IL BARÇA CADE CONTRO IL CADICE IN UN CAMP NOU CHE GLI VOLTA LE SPALLE

Giuseppe Ortu Serra

Il Barça ha perso contro il Cadice con il risultato di 0-1 e ha sommato la seconda sconfitta consecutiva tra le mura amiche. Ma non ha perso solo la squadra. Ha perso anche il pubblico, o almeno una parte di esso, la grada d’animació, che ha mancato l’occasione per fare la cosa giusta. Gli assenti non hanno mai ragione. Mai.

Per la partita contro il Cadice, formazione terzultima in classifica e impegnatissima in una lotta per la salvezza che non ammette distrazioni, Xavi ha dovuto appostare per un undici privo di alcuni punti cardine tra infortunati e squalificati. Piqué e Pedri indisponibili, Araujo squalificato. Dopo l’eliminazione dalla Europa League ad opera dei tedeschi dell’Eintracht di Francoforte, ci si attendeva una reazione di orgoglio, una reazione forte per dare un chiaro messaggio all’ambiente e alle avversarie. Si è visto, invece, un primo tempo grigio, soporifero, sìcon una squadra impalpabile. Xavi ha schierato Dest, Eric, Lenglet e Jordi in difesa, con De Jong, Busi e Gavi in mezzo. Davanti occasione per Depay dall’inizio insieme a Dembélé e Ferran.

Squadra grigia e molle come si è detto. Pubblico indifferente, con la grada d’animació, deputata a sostenere la squadra, che ha deciso di scioperare proprio nel momento più delicato della squadra e della stagione, dimostrando di non avere a cuore le sorti della formazione di Xavi. Bravi a parole, ma nel momento del maggior bisogno, queste persone hanno deciso di mettere davanti alle necessità della squadra i loro interessi personali. Si protesta prima e dopo, non durante i 90′ facendo mancare l’appoggio alla squadra. In questa maniera chi pensano di danneggiare se non i giocatori? La stessa cosa era accaduta contro l’Eintracht, restando fuori dallo stadio per parte della gara. Il loro menefreghismo è pari alla vigliaccheria di tutti coloro che hanno ceduto il proprio abbonamento ai tifosi tedeschi. Due diverse facce della stessa medaglia; due comportamenti errati che portano alla medesima conclusione: gli uni e gli altri sono egualmente responsabili del disastro.

Il primo tempo è scivolato senza grandi scossoni da parte del Barça ad eccezione del solito instancabile Dembélé, l’unico in fase offensiva a metterci l’anima e la voglia di offendere. Se il francese è stato il migliore, Depay il suo opposto. Lento, fuori dalla squadra e dagli schemi, sembra un giocatore con la mente già altrove. Ha sbagliato ogni pallone, perdendo tutti i contrasti e risultando del tutto insignificante in ogni contesto della gara. In difesa il Barça ha rischiato una volta sola, ma ha subito l’occasione della partita. Un contropiede velocissimo che ha trovato la squadra messa male e che è stato concluso da un tiro di Perez davanti a Ter Stegen finito incredibilmente fuori, anche per il disturbo fattivo di Dest che ha impedito una tranquilla conclusione al giocatore del Cadice. Alla fine dei primi 45 minuti la squadra è uscita dal campo fischiata dal pubblico del Camp Nou.

Al primo tempo grigio ha fatto seguito una ripresa con maggior voglia da parte dei blaugrana. La necessità di vincere per mantenere la seconda posizione ha spronato maggiormente i giocatori di casa, anche se è stato il Cadice a passare. Un altro contropiede che ha trovato la squadra del Barça mal posizionata. Non solo, il Cadice ha avuto la possibilità di colpire tre volte davanti al portiere senza che nessun difensore blaugrana sia riuscito ad intervenire per liberare. Prima è stato Sobrino a colpire due volte, con il portiere tedesco che è riuscito in qualche modo ad impedire la rete avversaria senza essere stato in grado, tuttavia, di liberare definitivamente; poi è toccato a Pérez calciare in porta e siglare la rete del vantaggio. E i blaugrana? Tutti lì a guardare. Tre conclusioni del Cadice senza che la difesa sia riuscita e metterci becco è qualcosa di assolutamente indescrivibile e ingiudicabile. Da restare allibiti e senza parole.

Il tentativo di rimediare al disastro è stato affidato a Dembélé, l’unico tra i giocatori in campo in grado di impensierire Ledesma, il portiere avversario. Il francese ci ha provato da ogni parte e in ogni modo, ma sempre senza fortuna. Se pensiamo che quasi certamente lascerà il Barça a fine stagione, resta da chiedersi quale sarà il destino offensivo di questa squadra.

Il ritrovato spirito combattivo della squadra aveva nel frattempo svegliato il pubblico, spronato dall’ardore disperato di contrastare l’avversa fortuna, l’ostruzionismo di una squadra che cercava ogni mezzuccio per restare a terra, per perdere tempo e spezzare il ritmo del Barcelona. Chiaramente tutti meno la grada d’animació, la cui assenza è la maggiore vergogna di questo risultato. Chi è assente non ha mai ragione, qualunque sia la rivendicazione che lo spinge a protestare, anche se giustificabile e sostenibile. L’assenza e il supporto che quei tifosi hanno fatto volutamente mancare alla squadra nel momento del massimo bisogno, non è perdonabile. È inutile affollare la tribuna e sostenere quando le cose vanno bene. È adesso che c’era bisogno di loro. Ma loro non c’erano, e il deserto di quel settore è una delle cause di questa sconfitta come di quella in Europa League. Essi hanno tradito la squadra, i giocatori, il loro allenatore chiedendo Barabba invece di Gesù Cristo. Anzi, nemmeno quello. Semplicemente hanno ignorato la squadra decidendo di disertare il Camp Nou.

Nel secondo tempo gli ingressi in campo di Adama, Aubameyang e Luuk hanno aumentato la sensazione di pericolo. Ma si è trattato di una sensazione, appunto. Maggiore presidio dell’area di rigore, ma veri pericoli pochi. Una occasione importante creata da Eric con un gran tiro da fuori che ha costretto Ledesma a una pacatissima d’istinto, e un colpo di testa ravvicinato di Luuk, con il portiere avversario che si è ritrovato miracolosamente la palla tra le mani. Aubameyang sembra aver consumato la pozione magica che lo aveva fatto segnare a ripetizione al suo impatto con il club. Nelle ultime partite è andato via via affievolendosi. Discorso simile per Adama.

Il Barça è alla terza partita consecutiva senza vittoria contando tutte le competizioni. È alla sua seconda sconfitta consecutiva dopo l’Eintracht. La vittoria di Madrid, con quelle proporzioni, ha forse fatto più male che bene. La pausa per le nazionali, giunta proprio dopo lo 0-4 al Bernabeu, non ha certo dato una mano, facendo calare la squadra di intensità.

Non tutto è perduto in chiave secondo posto. Il Barça ha ancora una partita da recuperare, quella contro il Rayo di domenica 24, ore 21:00. Giovedì si torna subito in campo per la difficilissima trasferta a San Sebastian contro la Real Sociedad, a questo punto sì, una partita di fondamentale importanza. Il Barça non ha tempo per leccarsi le ferite. Forse questo è l’aspetto migliore. Si gioca subito e adesso ci si aspetta una reazione vera, se non si vuole bruciare tutto il lavoro fatto da Xavi, e dagli stessi giocatori, in questi difficoltosi mesi di ricostruzione e risalita.

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