Editoriale – La I3 Ventures fa calare il sipario su questa junta

di Giuseppe Ortu

Se fossimo a teatro il sipario calerebbe su una farsa tragicomica, una di quelle rappresentazioni che non lascerebbero il segno se non per i fischi assordanti del pubblico al termine dello spettacolo. Purtroppo questa non è finzione o scena, ma una sconcertante realtà.

Il FC Barcelona sembra che non riesca a restare fuori dai guai, dalle polemiche e dal marasma generale. Continua a commettere errori su errori, e nella frenesia di recuperare dagli sbagli precedenti, ne commette di nuovi e più grossolani. No, non stiamo parlando della squadra; nossignore! Ci stiamo riferendo al club, alla Junta Directiva. Una tal carrettata, vagonata e quantità di passi falsi non si era, forse, mai vista in una directiva e in una sola stagione. Sembra quasi che questi signori creino disastri ad ogni passo e ogni qualvolta aprono bocca. Ahhhh… la vecchia politica del non dire niente, del restare a bocca chiusa, abbottonati. Quanto rimpiangiamo, noi soci, aficionados, giornalisti che seguono quotidianamente le sorti del club blaugrana di C/Aristide Maillot quei vecchi dirigenti di poche parole, quei politici di lungo corso e grande esperienza che emettevano laconici comunicati. Poche parole ponderate e, sopratutto, intelligenti; quegli agenti dei film di spionaggio che, interrogati, rispondono solo con nome e grado. Quanto hanno da imparare anche da quel famoso dialogo de Il Padrino quando, in una riunione allargata, Don Vito Corleone disse a Sonny: “Mai dire a una persona estranea alla famiglia quello che c’hai nella testa”. Parole sante! Se a Can Barça imparassero l’arte del silenzio! “Quando non sai una cosa stai zitta e sorridi. Non sembrerà molto intelligente, forse, ma almeno eviterai di fare danni” Nikita docet.

Ora i nostri eroi, i dirigenti del FC Barcelona insomma, non riescono a restare fuori dai guai. Proprio come quei bambini discoli e scavezzacollo che non riescono a evitare di inzupparsi i calzoni nuovi nel fango o rubare la marmellata dalla dispensa. Dopo il disastro di Abidal, ricucito alla bella meglio con un po’ di diplomazia bignamesca da Bartomeu,adesso, a distanza di poco tempo, ecco giungere un’altra scossa tellurica da far tremare nuovamente le fondamenta del barcelonismo e dello spogliatoio. Si tratta della questione I3 Ventures SL, la società di Madrid che si occupa di gestire, creare movimenti di opinione nelle reti sociali e strategie di comunicazione e marketing. Questa società, che il FC Barcelona ha messo sotto contratto per la modica cifra di un milione di euro al fine di tenere sotto controllo le sue reti sociali e verificare il movimento di opinione che il club genera, sia in senso positivo che negativo, avrebbe creato una campagna diffamatoria e gettato una cortina di discredito nei confronti di oppositori della Junta Directiva, prossimi candidati alla presidenza, dirigenti, giocatori, ex calciatori del club, personaggi vari che in qualche modo possano porsi in contrasto con l’attuale gruppo dirigenziale. Il tutto posto in essere tramite una serie di notizie false e fuorvianti pubblicate in account spia e fake creati dalla I3 Ventures SL. E’ curioso, come detto, che questa società abbia sede a Madrid.

I fatti contestati al club da Radio Barcelona della Cadena Ser, sono di una gravità eccezionale. Il FC Barcelona ha immediatamente smentito che il contratto con la I3 Ventures avesse come scopo recondito quello di diffondere notizie insultanti, infamanti, al fine di mettere in cattiva luce certi personaggi e screditarli agli occhi del pubblico. Il contratto che legava il FC Barcelona e la I3 Ventures SL è stato immediatamente risolto.

Se la notizia che l’intento del Barça di colpire personaggi non graditi alla attuale Junta fosse vero, saremmo davanti a una campagna mistificatoria in stile dell’intervento russo nella corsa alla Casa Bianca, tendente a favorire Donald Trump e a gettare discredito su Hillary Clinton, danneggiando la sua corsa presidenziale. Sebbene in tono minore, tutta questa storiaccia riporta alla mente il visionario pensiero di George Orwell riportato nelle sue due opere La fattoria degli animali e 1984. Non solo, ma una caccia alle streghe di tal fatta non ci esime di ricollegarci nientemeno che al Maccartismo. Insomma, una storia davvero di una squallida meschinità.

