Giuseppe Ortu Serra
La notte dello scandalo! Potrebbe essere questo il titolo della 21ª giornata di Liga con i tre punti rubati all’Almería e assegnati al Real Madrid da un arbitro complice e un Var compiacente. Se non fossimo stati su un terreno di gioco, ma in strada o all’interno di un’abitazione, ciò che è accaduto ieri al Bernabeu sarebbe formulabile come una vera e propria rapina. Ma il Bernabeu, ieri, è stato porto franco e zona di impunità assoluta. Quella di ieri notte è stata la riedizione di un’altra vergogna maiuscola, La Vergüenza de Chamartín, con il Barça vittima, accaduta ottant’anni fa, nel lontano 13 Giugno 1943. Quelli erano i tempi della dittatura, di Franco, del Real Madrid squadra del regime. Questi sono tempi di democrazia, ma nulla sembra essere cambiato. Ad alcuni, ieri al Bernabeu, mentre l’ineffabile Hernandez Maeso (il gatto) e l’indicibile Hernandez Hernandez seduto al Var (la volpe) soverchiavano, bullizzavano, angariavano, rapinavano un onesto Almería, sottraendogli una meritata vittoria, barando senza vergogna e senza nasconderlo, è parso di vedere Francisco Franco accompagnato dai suoi generali nel palco di Chamartín. Forse sarà stata una illusione ottica, un viaggio nel tempo ad occhi aperti. Certo è che il clima, ieri allo stadio, l’atmosfera che si respirava, sembravano proprio gli stessi di allora. Come senza vergogna sono state anche le dichiarazioni seguite alla vergogna, alla rapina, alla ruberia, allo scandalo. Real Madrid TV che non nascondendosi, o nemmeno facendo finta per quel pudore che anche i ladri solitamente hanno, se non altro per timore di essere scoperti, ha dichiarato “È questo che chiedevamo”. E Vinicius, protagonista del goal farlocco realizzato con il braccio, si è vantato battendosi il petto come ai tempi degli ominidi, dichiarando “Segnavo sempre così nella spiaggia di Copacabana”.
La ventunesima giornata de LaLiga verrà ricordata come la giornata nera del
calcio spagnolo, una macchia indelebile a imperitura memoria. La macchia nera, ossia la carta dell’infamia con la quale venivano
marchiati i pirati che si rendevano colpevoli di gravi crimini quali il tradimento,
dovrebbe essere consegnata al mondo arbitrale spagnolo e alla Liga, artefici e complici, in egual misura, di questo schifo. Ci sarebbe da
ridere se non si dovesse piangere lacrime amare che macchiano il calcio spagnolo di
un fango denso, indelebile, impossibile da pulire, come le strade insozzate di fetore e miseria della Whitechapel di Jack lo Squartatore. Ciò che è accaduto al Bernabeu, gli
inenarrabili aiuti concessi al Real Madrid contro l’Almería per consentirgli di vincere,
gettano un’ombra oscura sulla regolarità di tutta la stagione, sollevando dubbi anche
su quelle passate; oltre a stendere come un pesante mantello un alone di assoluta sfiducia sulle competizioni future.
È il secondo tempo di Madrid – Almería la pietra angolare dello
scandalo. La formazione ultima in classifica, staccatissima anche dal penultimo posto
e praticamente già in Segunda, al riposo stava clamorosamente vincendo 2-0 al
Bernabeu. Ramazzani al 1’ e González al 43’ stavano mettendo sotto il più brutto
Real Madrid mai visto. Imbarazzante farsi battere, in casa, da una squadra già
virtualmente retrocessa. Inaccettabile. In tutta la storia del club il Madrid aveva perso
solo due volte contro l’ultima in classifica, e mai contro un avversario con un ritardo
di ben 42 punti. In tutti i primi 45 minuti il Madrid non era riuscito a calciare in porta
nemmeno una volta.
Bisognava fare qualcosa, a tutti i costi. E il Madrid è stato preso
per i capelli da arbitro e Var, risollevato e portato alla vittoria a forza di scandalosi
favori arbitrali. Al 57’ l’arbitro ha assegnato un calcio di rigore ai blancos per fallo di
mano in area dell’Almería, trasformato da Bellingham, nonostante l’azione fosse
macchiata da un fallo immediatamente precedente di Rudiger. Non solo, la battuta dal dischetto dell’inglese è stata irregolare (ingresso di Vinicius in area prima del tiro) e ciò avrebbe dovuto portare alla ripetizione del massima pena. L’Almería,
coraggiosamente, ha trovato le forze per non disunirsi e segnare ancora, portandosi sull’1-3. Impossibile, inaccettabile anche questo. E così la rete di
Arribas è stata annullata per un inesistente fallo a centrocampo dei ragazzi di
Garritano. Forse qualcuno aveva un calzettone abbassato o una scarpa slacciata, chi lo sa. Fatto sta che si è rimasti sul risultato di 1 a 2 per gli ospiti. Ma è con la terza decisione che si è veramente toccato il fondo. Al 67’ il
signor Hernandez Maeso e il Var hanno convalidato la rete del pareggio di Vinicius,
realizzata chiaramente con il braccio. Partita sistemata? Neanche per idea. Il Madrid non poteva perdere; per niente al mondo. Cosa fare dunque? Un bel recupero extra large non si nega mai ai blancos nei momenti di difficoltà. Con le squadre sul 2-2 al 90’, gli 11 minuti di
recupero assegnati dall’arbitro hanno permesso a Carvajal, al 99’, di realizzare la rete
del sorpasso e della vittoria. Un recupero, come si usa dire in Spagna… hasta que
marque el Madrid.