FC Barcelona – Messi travolge l’Eibar mentre il Camp Nou chiede le dimissioni di Bartomeu

di Giuseppe Ortu

La partita contro l’Eibar è iniziata con la panolada di ampi settori del Camp Nou condita con le grida di “Bartomeu Dimisión” ed è terminata con una standing ovation per Leo Messi, vero eroe della serata, autore di quattro reti e di giocate spettacolari. Un Messi al suo massimo splendore a far da contraltare a un presidente ai suoi minimi storici, con una richiesta pendente di dimissioni nell’informale riunione di junta di ieri, che sarà resa ufficiale nella prossima, da convocarsi probabilmente giovedì.
Le reti della gara contro l’Eibar sono state realizzate da Messi, autore di quattro marcature, e da Arthur, che ha chiuso la serata con la rete della manita.

Con Messi sull’altare e Bartomeu nella polvere, il Barça era chiamato a dare una serie di risposte: dimostrare che tutta la buriana causata da una junta directiva maldestra che ha portato a una crisi istituzionale senza precedenti, non aveva danneggiato la squadra dal punto di vista sportivo, o i singoli giocatori da quello della tranquillità personale; fare le prove generali per la partita contro il Napoli di Champions, in programma martedì notte; avvisare il Madrid in vista del Clasicodel 1 marzo che l’avversario era più vivo che mai. Come se ciò non bastasse, c’era da proporre il contro sorpasso in classifica ai danni proprio dei blancos (il Madrid giocherà stanotte alle 21:00) e tentare il sorpasso nei goal totali realizzati nella storia della Liga nei confronti del Real Madrid. Non solo, c’era una enorme curiosità di vedere come Leo Messi avrebbe reagito a un digiuno dai goal di ben 4 giornate, e come sarebbe stato l’esordio di Braithwaite, ultimo acquisto proveniente dal Leganés dopo che la secretaria tecnica aveva ceduto sia Carles Pérez che Abel Ruiz. Insomma, tanta carne al fuoco.

Davanti a tutti questi interrogativi il Barça ha dato quasi tutte le risposte vincenti. La partita ha dimostrato con certezza che i problemi istituzionali non hanno intaccato il morale e la traiettoria della squadra, sempre più a proprio agio sotto la guida di Setién. I cinque goal a zero stanno qui a dimostrarlo. Una prestazione, quella del Barça, che serve per avvisare i comandanti dei porti verso i quali la nave blaugrana sta incrociando: Napoli e Madrid. Il Barça c’è ed è più vivo che mai. Chi pensava, e sperava, che il caos di I3 Ventures avesse distratto o pregiudicato il morale della squadra, dovrà velocemente rivedere i suoi piani. Ci sono ancora delle imprecisioni certo, dei passaggi a vuoto nel corso dei 90′. La squadra soffre ancora di qualche calo di intensità e concentrazione, sopratutto nei primi minuti di gara e nella parte centrale della seconda metà di partita. Ma sta apprendendo sempre meglio il Sistema Setién. Gli azulgrana hanno tenuto la porta chiusa per la prima volta dopo quattro sfide consecutive nelle quali avevano incassato la bellezza di sei reti. Non solo il clean sheet. La difesa ha subito anche molto meno rispetto alle precedenti occasioni, dimostrando che la registrazione della fase difensiva sta procedendo nel migliore dei modi.

Un pomeriggio storico quello che si è vissuto al Camp Nou. Il Barça, grazie a queste cinque reti, ha superato il Madridnel novero delle reti totali segnate in Liga. Nella storia della competizione, i blancos avevano superato il Barcelona sin dagli anni ’80-’90, periodo buio barcelonista e fulgido, anche grazie alla Quinta del Buitre, per los merengues. Con l’avvento del Barça ganador di Messi, questo gap, che aveva raggiunto quota -139 nel 1990, si è pian piano ridotto fino a ottenere il segno positivo questa sera, con il +1 a favore del FC Barcelona. 6.151 per il Barça contro i 6.150 per il Madrid. Messi è stato chiaramente basilare in questa rimonta, così come oggi. Non marcava da quattro giornate si diceva, dalla partita contro il Granada, esordio di Quique Setién. Un digiuno di reti, ma non di prestazioni, se è vero che in quelle quattro partite aveva distribuito la bellezza di sei assist per mandare a rete i suoi compagni di squadra. In ogni caso, per tagliare la testa al toro e a scanso di equivoci, oggi il Diez si è voluto mettere in pari. Non segnava da quattro gare? Bene, oggi ha sfoderato un bel poker dalla sua prestazione. Media rimessa a posto, tifosi in visibilio e detrattori a mangiarsi il cappello come Rockerduck nelle infinite storie con Zio Paperone. Nella partita contro il povero e derelitto Eibar c’è stata gloria per tutti, tranne che per la stessa formazione basca e Bartomeu. Anche per Braithwaite. Il danese-guineiano era sotto la lente d’ingrandimento di tutto il barcelonismo, sopratutto dopo che a gennaio erano stati ceduti Carles Pérez e Abel Ruiz. Due della casa per poi andare a spendere 18 milioni per un giocatore del Leganés. Normale che il 28enne fosse il fulcro delle curiosità (e delle malelingue) di tutto il popolo blaugrana. Chissà come saranno fischiate le orecchie al ragazzo nelle ore precedenti alla sfida. Non sappiamo come fossero i suoi battiti cardiaci al momento in cui è stato chiamato da Setién, a riscaldarsi prima, e a entrare in campo poi. Se era emozionato non lo ha dato a vedere. E’ entrato nel cesped al posto di Griezmann, con una curiosa ovazione del Camp Nou, e si è subito ritagliato un ruolo da protagonista. Non sappiamo se sarà come nella più classica fortuna del debuttante, per questo avremo bisogno di altre controprove, ma Braithwaite non è sembrato un intruso a una festa elegante, o uno che passasse lì per caso. Sì è dato da fare, ha servito l’assist per il quarto goal di Messi con una azione caparbia e di buona tecnica in area di rigore, ed è entrato anche nella rete di Arthur. Già così, in appena 18 minuti, ha fatto molto più di Boateng in sei mesi. Un buon inizio. Forza Martin!

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