles Pérez che Abel Ruiz. Insomma, tanta carne al fuoco.

Davanti a tutti questi interrogativi il Barça ha dato quasi tutte le risposte vincenti. La partita ha dimostrato con certezza che i problemi istituzionali non hanno intaccato il morale e la traiettoria della squadra, sempre più a proprio agio sotto la guida di Setién. I cinque goal a zero stanno qui a dimostrarlo. Una prestazione, quella del Barça, che serve per avvisare i comandanti dei porti verso i quali la nave blaugrana sta incrociando: Napoli e Madrid. Il Barça c’è ed è più vivo che mai. Chi pensava, e sperava, che il caos di I3 Ventures avesse distratto o pregiudicato il morale della squadra, dovrà velocemente rivedere i suoi piani. Ci sono ancora delle imprecisioni certo, dei passaggi a vuoto nel corso dei 90′. La squadra soffre ancora di qualche calo di intensità e concentrazione, sopratutto nei primi minuti di gara e nella parte centrale della seconda metà di partita. Ma sta apprendendo sempre meglio il Sistema Setién. Gli azulgrana hanno tenuto la porta chiusa per la prima volta dopo quattro sfide consecutive nelle quali avevano incassato la bellezza di sei reti. Non solo il clean sheet. La difesa ha subito anche molto meno rispetto alle precedenti occasioni, dimostrando che la registrazione della fase difensiva sta procedendo nel migliore dei modi.

Un pomeriggio storico quello che si è vissuto al Camp Nou. Il Barça, grazie a queste cinque reti, ha superato il Madridnel novero delle reti totali segnate in Liga. Nella storia della competizione, i blancos avevano superato il Barcelona sin dagli anni ’80-’90, periodo buio barcelonista e fulgido, anche grazie alla Quinta del Buitre, per los merengues. Con l’avvento del Barça ganador di Messi, questo gap, che aveva raggiunto quota -139 nel 1990, si è pian piano ridotto fino a ottenere il segno positivo questa sera, con il +1 a favore del FC Barcelona. 6.151 per il Barça contro i 6.150 per il Madrid. Messi è stato chiaramente basilare in questa rimonta, così come oggi. Non marcava da quattro giornate si diceva, dalla partita contro il Granada, esordio di Quique Setién. Un digiuno di reti, ma non di prestazioni, se è vero che in quelle quattro partite aveva distribuito la bellezza di sei assist per mandare a rete i suoi compagni di squadra. In ogni caso, per tagliare la testa al toro e a scanso di equivoci, oggi il Diez si è voluto mettere in pari. Non segnava da quattro gare? Bene, oggi ha sfoderato un bel poker dalla sua prestazione. Media rimessa a posto, tifosi in visibilio e detrattori a mangiarsi il cappello come Rockerduck nelle infinite storie con Zio Paperone. Nella partita contro il povero e derelitto Eibar c’è stata gloria per tutti, tranne che per la stessa formazione basca e Bartomeu. Anche per Braithwaite. Il danese-guineiano era sotto la lente d’ingrandimento di tutto il barcelonismo, sopratutto dopo che a gennaio erano stati ceduti Carles Pérez e Abel Ruiz. Due della casa per poi andare a spendere 18 milioni per un giocatore del Leganés. Normale che il 28enne fosse il fulcro delle curiosità (e delle malelingue) di tutto il popolo blaugrana. Chissà come saranno fischiate le orecchie al ragazzo nelle ore precedenti alla sfida. Non sappiamo come fossero i suoi battiti cardiaci al momento in cui è stato chiamato da Setién, a riscaldarsi prima, e a entrare in campo poi. Se era emozionato non lo ha dato a vedere. E’ entrato nel cesped al posto di Griezmann, con una curiosa ovazione del Camp Nou, e si è subito ritagliato un ruolo da protagonista. Non sappiamo se sarà come nella più classica fortuna del debuttante, per questo avremo bisogno di altre controprove, ma Braithwaite non è sembrato un intruso a una festa elegante, o uno che passasse lì per caso. Sì è dato da fare, ha servito l’assist per il quarto goal di Messi con una azione caparbia e di buona tecnica in area di rigore, ed è entrato anche nella rete di Arthur. Già così, in appena 18 minuti, ha fatto molto più di Boateng in sei mesi. Un buon inizio. Forza Martin!

