VITTORIA NELLA RIPRESA CON JORDI E RECORD PER TER STEGEN. alirón ad un passo

Giuseppe Ortu Serra

Vittoria per uno a zero sul finale di una gara appassionante, giocata contro un avversario in 10 dalla mezzora e con un secondo tempo arrembante da parte della formazione blaugrana. Con questi tre punti il Barça inizia a fare i conti su quando potrà cucirsi il parche del titolo sulla manica della camiseta. Forse già contro l’Espanyol, se il Madrid non dovesse vincere stanotte o nella gara successiva contro la Real.

Per questa gara Xavi ha ripetuto l’once con il quale aveva battuto il Betis pochi giorni prima. L’Osasuna di Arrasate si è disimpegnato con una formazione molto bassa e difensiva. Tre linee molto strette e compatte a creare un muro davanti all’attacco blaugrana. Difesa a quattro che è arrivata fino a 6, con i rientri dei due extremos Benito a destra e Ruben García a sinistra. A volte è stato Aimar a retrocedere sulla linea difensiva.

Il Barça, con il falso extremo, ha giocato in maniera molto compassata e lenta, dando vita ad una prima parte di gara piuttosto noiosetta e senza grandi emozioni in zona offensiva. La prima occasione, di Pedri, è giunta, infatti, solo al 25° minuto. Un bel cross di Balde, il migliore in campo insieme a Araujo, per il numero 8 che ha mancato l’impatto pieno con il pallone davanti alla porta sguarnita. La palla, colpita non bene, è finita larga e fuori dallo specchio di porta. Subito dopo l’Osasuna è rimasto in 10 per l’espulsione di Herrando che, errando sul controllo di Pedri, sfuggitogli sulla linea del centrocampo con la difesa di Pamplona altissima, ha deciso di intervenire sul blaugrana cinturandolo e interrompendo una chiara occasione da rete. Rosso indiscutibile e Barça in superiorità numerica. Arrasate non ha operato alcun cambio, limitandosi a arretrare la posizione di Ibanez nel ruolo di centrale difensivo.

Il fatto di giocare 11 contro 10 non ha smosso più di tanto l’atteggiamento degli uomini di Xavi, che hanno proseguito con un fraseggio senza mordente. 5 tiri in porta, ma sempre senza centrarne lo specchio. Al 35′ Gavi ha dovuto lasciare il terreno di gioco per un problema muscolare all’adduttore ricavato durante un contrasto con un avversario. Al suo posto Ansu, il cui padre, Bori, ha incontrato Jorge Mendez durante l’incontro, chiaro indice che le voci che coinvolgono una eventuale uscita del ragazzo dal Barça sono sempre più fatti e sempre meno rumors.

Nella ripresa l’Osasuna ha operato il cambio non effettuato al momento del rosso di Herrando. Dentro Munoz al posto di Aimar. I navarri hanno continuato nella loro tattica difensiva, il Barça ha piano piano iniziato ad aumentare i giri del motore e ad accelerare, abbassando i tempi sul giro con lo scorrere del cronometro.

L’ingresso in campo di Dembélé al 52′ è stata la prima scossa per una squadra che aveva dormito nel primo tempo. Grazie alla sua verve e velocità, il francese ha dato una svegliata a tutto il gruppo che ha iniziato ad ingranare come in un crescendo rossiniano. 53′, 55′, 60′, 61′, 67′, 73′. Le azioni si sono susseguite e sono iniziate a fioccare le occasioni. Molte le imprecisioni nelle conclusioni, però. Clamorose quelle di De Jong (solo davanti al portiere e tiro alla figura) e Dembélé (tiro sbucciato da ottima posizione terminato poi sul fondo). L’altra scossa è giunta con l’inserimento di Jordi al posto di Balde (che si era ottimamente disimpegnato nel primo tempo, risultando uno dei migliori dei suoi). Insieme a lui, al 75′ anche Ferran per un esausto Busi (non può giocare così a lungo in una gara).

Jordi è stato il vero deus ex machina della vittoria del Barça, non solo per aver segnato la rete del successo, ma sopratutto per aver dato la definitiva carica ad un meccanismo che era stato revisionato ad inizio ripresa con l’inserimento di Ousmane e con un atteggiamento mordace e pugnace dell’intera squadra. Prima una rete sfiorata, incredibile, di Ferran su un rimpallo con il portiere che era uscito con i piedi fuori dall’area per salvare su Lewa lanciato, poi un goal annullato allo stesso polacco per fuorigioco di Ferran.

I tempi erano ormai maturi. Il pubblico spingeva sempre di più con una ansia che stava attanagliando anche i giocatori in campo e la panchina, che si muoveva sempre più freneticamente, con Xavi stretto nella morsa della tensione. Jordi, a sinistra, aveva ormai preso possesso del lato corto dell’area di rigore e ruggiva famelico pronto per avventarsi sulla preda, ferita dall’espulsione di Herrando che aveva lasciato i suoi in 10 uomini nei primi 45′. Cross, pressione, passaggi e tanta corsa e abnegazione, queste le qualità messe in campo dal numero 18 blaugrana. E proprio dal suo piede, all’85’, è giunta la rete che ha consegnato i tre punti alla squadra e una fetta importante di Liga. Azione tambureggiante iniziata con un cross verso destra per Lewandowski, leggermente troppo lungo. Il polacco ha controllato la palla retrocedendo verso la bandierina ma, sempre all’interno dell’area, si è girato e ha trovato De Jong all’altezza del dischetto del rigore. Frenkie, con perfetta visuale su tutta l’area, inchinandosi leggermente ha girato di testa verso Jordi, il quale, appostato sul vertice sinistro dell’area piccola, non ci ha pensato due volte a calciare al volo di esterno sinistro. Il pallone, colpito alla perfezione, nonostante fosse indirizzato sul lato del portiere ha baciato il palo interno ed è finito in fondo al sacco, prendendo sul tempo Aitor e rendendo vano il suo tentativo di parata. Goal e festa grande al Camp Nou, con un Madrid ricacciato indietro (in attesa della sua gara: ore 22:00) di 14 punti. I blaugrana hanno continuato ad insistere per arrotondare il bottino, ma senza più riuscire a battere il portiere avversario nonostante le occasioni accumulate.

Nuovo 1-0, nuova portería a cero per Ter Stegen, giunto a quota 25 clean sheet. Superato Bravo – e conseguito il record in maglia blaugrana -, ha battuto anche il Cech della stagione 04-05 che deteneva il record della Premier sempre con 24 partite a zero.

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