PIQUÉ SALUTA LA SUA GENTE TRA LE LACRIME: “QUI SONO NATO E QUI MORIRÓ”. BARÇA 2 ALMERIA 0

Giuseppe Ortu Serra

È il minuto 84 preciso (84:00) quando Gerard Piqué, Geri, mette i piedi fuori dalla linea laterale ed entra Christensen. Con quel gesto finisce la storia calcistica di Piqué calciatore del Barça. Non sappiamo se giocherà la gara di Pamplona di martedì, ma è certo che non giocherà mai più al Camp Nou. Piqué lascia il campo tra le lacrime sul 2-0 della sua squadra e saluta, prima di lasciare il posto a Christensen, uno per uno compagni e arbitro. Il Camp Nou, frattanto, è in piedi in un frastuono colossale di applausi e canti a squarciagola. Tutti urlano il suo nome, il nome del capitano che dà l’addio al Barça, al calcio giocato. E’ un momento da galina de piel come avrebbe detto Johan Cruyff.

La partita contro l’Almeria è stata sopratutto questo, l’omaggio a Gerard Piqué che lascia il Barça, il club di una vita. Il saluto al capitano, al numero 3, è stato il sale dell’incontro, l’anima della partita, della festa blaugrana per uno dei suoi figli, dei suoi campioni che al Barça hanno vinto tutto. Uno degli ultimi del Grande Barça. La gara è finita come era iniziata, con l’amore che i 92.605 culers presenti allo stadio gli hanno trasmesso. Un inizio più formale e distaccato, di prammatica. Un finale da brividi, con lacrime, abbracci, discorsi toccanti e un giro del campo con il quale il capitano ha fatto il pieno di amore. In un attimo tutto è dimenticato, anche quei maledetti fischi che erano seguiti alla gara interna contro l’Inter. Ora è tutto alle spalle.

Alla sua ultima gara casalinga, Xavi lo ha voluto omaggiare facendolo partire da titolare. All’ingresso in campo delle due squadre i blaugrana si sono presentati con indosso la maglia numero 3 di Piqué. Uno splendido saluto di despedida dei suoi compagni. Il petto delle maglie celebrative, creata per l’occasione, riportava il lemma SEMPR3. Ma è stato il finale a rivelarsi degno di essere vissuto e partecipato. Al triplice fischio finale di una gara che ha visto la vittoria del Barça, Piqué ha salutato e abbracciato uno per uno tutti i suoi compagni in campo. Con alcuni, come Ter Stegen, il primo ad abbracciarlo, c’è stata più empatia, più quimica per aver condiviso per anni lo spogliatoio. Con altri, sopratutto con i nuovi, i ragazzi, c’è stato meno trasporto, meno emozione, come è normale che sia. La squadra poi si è riunita a centrocampo e lo ha sollevato, portandolo in trionfo e lanciandolo per aria una, due, tre volte. È stato quindi il momento del giro del campo, con i 92.000 del Camp Nou, rimasti incollati ai rispettivi posti, ad intonare e coreare il nome di Piqué. Saluti, mani alla bocca per mandare invisibili baci al pubblico e al cuore, a l’escudo, per manifestare tutto il suo amore per un club che, come lui stesso ha dichiarato una volta presa la parola al microfono “mi ha visto nascere. Qui sono nato e qui morirò”. Piqué non riesce a trattenere nuovamente le lacrime. È un pianto a dirotto adesso. Deve interrompere il discorso più volte, il fiato è corto, le parole rotte dalle lacrime, dai singhiozzi strozzati in gola. È stato un privilegio vederti giocare per tutti questi anni Geri.

Nel mezzo di tutta questa emotività, di tutta questa elettricità statica che ha incendiato il cielo sopra il Camp Nou, facendo scoppiare mille scintille che illuminavano le tribune dello stadio, c’è stata la partita, passata decisamente in secondo piano emotivo. Una bella gara, giocata bene dalla squadra che non ha voluto rovinare la festa al suo capitano con una prestazione non all’altezza dell’importanza dell’evento. E così il gioco, veloce, bello, piacevole da vedere. Molto buona anche la pressione alta della squadra al fine del recupero immediato della palla. Tutto è stato organizzato alla perfezione per rendere la serata perfetta. Gioco, occasioni e divertimento, in campo e sugli spalti gremiti. Il Barça ha avuto una infinità di chance per segnare, ma ha avuto il torto di sfruttarne una minima percentuale.