FC Barcelona – Richieste le dimissioni di Bartomeu

di Giuseppe Ortu

Questo pomeriggio si è celebrata una riunione directiva straordinaria non ufficiale nella quale si dovevano discutere i provvedimenti da prendere per cercare di ristabilire una crisi istituzionale che sta prendendo, in queste ultime settimane, delle pieghe sempre più preoccupanti. Per fare un parallelismo attuale con i mercati finanziari, il trend del FC Barcelonaè decisamente in rosso e sta precipitando sempre più in una spirale di panico che porta a un sentiment di sfiducia con conseguenti vendite di massa e un crollo verticale del mercato azionario. Se in questa sera Wall Street sta vedendo numeri da profondo rosso nel settore tecnologico, a Barcelona si è celebrata una riunione informale della Junta Directiva del FC Barcelona conclusasi con la richiesta di dimissioni di Bartomeu. Il clima è teso intorno al club per tutta la sequela di accadimenti che hanno messo in evidenza il maldestro comportamento di questo gruppo dirigente. E questa sera lo è stato ancora di più in seno alla junta. Alcuni membri del direttivo avrebbero chiesto le dimissioni di Bartomeu e la indizione di nuove elezioni anticipate al termine della stagione.

Essendo questa celebratasi oggi una riunione informale, non si sono potute prendere delle decisioni ufficiali avente valore vincolante. Conseguentemente si è deciso di indire una nuova riunione della Junta, questa volta avente tutti i crismi protocollari, al fine di proporre ufficialmente la questione delle dimissioni e l’anticipazione delle elezioni presidenziali a questa estate. Ricordiamo che il mandato della Junta in carica è valevole fino al 2021. La convocazione della prossima Junta straordinaria avrà luogo nei prossimi giorni, probabilmente giovedì prossimo. Una apertura ufficiale di una crisi a stagione in corso è ovviamente non consigliabile per tutti gli sviluppi negativi e gli strascichi che una situazione di quel genere potrebbe comportare anche a livello sportivo (candidati presidente con nuovi progetti, nuovi allenatori, giocatori ecc). L’unica soluzione al momento auspicabile per mettere fine a una crisi istituzionale senza precedenti, almeno dal 1988, è quella di portare a termine questa stagione e celebrare le nuove elezioni che possano portare pace e serenità, a livello istituzionale e sportivo al FC Barcelona.

FC Barcelona – Bartomeu anche contro il City!

di Giuseppe Ortu

Non bastano i grattacapi che questa junta sta creando al club e all’armonia della squadra e dei soci sparsi in ogni punto del globo. Non è sufficiente la serie di topiche madornali poste in essere dai suoi membri tanto da convertire questa Junta Directiva nella peggiore che il FC Barcelona abbia mai avuto, o quanto meno in quella che ha fatto più parlare di sé; e non per vittorie e trofei conquistati. Non bastano le incertezze e indecisioni della Secretaria Tecnica nel mercato giocatori e allenatori, i giocatori sbagliati, quelli che non si è riusciti a comprare dopo averli bloccati, il perduto appeal di un club che ha smesso di essere il faro, il riferimento, il punto di arrivo indispensabile per ogni grande calciatore. Non bastano le parole a sproposito di Abidal che creano onde infide come un sasso lanciato in un placido specchio d’acqua o lo sgretolamento dell’immagine causato dall’Affaire I3 Ventures

A Bartomeu tutto questo non deve essere sembrato niente dato che è entrato a gamba tesa nelle questioni interne di un altro club, il Manchester City in merito a questioni che non lo riguardavano affatto. In genere, per un discorso di classe, stile ed educazione, non si dovrebbe mai mettere il naso in casa d’altri. Se non per buone maniere (per dirla chiaramente non sono affari di Bartomeu, della Junta e del FC Barcelona), almeno per evitare di essere azzannati da qualche cane da guardia che potrebbe esserci nel giardino altrui. Tali questioni riguardano esclusivamente le due parti in causa: il City e la Uefa. E nessun altro.

