È SOLO UN PAREGGIO TRA BARÇA E UNITED AL CAMP NOU. SARÀ OLD TRAFFORD A DECIDERE

Giuseppe Ortu Serra

Barça-Manchester Utd finisce con un risultato di parità che lascia tutto aperto per il ritorno a Old Trafford fra una settimana. Partita difficile al Camp Nou nei preliminari di EL contro i Red Devils. Che fosse dura si sapeva. La prova dei fatti ha dimostrato questa percezione.

Xavi ha sorpreso tutti con due mosse inaspettate: Marcos Alonso per Christensen e Jordi per Balde. La seconda scelta era anche legittima, con il 18 che attacca maggiormente la linea dell’out e sforna più assist in area del numero 28 (alla riprova dei fatti non è stato così, però). Piuttosto incomprensibile la prima mossa. Alonso ha sì segnato di testa, ma si è lasciato sfuggire Rashford nella circostanza della rete del pareggio, dando in generale una immagine di incertezza a tutto il reparto, che oggi ha regalato qualche errore gratuito e imprecisione di troppo. Dalla sua parte sono giunti quasi tutti i pericoli portati dal Manchester United. Dall’altra parte, Koundè è stato proposto da centrale, con Araujo che si è spostato sul laterale a destra per fronteggiare la verve e la velocità di Rashford. Il difensore francese, che stando ai “si dice” starebbe facendo fuoco e fiamme per ricoprire la posizione di centrale, ha dimostrato una insicurezza che dovrebbe far calare una cortina di silenzio tombale su ogni tipo di richiesta e pretesa.

Il primo tempo è stato combattuto ed equilibrato. 0-0 che ha mostrato, sì un Barça con maggior controllo e miglior gioco di insieme, ma un Manchester United con il maggior numero di occasioni da rete.

Ter Stegen è stato grandioso in due circostanze, su Weighorst al 27′ (respinta in uno contro uno con il numero 27) e su Rashford al 33′ (complicata respinta laterale con la mano di richiamo su tiro in diagonale sul secondo palo). Oltre a queste due circostanze i Red Devils hanno avuto una maggiore presenza nell’area di rigore avversaria di quanto non abbia fatto il Barça nell’area inglese. Blaugrana pericolosi con Lewandowski all’8′ e Jordi al 36′. In entrambe le circostanze De Gea si è fatto trovare pronto di fronte alle conclusioni de los del Barça.

Lo United ha iniziato meglio, con il Barcelona che ha preso il sopravvento nella parte centrale del match. Ma in conclusione del primo tempo il Barça è parso disunirsi e perdere la calma. Passaggi sbagliati anche sotto misura che hanno pregiudicato la manovra degli azulgrana e favorito la maggiore pericolosità degli avversari.

L’infortunio occorso a Pedri a metà del tempo non ha migliorato le cose. Infortunio muscolare al quadricipite della gamba destra per il numero 8. Al suo posto Roberto. Presenza invisibile, la sua, in tutta la gara. Un grosso problema per lo schieramento blaugrana che non ha più potuto contare sulla verve, le inventive, gli strappi del numero 8. Una assenza che, salvo miracoli non ipotizzabili al momento, si farà sentire enormemente al ritorno in Inghilterra.

La ripresa è stata memorabile per intensità di gioco, capovolgimenti di fronte, velocità e occasioni da rete. Le due squadre si sono affrontate a viso aperto creando senza soluzione di continuità e facendo esaltare e spasimare gli spalti a seconda di dove si stava svolgendo l’azione.

Il Barça è passato per primo con Alonso, che sugli sviluppi di un angolo ha incornato sul palo vicino. Esultanza con dedica al padre deceduto nei giorni scorsi. Uno a zero e Camp Nou in festa. L’esultanza è però durata il volgere di tre minuti. Azione di Rashford sulla destra, allontanato da Ten Hag dalla zona di interferenza di Araujo e spostato nella fascia opposta. Jordi fuori posizione e Alonso mangiato come un pedone degli scacchi. Guadagnato il fondo il 10 ha calciato in porta da posizione impossibile, uccellando colpevolmente Ter Stegen che si è fatto passare la palla tra corpo e palo. Il suo palo. Lo United ha insistito, mandando fuori giri per parecchi minuti il Barça che si è smarrito. Errori nei passaggi e nei movimenti hanno favorito il recupero palla degli inglesi che hanno dominato la parte centrale della ripresa sfiorando la rete in diverse circostanze. In una di queste è giunta la sfortunata autorete di Koundé, che ha toccato di petto nella propria porta un cross teso dalla destra di Rashford (sempre lui). Il Barça ha vacillato, lo Utd ha sprecato, tenendo in gara i blaugrana.

Xavi è corso ai ripari al 66′ con il cambio tattico e il passaggio dal falso extremo al tridente vero. Dentro Ansu e fuori Kessié, con Gavi (il migliore del Barça insieme a Raphinha e De Jong) retrocesso a centrocampo. Con lui anche Balde per Jordi e Christensen per Alonso. Cambiati gli interpreti della fase difensiva di sinistra, la più carente, e quella da dove sono partiti tutti i pericoli maggiori sofferti dalla retroguardia blaugrana, la squadra si è sistemata dietro e si è riproposta in avanti. Il 2-2 è giunto dopo pochi minuti. Cross del brasiliano in area per Lewa. Deviazione sottoporta non riuscita e palla che termina la sua corsa nell’angolo basso opposto. La rete di Raphinha ha riportato l’equilibrio non solo nel risultato, ma anche tatticamente in campo, dando al Barça una spinta animica impressionante.

Come se avesse ricevuto una iniezione di adrenalina dritta sul cuore, il Barcelona si è buttato in avanti con nuova linfa e nuovo coraggio. Gavi, irriducibile e battagliero come non mai, oltre che giocatore di una classe infinita, ha condotto la truppa blaugrana all’assalto all’arma bianca, come un ufficiale sprezzante del pericolo nella campagna insanguinata e infangata de La Somme. La squadra di Xavi ha così cinto d’assedio l’area rivale, andando vicino alla rete in parecchie circostanze. Balde, che ha fatto impallidire il tempo e mezzo disputato in precedenza da Jordi, ha fatto impazzire la difesa inglese pressando e diventando una presenza costante al limite dell’area avversaria. Con Christensen là dietro, la squadra non ha più rischiato. Un palo (quasi autorete di Casemiro) e una respinta sulla linea, le parate di De Gea su Raphinha e Ansu (tre volte), l’intervento disperato della difesa su colpo di testa a botta sicura di Araujo, più un netto rigore per fallo di mano (braccio largo) ignorato da terna e Var italiani, hanno poi cristallizzato il risultato su un pareggio che, a valutare l’intera gara e i suoi vari momenti, corrisponde forse al risultato più corretto. Certo, gli ultimi 15 minuti blaugrana e il coraggio mostrato dalla banda di Xavi sul prato del Camp Nou, spinto dai 92.000 che lo hanno affollato, avrebbero meritato il premio della rete per lo sforzo profuso e il grande spirito di abnegazione.

La qualificazione rimane appesa a un filo ed è ancora nel mezzo del guado. A Old Trafford bisognerà fare di più nella fase difensiva per meritarsela. E sopratutto, caro Xavi, questa volta con i giocatori giusti in campo dall’inizio.

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