CASO NEGREIRA. LE DICHIARAZIONI DEI PROTAGONISTI NEI VERBALI DELLA MAGISTRATURA. IL CASO SI SGONFIA

Giuseppe Ortu Serra

Football Leaks, il portale che aveva portato alla luce il doping di Sergio Ramos del Real Madrid nella finale vinta da las merengues nella finale del 2017, oltre al suo rifiuto di sottoporsi ad altri due controlli posteriori a detta finale, ha rivelato anche il contenuto di alcuni verbali di dichiarazioni rilasciate alle autorità dai protagonisti del Caso Negreira. Verbali che sono poi stati richiamati da Mundo Deportivo.

Ci sono le dichiarazioni di tutti: Enríquez Negreira, Bartomeu, Oscar Grau, Albert Soler. Da questi verbali appare come sia, in realtà, una montagna che partorisce il classico topolino. Dichiarazioni all’Agenzia delle Entrate spagnola e alla PG (la polizia giudiziaria a cui il magistrato competente delega per ragioni di celerità alcune delle indagini, sopratutto gli interrogatori), dalle quali risaltano con ancora maggior evidenza il carattere del tutto lecito della condotta del FC Barcelona. Tutti costoro sono stati sentiti in qualità di persone informate sui fatti.

Cominciamo dall’attore protagonista della storia: José Maria Enríquez Negreira. Il 77enne ex arbitro ed ex vice presidente del CTA (Comité Tecnico Arbitral) era stato sentito nel 2022 da Hacienda (l’Agenzia delle Entrate spagnola), in merito ai pagamenti effettuati dal Barcelona nei suoi confronti. Dopo la deposizione l’Agenzia aveva redatto una relazione e l’aveva trasmessa alla Fiscalia (la Magistratura spagnola). In essa si scriveva, nelle conclusioni, che “Non ci sono prove che i pagamenti effettuati dal FC Barcelona al Negreira influirono a livello arbitrale nell’alterazione di risultati o in designazioni arbitrali”.

Già questo abbatte un muro di dubbi e sospetti di illeciti che avrebbe compiuto il Barcelona negli anni in cui i pagamenti furono effettuati. Il Negreira fu poi sentito direttamente dal magistrato il 1 Febbraio di quest’anno. Ma in quella occasione non rilasciò dichiarazioni in quanto affetto dal morbo di Alzheimer. La malattia gli avrebbe compromesso totalmente la sua memoria. Ma, intanto, abbiamo agli atti le dichiarazioni da lui rilasciate mesi prima a Hacienda, dichiarazioni dalle quali risulta chiaramente la natura del tutto lecita del rapporto con il FC Barcelona.

Da questo verbale spiccano alcune domande e risposte chiave. D: “Designava lei gli arbitri?” R: “No. Era il presidente a farlo”. D: “Quali erano i servizi forniti al Barça attraverso la società Dasnil?” R: “Dare la mia opinione sugli arbitraggi e sui giocatori. Ciò che voleva il Barça era assicurarsi che non ci fossero decisioni di parte prese dagli arbitri contro la squadra. Il Barça voleva che fosse tutto regolare e neutrale”. D: “Come fatturava?” R: “Prima attraverso la Nilsad, poi con la Dasnil”. D: “Come è finita l’attività di consulenza?” R: “Con decisione unilaterale del Barça che ho contestato per inadempimento contrattuale”. D: “Come pagava il Barcelona?” R: “Attraverso il conto corrente bancario del Banco Sabadell”. D: “Ha mai pagato arbitri con quanto ricevuto dal Barça?” R: “No, mai”. D: “Suo figlio Javier Enriquez realizzava informes per il FC Barcelona?” R: “No”.

