IL BARÇA CONQUISTA IL PASE ALLA FINALE CONTRO IL MADRID AI CALCI DI RIGORE

Giuseppe Ortu Serra

Semifinale di Supercopa di Spagna. A Ryad, con una rigida temperatura atmosferica, il Barça batte il Betis ai calci di rigore con il risultato di 6-4 (2-2 dopo i supplementari) e si giocherà, domenica ore 20:00 sempre nella capitale saudita, la Supercopa contro il Madrid, a sua volta vincente dopo la tanda de los penaltis contro il Villareral. Contro il Betis Xavi ha presentato la formazione migliore, proponendo la coppia di centrali desiderata in estate Araujo – Koundé, protetti dai laterali Roberto e Jordi. Nessuna rotazione a centrocampo; in attacco tutti i titolari: Raphinha a destra, Lewa al centro e Dembélé spostato a sinistra. Il Barça ha faticato per segnare, giacché ha dovuto realizzare due volte sia l’uno a zero che il 2 a 1 per poterseli vedere concessi. Due goal annullati per fuorigioco hanno infatti vanificato sia l’1-0 di Pedri, che il 2-1 di Lewy. Il polacco ha poi realizzato la prima rete valida per sbloccare la partita, mentre il 2-1 regolare è stato messo a segno da Ansu.

Il Barça ha chiuso il primo tempo in vantaggio di una rete grazie alla marcatura di Robert LewanGolwski che ha realizzato al 39′ su servizio di Dembélé. Al giocatore polacco, colto libero in area di rigore da Ousmane su contropiede impostato da Pedri, gli è stata rimpallata la prima conclusione, ma sulla seconda, con il pallone che scendeva come un pimbo, non ha fallito, colpendo di piatto al volo sul palo vicino e battendo in questo modo Claudio Bravo. Il numero 9 ha dovuto segnare due volte per vedersi convalidare una rete. Sua anche la rete annullata all’80°, quella che avrebbe portato i blaugrana sul 2-1 nei tempi regolamentari.

Il Barça era già passato in vantaggio al 22′, con una rete di Pedri alla Lewandowski (inserimento in area e spaccata in allungo). Il Var tuttavia, impersonato da Iglesias Villanueva, ha annullato per una millimetrica posizione di fuorigioco di Raphinha, autore dell’assist, rendendo vano il suo gesto vincente.

Se l’ex Bayern ha sbloccato il risultato, mettendo avanti nel punteggio i blaugrana, Ter Stegen ha chiuso la porta con una serie di preziose e importanti parate. Un attaccante che segna e un portiere che para. La semplice regola del calcio. Il portiere tedesco ha compiuto una serie di parate decisive per mantenere la porta a zero. Tre interventi su Borja Iglesias, Rodri e Luiz Henrique, che hanno evitato la rete della formazione betica. Il primo tempo è sostanzialmente tutto qui. Con il Barça che ha fatto più la gara, ma con il Betis che è stato più pericoloso. Barça tranquillo, a volte fumoso, ma forte e sicuro dietro. Eccettuando un errore di Koundé che ha messo in apprensione e allarme la propria difesa con un errore nella gestione della palla, costringendo Araujo ad un recupero salvifico, la difesa, anche quando attaccata con pericolosità, ha sempre risposto presente, sia come reparto che come singoli.

La ripresa è scivolata sulla falsariga del primo tempo, con un Barça più difensivo, concentrato e attento nelle chiusure delle linee di passaggio e degli spazi, e un Betis meno vispo e pericoloso. I cambi di Busi per De Jong, e Ferran per Dembélé, ottima la sua gara per eleganza e pericolosità, non hanno modificato la partita. Il centrocampo è stato però più statico, perdendo il brio, la velocità e la profondità che garantiva l’olandese. Poche chances per ambo le squadre, ma quelle poche sono state decisive, nel bene e nel male. Il Betis è pervenuto al pareggio al 76′ al termine di una bella azione, viziata da un fallo al limite dell’area su Gavi non rilevato dall’arbitro. L’azione è iniziata a sinistra verso il centro, poi proseguita e conclusa a destra con un bel tiro di Fekir sul palo vicino. Nella circostanza la formazione di Pellegrini ha fatto saltare tutte le chiusure blaugrana, a protezione sopratutto della zona centrale dell’area di rigore, e ha realizzato una pregevole rete. La reazione del Barça è stata immediata. 4 minuti ed è giunta la rete del pari. Ancora Lewandowsky, autore di un gran tiro da centro area dopo una azione sviluppata sulla sinistra e giocata da Ferran. Come in occasione del goal annullato, anche in questo caso un fuorigioco, questa volta del numero 11, ha messo nel nulla il nuovo vantaggio.

