Giuseppe Ortu Serra
Il Barça vince su calcio di rigore al 97′ grazie alla trasformazione in seconda battuta di Lewandowski in pieno recupero (il primo tentativo era stato respinto dal portiere che si era tuttavia avvantaggiato irregolarmente nella respinta, allontanandosi in maniera antiregolamentaria dalla linea di porta). Vittoria sofferta per 1 a 2 a Vigo in una gara dominata dalla doppietta del polacco, dalla noia e dalla densa nebbia di concetti di ambedue le squadre ed allenatori: Xavi da una parte e Benitez dall’altra.
A Balaidos Xavi ha riproposto la formula con Christensen a metà campo accanto a De Jong. Pedri ha giocato più avanzato rispetto ai due compagni. Davanti il duo Vitor Roque-Lewandowski, accompagnati, a destra, da Lamine Yamal. La difesa è stata improntata su Koundé, Araujo e Cubarsí. Cancelo ha giocato più avanti sulla linea dei centrocampisti, sommandosi spesso agli attaccanti.
Un primo tempo soporifero, giocato a bassi ritmi, senza occasioni da ambo le parti, si è chiuso con il Barça in vantaggio di una rete per una botta dal limite di Lewandowski che ha fucilato Guaita. Un fulmine a ciel sereno in chiusura di primo tempo in una prima parte di nulla assoluto. Yamal è stato il blaugrana che ha cercato di smuovere la calma piatta del mare di Balaidos. Il moto di rabbia di Xavi in una circostanza per qualcosa che evidentemente i suoi non stavano mettendo in pratica e la rete del polacco, hanno animato 45 minuti ombrosi, fumosi, nebbiosi, grigi, in cui non si è visto niente, né dalla parte del Celta, né da quella blaugrana. Se il Barça ha segnato nel nulla di una partita senza sale, altrettanto ha fatto il Celta ad inizio ripresa. Con il Barça fermo i galiziani si sono presentati al limite dell’area di rigore. Aspas è andato al tiro da posizione centrale, totalmente libero da marcatura, e ha trovato (con deviazione di Koundé) la rete del pareggio.
Una brutta gara da zero a zero che si è trovata, all’improvviso, sull’1 a 1. A questa squadra serve un cambio radicale nella panchina e nei preparatori atletici. Non è un discorso di giocatori. Forse di qualcuno (Koundé sta vivendo un’annata terribile), ma non è certo questa la causa della pochezza della stagione del Barça. È la squadra nel suo complesso che manca. Un’idea di calcio che non c’è, oltre ad un’assenza totale di preparazione fisica, atletica e mentale.
Il secondo tempo si è fatto notare solo per lo scorrere del tempo nel cronometro di gara. Era chiaro che la partita potesse risolversi solo da una giocata individuale, da una azione da gioco fermo, o da un clamoroso errore di una delle due squadre. E ciò è esattamente quello che è capitato. Una giocata individuale di Lewandowski su azione da gioco fermo (calcio di rigore), su un errore marchiano della difesa galiziana che, invece del pallone, ha calciato in pieno il fondoschiena di Lamine nell’area del Celta. Fallo troppo chiaro ed evidente anche per la Liga del Caudillo di questa stagione. Pulido Santana ha indicato il dischetto quando erano già partiti i sei minuti di recupero. Non è stata necessaria nemmeno la verifica al Var tanta era lapalissiana la giocata. Il sale in fondo, dunque. Con una punta di thrilling per rendere viva una partita da The Walking Dead. Palla per Lewandowski che, sistematala sul dischetto, ha prima fallito miseramente la battuta, poi, con una citazione da L’Aereo Più Pazzo del Mondo ha detto: “Scherzetto!” e grazie all’errore di Guaita, che per parare il debole tiro centrale del 9 si era allontanato dalla linea come un portiere degli anni ’90, si è proceduto alla ribattuta. Questa volta Lewa non ha sbagliato, realizzando la rete dell’uno a due che è valsa tre punti importantissimi dopo il flop casalingo dell’ultima giornata contro il Granada. Oggi, rispetto a quella sfida, di diverso c’è solo la vittoria. Per il resto il medesimo flop di un pallone sgonfio che non riesce più nemmeno a rotolare tanto è pesante e deformato. E mercoledì sarà Champions.