Editoriale – Libellule, non Elefanti!

di Giuseppe Ortu

La partita del FC Barcelona contro il Napoli, nell’andata degli ottavi di Champions League, ha detto una sacrosanta verità. Questa squadra non è solo malata; di più. E’ una squadra nata male, mal costruita e assemblata. Molteplici errori hanno dato vita alla creatura che con mille difficoltà cerca di imporre il suo gioco e il suo nome sugli avversari. Questo Barça fatica enormemente in trasferta contro qualsiasi avversario. Esattamente ciò che è accaduto a Napoli. La squadra italiana non ha aggredito il Barça come accade in Liga nei primissimi minuti, e questo ha permesso a los de Setién di vivere un inizio gara tutto sommato tranquillo. Nonostante ciò, al primo assalto napoletano, gli avversari sono passati. Di contro, nei primi 45′ i blaugrana non hanno mai tirato in porta. Una ragione a tutto questo ci sarà. E infatti c’è. Vediamone i caratteri salienti: mancanza di laterali,  di chispa, velocità e fantasia a centrocampo. Mancanza di movimento senza palla e inserimento. Assenza di cambi di gioco veloci, leggerezza d’animo e movimenti. Mancanza di giocatori da Barça

Il Barça di questa stagione è costruito male. Come un’auto di Formula 1 per la quale sono stati sbagliati i calcoli in galleria del vento, che viene messa in pista senza carico e potenza motore, questo Barça è una clamorosa incompiuta. Ieri abbiamo assistito a una squadra con poca profondità e coraggio. Innanzitutto mancano i laterali che spingano e supportino l’azione offensiva, trasformandosi essi stessi in attaccanti aggiunti. L’ultima Champions vinta risale al periodo in cui il proprietario della corsia destra era ancora Dani Alves. Ieri Semedo, a destra, e Junior, a sinistra, hanno fatto vedere quanto inutili, o meglio dannosi, siano essi per questa squadra. Senza la loro assistenza offensiva, gli inserimenti, i cross, il Napoli ha vissuto in un ventre di vacca trincerandosi dietro e chiudendo ogni accesso centrale. Senza l’apporto dei laterali, gli azzurri non sono stati costretti a allargarsi, cosa che avrebbe consentito l’inserimento di Messi e compagnia. Il Barça è stato concepito da Guardiola con due laterali d’attacco. Senza, la squadra è come un computer a cui mancano i tasti di alcune lettere principali: si accende? Sì; funziona? Tutto sommato sì; ti permette di scrivere un testo? No. Quindi, inutile, bocciato!

A centrocampo sono mancate velocità, cambi di gioco, fantasia e profondità. Rakitic è sembrato un pachiderma. Lento, pesante, macchinoso. Con Arthur in campo la situazione è migliorata. L’ex Gremio sembrava una libellula al confronto con l’elefante Rakitic. Anche Busi, ancora basilare in questo Barça, è troppo compassato e lento. Alcuni suoi errori (iniziano a diventare sempre più frequenti e più importanti) per poco non sono costati altrettanti goal al passivo. Le Champions si vincono con le libellule, non con gli elefanti. Gli Iniesta, Xavi e Busquets di Guardiola insegnano.

In avanti manca il movimento senza palla e la ricerca della profondità per dettare il passaggio. E quando ieri è stata provata, è mancata la precisione nel passaggio. Nel secondo tempo Messi è dovuto tornare a centrocampo per avere palle giocabili e ha cercato di risolvere la questione da solo come fa nell’Argentina. Come si dice: “L’occhio del padrone…”con quel che segue.

Squadra costruita male, si diceva. Dani Alves manca dalla stagione 16-17. Da allora, e sono passate tre stagioni, la secretaría tecnica non è riuscita a porvi rimedio. Sergi Roberto è una soluzione tampone. Va bene se ti trovi scoperto all’improvviso, ma non come soluzione definitiva. Semedo è una vera riserva che in altri tempi non avrebbe mai visto campo se non nel filial. Questa Junta sin dopo il primo anno post Alves avrebbe dovuto porvi rimedio. Ne sono passati tre e ancora non l’hanno capito. In questo periodo della stagione il Barça ha i giocatori contati. Ieri notte nel dopo gara Busquets e Rakitic, e prima ancora Messi, alla vigilia, hanno manifestato la carenza di una rosa numericamente all’altezza. Una squadra costruita male, dunque, ulteriormente impoverita e depauperata nel mercato invernale. Invece che rimpolpare la rosa, si è deciso di vendere. E così le partenze di Carles Pérez, Abel Ruiz, Todibo. Il Barça è una squadra da rivedere concettualmente sotto molti aspetti. Ai titolari serve vera competencia da parte di chi siede nel banquillo o in tribuna. In questa squadra le riserve sono vere riserve. Ma se vuoi vincere la Champions anche qui siede a bordo campo deve essere un campione.

Capitolo allenatore. A Napoli Setién è andato con due attaccanti più Vidal, manifestando poco coraggio e dimostrando di avere paura dell’avversario. Esattamente come Valverde. Nulla di più sbagliato. Se all’avversario dimostri di avere paura, quello ti salta alla gola e ti azzanna. Ieri questo non è accaduto, per fortuna. Ma vedere in campo Rakitic, Vidal, Busquets, e pensare che in panchina sedevano Arthur, Riqui Puig e Ansu Fati è stato duro da digerire. Ieri le riserve stavano in campo; i titolari in panchina. Libellule, non Elefanti!

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