L’ANTIPATICO: L’ODORE DELLA VERGOGNA DEL REAL MADRID

Giuseppe Ortu Serra

Era molto tempo che non scrivevo uno dei miei “L’Antipatico”. Ma il momento era ormai maturo vista la gravità dell’azione del Madrid, con quel video antistorico, falso e immorale che sporca e offende la memoria di tanti, troppi innocenti trucidati da Francisco Franco. Per questo era necessario ricorrere al “Fratello grande”, quello “che ti dice come stanno le cose“. Con quel video il Madrid ha fatto l’unica cosa che non si deve mai fare: tirare fuori gli scheletri dall’armadio e riaprire vecchie ferite, mai totalmente sopite, ma almeno sotterrate per il comune buon vivere.

Lawrence, o sarebbe meglio dire “Orens” come veniva chiamato dagli arabi, a colloquio con il consulente politico Dryden, disse: “L’onore ha un senso persino fra i ladri, ma non ne ha nessuno nella politica“. Oggi, alla luce del video pubblicato dal Real Madrid, marchiato a fuoco con i caratteri della vergogna, se fosse ancora vivo direbbe: “L’onore ha un senso persino fra i ladri, ma non ne ha nessuno nel Real Madrid“.

Quel video, di cui la Generalitat ne ha chiesto l’immediata rimozione tacciandolo di “Inaccettabile e indecente; falso e manipolatore“, ha messo in luce la vera anima del Club di Florentino Perez, del Club che fu il fiore all’occhiello di Francisco Franco, uno dei dittatori più abietti e sanguinari degli anni ’30. Un criminale con indosso una divisa militare e sotto la Camiseta Blanca del Real Madrid. Un binomio, quello della dittatura e il Real Madrid, di Francisco Franco e il Real Madrid, e prima di lui di Primo de Riveira e il Real Madrid, che è durato 70 anni e ha portato a vittorie estorte da minacce extra campo di cui ogni essere umano dovrebbe vergognarsi. Come la Vergüenza de Chamartín, il punto più basso dei rapporti tra il Real Madrid e il FC Barcelona, quell’11-1 per i blancos coartato dalle armi in pugno mostrate dagli uomini di Francisco Franco ai giocatori del Barça prima di entrare in campo per rovesciare il 3-0 che i blaugrana conquistarono lealmente e sportivamente all’andata in Catalunya. Come quelle prime 5 Coppe dei Campioni su cui gli storici sportivi nutrono forti, concreti e seri dubbi circa le modalità con le quali furono conquistate. Si parla di errori a favore del Madrid tanto scandalosi da far accapponare la pelle. Ma è chiaro, difficile dire di no ad un dittatore sanguinario, un criminale, un assassino che è anche il primo tifoso del Real Madrid.

Oggi il Real Madrid cerca di disconoscere quel legame sporco, sucio, imbarazzante, vergognoso e per farlo dice che è stato il Barcelona la squadra del regime. Questo è sintomatico del peso della colpa. Se devi dire una bugia dilla grossa, si dice. Beh, signori, questa è la più grande mai udita. Questa le batte tutte! “Il Barcelona la squadra del regime franchista, my ass!” avrebbe detto una delle detenute nel braccio della morte del film Chicago. Il Barcelona che è stato violentato, stuprato dalla politica del regime franquista. Che ha visto il suo nome cambiato di imperio da Football Club Barcelona a Club de Football Barcelona; che ha visto il suo scudo devastato da una operazione di lifting politico espanolista per eliderne le matrici catalane. Quel Club i cui presidenti venivano nominati non più democraticamente dai soci all’interno del club, ma su nomina del partito franchista direttamente da Madrid per franquizzare, madridizzare un club profondamente catalano, anti franquista, libertario, aperto al mondo e agli aneliti democratici; quegli stessi presidenti che a dispetto della loro nomina finivano inevitabilmente per innamorarsi di quella terra, di quel club e sposare in qualche modo la causa catalana. Quello stesso club il cui presidente, Josep Sunyol i Garriga, cadde in una imboscata tesa dai franchisti e fu fucilato nel 1936, all’inizio della Guerra Civile, nella Sierra de Guadarrama, a Guadalajara, sulla strada per Madrid, per il solo fatto di essere del Barça e di non volersi piegare al dittatore e a Madrid. Di cosa stiamo parlando? Donnie Brasco avrebbe detto: “Che te lo dico a fare?!” Stiamo parlando di quel Barcelona il cui suo giocatore simbolo negli anni ’70, al suo arrivo in terra catalana, a precisa domanda sul perché non avesse scelto il Real Madrid disse: “Non giocherei mai per un club che ha come primo tifoso un dittatore”, non del Reial Madrid.

La madre degli imbecilli è sempre in cinta dice un proverbio popolare che non mi piace perché volgare, ma che qui cito perché rende a meraviglia il concetto. Ed è poi vero che quando hai a che fare con le persone luride e lorde non puoi fare a meno di sporcarti le mani anche per il solo fatto di toccarle, di averci a che fare, di averle davanti. Il Real Madrid, Florentino Perez, Casillas, Marcelo, Arbeloa e il portiere del Madrid femminile Misa, che hanno condiviso con tanto di corazón blanco il video, fanno parte di quella nidiata di imbecilli la cui madre è sempre incinta.

Quando si è colpevoli di un certo misfatto, anche solo morale o etico, si fa di tutto per prenderne le distanze. La mente umana tenta di negare a se stesso anche solo l’esistenza del fatto e dell’accaduto fino a rimuoverne totalmente l’evento dalla memoria. Clinicamente si cura con la psicoanalisi. In questo caso è sufficiente un bel libro di storia per ricordare a chi di dovere cosa e chi. Il Real Madrid ha tentato di usare lo stesso sistema: negare a se stesso di avere fatto un patto con il diavolo per una vita di vittorie e privilegi; negare a se stesso di avere giaciuto con il mostro, di averci fatto sesso e avere dato alla luce mostri di altri mostri. Ci ha provato fino al punto di riversare la propria colpa sulla vittima del suo stesso sudicio e immondo concupiscente giacere con il mostro dall’anima nera e grondante sangue: fino al punto di riversare la sua colpa sul FC Barcelona.

La scelta di quel colore, il bianco, usato per le maglie, sembra proprio una excusatio non petita. Un infantile e rivelatore, a contrario, della sua anima nera. Ieri come oggi, con questo osceno video, con questo maldestro tentativo di rovesciare la realtà e di sfuggire a colpe ataviche, non sarà un colore a mondare, pulire, purificare chi ha l’anima più nera dell’oscurità profonda che regna negli inferi.

Sembra che Madrid e il Real Madrid non riescano a fare a meno di ricadere sempre negli stessi errori: fare la guerra a Barcelona, alla Catalunya. Non riescono a vivere in pace e in tranquillità con il pacifico vicino. Se in riva al mare hanno qualcosa di bello e di prezioso, quel qualcosa lo vogliono loro, lo vogliono prendere e possedere per bearsene e, soprattutto, per toglierlo agli altri. Come per la Formula 1. Barcelona e la Catalunya hanno il Gran Premio di automobilismo? Non sia mai che non lo abbia la gelosa e trucida Madrid. La Strega Cattiva deve fare di tutto per portarlo via a Cenerentola che non deve andare al ballo del Principe. E così Madrid strapperà il Gran Premio del Mondiale di Formula 1 a Barcelona. Oggi questa storia che il FC Barcelona era la squadra del regime di Francisco Franco e non il Real Madrid e quell’immondo video che trasuda odore di vergogna.

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