Giuseppe Ortu Serra
Il Barça vince contro gli ucraini dello Shaktar per 2-1 (di Ferran e Fermín nei primi 45 minuti le reti del Barça; di Sudakov nella ripresa la rete ucraina) con un buon primo tempo, giocato sul velluto, ed una ripresa in stile Halloween in cui la formazione di Xavi ha sofferto enormemente, ricadendo in molti errori e limiti mostrati anche nelle ultime sfide di Liga.
Per la sfida contro gli ucraini dello Shaktar Xavi riserva solo Balde e Christensen per il Clásico, andando con todo nella sfida di Champions valida per la terza giornata del Girone H. Yamal titolare con Joao Félix e Ferran. Centrocampo imperniato su Gündogan, Romeu e Fermín. Difesa con Cancelo, Araujo, Inigo Martinez e Alonso.
La formazione di Xavi ha preso il controllo della partita sin dai primi minuti e ha disputato un primo tempo all’interno della scatola vellutata rappresentata dal gioco blaugrana. Tranquilla, serena, la formazione azulgrana ha giocato in scioltezza passando al 27′ con una rete di Ferran, al suo secondo goal in Champions, dopo un palo clamoroso colpito da Fermín su assist a tagliare tutta la difesa (da sinistra a destra) di Gündogan. Ferran è stato pronto a calciare al volo (dopo un rimbalzo alto del pallone sul terreno) la ribattuta del palo. Sfera tra difensore e portiere e vantaggio blaugrana. La rete, inizialmente annullata dal guardialinee di destra per fuorigioco di Fermín, ventenne terribile della squadra di Xavi, è stata poi convalidata dopo il controllo del Var.
L’uno a zero ha portato poi al raddoppio. Se nella prima circostanza l’urlo del canterano gli era rimasto nella gola, al 36′ si è potuto vibrare con tutta la forza e il volume del caso. Passaggio di Gündogan, sempre lui, per Fermín. Dribbling a uscire su un avversario e calcio dritto per dritto dal limite dell’area, posizione centrale. Palla sul palo di destra e rete. Prima marcatura del canterano in Champions.
Nella ripresa i blaugrana hanno staccato la spina, rientrando in campo molli e già con la testa al Clásico di sabato. Così sono riemersi tutti i limiti di questa squadra quando gioca sotto ritmo, deconcentrata e senza intensità. Errori nei passaggi, nelle marcature, scelte tecniche azzardate, forzate e eccessive. Nuovamente troppe palle perse nei contrasti, con spesso i ragazzi di Xavi che entravano senza mettere la gamba. Disattenzioni difensive e distrazioni collettive, come quella che ha portato alla rete dello Shaktar al 62′. Da una ripartenza ospite, con Cancelo che non era rientrato dopo una azione offensiva, Sudakov, in ritardo rispetto a Romeu, è riuscito prima ad affiancarlo in corsa e poi a superarlo proponendosi per il passaggio. Con l’ex Girona superato nella corsa, che pensava a tutto fuorché a giocare una sfida di Champions (se non ha mai giocato a questi livelli c’è sempre un perché), il giocatore ucraino si è involato in area di rigore e ha battuto con un tiro forte e secco Ter Stegen. Goal di una facilità disarmante per una formazione azulgrana totalmente in bambola. Cancelo fuori zona, ignavo nel recuperare la posizione; Romeu a caccia di farfalle, spaesato come un garzone ad una tavola di aristocratici. La rete dello Shaktar, che già prima del goal aveva dimostrato di avere migliorato rendimento, competitività e aggressività, ha impaurito la formazione di casa e galvanizzato gli ucraini. Il Barça ha così sbagliato ancora di più anche nelle scelte tecniche di finalizzazione e gestione dell’azione, regalando palloni all’avversario che, dal canto suo, ha aumentato i giri motore e abbassato i tempi sul giro. Con l’eccezione di due reti annullate per fuorigioco a Ferran e Fermín, e ancora un palo colpito dal numero 32, monumentale la sua partita ai suoi 20 anni, è stato lo Shaktar a fare la partita e a rendersi pericoloso quasi ad ogni azione.
A Montjuic si è temuto il peggio, sia in campo che sugli spalti, memore anche della precedente rimonta degli ucraini contro l’Anversa, passati dallo 0-2 al 3-2 nell’ultima sfida di Champions. La formazione di Pusic è andata vicina alla rete del pareggio sopratutto con una girata al volo di Stepanenko all’82’ terminata di poco a lato. L’ingresso di Guiu all’83’ questa volta non è stato bagnato dalla rete, sebbene il numero 38, assurto agli onori della cronaca di tutta Europa per la sua rete realizzata al primo pallone toccato contro l’Athletic Bilbao dopo appena 34 secondi dal suo ingresso in campo, sia andato vicino a segnare con un tiro dall’interno dell’area piccola respinto alla disperata dall’intervento di un difensore davanti alla linea di porta.
Il triplice fischio di un arbitro in serata negativa per l’imprecisione e la non correttezza di molte delle sue chiamate, compresa un incomprensibile sorvolo (suo e del Var) su un clamoroso fallo di mano in area ucraina che ha tolto ad Araujo la possibilità di battere a rete da due passi, ha fatto tirare più di un sospiro di sollievo ad un ambiente che dopo il primo tempo si è ritrovato all’improvviso catapultato in un mondo a tinte horror con il pericolo di combinare un patatrac di dimensioni bibliche.
Tra le scorie della gara c’è anche l’uscita dal terreno di gioco di Joao Félix per un problema muscolare al 74′. Si spera che, con la sfida con il Madrid di sabato alle porte, non si debba aggiungere un nuovo infortunio alla catena senza fine di giocatori già indisponibili. Le prossime ore ci diranno se si tratta di un fuoco fatuo o se c’è qualcosa di sostanziale, sperando di non dover rinunciare anche al portoghese per la sfida ai blancos.