Così sostanzialmente ha detto Pep Guardiola a Bartomeu quando ha saputo che il mandatario blaugrana aveva apertamente appoggiato la decisione del massimo organismo del calcio europeo nel confronti dei citizens. Pep, già infastidito dall’essere chiamato in ballo nell’Affaire I3 Ventures, il cui nome era stato compreso nel famoso fascicolo dei post fake che sarebbe stato costituito e consegnato, secondo la ricostruzione della Cadena SER, alla Junta come prova del lavoro eseguito, non si è fatto sfuggire l’occasione per rispondere piccato a Bartomeu, dichiarando in maniera educata (lui sì), ma sibillina, di stare attenti a festeggiare troppo, giacché non non si sa cosa il futuro possa riservare. Del tipo: “Occhio che la Uefa non rivolga lo sguardo anche verso di te”.

L’Antipatico – Messi nel sacco come pivelli

di Giuseppe Ortu

 La situazione che l’affaire I3 Ventures ha portato alla luce mette in evidenza un duplice profilo della Junta del FC Barcelona. Un po’ come Giano Bifronte, a seconda di come si voglia osservare questa faccenda, questa Junta risulta diavolo o santo. Demoniaca per sposare la tesi d’accusa lanciata dalla Cadena SER; angelica per supportare la tesi difensiva di Bartomeu. Non ci sono altre alternative. “Delle due l’una” diceva con moto di rimprovero un vecchio professore di procedura penale quando, in sede d’esame, davi una risposta e poi ti correggevi dando la risposta corretta dopo aver notato la sua espressione corrucciata.

 Messo davanti alle accuse mosse riguardo alla questione I3 Ventures, Bartomeu ha dichiarato di non aver mai conferito alla suddetta società l’incarico di danneggiare e screditare alcuno, e che ciò è avvenuto a totale insaputa della Entità e della Junta Directiva. Detta cosa è allarmante quanto (o forse più) se I3 Ventures fosse stata ingaggiata proprio a quello scopo precipuo.

Posto che sussiste la presunzione di innocenza, che noi sposiamo non solo per studi e formazione, ma per massimo garantismo, in base alla quale ognuno è innocente fino a prova contraria, e fino a sentenza passata in giudicato, vogliamo sposare in toto le giustificazioni di Bartomeu. Ma così posta la questione siamo comunque davanti a una Junta che viene gabbata da una I3 Ventures qualunque, messa nel sacco, fregata come un ingenuo scolaretto di prima elementare a cui viene sottratta la merenda dalla borsa senza che se ne accorga. Povera creatura innocente e sprovveduta direte voi! Appunto.

Conseguentemente, se persino la I3 Ventures è in grado di farla sotto il naso a tutta la Junta, chissà cosa saranno in grado di fare altri soggetti, club, agenti, procuratori con il pelo sullo stomaco, ben più scafati di una I3 Ventures qualsiasi. Per incarichi così importanti e delicati come dirigere il club blaugrana, certamente il più importante club al mondo (o uno dei due/tre più importanti), servono persone esperte, abili negoziatori, persone dall’alta capacità politica e diplomatica, non chiunque si faccia giocare a questo modo da una sconosciuta e oscura società di media data come la I3 Ventures. Altrimenti grazie all’apertura di un varco temporale, si potrebbe far tornare presso di noi ed eleggere come presidente e membri della giunta, Groucho, Harpo e Chico Marx. Farebbero probabilmente i medesimi pasticci di Bartomeu & Co, ma almeno ti farebbero ridere, mettendoti di buonumore e rendendoti la vita un mondo migliore.   

FC Barcelona- Braithwaite nuovo blaugrana

di Giuseppe Ortu


Il FC Barcelona ha chiuso l’acquisto di Braithwaite, l’attaccante di 28 anni del Leganés che dovrà sostituire Ousmane Dembélé dopo il grave infortunio subito al tendine del bicipite femorale della gamba destra è stato acquistato nel pomeriggio di oggi. Per lui è pronto un contratto di due anni e mezzo. Trattandosi di una lesione di lunga durata, oltre i 5 mesi, la Liga aveva dato il benestare per l’acquisto di un giocatore in sostituzione anche se fuori dai termini di mercato. Unica condizione che fosse un calciatore della Liga o svincolato. Dopo un casting che ha coinvolto una serie di attaccanti, via via scartati, alla fine la scelta si è ridotta a due figure: Angel del Getafe e Braithwaite del Leganés. La scelta ultima è caduta sul danese-guyanese pepinero. Il suo profilo, maggiormente polivalente rispetto a Angel, puramente un nove, si adatta meglio alle esigenze del club blaugrana posto che, per necessità, potrà ricoprire sia il ruolo di punta centrale che di attaccante esterno. In questa stagione ha segnato otto reti così ripartite: 6 in Liga e 2 in Copa del Rey. Il nuovo giocatore si incorporerà al consunto azulgrana domani mattina dove parteciperà alla sessione di allenamento mattutina prevista alle ore 11:00. Per il giocatore è stata pagata la clausola rescissoria di 18 milioni, posto che il Leganés, non avendo altri attaccanti in squadra, a gennaio era stata ceduta l’altra punta a disposizione, non era disposta a intavolare alcuna trattativa. Martin Braithwaite non suscita grande entusiasmo tra la aficion del club, e non poteva essere diversamente trattandosi di un elemento che in nessun altro caso il Barça avrebbe acquistato. Un sondaggio lampo messo in rete dal diario Mundo Deportivo vede una percentuale pari all’80% di supporters blaugrana che si sono schierati contro questo acquisto.

