LAMINE SHOW CONTRO LA FORMAZIONE VERDEORO CHE SI INCHINA AL TALENTO DEL BLAUGRANA
Giuseppe Ortu Serra
Un misto di Messi e Ronaldinho. Ieri Yamal ha incantato il Bernabeu, arresosi al giovanissimo talento blaugrana e caduto ai suoi piedi nel corso di un’esibizione-show culminata con una standing ovation degna solo dei più grandi. Un blaugrana salutato dal teatro madridista come solo a pochissimi blaugrana era accaduto in passato. Uno di questi fu Ronaldinho, con i blancos in piedi dopo un recital con la maglia blaugrana culminato con una rete nella quale aveva fatto cadere come birilli, uno dopo l’altro, centrocampisti e difensori del Madrid che avevano provato ad opporglisi. Ieri Yamal indossava la maglia della Roja, vero, ma sotto la camiseta della selección batteva comunque un cuore e un’anima di un color blaugrana saturo, intenso, vivido. E, a prescindere da tutto, il genio va riconosciuto, applaudito, celebrato.
Perché di genio si tratta. Lamine Yamal, 16enne sulla rampa di lancio nel firmamento blaugrana e mondiale, sta a Mozart, che a 5 anni già componeva e mandava ai matti Salieri. Lamine come Messi e Ronaldinho. Dei due dei, assisi sull’Olimpo delle divinità azulgrana, abbiamo riconosciuto giocate, posizione in campo, spirito, personalità, talento cristallino. Con la palla tra i piedi, sulla fascia destra tanto cara a Leo, Lamine ha fatto il bello e il cattivo tempo. E ha fatto piovere dogs and cats sui verdeoro che si sono avvicendati sulla sua fascia, la destra, quella tanto cara al Dies. Stava giocando contro il Brasile, ma sembrava stesse divertendosi con gli amici al parco nel suo tempo libero tanto ha giocato con serenità, tranquillità, sicurezza nei suoi mezzi. Un 16enne che gioca come un 28enne che ha vinto già tutto nella sua carriera. Questo sembra Yamal. Ed è ciò che maggiormente attrae, incanta e spaventa. Non sembra nemmeno reale tanto è impressionante.
Ronnie e Leo. Del brasiliano abbiamo visto l’elastico in una giocata straordinaria che aveva il marchio di fabbrica del 10 ante Messi, oltre al suo passo lungo, con le falcate eleganti che tutto travolgevano. Della Pulce, la posizione in campo e le serpentine tipiche sue. Oltre alla sua genialità che gli fa fare con naturalezza cose che per altri sarebbero solo impossibile pensare. Yamal usa la linea laterale come se fosse un muro, una sponda invisibile in cui far rimbalzare la palla per chiudere immaginari triangoli e saltare in questo modo gli avversari. Usa la linea dell’out come fosse un compagno con cui dialogare in un duetto che riesce a vedere solo lui. Ruletas, colpi di tacco, tunnel con la suola. Tutto il bagaglio tecnico dei due grandi giocatori riunito in un solo. E poi c’è la personalità sul terreno di gioco. Yamal chiede la palla, la vuole, la brama. E ogni volta che ne entra in possesso incanta. Giocate visionarie, assist, scelte sempre corrette. Passa quando deve, dribbla quando è il caso di farlo, calcia quando è la soluzione migliore. Ogni sua decisione è sempre quella corretta, come se stesse leggendo il manuale del calcio per quella specifica situazione. Tutto questo a soli 16 anni. Quanti altri giocatori, pur se talentuosi, non hanno questa capacità? Dembélé per esempio. Il giocatore al contrario. Forte tecnicamente tanto da ubriacarsi da solo, pur senza essere in grado di leggere le situazioni nelle quali è coinvolto. E così sbaglia la giocata dal punto di vista concettuale. La scelta è quasi sempre la peggiore per quella situazione specifica. Tira quando deve passare; passa quando dovrebbe calciare. La capacità di fare sempre la cosa giusta al momento giusto è una qualità di pochi e per pochi. Anche Vinicius è un calciatore alla Dembélé. Dribblomane fino all’eccesso, anche lui tende a intraprendere la scelta errata al momento del dunque. Yamal, invece, non ha solo una classe cristallina che cresce con una esposizione geometrica gara dopo gara, allenamento dopo allenamento, ma possiede quella rara qualità della chiarezza di visione. Sa esattamente cosa fare anche prima che nasca la necessità di farla. Yamal, certamente prossimo Golden Boy sulla scia di Messi, Gavi e Pedri. E certamente prossimo nella lista dei numeri uno mondiali al pari del dies per eccellenza del football mondiale.