VITTORIA DALLE DUE FACCE AD ANOETA PER UN BARÇA CON ANCORA MOLTA STRADA DAVANTI

Giuseppe Ortu Serra

É ancora un Barça in piena ricostruzione quello che ha battuto con un rotondo e sonoro 1-4 la Real ad Anoeta. La terza vittoria consecutiva in terra basca è un record per i blaugrana. Ma non sono tutte coccole per la formazione di Xavi. Il cartello lavori in corso fa ancora bella mostra nelle maglie dei blaugrana.

Contro la Real si è assistito ad un primo tempo in cui il Barça è andato in rete subito, al primo affondo, con Lewandowski, che ha siglato la sua prima rete ufficiale in maglia blaugrana. Il vantaggio è durato poco, però. 5 minuti dopo e De Jong, schierato da Xavi nella posizione di Busi, ha perso palla con troppa facilità, pressato da due avversari in mezzo al campo con la squadra in uscita. Conquistata la sfera, la Real è partita in contropiede trovando la difesa del Barcelona totalmente fuori posto. Lancio verso Isak dalla parte di Balde (avanzato e fuori posizione). Eric è stato colpevolmente scavalcato dal pallone e non è riuscito a tenere il passo dell’avversario. Pur in vantaggio, è stato superato da Isak che ha segnato con un delizioso scalettò su Ter Stegen in uscita.

La squadra è apparsa squilibrata sin dalle prime battute. De Jong nella posizione di pivote è naufragato davanti alle maglie a righe verticali biancazzurre. Il 21 che non vuole nemmeno adeguare il suo lautissimo ingaggio alla nuova policy della squadra, ha squilibrato il reparto, e di conseguenza, tutto lo schieramento. Il Barça è apparso con un capo e una coda, ma niente nel mezzo. Il centrocampo non faceva né filtro, né copriva sulle seconde palle, come in occasione di una doppia conclusione de los donostiarras, con Kubo che ha avuto l’opportunità di raccogliere la respinta di Ter Stegen su conclusione iniziale di Mikel Merino e calciare in porta, senza esito, proprio perché nessuno dei centrocampisti aveva coperto la posizione difensiva. I laterali sono stati gli altri punti deboli dello schieramento. Balde, sebbene abbia dato l’assist a Lewandowski per lo zero a uno, è carente a livello di prima squadra e non può giocare in blaugrana. È un giocatore da segunda, e si vede. Araujo è una soluzione di ripiego che non può diventare definitiva in quella posizione. Urgono due laterali di ruolo se si vuole che questa squadra possa puntare in alto, altrimenti è destinata ad accantonare i sogni estivi e a patire come nella passata stagione.

Real Sociedad e Barça si sono affrontate a viso aperto senza tatticismi. Due squadre allungate sin dall’inizio che hanno rovesciato i fronti in un continuo andirivieni di attacchi e contrattacchi portati con corsa e palla al piede. Il poco raziocinio in mezzo al campo non ha permesso una gestione oculata della gara. La Real è stata più pericolosa dei blaugrana, con Ter Stegen impegnato severamente in due circostanze.

La ripresa è iniziata sulla falsariga del primo tempo, con un Barça sconcertante che ha subito più che pungere. Ferran ha dimostrato tutta la sua inutilità e impalpabilità in questa squadra, giocatore da panchina. La situazione è radicalmente cambiata con i cambi di Xavi. Il tecnico blaugrana ha rimediato agli errori iniziali di una squadra sbagliata inserendo gli uomini che hanno cambiato la gara. Al 63′ ecco fuori Ferran e dentro Ansu; fuori Balde e dentro Raphinha. Due dei peggiori in campo sostituiti dai giocatori che contribuiranno al successo della squadra. Con un laterale in meno la difesa è passata a tre, con Araujo, Christensen e Eric. Neanche un minuto è trascorso dalla nuova situazione tattica e subito ecco che Lewandowski ha trovato lo spazio per la conclusione. È stato il segnale. Due minuti dopo è giunto il vantaggio di Dembélé. Bella conclusione in diagonale da sinistra a destra che ha battuto inesorabilmente Remiro su assist di tacco di Ansu su azione nata a destra da Raphinha. I due nuovi entrati subito in cattedra. Il Barça ha iniziato a comandare il gioco con leggerezza e facilità. La fatica compiuta fino a pochi minuti prima e il passo pesante dei giocatori sono parsi svanire come un ectoplasma dopo una seduta spiritica. Altri tre minuti e giunge il terzo goal. Ancora Lewandowski, che ricevuta palla da Ansu di prima (da una imbucata centrale di Pedri), ha calciato dall’altezza del dischetto di piatto destro infilando ancora il portiere avversario. In campo c’era solo la formazione blaugrana, con la Real uscita praticamente dalla partita.

Con il risultato dalla sua parte, Xavi ha messo ancora mano al suo schieramento riportando la difesa a quattro con l’inserimento di Jordi al posto di Dembélé. Con il Barcelona che dominava totalmente la scena, è giunta anche la quarta marcatura. Questa volta è stato Ansu a segnare la rete dell’uno a quattro definitivo. Assist di Lewandowski, da Raphinha, e tocco di piatto da dentro l’area.

La partita ha detto alcune cose. La formazione è competitiva se gioca con i titolari; alcune posizioni sono assolutamente da rafforzare (come i laterali) e che De Jong, in questo momento, è più un elemento negativo che uno punto di forza. Bernardo Silva sarebbe l’uomo perfetto al posto giusto. Se De Jong se ne facesse una ragione del fatto che la sua presenza nel club è più dannosa che altro, tutti sarebbero più contenti: lui, perché troverebbe una squadra che lo desidera; il Barça che si toglierebbe di dosso un peso oltre ad un equivoco e avrebbe la possibilità di prendere il giocatore perfetto per il centrocampo.

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