Domani all’allenamento del matinal vedremo anche un’altra faccia nuova in prima squadra. Si tratta di Akieme, laterale sinistro del filial che si aggregherà alla prima squadra per la lesione agli adduttori di Jordi sofferta nella prima parte della gara disputata in casa contro il Getafe nel pomeriggio di sabato. Il laterale titolare dovrà stare ai box per 2-3 settimane e si perderà l’andata degli ottavi di Champions contro il Napoli. Akieme, 22enne canterano, ha doppio passaporto, spagnolo e della Guinea Equatoriale. Alto 1,75, il ragazzo è un tutto sinistro di buona velocità e tecnica. E’ dotato di buon scatto e progressione e ha suscitato una buona impressione nelle giovanili. La curiosità della giornata è che il ragazzo nel Barça B gioca con il numero 18 sulla maglia, guarda caso il medesimo numero indossato da Jordi in prima squadra. Da un 18 a un altro 18. L’assist c’è. Vedremo se anche in campo ci saranno altre similitudini tra il campione e il ragazzo.

Editoriale – La I3 Ventures fa calare il sipario su questa junta

di Giuseppe Ortu

Se fossimo a teatro il sipario calerebbe su una farsa tragicomica, una di quelle rappresentazioni che non lascerebbero il segno se non per i fischi assordanti del pubblico al termine dello spettacolo. Purtroppo questa non è finzione o scena, ma una sconcertante realtà.

Il FC Barcelona sembra che non riesca a restare fuori dai guai, dalle polemiche e dal marasma generale. Continua a commettere errori su errori, e nella frenesia di recuperare dagli sbagli precedenti, ne commette di nuovi e più grossolani. No, non stiamo parlando della squadra; nossignore! Ci stiamo riferendo al club, alla Junta Directiva. Una tal carrettata, vagonata e quantità di passi falsi non si era, forse, mai vista in una directiva e in una sola stagione. Sembra quasi che questi signori creino disastri ad ogni passo e ogni qualvolta aprono bocca. Ahhhh… la vecchia politica del non dire niente, del restare a bocca chiusa, abbottonati. Quanto rimpiangiamo, noi soci, aficionados, giornalisti che seguono quotidianamente le sorti del club blaugrana di C/Aristide Maillot quei vecchi dirigenti di poche parole, quei politici di lungo corso e grande esperienza che emettevano laconici comunicati. Poche parole ponderate e, sopratutto, intelligenti; quegli agenti dei film di spionaggio che, interrogati, rispondono solo con nome e grado. Quanto hanno da imparare anche da quel famoso dialogo de Il Padrino quando, in una riunione allargata, Don Vito Corleone disse a Sonny: “Mai dire a una persona estranea alla famiglia quello che c’hai nella testa”. Parole sante! Se a Can Barça imparassero l’arte del silenzio! “Quando non sai una cosa stai zitta e sorridi. Non sembrerà molto intelligente, forse, ma almeno eviterai di fare danni” Nikita docet.

