Tebas: le date per ripartire e i danni del virus. Messi all’Inter? La Serie A ha grossi problemi

di Giuseppe Ortu


Javier Tebas, presidente e mandatario della Liga, ha concesso una intervista in videoconferenza con la stampa estera (non spagnola) nella quale ha toccato vari argomenti; dalla durata del blocco del calcio spagnolo ai danni economici derivanti dal Coronavirus. Uno dei punti principali della sua conferenza stampa è stato la presentazione di una sorta di calendario per far ripartire la stagione sportiva. Calendario che deve tenere conto, necessariamente, anche delle coppe europee. Perché se è vero che il tempo stringe e rimane sempre meno spazio per incasellare tutte le partite che rimangono fino al termine del campionato, è ancor più vero che gli spazi disponibili si riducono ulteriormente se si pensa che anche la Champions League e la Europa League devono trovare posto in quello stesso calendario.

Tebas, premettendo che ogni discussione rischia di essere fine a se stessa dal momento che il boss della situazione è il virus e che da esso non si può prescindere, e che l’obiettivo primario della Liga è garantire la salute pubblica di calciatori, staff dirigenziali, tecnici e pubblico, stabilisce tre ipotetiche date come al momento possibili per far ripartire tutta la macchina calcistica. 29 Maggio, 6 Giugno, 28 Giugno. Tebas spiega che “Se iniziamo il 29 Maggio con la Liga, la Champions si disputerà a Luglio. Se iniziamo il 6 Giugno, si giocheranno tutte le competizioni, assieme, fino al 31 Luglio. E se iniziamo il 28 Giugno, Luglio sarà per la Liga e Agosto per la Champions. Con queste date, ovviamente, c’è il tempo per iniziare con gli allenamenti. (…) Per terminare la stagione non vogliamo andare oltre il mese di Agosto, ed è ovvio che tutto ciò danneggerà l’inizio della prossima stagione”.

Per il massimo dirigente de La Liga la parola cancellazione della stagione e del campionato non rientra nel suo vocabolario e nemmeno nei suoi pensieri. “Solo quando dormo, ma come incubo!” sostiene Tebas. A questa ipotesi “ci penseremo solo quando non si potrà più giocare”. Ma non certo ora. In effetti siamo ancora ai primi di Aprile. Manca davvero molto tempo prima che si possa preventivare una ipotesi del genere. Ipotesi catastrofica per il calcio in generale e spagnolo in particolare. Tebas, nel corso della sua conferenza stampa, ha fatto due conti per mostrare quanto sarebbe dannoso non poter riprendere a giocare. “Non terminare la stagione 2019-20 equivarrebbe a una perdita di mille milioni di euro. Se terminiamo a porte chiuse il danno sarà di 350 milioni di euro. Se potessimo giocare con il pubblico le perdite sarebbero di 150 milioni di euro.” A questo punto, dopo questa prima serie di cifre da tsnumani per il mondo del calcio, Tebas va più nello specifico parlando di Diritti TV, una delle voci più importanti nel panorama calcistico, e che a bilancio iscrive cifre enormi. “In quanto ai diritti Tv in Liga, abbiamo già guadagnato il 90% del totale della voce economica. Se non dovessimo riprendere a giocare, oltre a rinunciare al 10% restante, dovremo restituire il 18% di quanto abbiamo già incassato”.

Il massimo mandatario de La Liga ha affrontato l’argomento del mercato trasferimenti, che chiaramente risulterà intaccato, se non stravolto, dai tempi extralarge di questa stagione. Se solitamente il calciomercato inizia a luglio e perdura fino al 1 settembre, quest’anno in quel periodo si sarà nel pieno della fase finale delle varie competizioni. Tutto dovrà essere rivisto, ripensato, rimodulato. Tebas in merito è rimasto abbottonato come una brava spia catturata dal nemico. Solo grado e numero di matricola. In questo caso, lasciati da parte grado e matricola, ha semplicemente dichiarato “non posso dire molto di più. Dovremo vedere le raccomandazioni della FIFA e modellare il mercato alle condizioni attuali generate dal Coronavirus, che sono decisamente eccezionali”.

Per finire è stata posta una domanda anche in merito a Messi e alle famose dichiarazioni di Moratti che, in men che non si dica, si sono diffuse velocemente quanto il Coronavirus. Tebas è stato caustico quanto una stilettata tra le costole e un bicchiere di soda… caustica. “Messi in Italia? Non lo credo. Però non risolverebbe i problemi della Serie A, vincolati al rapporto tra debiti, prezzi alti e guadagni insufficienti”. 

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