Giuseppe Ortu Serra
Il Barça perde la Supercopa con un umiliante 4-1 contro un Madrid enormemente superiore dal punto di vista tattico e dell’intelligenza calcistica del suo allenatore. Ancelotti ha giocato contro Xavi come il gatto con il topo. L’ex tecnico dell’Al-Saad, quello il suo livello, ha pensato di non far giocare Ancelotti schierando una difesa altissima nei pressi della linea di centrocampo. In questo modo non ha fatto altro che favorire il suo rivale permettendo ai blancos di partire sempre in posizione regolare dalla propria metà campo. Al cospetto con il tecnico italiano, Xavi è parso come uno studentello arrogante che pensa di avere una idea geniale, senza nemmeno capire che si tratta, semplicemente, di un suicidio tattico. Quando Ancelotti ha visto la difesa del Barça così alta, si è sfregato le mani, e lo stesso devono avere fatto i giocatori del Madrid, sopratutto Vinicius e Rodrygo. Per loro è stato un gioco da ragazzi partire dalla loro posizione protetta e andare in porta tagliando la scriteriata difesa blaugrana come una lama nel burro. La condotta tattica del tecnico del Barça è da strappo immediato del patentino. Ancelotti si è messo in tasca Xavi e ha vinto la partita con una facilità estrema. Alla prima azione dei blancos è già vantaggio. La ridicola difesa a centrocampo del Barça è tagliata fuori da un lancio dalle retrovia che lancia Vinicius in porta. Dribbling su Pena ed è già vantaggio. Eravamo al 7′ e il Barcelona era già sotto nella finale di Supercopa. Un minuto dopo Rodrygo ha sfiorato il raddoppio, giunto poi al 10′. Ancora una volta partenza a razzo di Rodrygo dalla propria metà campo verso l’area blaugrana. Palla per Vinicius che ha superato in velocità un lento Araujo e, al 10′ è già 2-0.
Il Barça non aveva praticamente ancora iniziato a giocare ed era già sotto di due reti. Se è questo il modo di preparare e gestire una finale, allora stiamo raccontando una barzelletta, non una finale contro il Real Madrid. La buona volontà dei giocatori, pur con il solito lento run run ha portato la squadra a minacciare la porta di Lunin, terzo portiere de los merengues. Ferran sulla traversa e Lewa sulla respinta, con il portiere blanco in angolo, hanno cercato di rientrare in parità nel punteggio. Il Madrid è rimasto sulle sue, in attesa di un nuovo svarione tattico dei blaugrana, che in questa fase di gara hanno fatto la partita, mettendo a referto una serie di occasioni che non sono state finalizzate. Alla mezz’ora, infine, è giunta la rete di Lewandowski che ha fucilato, al volo, Lunin con una splendida conclusione dal limite. La cosa che fa pensare in questa azione è il fatto che, con il Barça in attacco che occupava l’area di rigore in occasione di un cross, Lewy si trovasse fuori dai 16 metri. Che cosa ci faceva, il numero 9, in quella posizione con la squadra proiettata in attacco a riempire l’area? Tutto ciò ha veramente poco senso tattico. Deve essere un’altra genialata del tecnico blaugrana. Quando si attacca l’area di rigore con un cross alto, il migliore colpitore di testa della squadra si deve schierare lontano dall’area.
Non sono passati che pochi minuti e, come sempre capita al Barcelona, dopo aver segnato arriva subito la rete avversaria. Tanta fatica per niente. Questa volta, ad essere onesti, Martinez Munuera ci ha messo lo zampino, vedendo in un normale contatto in area Araujo-Vinicius, un fallo da rigore. L’uruguaiano, che si era fatto sfuggire il brasiliano, ha appoggiato la mano su una spalla dell’avversario, il quale, colpito da manie attoriali, ha deciso di candidarsi a miglior attore protagonista mettendo in scena uno spettacolo niente male. Ruzzolone a terra e Martinez Munuera, candidato come attore in a supporting role, ha assegnato la massima punizione. Dagli 11 metri ancora Vinicius a portare il Madrid sul 3-1. Il tempo si è chiuso con una conclusione da fuori di Pedri che ha sfiorato il palo.
Nella ripresa ti aspetti un Barça con la bava alla bocca, 11 gladiatori che intendono “farla pagare” agli avversari per la bravata del rigorino fischiato contro. Ti aspetti un Xavi che schiuma rabbia e che carica a palla i propri giocatori. Nulla di tutto questo. La squadra rientrata in campo è un undici già sconfitto, con il morale sotto i tacchi e tanta voglia di scappare dal terreno di gioco. Xavi passa dal falso extremo ai tre extremos, con Yamal per Pedri, Joao Félix per Ferran e Fermín per Roberto.
Yamal, male il suo inizio gara, lento, scontato, svogliato, ha fatto mancare la copertura difensiva al 63′ e Vinicius ne ha approfittato per calciare in porta. La conclusione è stata respinta centralmente da Koundé sui piedi di Rodrygo che ha realizzato il poker.
Il Madrid ha iniziato a fare il rondo nei confronti dei giocatori del Barça, che, messi in mezzo, si sono innervositi non riuscendo più a costruire una azione efficace. L’espulsione di Araujo per secondo giallo (falletto su Vinicius) ha completato l’opera. Il Madrid ha continuato a umiliare i giocatori del Barça con un fraseggio irridente e sfiorando la manita in diverse circostanze.