4-0 AL BETIS NELL’ULTIMA PARTITA DI JOAQUIN E NELLA PRIMA DI YAMAL

Giuseppe Ortu Serra

4-0, +11 ristabilito sul Madrid, pioggia a dogs and cats, bel gioco, giusto compromiso in campo, l’ultima partita di Joaquin e la prima di Lemine Yamal. Questo il telegramma di una bella gara che ha restituito il sorriso e buone sensazioni al Barcelona. Partita di addii, celebrazioni e di benvenuti. Tutto questo in appena 90′ di gioco.

Il Barça ha passeggiato sul Betis di Pellegrini, rimasto in 10 al 33′ per doppio giallo di Luis Felipe, e in 9 al 81′ per l’infortunio di Joaquin, in una partita che ha visto una squadra blaugrana totalmente diversa rispetto a quella semi invisibile di Vallecas. La squadra aveva giocato quella gara scarica e rilassata per la sconfitta del Madrid (parole del tecnico blaugrana); Xavi si era infuriato e la critica era stata – giustamente – spietata. Contro il Betis, in calo nelle ultime giornate e scavalcato nell’ultimo turno dal Villareal al 5° posto in classifica e perciò portatore di pericoli per una formazione, quella azulgrana, anch’essa in fase calante nelle ultime 5 partite, il Barça ha giocato seriamente non prendendo sottogamba l’appuntamento. Il Madrid aveva vinto contro l’Almería nel pomeriggio e aveva ridotto a 8 punti le distanze. Non era possibile rilassarsi, dunque. E così è stato. La formazione di Xavi, che ha recuperato nell’undici iniziale Christensen, dando continuità a De Jong e Pedri, ormai pienamente ristabiliti, non ha fallito l’appuntamento e non ha dato scampo alla formazione verdeblanca. Nel Betis due ex blaugrana nei laterali: Montoya a destra e Miranda a sinistra.

Il Barcelona è passato subito, con la prima rete di Christensen in Liga. Al 14′ il danese ha deviato di testa in rete un passaggio dalla destra di Raphinha, al suo 6° assist della stagione. Al 33′ il Betis è rimasto in 10 uomini per l’espulsione di Edgar Gonzalez per doppio giallo. Il numero 3 di Pellegrini aveva a sua volta sostituito l’infortunato Luiz Felipe.

Il Betis non ha avuto scampo. Due minuti dopo è giunto il raddoppio blaugrana. È stato Lewa a finalizzare in rete un bell’assist di Koundé dalla destra. Per il polacco è il 19° goal in campionato, rete che gli ha permesso di eguagliare il registro massimo di Villa come attaccante esordiente in maglia azulgrana. Davanti a lui solo Eto’o. Al 39′ è arrivata la terza rete, la 5ª personale di Raphinha. Il brasiliano, ricevuto da Busi un pallone in profondità a scavalcare la linea difensiva andalusa, si è inserito in area, ha superato con un tocco il portiere, aggirandolo, e ha incrociato di prima nella porta sguarnita.

La ripresa è stata un monologo blaugrana. La squadra ha giocato sul velluto, ma sempre senza mai mollare la presa sull’avversario. Sotto il diluvio la formazione di Xavi ha deliziato gli 88.530 spettatori, o quelli che erano rimasti stante la quantità d’acqua piovuta sul Camp Nou. Al 58′ Xavi ha disposto un cambio di modulo, passando dal falso extremo ai due extremos puri, con l’ingresso sul terreno di gioco di Ansu al posto di De Jong. Gavi è retrocesso a centrocampo e attacco con Raphinha, Lewa e Ansu.

All’82’ è giunta la quarta marcatura della serata, con Rodriguez che, anticipando Lewandowski sulla linea di porta, gli ha tolto la chance di segnare una doppietta e di portarsi a quota 20 nella classifica del pichichi.

Nel diluvio di Barcelona lo stadio si è lanciato in diverse celebrazioni. Al 10 minuto, come è ormai costume, la folla ha coreado il nome “Messi – Messi”; al 64′ l’ingresso in campo di Joaquin del Betis, alla sua ultima stagione prima del ritiro e alla sua ultima partita al Camp Nou, poi ritiratosi al 81′ per un infortunio al ginocchio che ha costretto i suoi a giocare in 9 il resto della gara; al 71′ è stato il turno di Dembélé a prendersi la scena, riapparso in campo dopo tre mesi circa dopo l’ultima gara (contro il Girona a gennaio); all’83’ il cambio Yamal – Gavi. Fuori un 18enne, dentro un 15enne. Solo al Camp Nou. Solo al Barça. Lemine Yamal, extremo di grande talento e futuro, una delle perle più luminose della Masia, si è piazzato sulla fascia sinistra, facendo accentrare Ansu. Nel giro di pochi minuti ha sfiorato una volta la rete, costringendo Rui Silva a un grande intervento d’istinto e ha servito due palloni spettacolari. Il primo a Dembélé, che ha poi mancato il tocco per Lewa – solo davanti al portiere, e il secondo allo stesso Lewandowski. Il ragazzo ha classe, qualità e stoffa da predestinato, la stoffa più pregiata destinata alle creazioni sartoriali di haute couture più preziose.

Con questa vittoria il Barça si è ripreso la scena, ha riportato a +11 il divario con il Madrid, ha ritrovato vecchie e buone sensazioni, e ha fatto pace con il proprio allenatore e i suoi tifosi.

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