Nei primi 45′ si è visto di tutto, da un calcio di rigore calciato sul palo da Lewandowski nell’eccessivo tentativo di angolare al massimo il tiro, ad un salvataggio sulla linea su conclusione a colpo sicuro di Ferran, a un colpo di testa di Dembélé, praticamente a porta vuota, con il francese capace di colpire la palla talmente male da consegnarla in braccio al portiere, a quel punto completamente spiazzato dal bell’assist di Ferran. Il numero 11, invece di calciare in porta a tu per tu con l’estremo difensore dell’Almeria, ha preferito la strada della sicurezza, servendo il compagno che si trovava con lo specchio di porta totalmente aperto. Un festival delle occasioni sprecate, dunque. Sopratutto il calcio di rigore. Il primo assegnato al Barça in questa stagione in tutte le competizioni. Un record negativo buttato alle ortiche dal Lewandowski che non ti aspetti dagli undici metri. L’Almeria, pur schiacciato in area da un bel Barça, condotto magistralmente a centrocampo da De Jong e Pedri in forma smagliante, ha rischiato di fare male ai blaugrana in tre circostanze nei primi 45 minuti. Al 23′ su buco difensivo sulla destra della difesa blaugrana e imbucata in area, con Ter Stegen che ha chiuso in uscita; pochi minuti dopo, al 27′, ancora Ter Stegen sugli scudi con una parata in uno contro uno con Ramazzani, lanciato nella metà campo blaugrana sguarnita da un errato passaggio centrale di De Jong a cavallo della linea di centrocampo intercettato dallo stesso giocatore dell’Almeria; e al 46′ con Melero, sul cui tiro si è opposto Jordi con il corpo.

La ripresa è stata bagnata dalle reti della vittoria del Barça. Ad aprire le danze è stato Dembélé al 47′ con una azione personale sulla destra, ingresso in area dal lato corto di destra, due avversari saltati e tiro chirurgico sul palo opposto. Da applausi. Il raddoppio è giunto al 61′ ad opera di De Jong che ha ribattuto in rete una previa conclusione di Ansu, entrato in campo un minuto prima al posto di un rabbuiato e scuro in volto Ferran (ottima la sua partita. Chissà che la doppietta nella partita contro il Viktoria Plsen non lo abbiano sbloccato). Da annotare la prima partita senza reti di Lewandowski dopo molto tempo in campionato, una seconda occasione colossale mangiatasi da Dembélé e l’undicesimo clean sheet di Ter Stegen in questa stagione strepitosa di Liga a livello di tenuta difensiva.

La partita è stata la ciliegina sulla torta per i festeggiamenti a Gerard Piqué, che ha ricevuto un regalo fatto di amore e affetto conditi da tre punti e dal primo posto in solitario in classifica. Almeno fino a lunedì, quando il Madrid scenderà in campo nel derby contro il Rayo.

One thought on “PIQUÉ SALUTA LA SUA GENTE TRA LE LACRIME: “QUI SONO NATO E QUI MORIRÓ”. BARÇA 2 ALMERIA 0

  1. Senza ombra di dubbio non è nessuna novità lo schema che utilizzano le piccole squadre quando devono affrontare il Barsa. Si arroccano dietro, con una linea di 5 difensori e poi due passi più avanti altri 3 a difendere . Il Barsa davanti a questo schema ha trovato sempre difficoltà ad superare i tre quarti e più ancora a segnare. E stasera contro l’ Almeria è successo nuovamente e considerando il fatto che sempre al Barsa le ne manca l’ultimo passaggio, la puntata finale per segnare non c’è dubbio che la migliore opportunità, la più
    concreta avuta nel primo tempo è stato un rigore calciato da Lewy ma che ha dato nel palo. Nel secondo il criterio era lo stesso ma questa volta almeno Dembelé e riuscito a segnare ma ha sbagliato clamorosamente ‘altri goals, poi ha segnato De Jong che è stato il calciatore più stabile della squadra ma non bisogna dimenticare che l’Almeria ha attaccato pochissime volte e due volte quasi segna. Io credevo che con Xavi questo grosso difetto della squadra sarebbe stato da una volta per tutte superato ma non è così perché per superarlo serve innovare ,cambiare questo obsoleto schema di gioco per uno più dinamico e attuale perché con uno schema diverso e attualizzato avresti segnato almeno 5 goals a una squadretta come l’Almeria.
    Vabbè nonostante tutte le difficoltà il Barsa ha vinto 2 a 0 e l’episodio più bello ed emotivo della serata è stato, indubbiamente, quando Gerard Piqué abbandona il campo di gioco e tutto il Camp Nou tra applausi corea il nome di questo grande campione che si ritira perché il tempo passa e passa pure per i grandi campioni come Piqué. Saggia decisione la sua. Grazie Piqué per tutte quelle soddisfazioni che gli hai dato non solo ai tifosi del Barsa ma anche a quelli della Nazionale . Grazie, tante grazie !! E ora che diventerai imprenditore a tempo pieno Tanti Tanti Auguri !!

    "Mi piace"

Lascia un commento