Ora i nostri eroi, i dirigenti del FC Barcelona insomma, non riescono a restare fuori dai guai. Proprio come quei bambini discoli e scavezzacollo che non riescono a evitare di inzupparsi i calzoni nuovi nel fango o rubare la marmellata dalla dispensa. Dopo il disastro di Abidal, ricucito alla bella meglio con un po’ di diplomazia bignamesca da Bartomeu,adesso, a distanza di poco tempo, ecco giungere un’altra scossa tellurica da far tremare nuovamente le fondamenta del barcelonismo e dello spogliatoio. Si tratta della questione I3 Ventures SL, la società di Madrid che si occupa di gestire, creare movimenti di opinione nelle reti sociali e strategie di comunicazione e marketing. Questa società, che il FC Barcelona ha messo sotto contratto per la modica cifra di un milione di euro al fine di tenere sotto controllo le sue reti sociali e verificare il movimento di opinione che il club genera, sia in senso positivo che negativo, avrebbe creato una campagna diffamatoria e gettato una cortina di discredito nei confronti di oppositori della Junta Directiva, prossimi candidati alla presidenza, dirigenti, giocatori, ex calciatori del club, personaggi vari che in qualche modo possano porsi in contrasto con l’attuale gruppo dirigenziale. Il tutto posto in essere tramite una serie di notizie false e fuorvianti pubblicate in account spia e fake creati dalla I3 Ventures SL. E’ curioso, come detto, che questa società abbia sede a Madrid.

I fatti contestati al club da Radio Barcelona della Cadena Ser, sono di una gravità eccezionale. Il FC Barcelona ha immediatamente smentito che il contratto con la I3 Ventures avesse come scopo recondito quello di diffondere notizie insultanti, infamanti, al fine di mettere in cattiva luce certi personaggi e screditarli agli occhi del pubblico. Il contratto che legava il FC Barcelona e la I3 Ventures SL è stato immediatamente risolto.

Se la notizia che l’intento del Barça di colpire personaggi non graditi alla attuale Junta fosse vero, saremmo davanti a una campagna mistificatoria in stile dell’intervento russo nella corsa alla Casa Bianca, tendente a favorire Donald Trump e a gettare discredito su Hillary Clinton, danneggiando la sua corsa presidenziale. Sebbene in tono minore, tutta questa storiaccia riporta alla mente il visionario pensiero di George Orwell riportato nelle sue due opere La fattoria degli animali e 1984. Non solo, ma una caccia alle streghe di tal fatta non ci esime di ricollegarci nientemeno che al Maccartismo. Insomma, una storia davvero di una squallida meschinità.

Tra i personaggi colpiti dalla campagna tendente a estromettere dalle simpatie e dalle grazie del barcelonismo ci sono nomi del calibro di Xavi, Messi, per il tramite di un post riguardante la moglie, Piqué, Victor Font (candidato alle prossime elezioni presidenziali), Puyol, Jaume Roures (attivista politico, uomo d’affari, Ceo di Mediapro, produttore cinematografico), Guardiola, Puigemont, Quim Torra e Junqueras. Insomma, un esercito di personalità di ogni estrazione e settore sociale della Catalunya. Gli account Facebook e Twitter usati da I3 Ventures per screditare queste persone sono diversi: Respeto y Deporte, Sport Leaks, Alter Sport, Justicia y Dialogo en el Deporte, Jaume – un film de terror, Més que un club.

Se per il FC Barcelona questa campagna denigratoria, documentata da tutta una serie di post in possesso di Radio Barcelona e della Cadena Ser, è avvenuta a insaputa della Junta, eccedendo i limiti dell’incarico conferito a I3 Ventures SL, per i suoi accusatori, vale a dire la Cadena Ser, questo sarebbe stato, invece, lo specifico obiettivo a cui avrebbe teso il FC Barcelona affidando l’incarico alla società di Madrid. Lo scopo precipuo sarebbe stato proteggere la figura di Bartomeu e della sua Junta, e screditare ogni e qualsivoglia oppositore (diretto o indiretto) alla sua reggenza. La Cadena Ser va oltre, arrivando a dire di essere in possesso di un dossier  che la I3 Ventures avrebbe fatto pervenire al club per attestare tutta l’attività di screditamento effettuata.

La I3 Ventures, da parte sua, dichiara che “è assolutamente falso che il contratto con il Barça prevedesse la creazione di contenuti offensivi e squalificanti contro persone, sportivi e imprenditori”. Sostiene, inoltre, che nessuno degli account citati è di sua proprietà o da essa gestito. Tuttavia il dossier presentato da la Cadena Ser ha messo in chiaro rapporto la I3 Ventures con almeno uno degli account citati, Respeto y Deporte.

