Giuseppe Ortu Serra
Il Barça stecca ancora in trasferta. Dopo la delusione di Mallorca, con due reti incassate e un pareggio che ha permesso al Madrid di riprendersi la vetta, è giunta quella di Granada, con altre due reti incassate ed un nuovo pareggio che vuol dire -3 dalla vetta. Un altro pareggio, si diceva, questa volta contro la penultima in classifica. E altro risultato ripreso per i capelli grazie a una rimonta da 0-2. Come contro il Celta in casa, solo che questa volta è giunto solo un punto dei tre disponibili. Poca cosa se si vuole dire la propria contro un Madrid che non sbaglia un colpo con le piccole.
Il Barça è sceso in campo con Gundogan da pivote al posto di Romeu, accomodatosi inizialmente in panchina, Koundé e Christensen in difesa, Fermín da interior a destra. Ferran come 9 insieme a Yamal extremo a destra. Pronti via e il Barça è già sotto. 18 secondi sono bastati al Granada per battere a rete e segnare contro la squadra di Xavi che ha iniziato al suo solito modo, svagato, lento, ancora fermo al semaforo. Gli avversari al fischio di inizio dell’arbitro iniziano a giocare, già belli caldi, i giocatori del Barça pensano invece di essere ancora nel loro lento, sterile, monotono riscaldamento. Risultato, mentre i blaugrana contavano le margherite, il Granada ne ha approfittato per portarsi in vantaggio. Gavi perde palla a centrocampo, Koundé esce fuori tempo sull’avversario. Bryan entra in area e calcia. Ter Stegen fa una dormita, andando giù lentamente, e rete dell’1-0. Inconcepibile, inaccettabile.
Gli azulgrana iniziano a farsi vedere al quarto d’ora con El Gato Félix, sempre l’uomo più pericoloso del Barcelona. La squadra ha iniziato a collezionare calci d’angolo (8 solo nella prima parte) e occasioni. Ma per una ragione o per l’altra, sopratutto per le parate del portiere avversario, non è riuscito ad andare a segno.
Il Granada di Paco López, che già in passato era riuscito a creare molti problemi alla formazione catalana sopratutto quando dirigeva il Levante, sistematosi con un 5-3-2, ha subìto e chiuso ogni varco. Davanti si è fatto vedere con il contagocce, ma ogni volta che lo ha fatto è stato velenoso come dovrebbe esserlo una grande. Due volte in avanti nella prima parte di gara e due volte in rete. La seconda al 28′. Contropiede che ha trovato la difesa di Xavi in 2 contro 2. Palla per Bryan che ha fatto ammattire Koundé. Francese superato due volte (al limite dell’area e poi dentro i 16 metri) e Ter Stegen beffato con un tiro ravvicinato.
Un disastro. Il Barça è una squadra strana. Vedi i nomi in campo e ti sembra che debba spaccare il mondo. Poi gioca e ti lascia sempre la sensazione di qualcosa di incompiuto, un certo non so che nell’atteggiamento che ha il sapore della sciatta sufficienza, di un compito buttato lì, quasi controvoglia per prendersi il 6 e fregare il professore con il minimo impegno. Una prestazione che pecca di cattiveria, impegno e sudore. Per quanto ci provi non riesce a produrre a sufficienza. Quasi che non diano tutto, che si tengano sempre qualcosa in tasca. E non bastano, poi, 10 minuti finali giocati a tutta per rimediare a 80 nei quali la squadra si è buttata via.
Al 38′ poi, per la serie una sciagura tira l’altra, l’ennesimo infortunio muscolare. Questa volta è Koundé a dover abbandonare il campo. Al suo posto, Araujo. Una piaga di lesioni muscolari che si possono spiegare solo con una cattiva preparazione atletica dallo staff di Xavi e da allenamenti sotto ritmo. Altrimenti non si spiegano tanti infortuni.
Sul finale del tempo il Barça ha riaperto la gara con Yamal, autore del 2-1 su passaggio del Gato Félix. Con questa rete Lamine ha battuto un altro record, diventando il più giovane calciatore a segnare una rete in Liga.
La ripresa ha visto il solito copione. Barça in possesso di palla che gestisce, ma non punge; Granada attento e pronto a ripartire. Al 60′ Roberto ha preso il posto di Fermín, mentre 15 minuti dopo è stato il turno di Yamal a lasciare il campo per Romeu. Squadra modificata nel suo assetto tattico, con Cancelo sollevato nella posizione di extremo derecho. Romeu, che nell’ultima gara era stato piuttosto irregolare, ha messo subito in campo il suo potere fisico, mostrando i muscoli nella gestione e difesa del pallone. Chissà come sarebbe andata la gara se avesse giocato dall’inizio o fosse entrato in campo ben prima.
All’85’ è giunta la rete del pareggio. È stato Roberto a finalizzare in rete un cross dalla sinistra di Balde in un’area piena di maglie del Granada e di giocatori andalusi che hanno tentato di ingannare l’arbitro con svenimenti che sarebbero stati eccessivi perfino per una debuttante in società dell’epoca vittoriana. Callejon e Vallejo, guarda caso ex madridisti, hanno fatto la commedia, buttandosi sul terreno di gioco come fosse stata la piscina comunale di Granada. E mentre le marionette di casa si coprivano di ridicolo, il Barça andava a pareggiare con il neo capitano subentrante.
Nemmeno il tempo di esultare che quasi i blaugrana andavano nuovamente sotto nel punteggio. Altra palla persa a centrocampo, altra disattenzione e il Granada ha colpito un palo clamoroso, ancora con Bryan. Veramente troppo per i campioni di Spagna e per una formazione che vorrebbe fare strada in Europa. Scampato il pericolo la squadra di Xavi ha insistito con sempre maggior fervore (troppo tardi però), fino a giungere alla rete del 2-3 con il Gato Félix, che di testa ha incornato sul secondo palo un cross giunto dalla parte opposta. La doccia fredda per il Barça è arrivata quasi subito. Ferran, la cui posizione era avanzata rispetto alla linea difensiva dei locali, pur non toccando il pallone ha comunque partecipato all’azione tentando lo stacco di testa. Rete annullata dopo il controllo del Var.
Partita finita e secondo pari consecutivo in trasferta, entrambi con due reti incassate, e contro formazioni tutt’altro che trascendentali. Mallorca, modesta formazione di centro classifica; Granada penultima con appena 6 punti e una vittoria in carniere. La squadra ha mostrato enormi difetti questa sera. Dal solito gioco inconcludente (che fatica per rendersi pericolosi), ad una disattenzione generale nell’applicazione del gioco tipica di una piccola squadra. Tutti quegli errori nell’impostazione, le palle perse, i pericolosissimi contropiede subiti sono un sintomo di questo malessere. Inammissibile poi, per una grande squadra, rischiare di subire la rete del 3-2 dal Granada nell’azione successiva a quella in cui si è segnato il goal del pari. Solo una formazione con gravi scompensi tattici fa una cosa del genere, e non certo una formazione che vuole confermare il titolo appena conquistato e risollevare il proprio nome in Europa. Ma c’è dell’altro. Altro punctum dolens è una fragilità difensiva impensabile appena la scorsa stagione, come la sensazione che per larghi tratti della gara la squadra giochi con sufficienza e sotto ritmo, quasi che la vittoria debba giungere dall’alto per grazia ricevuta. E così, anche squadre modeste come Mallorca e Granada sono in grado di mettere sotto il Barça, uscendo addirittura dal campo con la possibilità di recriminare sul risultato finale. Così non va. Non ci siamo proprio Xavi.