Con il risultato di 1-1 si è andati ai supplementari. Pronti via, e il Barça si è riportato in vantaggio, questa volta in maniera regolare. È stato Ansu a rimettere avanti i blaugrana, con un sinistro al volo, da sinistra a destra, a conclusione di un calcio fermo battuto sulla fascia opposta da Alonso. Busi non è riuscito a dare ritmo al centrocampo, con la conseguenza che la squadra si è ritrovata appiattita e passiva. La formazione di Xavi ha commesso l’errore, già visto anche nella circostanza del precedente vantaggio, di ritirarsi e lasciare il pallino del gioco all’avversario. Era accaduto anche al Metropolitano. Quella volta era andata bene, e avevamo esaltato il carattere della squadra. Ma se regali il pallone, ti ritiri nel tentativo di controllare, non sempre ti può andare bene. Un comportamento all’italiana. Si attacca per andare in vantaggio e poi ci si chiude in difesa in attesa di essere nuovamente ripresi per pungere nuovamente. Non sempre può esserci una mano del portiere o una attuazione perfetta della difesa. E così è accaduto, infatti. Il Betis ha trovato spazi in avanti e al 100′ Morón ha riportato los beticos in parità. Inserimento sulla destra in area da parte di Henrique e appoggio centrale per il compagno che, di tacco, ha buggerato la difesa blaugrana. A quel punto le squadre, visibilmente stanche, non sono quasi più riuscite a creare occasioni da rete. Nel secondo degli extra-time, infatti, si è registrata appena una chance degna di nota. Autore Ansu, che ha sprecato con una velleitaria conclusione di tacco un interessante pallone fornitogli nell’area piccola da Ferran.

Con il 2-2 sul tabellino i rigori sono stati inevitabili. La scadente attuazione della Spagna ai mondiali in occasione dei penalties ha spalancato i peggiori presagi per entrambe le formazioni. Il sorteggio per la squadra che avrebbe iniziato a calciare è stato vinto dal Betis. Solitamente il primo che calcia è anche statisticamente avvantaggiato sull’avversario. I blaugrana a fare gli scongiuri e a cercare altre statistiche positivi, i tifosi del Betis a sperare a mani giunte nei numeri. William Josè ha rotto il ghiaccio mettendo dentro il primo rigore, subito pareggiato da Lewandowski che non ha subito i contraccolpi negativi degli errori dal dischetto accumulati in Qatar. Ancora il Betis, con Morón, a riportare i blanquiverdes in avanti. Kessiè, con il brivido, ha trovato l’angolino nonostante la mano di Bravo a toccare il pallone. Proseguiva la parità, che pareva incrollabile. 2 a 2 nei 120 minuti, più un altro 2 a 2 nei rigori. Toccava a Juanmi presentarsi sul dischetto. Sul tiro debole, centrale, a mezza altezza, una specie di palombella sgonfia, Ter Stegen si è esaltato lanciandosi dalla parte giusta e “stoppando” il tiro a mano aperta. A quel punto toccava ad Ansu portare in vantaggio i suoi. Il 10 non ha tradito, e sicuro come una sentenza passata in giudicato, ha segnato dagli undici metri. William Carvalho, facendosi parare il suo rigore (grande intervento di Ter Stegen), ha regalato a Pedri il match point su un piatto d’argento. Il Golden Boy della scorsa stagione non ha tradito, mettendo in fondo al sacco un ace che non ha lasciato scampo all’ex portiere del Barça e regalando ai suoi compagni l’accesso alla finale contro il Madrid di domenica alle 20:00.

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