L’Antipatico – Moratti, Messi e i “ricchi e scemi” dell’Italia anni ’90

di Giuseppe Ortu

Dei presidenti del calcio italiano di Serie A lo si è sempre detto nei decenni scorsi. Sopratutto quando, allora, la Serie A era italiana. Da anni ormai, con poche eccezioni, i club del Bel Paese sono affare di personaggi, aziende, fondi di investimento stranieri. In Italia hanno fatto il passo più lungo della gamba come si suol dire. Hanno speso più di quanto potessero permettersi. Incassare 10 e spendere 50. Il sogno di qualsiasi bambino di prima elementare che non ha alcuna idea di calcolo matematico. I presidenti “ricchi e scemi” venivano definiti allora. Gente che si è rovinata con il giocattolo che certe famiglie hanno dato a congiunti ai quali non sarebbe stato permesso mettere piede in azienda perché notoriamente scialacquatori e dalle mani bucate. Per costoro la figura giuridica del “Buon padre di famiglia” era come lo spauracchio delle favole orrorifiche che certe madri raccontavano ai pargoli per farli stare tranquilli. Sul genere di Kaiser Sauze di “I soliti sospetti”. O figure demoniache di antiche culture rinvenute in amuleti, pitture rupestri, monumenti.

Dei presidenti del periodo d’oro della Serie A, segnato da spese folli compiute senza criterio, senza pagare le tasse, utilizzando fondi neri ecc, sono piene le pagine di storia dell’Italia pallonara vincente. Trofei, coppe costruite sul nulla, sulle cambiali, sulle scatole cinesi, sui debiti finanziati da altri debiti. Scandali famosi come quello dei passaporti falsi, i Rolex d’oro regalati a destra e a manca, aziende svuotate per conquistare titoli sportivi; dal crac Cirio, alla Parmalat. Le strade della “Milano da bere” e del calcio vincente degli anni ’90, quello che in Italia ancora taluni sciocchi (commentatori e no) rimpiangono senza pensare ai dissesti economici e finanziari che quelle vittorie hanno creato ai mercati, al Paese Italia e alla società, sono lastricate di atti giudiziari e lacrime. Ma certo, l’importante era che le squadre di calcio vincessero. Panem et circenses. Come se fosse stato quello l’obiettivo del Sistema Paese, non la saldezza delle aziende, il controllo del debito pubblico, la piena occupazione della forza lavoro.

Alcuni erano semplicemente ricchi e scemi, altri erano poveri e furbi. Ma in ogni caso molti si sono ritrovati allo stesso punto: a zero. I primi partivano da un patrimonio importante per poi ritrovarsi costretti a vendere perché erano finiti i soldi in cassa; i secondi partivano da un castello di carte di picche, arrivavano in cima con la “finanza creativa”, per poi ritrovarsi nuovamente al punto di partenza: senza niente. Scoperto il bluff, tutto crollava miseramente, e mestamente, sotto il peso di una seria indagine finanziaria. Come al tavolo del poker: quando uno dei giocatori vede, non puoi fare altro che mostrare il tuo bluff.

Un sistema che per fortuna ora non esiste più. In Italia le cose sono tornate ad essere a misura di Italia e delle sue squadre di calcio. Vendere prima di comprare, e tutto sempre sotto l’occhio vigile della Uefa e del suo Fair Play Finanziario. Mai istituto fu così benedetto per tenere a freno certi personaggi e per fargli sgombrare il campo.

Ora il calcio italiano è passato dai presidenti tifosi, i ricchi e scemi di cui prima, alle aziende estere che investono in base alle disponibilità finanziarie, non ai sogni di gloria personali.

A proposito di sogni e manie di grandezza da altri tempi e altre epoche geologiche, è di oggi la notizia che Massimo Moratti, ex presidente dell’Inter, ha lanciato a Radio Uno. Parlando al programma Radio Anch’io Sport, Moratti ha parlato della possibilità per l’Inter di tesserare Messi. L’ex patron nerazzurro ha detto che vedere Messi vestendo la maglietta dell’Inter “non è un sogno impossibile”. Per Moratti l’alleato della sua ex creatura sarebbe il Coronavirus. “Non era un sogno vederlo nell’Inter prima del Coronavirus e non lo è nemmeno ora. Se i  proprietari (del club nerazzurro) faranno uno sforzo potranno portarlo all’Inter”. Il 74enne ex presidente ha concluso sostenendo, come un moderno Nostradamus, che “alla fine della stagione c’è la possibilità che accadano cose strane”. Chissà che non abbia ragione. Il campionato di Serie A potrebbe concludersi e l’Inter potrebbe anche vincerlo. Di cose strane ne possono accadere; eccome!

In tempi di Coronavirus tutti cercano di rallegrare la popolazione confinata in casa in tutti i modi possibili. C’è chi tiene concerti dal salotto di casa, chi lancia la sfida di palleggiare con un rotolo di carta igienica. Ognuno ha il suo sistema. Il caro Moratti ha deciso di rallegrare così l’umore abbattuto dei suoi ex tifosi. Oggi è 6 aprile, ma sembra di  essere al primo del mese.

Il tempo delle smargiassate per fortuna è finito negli anni ’90. Insieme alla “Milano da bere”, Craxi, i super campioni, la favoletta del “campionato più bello del mondo” e tutte quelle borie da tempi andati. Ora sono i tempi in cui nemmeno si supera la prima fase di Champions. Il libro di storia è chiuso, la lezione è finita e la campanella è suonata. Terminata la scuola si torna a casa, alla Serie A degli ex campioni di 35 anni. Tutti buoni, in fila per due. 

 

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