Questa la storia che sta dietro al Barçagate. Adesso vediamo alcune riflessioni che nascono da tutta questa brutta, orribile storia che racconta di colpi bassi, meschinità, ipocrisie, e rievoca complotti orditi dietro gli angoli bui delle corti europee del 1300/1400. Il FC Barcelona, non appena uscita la notizia, ha rapidamente sostenuto che I3 Ventures non aveva alcun rapporto diretto con gli account incriminati, ma che, se avesse scoperto il contrario, avrebbe immediatamente risolto il rapporto di collaborazione con la medesima. Domanda: perché parlare ed esporsi a favore di una impresa che agli occhi di tutti sta danneggiando il tuo stesso club? Mistero! Dichiarazione maldestra e frettolosa questa del club, tanto che quando è stata chiara la paternità di almeno uno degli account, il club ha dovuto velocemente fare marcia indietro, incassare il colpo e rescindere il contratto che lo legava con I3 Ventures.
Ma una delle domande più importanti e basilari è: qui prodest? Chi ottiene il maggiore vantaggio da questa situazione? Che interesse avrebbe avuto mai la I3 Ventures a screditare, danneggiare e ledere l’immagine di personaggi dentro e fuori il club, di oggi e del passato, comunque tutti inevitabilmente legati al barcelonismo? Questa è una domanda che, al momento, è di difficile risposta, sopratutto perché solitamente, non si tende a mordere la mano che ti dà da mangiare, tanto meno se quella mano ti sta dando un milione di euro!

Tutte queste domande portano a una serie di risposte che comportano un serio danno di immagine al FC Barcelona, l’ennesimo di questa stagione barcollante, costellata di parole, grida e scossoni più che di goal, vittorie e trionfi. Anche solo un sospetto simile genera una enorme macchia che offusca ogni cosa la squadra riesca a conseguire in questo periodo e in stagione. Questa Entità ha scelto una strada impervia da perseguire, un percorso in saliscendi come il trend di una azione altamente volatile, fatto di salite, bruschi crolli e timidi recuperi. Che siano in buona o mala fede non muta più di tanto il discorso. A volte l’ingenuità, l’impreparazione può essere colpevole quanto la colpevolezza. Anche solo affidarsi a persone o gruppi che poi si rivelano fallaci è un torto non accettabile a questi livelli. In ogni caso questo è il vero sipario per questa Junta guidata da Bartomeu. Adesso non servono gesti clamorosi, ma unione, morigeratezza e silenzio. Da ora i poi, fino a fine stagione, la Junta non dovrebbe più emettere un solo fiato, per poi, a stagione conclusa, presentare le dimissioni nella propria totalità. Anche perché, citando Giovanni Manzoni di Cose Nostre –  Malavita di Luc Besson, un gioiellino del cinema noir, “Talvolta fare niente rende colpevoli quanto aver fatto un mucchio di cose”.   

FC Barcelona – Dembélé in campo non prima di Novembre 2020

di Giuseppe Ortu

Giorni caldi e di decisioni importanti a Barcelona. Gli infortuni di Suárez prima, e di Dembélé dopo, hanno stravolto i piani sportivi, e economici, del FC Barcelona. Il club ora deve preparare la sostituzione tampone dei due attaccanti e pianificare il prossimo mercato estivo.

Dembélé è stato operato in Finlandia dal dott Lempeinen. Il medico ha stimato il recupero, la riabilitazione e il ritorno all’attività agonistica del giocatore francese in sei mesi. Dembélé, quindi, ritornerà all’attività agonistica non prima di agosto 2020. Ma ciò non significa che da quella data il ragazzo possa iniziare a giocare partite ufficiali che richiedono il massimo sforzo. I tempi per rivederlo in campo sono ancora più lunghi. Il francese, infatti, ritornerà a disposizione della squadra a pretemporada avanzata, con la squadra che, a quel punto, avrà sulle gambe già tutta la preparazione estiva.

Come ormai noto, Dembélé aveva sofferto nel 2017 di un analogo infortunio, la rottura del tendine del bicipite femorale, ma alla gamba sinistra. Qui stiamo parlando, invece, della gamba destra. L’intervento è riuscito perfettamente e il dottor Lempeinen si è mostrato molto soddisfatto dell’esito. Circa il rischio di ricadute, posto che il giocatore è facile agli infortuni (solo in questa stagione il numero è asceso a cinque che gli hanno consentito di giocare solo cinque gare su 19in Liga e quattro su sei in Champions), il chirurgo ha dichiarato che confida nella capacità dello staff medico blaugrana per essere cauti e “che farà tutto il possibile perché cada in una nuova lesione”. Il medico ha anche aggiunto che seguirà di persona la rieducazione del ragazzo.

