VINICIUS, YABUSELE, VALVERDE, LLULL, ROCKY MARCIANO, TYSON e gli altri

Giuseppe Ortu Serra

Il Real Madrid. Polisportiva incentrata sul calcio e pallacanestro, o piuttosto palestra di pugilato? Siamo a Madrid, in Avenida de Concha Espina 1, o a Catskill, Atene, NY, alla Cus D’Amato’s Gym, famosissima palestra di boxe dove Cus D’Amato ha allenato Mike Tyson, o a Midtown (54th Street & 8th Ave), alla Stillman’s Gym, dove Charley Goldman allenò Rocky Marciano? La domanda viene spontanea visto il comportamento da pugili indisciplinati e rissosi dei giocatori di calcio e pallacanestro del Real Madrid. Un tempo senorio d’Espana (così dicono loro), adesso teppaglia da bar malfamato. Sembra questo il cambio di scenario della formazione blanca.

Vinicius contro il Girona a provocare pubblico e giocatori gironí; ad insultare, aggredire gli avversari a gioco fermo. Lo stesso numero 20 madridista contro Frenkie de Jong nel Clásico di ritorno al Camp Nou, quando infuriato per l’andamento della gara e frustrato per non essere in grado di portare via la palla al giocatore blaugrana secondo le regole del calcio, lo spinge, gli mette il braccio intorno alla gola, stringe con il gomito su di essa e lo scaraventa a terra, per poi lamentarsi con l’arbitro per aver sanzionato il suo intervento da teppista di strada.

Valverde contro Baena del Villareal. Sembrerebbe la pubblicità di un incontro di boxe, ma è in realtà qualcosa di molto triste e vergognoso, un’aggressione clandestina in piena regola, con tanto di pugno al volto di Baena da parte del giocatore del Madrid nel dopo gara di Madrid – Villareal. Il fatto è ancora più grave perché avvenuto nei parcheggi del Bernabeu mentre Baena era tranquillo per i fatti suoi, intento a parlare al telefono. La vittima dell’aggressione ha già, ovviamente, presentato una querela alla Procura della Repubblica spagnola. Il giocatore del Madrid, in attesa della decisione del Comité de Competición, continua imperterrito a calpestare e infangare i terreni di gioco degli stadi nazionali e internazionali con la sua presenza, e con il supporto e pieno sostegno (questo lo scandalo e la vergogna maggiore) da parte del Real Madrid.

Llull e Yabusele contro Panter e Exum nella gara di Eurolega contro il Partizan di ieri. Altre aggressioni, altri colpi a tradimento, altri “pugni sporchi”. I due giocatori del Real Madrid hanno aggredito i rispettivi avversari sul parquet del Wizink, il palazzetto del basket del Madrid. Llull con un fallaccio che nulla ha a che fare con lo sport o la pallacanestro, ma con una condotta da bullo di strada che si fa forte dei compagnacci che stanno a guardare per dare manforte morale, ha innescato la reazione del giocatore del Partizan che gli è andato contro a muso duro tanta è stata la scorrettezza dell’avversario. Non contento, il bullo di strada gli ha rifilato una spallata in mezzo al petto. Da lì la buriana che ne è scaturita. Capannello in mezzo al campo fino all’entrata in scena dell’altro protagonista dell’indegna gazzarra madridista. Yabusele che parte come un razzo e punta Exum, ex blaugrana e, in quanto tale, nemico giurato da abbattere a prescindere. Come Tyson contro Johnson ad Atlantic City nel 1985. No peggio. Tyson ha giocato secondo le regole della sua arte, Yabusele no. Lui fa (o almeno dovrebbe fare) il giocatore di pallacanestro. Di Tyson c’era solo la corsa verso l’avversario, la rabbia cieca, la forza, l’aggressività e l’azione. Nient’altro. Il pugno di Big Mike era puro e pulito, la condotta di Yabusele sporca come il fango in cui lui stesso è caduto. Il giocatore del Madrid ha preso per il collo Exum, lo ha colpito e lo ha buttato al tappeto con una violenza inaudita, degna di uno scaricatore di porto di Marsiglia dopo una buona bevuta in uno dei baracci della zona portuale della città francese. Il giocatore del Partizan è rimasto a terra, intontito e disorientato. Gara sospesa a 1′ e 40” dalla fine.

Tutti aspettavamo il giudice sportivo. Aveva una grande occasione, quella di fare pulizia di questa gente che non merita giocare uno sport nobile come la pallacanestro, che non merita nemmeno il privilegio di fare sport di professione, ma solo di spaccare pietre con una mazza in qualche remota miniera di qualche anfratto del globo. 5 giornate per Yabusele per ciò che ha fatto sono un insulto per ogni sportivo che lavora duramente dalla tenera età per arrivare ai massimi livelli o per, al contrario, per trovarsi nel mezzo della sua gioventù con un pugno di mosche in mano perché non abbastanza forte da sfondare. Il giudice sportivo si è comportato come chi ha paura di essere troppo severo con il potente di turno e si limita a dire: “Così non si fa, biricchino; non sta bene. E non dimenticarti di portare i miei omaggi a tuo padre”. E Llull? È rimasto impunito. Per lui nemmeno una sgridatina. Con questa ridicola sentenza il giudice ha su di sé la responsabilità del ritorno a Belgrado, dove i madridisti, ahiloro, dovranno giocare gara 3 e gara 4 in un palazzetto che è già caldo di suo, ma che con questo precedente e questo buffetto del giudice sportivo sarà veramente come fare una camminata immersi nell’inferno di Dante Alighieri, tra fiamme avviluppanti e sibilanti bolidi ardenti. A Belgrado prenderanno questa decisione come una presa in giro, c’è da scommetterci. Conoscendo il posto, chissà che non siano i locali a volersi sostituire al giudice sportivo e a regolare i conti alla maniera serba.

Il Real Madrid. È facile essere “signori” quando si vince. Non ci vuole molto, anche un orco di Mordor ci riesce. La vittoria non è sinonimo di trionfo, di Vittoria (con la V maiuscola), di successo. Spesso dietro ogni vincente di successo si nasconde un perdente nell’animo e nella vita vera, un vile, un fasullo, come tutti i bulli di questo mondo che si gonfiano delle loro azioni nei confronti di chi non è in grado di difendersi. Vittoria, successo… solo solo parole prive di significato, di contenuto. Non vuol dire essere dei gentlemen e dei vincenti solo perché si vince. La vittoria è solo un risultato, un numero. La signorilità si misura invece in ben altro. Nelle sconfitte per esempio e così l’onore e la sportività. Perdere con signorilità e classe fa di un uomo un vero signore. Il Real Madrid ha dimostrato in questa stagione, con tutti questi casi da cani arrabbiati (con mille scuse a tutti i cani arrabbiati del mondo) di essere un club fasullo di fasulli; un club di perdenti, di losers; un club di bulletti di periferia, tristi e incolti sfigati senza cultura che quando non vincono usano le mani (unico argomento in loro possesso) per sottomettere tutti alla loro rabbia troglodita.

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