NUOVO TRIONFO PER UN BARÇA CHE HA RIPRESO IL CONTROLLO DELLA STAGIONE

Giuseppe Ortu Serra

Il Barça conquista un nuovo trionfo in Liga e porta momentaneamente a 10 i punti di vantaggio sul Real Madrid. Di Raphinha, al 15°, la rete della vittoria. La partita contro il Valencia aveva un valore triplo. Innanzitutto mettere pressione al Madrid che giocherà stasera alle 21:00 al Benito Villamarin contro il Betis a -10 dai blaugrana. Secondariamente l’incontro aveva un retrogusto pungente perché poteva costituire il classico partido trama, come quello già giocato contro l’Almería. Terzo, contro il Valencia si testava il valore psicologico della vittoria in Coppa del Rey contro il Madrid.

Potere salvifico e rivitalizzante di una vittoria. Tra il Barça confuso di Almería e quello del Camp Nou contro il Valencia si è notata tutta la differenza del mondo. Lì una formazione traumatizzata, qui una squadra che veleggia spinta da un forte vento che gonfia lo spinnaker. E, anche davanti alle difficoltà, come nel secondo tempo, la formazione blaugrana non si è mai disunita. Nella ripresa, con 10 contro 11 per l’espulsione di Araujo, si è rivisto il carattere di Madrid. La mente e lo stato psicologico nello sport è tutto. Il Barça ha affrontato l’avversario con una sicurezza degna del periodo precedente alla sconfitta di Old Trafford. La formazione di Baraja è stata costantemente dominata e controllata nel primo tempo.

Gara tra due formazioni menomate dalle assenze. Il Barça con i soliti infortunati Pedri, Dembe, Lewandowski e lo squalificato Gavi; Valencia privo di Gayá, Domenech, G. Paulista, Mar. André, Cavani, Nico e Lato. Blaugrana con attacco con i due extremos puri, Raphinha e Ferran, più Ansu a agire da nueve. Centrocampo con Roberto al posto di Kessie, più Busi e De Jong. Nessuna novità nella linea difensiva. Baraja ha risposto con una formazione abbottonata. Una unica punta, Hugo Duro, 5 centrocampisti e difesa a quattro.

La rete del Barça subito, nella prima parte di gara. È stato Raphinha che, al 15′ su assist stupendo di Busi, ha citato se stesso contro l’Osasuna, e ha insaccato con un pallonetto di testa sull’uscita del portiere. Tutto perfettamente stabilito e mandato a memoria in allenamento. Taglio dentro, imbucata alta da fermo, colpo di testa a scavalcare. A Pamplona l’azione era stata identica, con De Jong nei panni di Busquets. Unici brividi sulla schiena dei tifosi blaugrana, due occasioni per il Valencia nate da altrettante leggerezze difensive nei disimpegni. Lino e Ilaix, ex che aveva lasciato Barcelona convinto di trovare la pentola d’oro alla fine dell’arcobaleno, salvo poi rendersi conto che la pentola conteneva solamente carbone, hanno reso i primi 45 minuti con una leggera nota thrilling. Sopratutto nella circostanza del 38′ il Barça ha voluto esagerare. Palla per De Jong che, dall’out di sinistra, abbondantemente fuori area, quasi sulla trequarti, è tornato indietro da Ter Stegen con un pallone alto complicato e con un coefficiente di difficoltà massimo nel controllo. Pur pressato, il portiere tedesco ha messo giù il pallone senza colpo ferire come se lo avesse incollato alla scarpa, ma è stato troppo frettoloso nel cercare l’imbucata rasoterra. Palla intercettata da Lino che ha concluso male su ottimo recupero di Koundé.

La ripresa si è aperta con il rigore assegnato da Alberola Rojas al Barça per fallo di mano in area. Piccolo dissidio in campo tra Ansu, che avrebbe voluto calciarlo, e Ferran, che lo ha battuto. Risultato, palla sull’esterno del palo sinistro e tutti scontenti. Per non essere da meno, il numero 10 ha voluto copiare il compagno di squadra due minuti dopo. Azione sviluppata sulla destra, taglio di Ansu, imbucata e tiro a colpo sicuro: palo destro. Al 55′ i blaugrana sono rimasti in 10 per l’espulsione di Araujo (fallo da ultimo uomo su ripartenza di Vasquez).

Da quel momento è iniziata una nuova partita, con un Valencia rinvigorito dalla situazione e un Barça maggiormente guardingo. Non impaurito beninteso, ma oculato. In questa occasione è riemerso il carattere di Madrid. Squadra pugnace, sicura, battagliera. Xavi ha messo dentro Alonso per un brutto Ansu che ha sbagliato tutto ciò che poteva nel corso della gara. La squadra è passata al 4-3-2, con Raphinha e Ferran rimasti alti (ma pronti a ripiegare) e Roberto pronto a inserirsi. Dietro Alonso è andato a fare il centrale di sinistra.

Il Barça ha concesso il possesso palla all’avversario, ma non ha praticamente mai rischiato. Il Valencia è riuscito a calciare in porta solo due volte: al 91′ con Hugo Duro; al 94′ con Kluivert. All’80’ nuovo cambio tattico. Fuori Roberto e dentro Eric. Il 24 ha rilevato Alonso che si è spostato nel laterale sinistro, provocando la conseguente alzata (termine orribile ma che rende bene l’idea) di Balde, andatosi a posizionare a centrocampo come interno sinistro.

La gara si è così conclusa con il triplice fischio finale che ha consegnato alla storia di questo campionato il 18° cleen sheet della squadra in 24 incontri di Liga. Un risultato straordinario per una formazione che nelle ultime due gare giocate (Madrid in Copa e Valencia in Liga), ha concesso agli avversari appena tre tiri in porta, uno ai blancos e due alla formazione che.

Lascia un commento