Situazione delicata, dunque, tenendo conto della fragilità muscolare del calciatore, dell’esigenza del club di poter nuovamente contare con il suo attaccante e del fatto che il ragazzo rientrerà praticamente a preparazione estiva quasi terminata. Per lui, quindi, sarà necessario un programma di allenamenti e preparazione fisica differente dal resto della squadra che lo lascerà indietro nel lavoro muscolare rispetto ai compagni. Ciò comporterà, inevitabilmente, anche un inizio ritardato di qualche mese della sua stagione ufficiale. Alla fine, tra una cauta ripresa, e una attenta e calibrata preparazione fisica, non rivedremo Dembélé in campo prima di novembre 2020.

FC Barcelona – Il Barça batte il Betis, l’arbitro e il Var. 3-2 al Villamarin

di Giuseppe Ortu

Il Barcelona batte 3-2 il Betis al Benito Villamarin in una partita epica e continua a inseguire il Madrid che nel pomeriggio aveva battuto a Pamplona l’Osasuna, in rimonta, con il risultato di 4-1. I blaugrana hanno battuto i betici grazie alla doppia rimonta operata da De Jong, Busi e Lenglet. Vantaggio dei verdiblancos su calcio di rigore dopo appena quattro minuti per fallo di mano di Lenglet (ammonito). Subito sotto, i blaugrana, oggi con la camiseta amarilla e banda diagonale azulgrana, hanno risposto immediatamente con la rete di De Jong su assist di Messi (alla fine saranno tre). L’ex Ajax ha realizzato una rete nel più puro stile cruyffista. Recuperata palla a centrocampo, ha smistato di esterno destro dopo una serpentina tra maglie avversarie e ha puntato l’aria di rigore, dove ha ricevuto una deliziosa palla alta da Leo. Frenkie ha stoppato di petto e trafitto, al volo, il portiere in uscita. 1-1 e tutto da rifare. Ma la partita era lungi dall’essere domata e aveva ancora molto da dire. Al 26′ nuovo vantaggio dei padroni di casa con Fekir. Vidal, negativa la sua prestazione, ha perso palla nel cerchio di centrocampo con la squadra in uscita, facendo trovare la propria retroguardia completamente esposta. Sull’azione di Fekir, Umtiti ha esitato nella chiusura lasciando all’attaccante del Betis lo spazio e il tempo per la battuta a rete. Dopo il secondo svantaggio la squadra di Setién è andata spesso in difficoltà a centrocampo e in difesa, dando una sensazione di insicurezza e fragilità. Sul finire di tempo, nel recupero della prima parte, Busquets,ancora su assist di Messi, è riuscito a riagguantare avversari e risultato.

Nella ripresa il sorpasso decisivo. Messi, su punizione, ha pennellato un pallone perfetto per la testa di Lenglet che ha spiazzato Robles insaccando il pallone della vittoria. Ambo le squadre sono rimaste con dieci uomini in campo per le espulsioni per doppia ammonizione di Fekir (fallo e proteste) e Lenglet (fallo in entrambi i casi). Solita attuazione scandalosa del Var che ha negato un doppio chiaro rigore ai colori blaugrana per evidenti falli su Arthur e Messi. Sopratutto l’intervento sul Diez grida vendetta e merita una seria riflessione sulla funzione dello strumento di video arbitraggio in Spagna. Se si esclude l’utilizzo a favore del Madrid, che serve per togliere le castagne dal fuoco al club di Florentino, e come respingente ferroviario nei confronti del Barça per facilitare ancora di più la funzione di spinta progressiva a favore dei blancos, il Var non ha veramente più motivo di esistere in Liga. Per chiarire sull’enormità della topica del Var, basta dire che nei minuti finali di gara, con il Barça in vantaggio di una rete sul marcatore, Messi si è incuneato in area di rigore, e dopo aver saltato Bartra e essersi presentato solo davanti al portiere, è stato agganciato, cinturato e strattonato dal ritorno del difensore che ha materialmente impedito all’argentino di calciare a rete. Un fallo di una chiarezza talmente limpida, cristallina, che non solo il mancato fischio arbitrale, ma sopratutto il non intervento della tecnologia fanno veramente pensare che in Spagna il Var sia veramente solo una ipocrita facciata. Abbracciare la tecnologia per garantire la regolarità delle gare, e poi spegnere le apparecchiature, chiudere gli occhi, o stare con le spalle ai monitor, è solamente la più grossa ipocrisia della storia del calcio degli ultimi decenni. Il Var è diventato ormai come la squadra delle tre scimmiette: non sentono, non vedono, non parlano. Praticamente una inutilità assoluta e una ruberia tecnologica in alta definizione.