Già da queste prime dichiarazioni appare qualcosa che nulla ha a che vedere con oscure trame correttive. Si parla di fatture, contratti, inadempimenti contrattuali, pagamenti su c/c bancari. Tutto estremamente normale, pulito e, sopratutto, lecitamente monotono. Ma, ancora più importante, il Negreira ha ammesso la sua estraneità nel processo di designazione arbitrale. Perché dunque, nell’ottica dell’accusa, corrompere proprio lui? Non avrebbe senso.

Lo stesso Negreira avrebbe dichiarato, inoltre, che l’attività era svolta solo verbalmente, che non sussisteva contratto scritto e che gli incontri con i membri del Barcelona si svolgevano “non più di sei volte all’anno“. Tutto così poco credibile, sinceramente. Dichiarazioni, queste, smentite peraltro dalle deposizioni dei dirigenti blaugrana rese agli inquirenti.

Oltre al Negreira è infatti stato sentito dalla PG anche il Barça nelle persone di Bartomeu, Grau e Soler. Bartomeu disse che “quando arrivai alla vicepresidenza avevo saputo che venivano effettuati dei pagamenti a Javier Enriquez (il figlio del vicepresidente del CTA) per un servizio di relazioni e analisi arbitrali di partite della squadra”. Inoltre “il suo incarico prevedeva che svolgesse dei seminari arbitrali a La Masia”. Sempre Bartomeu ignorava che tali importi fossero pagati “a imprese del padre”.

Da parte sua Grau, sentito a SIT dalla PG il 15 settembre 2022, disse: “seppi delle spese nel 2018 quando studiai approfonditamente il bilancio in cerca di tagli da effettuare”. ADR: “Chiesi a Albert Soler e Josep Segura (direttori sportivi dell’area calcio) la natura di tali spese. Soler disse che erano spese per ottenere schede informative e video arbitrali che analizzavano l’arbitro che avrebbe arbitrato la prima squadra e il Barça B. Dissi che l’idea era buona e utile, ma avevamo necessità di risparmiare e suggerii di tagliare la voce dal bilancio”. Grau aggiunse, anche, che non ha mai saputo “se il servizio appaltato era stato concordato per iscritto o verbalmente”.

Infine Soler, che sentito dalla PG a sommarie informazioni testimoniali il 21 settembre 2022 rivelò di non aver mai avuto “relazioni con Enríquez Negreira. Solo con Javier Enríquez (il figlio)”. Albert Soler fu particolarmente preciso nel descrivere agli inquirenti il contenuto del servizio prestato da Javier Enríquez al FC Barcelona. “Javier Enríquez forniva ogni settimana un’analisi dell’arbitro designato per la prima squadra e per il Barça B. Si analizzava lo stile dell’arbitro al momento in cui avrebbe dovuto affrontare il Barça. Veniva fornito anche un CD con immagini esemplificative del modo di arbitrare dell’arbitro che veniva preso volta per volta in considerazione“. ADR: “Io giravo le informazioni all’area sportiva della prima squadra e del filial”. ADR: “Non so se venissero conservate (le relazioni). Penso che schede, analisi e CD venissero buttati via dopo il loro studio e al termine delle gare“.

Che cosa appare da tutta questa ricostruzione? Un quadro criminale e delittuoso? No. Piuttosto una normale fornitura di servizi sportivi professionali da una azienda specializzata ad un club professionistico. Tutto estremamente normale e banale. Da ciò che abbiamo riportato risulta un padre, José Maria Negreira che all’epoca copriva una carica più che altro onoraria e marginale senza alcun potere esecutivo che, vista la possibilità di una buriana in arrivo ha deciso di coprire il figlio da ogni eventuale rovescio facendo in modo da non farlo apparire all’esterno. Da parte blaugrana si parla, invece, del ruolo svolto da Javier Enríquez in una attività consulenza professionale perfettamente legale con tanto di particolari quali dischetti CD da girare alle sezioni competenti che rendono il tutto di una sconcertante normalità e non certo l’intricato e avvincente plot di un film di spionaggio con James Bond protagonista.

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