EDITORIALE – 16 GIUGNO: PUNTO DI NON RITORNO

Giuseppe Ortu Serra

Ci siamo. Il Barça è giunto all’Ora X. Al punto così detto morto o di non ritorno. Si verifica quando, in aereo, si arriva ad un punto in cui tornare indietro non è più garanzia di salvezza in quanto il carburante rimasto non è più sufficiente per percorrere, a ritroso, il percorso fin lì effettuato. Dunque l’unica soluzione è andare avanti. Il Barça si trova, adesso, più o meno nella medesima situazione, quella in cui è certamente preferibile andare avanti che provare a ripiegare sulle posizioni iniziali, dalle quali sorgerebbero esiti certamente disastrosi.

Se nella Assemblea dei compromissari di domani, 16 Giugno, il voto dovesse essere contrario alla vendita di BLM si aprirebbe il baratro sotto i piedi del club blaugrana, con conseguenze catastrofiche che è anche solo difficile immaginare. Il Barcelona è davanti ad un bivio dunque: vendere gli asset, salvare il club e andare avanti a costruire un futuro di successi sportivi come ha fatto fino ad oggi, oppure opporsi e aprire la strada ad un futuro dalle conseguenze totalmente sconosciute. Significherebbe imboccare una strettoia dalla quale non si potrà più tornare indietro e dal cammino ignoto e disastroso. Sarebbe, con tutta probabilità, la fine del FC Barcelona come lo conosciamo e come lo abbiamo sempre conosciuto. Vorrebbe significare aprire una porta verso un club di proprietà di un singola persona, fisica o giuridica. La fine, sostanzialmente, del club dei soci, di tutti i soci. Del club più democratico del mondo, dove uno vale uno, che sia il primo o l’ultimo dei soci. Sarebbe una pietra tombale sulla possibilità di sentirti parte della vita, della evoluzione, delle sorti del tuo club, nel quale puoi incidere eleggendo il tuo presidente o scegliendo di mandarlo via come è avvenuto con la moció de censura nei confronti di Bartomeu. Il Barça è Mès que un Club anche e proprio per questo. Tifare, sostenere, parteggiare per una squadra di un altro, proprietà di Mister X, di Pippo o Pluto, non ti dà le enormi soddisfazioni di esultare per le sorti di una squadra che senti prepotentemente tua, che è anche una tua proprietà.

Nel primo caso tifi la squadra di un altro; con il Barça tifi la tua squadra. È bene che questo lo tengano bene a mente i compromisarios che domani si riuniranno per dare l’avvallo, il visto buono, l’ok, il sì, il via libera alla vendita di BLM. Vendere oggi un asset che non scende in campo e di nuova creazione (esiste dal 2018) per evitare di dover vendere, domani, tutti i giocatori (che scendono eccome sul terreno di gioco), oltre all’intero club al primo magnate che incrocia sul mar di Barcelona non è una questione di difficile comprensione e risoluzione. La strada c’è; è lì, segnata, tracciata, davanti agli occhi di tutti. Basta solo fare il primo passo e percorrerla.

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