Oggi il Barça ha chiaramente dovuto combattere contro il Betis, l’arbitro, e la fantomatica squadra del Var, presente e attenta in occasione del fallo di mano di Lenglet per l’uno a zero per i padroni di casa, e tutti al bar, o alla toilette, negli episodi sopra descritti che hanno visto, sfortunati e defraudati protagonisti, Arthur e Messi. Detto delle colpe del Var, ormai trasformato nella pantomima di se stesso, o nel famoso Consiglio dei 10 assenti di fantozziana memoria, apriamo il capitolo riguardante le colpe e le manchevolezze della formazione di Setién.    

Il Barça è una squadra ancora malata. Lo si vede da tanti dettagli. Sopratutto nel primo tempo. Manca di compattezza e omogeneità nei movimenti. Uno di questi elementi è l’aspetto mentale. Il Barça, sopratutto in trasferta, perde in sicurezza. Stanotte abbiamo visto una formazione timida, impaurita, che subisce le aggressioni impetuose degli opponenti sotto forma di pressing alto. Invece che imporre, con la calma dei forti, la propria personalità e tecnica, facendo valere prestigio, esperienza, reputazione e classe, la squadra va in difficoltà come un timido scolaretto al primo giorno di scuola. Accetta la sfida sul piano meramente fisico e va in difficoltà sulla pressione avversaria. Il Betis ha fin dai primi minuti imposto un ritmo molto alto, pressando fino al limite dell’area blaugrana. Il Barcelona, con evidenti problemi fisici che non gli permettono di tenere sempre le linee unite e ravvicinate, oltre a uno scadimento tecnico di molti degli undici in campo (sopratutto i laterali e i centrali – oggi Semedo, Junior e Umtiti escono sentenziati da questa gara), non è riuscito a gestire il possesso di palla difensivo con calma e padronanza. Sempre qualche incertezza di troppo, un passaggio non preciso al millimetro, o una eccessiva fretta nella giocata. In ogni modo l’uscita della palla dalla zona di difesa blaugrana era sempre difficoltosa. Rallentata dalla pressione betica, i centrocampisti e attaccanti del Barça erano spesso costretti a ricevere palla, non fronte alla metà campo avversaria, ma spalle alla porta da offendere. In queste circostanze la manovra veniva strozzata sin dalle prime battute, o ne veniva eccessivamente frenata. Tali difficoltà si sono viste anche sulle rimesse di Ter Stegen. L’allenatore del Betis ha preparato la partita affinché si pressasse sui centrali e laterali, obbligando l’uscita del pallone dall’arena barcelonista solo attraverso i piedi del portiere. Il tedesco, abile nel tocco di palla, era costretto a cercare i centrocampisti, o gli attaccanti, con precisi passaggi rasoterra. Questa spesso unica manovra a disposizione, obbligava il ricevente a dare le spalle alla metà campo avversaria, permettendo il pressing da tergo e avendo come unica misura a disposizione, lo scarico all’indietro. La manovra del Barcelona risultava così vieppiù rallentata e prevedibile. Questa tattica degli avversari, a cui Setién deve studiare le contromosse, era stata utilizzata in questa stagione anche dal Madrid nel classico di andata e dall’Atletico nella recente gara di Supercopa. 

Setién ha ritrovato la vittoria in trasferta (mancava dal 1 dicembre, vittoria per 1-0 al Wanda in campionato), però ha davanti a sé una montagna di grattacapi tattici da risolvere. Il tempo stringe e gli impegni incombenti richiedono soluzioni e contromisure immediate. Speriamo che questa lotta contro il tempo possa avere successo.