Giuseppe Ortu Serra
Il solito Barça. Anche contro la colista. Tenero, morbido, traballante, fragile. Un cavallo a dondolo che perfino l’ultima in classifica, a Montjuic, prende a ceffoni, fa vacillare e prende a spintoni. L’Almería, dal basso dei suoi 6 punti, segna due reti e rischia di portasi a casa un pareggio. Solo un Sergi Roberto in versione Psg ha salvato Xavi dall’ennesimo risultato disastroso. Dalla figuraccia no. Perché non saranno tre punti ottenuti con il cardiopalma contro il derelitto Almería, con un piede già in segunda, a farci esultare per l’impresa ottenuta e a farci stendere le lodi di un allenatore che ha in mano un progetto che sta guardando al contrario. Invece che andare avanti, qui si torna indietro. Manzoni avrebbe detto che il Barça è un vaso di coccio fra i vasi di ferro. Davanti prova, cerca, tira, ma non riesce a segnare. Fa una fatica incredibile anche contro il fanalino di coda. I tiri sono sempre imprecisi e mai realizzati come dovrebbero essere, anche nelle occasioni più grosse. Se in attacco la squadra ha mostrato i soliti limiti di precisione, dietro si è confermata come un formaggio svizzero con i buchi. Continua dunque il momento “no” di questa squadra che Xavi continua a mantenere viva a parole nelle conferenze stampa, senza rendersi contro che è in coma irreversibile. L’Almería è giunta a Barcelona senza vittorie nel carniere, con 39 reti subite in 17 partite e appena 17 realizzate. Una differenza reti di meno 22 ed una media reti subite di 2,29 a gara. Nemmeno con questi numeri dell’avversario il Barça di Xavi è riuscito a vivere una serata tranquilla. Non da grande squadra, ma appena tranquilla.
Il primo tempo si è concluso con l’1-1 nato dal vantaggio di Raphinha, che ha ribadito in rete una deviazione di Maximiniano su colpo di testa di Araujo su azione da corner. Il pareggio dell’Almería è giunto al secondo tiro in porta della formazione di Garitano. Solita amnesia difensiva blaugrana, con Araujo che ha toccato un pallone proveniente dalle retrovie degli ospiti contro un avversario, innescando un rimpallo che ha favorito Baptistao pronto a scattare dalla linea del fuorigioco. Uno contro uno con Inaki Pena, scavetto e rete del pareggio. Il tempo si è concluso con l’Almería in attacco nel tentativo di portarsi in vantaggio contro il Barça totalmente in bambola dal punto di vista tattico. Il lavoro di costruzione di Xavi prosegue immutabile. Mah!
La ripresa inizia con due cambi del tecnico barcelonista: Ferran per Joao Félix e Koundé per Christensen. Subito pericolosi Ferran e Lewa, ma le rispettive conclusioni sono state neutralizzate dalla difesa (quella di Lewa nei pressi sulla linea) o dal portiere avversario. L’inizio del Barça è stato furente, ma con la solita scarsa precisione nelle conclusioni. Al 59′ è giunta la rete del 2-1. Roberto, di testa da corner, dipinge una traiettoria a scavalcare Maximiniano. Dal primo al secondo palo, con palla che si insacca nei pressi dell’angolo.
Tutto risolto? Neanche per idea! Pessima uscita di Pena che, scontrandosi con Araujo, perde palla e la consegna di fatto a Edgar che deve solo spingerla in rete. Non c’è pace per gli empi, né per Xavi. Tantomeno per i tifosi blaugrana, che devono assistere a queste nefandezze da campetti di Mundet. La formazione blaugrana subisce rete ogni volta che l’ultima in classifica de LaLiga… tira? No, sospira.
2 a 2 e tutto da rifare. Sembra una partita tra due formazioni sull’orlo del baratro, senza schemi o senso tattico e senza difese. O meglio, il Barça è senza difesa e senso tattico. L’Almería fa il suo, nei limiti della sua debolezza strutturale. Cerca di difendersi con ogni arma in suo possesso, sopratutto il suo portiere, Maximiniano, che complice il tiro al portiere dei giocatori azulgrana, si esibisce in una serie incredibile di interventi. Per lo più tutti centrali. Il giochino di moda tra le file del Barça: 100 punti se colpisci il portiere, nessuno se segni. Quando può la formazione di Almería cerca fortuna in avanti con dei contropiede che per lo più non portano da nessuna parte. Non è un mistero, e si vede, che questa squadra sia in fondo alla Liga. Il mistero, o meglio l’enigma della sfinge, è rappresentato dal Barça. Possibile che tanto talento in campo e giocatori di classe infinita come i blaugrana produca uno spettacolo tanto miserevole?
Alla fine, per fortuna dei tifosi blaugrana, spunta fuori Roberto all’82’. Il numero 20 si inserisce in area, riceve da Lewa una imbucata perfetta e fulmina Maximiniano con un tocco tra le gambe dell’estremo difensore avversario. 3-2. Barça nuovamente in vantaggio.
Quanto il Barcelona sia fragile e debole è dimostrato dai minuti successivi alla rete del nuovo vantaggio. Ai cules non è sufficiente nemmeno segnare all’82’ contro l’Almería per essere tranquilli. Una manciata di minuti dopo, infatti, gli andalusi hanno rischiato di impattare per la terza volta l’incontro. Questa volta è stato Pena ad esibirsi nella parata della gara, deviando in corner un colpo di testa di Beba riuscito a farsi trovare solo davanti all’ex estremo difensore del Gala. Prima del triplice fischio finale il Barça ha ancora avuto il tempo di fallire altre occasioni da rete e di far soffrire fino all’ultimo i poveri tifosi che hanno gremito Montjuic.
Sia chiaro, se non sono sufficienti nemmeno due reti per battere, in casa, l’ultima in classifica, staccatissima dalla zona salvezza e con un piede e mezzo in Segunda già a questo punto della stagione, non c’è di cui rallegrarsi troppo. Immaginiamo che adesso Xavi pretenderà il tappeto rosso per questi tre punti. Siamo spiacenti. Davanti a una squadra che subisce 9 reti in 4 partite, lo stesso numero di goal che lo scorso campionato aveva raggiunto nel mese di marzo e che traballa come la casa di legno di uno dei porcellini davanti al potente soffio del lupo ultimo in classifica, non ci saranno né complimenti, né battiti di mani, né sconti per alcuno. Che se ne faccia una ragione. Non è più in Qatar, ma sembra ancora non essersene reso conto.