Tra i personaggi colpiti dalla campagna tendente a estromettere dalle simpatie e dalle grazie del barcelonismo ci sono nomi del calibro di Xavi, Messi, per il tramite di un post riguardante la moglie, Piqué, Victor Font (candidato alle prossime elezioni presidenziali), Puyol, Jaume Roures (attivista politico, uomo d’affari, Ceo di Mediapro, produttore cinematografico), Guardiola, Puigemont, Quim Torra e Junqueras. Insomma, un esercito di personalità di ogni estrazione e settore sociale della Catalunya. Gli account Facebook e Twitter usati da I3 Ventures per screditare queste persone sono diversi: Respeto y Deporte, Sport Leaks, Alter Sport, Justicia y Dialogo en el Deporte, Jaume – un film de terror, Més que un club.

Se per il FC Barcelona questa campagna denigratoria, documentata da tutta una serie di post in possesso di Radio Barcelona e della Cadena Ser, è avvenuta a insaputa della Junta, eccedendo i limiti dell’incarico conferito a I3 Ventures SL, per i suoi accusatori, vale a dire la Cadena Ser, questo sarebbe stato, invece, lo specifico obiettivo a cui avrebbe teso il FC Barcelona affidando l’incarico alla società di Madrid. Lo scopo precipuo sarebbe stato proteggere la figura di Bartomeu e della sua Junta, e screditare ogni e qualsivoglia oppositore (diretto o indiretto) alla sua reggenza. La Cadena Ser va oltre, arrivando a dire di essere in possesso di un dossier  che la I3 Ventures avrebbe fatto pervenire al club per attestare tutta l’attività di screditamento effettuata.

La I3 Ventures, da parte sua, dichiara che “è assolutamente falso che il contratto con il Barça prevedesse la creazione di contenuti offensivi e squalificanti contro persone, sportivi e imprenditori”. Sostiene, inoltre, che nessuno degli account citati è di sua proprietà o da essa gestito. Tuttavia il dossier presentato da la Cadena Ser ha messo in chiaro rapporto la I3 Ventures con almeno uno degli account citati, Respeto y Deporte.

Questa la storia che sta dietro al Barçagate. Adesso vediamo alcune riflessioni che nascono da tutta questa brutta, orribile storia che racconta di colpi bassi, meschinità, ipocrisie, e rievoca complotti orditi dietro gli angoli bui delle corti europee del 1300/1400. Il FC Barcelona, non appena uscita la notizia, ha rapidamente sostenuto che I3 Ventures non aveva alcun rapporto diretto con gli account incriminati, ma che, se avesse scoperto il contrario, avrebbe immediatamente risolto il rapporto di collaborazione con la medesima. Domanda: perché parlare ed esporsi a favore di una impresa che agli occhi di tutti sta danneggiando il tuo stesso club? Mistero! Dichiarazione maldestra e frettolosa questa del club, tanto che quando è stata chiara la paternità di almeno uno degli account, il club ha dovuto velocemente fare marcia indietro, incassare il colpo e rescindere il contratto che lo legava con I3 Ventures.
Ma una delle domande più importanti e basilari è: qui prodest? Chi ottiene il maggiore vantaggio da questa situazione? Che interesse avrebbe avuto mai la I3 Ventures a screditare, danneggiare e ledere l’immagine di personaggi dentro e fuori il club, di oggi e del passato, comunque tutti inevitabilmente legati al barcelonismo? Questa è una domanda che, al momento, è di difficile risposta, sopratutto perché solitamente, non si tende a mordere la mano che ti dà da mangiare, tanto meno se quella mano ti sta dando un milione di euro!

Tutte queste domande portano a una serie di risposte che comportano un serio danno di immagine al FC Barcelona, l’ennesimo di questa stagione barcollante, costellata di parole, grida e scossoni più che di goal, vittorie e trionfi. Anche solo un sospetto simile genera una enorme macchia che offusca ogni cosa la squadra riesca a conseguire in questo periodo e in stagione. Questa Entità ha scelto una strada impervia da perseguire, un percorso in saliscendi come il trend di una azione altamente volatile, fatto di salite, bruschi crolli e timidi recuperi. Che siano in buona o mala fede non muta più di tanto il discorso. A volte l’ingenuità, l’impreparazione può essere colpevole quanto la colpevolezza. Anche solo affidarsi a persone o gruppi che poi si rivelano fallaci è un torto non accettabile a questi livelli. In ogni caso questo è il vero sipario per questa Junta guidata da Bartomeu. Adesso non servono gesti clamorosi, ma unione, morigeratezza e silenzio. Da ora i poi, fino a fine stagione, la Junta non dovrebbe più emettere un solo fiato, per poi, a stagione conclusa, presentare le dimissioni nella propria totalità. Anche perché, citando Giovanni Manzoni di Cose Nostre –  Malavita di Luc Besson, un gioiellino del cinema noir, “Talvolta fare niente rende colpevoli quanto aver fatto un mucchio di cose”.   

One thought on “Editoriale – La I3 Ventures fa calare il sipario su questa junta

Lascia un commento