BATTAGLIA CAMPALE A CORNELLÁ. SOLO UN PUNTO CONTRO L’ESPANYOL

Giuseppe Ortu Serra

Al Prat de Cornellá il Barça apre e chiude la partita, passando in vantaggio al secondo minuto e pareggiandola al 96′, all’ultima azione della gara. Un punto che, se non fa classifica, fa morale. Spiace aver mancato una buona occasione, ma le partite così sentite sono sempre imprevedibili e possono sfociare in qualsiasi risultato. Le due squadre hanno terminato la gara in 10 contro 10 per la doppia, contestuale espulsione di Nico Melamed e Piqué. Un contrattempo, questo, che non ci voleva, tenendo conto l’assenza per la prossima sfida di Liga anche di Dani Alves, appiedato ancora per un turno, e la scarsa affidabilità di Eric García.

La partita è stata tirata, veloce, combattuta. L’Espanyol, chiaramente inferiore all’avversario, ha impostato una partita sulla battaglia. Entrate minacciose, intimidatorie, falli cattivi pur senza avere la possibilità di prendere il pallone, giusto per attentare all’incolumità fisica dei giocatori blaugrana. In maglia amarilla con le quattro bande rosse della Estelada, il Barça non si è sottratto. Ha accettato la battaglia sulla velocità e non si è tirato indietro al momento di subire le dure entrate dei locali. Quella di Xavi è una squadra vera, composta da giocatori veri. Sembrano trascorse due ere geologiche dalla squadra impaurita, fragile, involuta di Koeman. Sono passate 10 giornate.

Il Barça ha avuto le occasioni migliori e ha giocato meglio, con un ottimo pressing e recupero palla. I blaugrana sono passati subito, ad inizio gara. Azione sviluppata sulla destra da Adama che ha cercato Jordi dall’altra parte. La sfera è stata intercettata dalla difesa, ma immediatamente recuperata da Busi che ha aperto per Jordi. Sul cross teso in area, si è inserito perfettamente Pedri a destra che ha impattato al volo di piatto. Palla sul palo e poi in fondo alla rete. Il Barcelona ha continuato a giocare dando spettacolo e subendo il gioco duro dei locali di Cornellá. Ha avuto più volte la palla per raddoppiare, senza riuscirci. Così, in una delle rare conclusioni a rete dell’Espanyol, Sergi arder ha estratto il classico coniglio dal cilindro con uno spettacolare tiro a giro che ha messo fuori causa il tentativo di parata di Ter Stegen.

Nella ripresa è accaduto di tutto. Un secondo tempo loco. Al 56′ il Barça è passato con Gavi, autore di una rete bella e caparbia dopo avere recuperato palla in area di rigore con grinta, ma la rete è stata annullata per un rimpallo che ha colpito De Jong, leggermente in fuorigioco. La sfortuna è proseguita pochi minuti dopo quando, per un doppio errore di Eric, che all’intervallo aveva sostituito Araujo, uscito per infortunio, De Tomás ha portato in vantaggio i suoi. L’ex City ha prima tenuto in gioco il giocatore dell’Espanyol, restando arretrato rispetto alla linea difensiva blaugrana, per poi farsi prendere le spalle dal pallone e dall’avversario che è filato solo in area e ha fulminato Ter Stegen nel suo tentativo di parata mano a mano.

Xavi ha reagito immediatamente. Fuori Gavi e dentro Nico; fuori Jordi e dentro Dembélé. Gavi è retrocesso sulla linea dei centrocampisti, il francese è andato a sinistra a comporre un attacco a quattro insieme a Ferran, Aubameyang (per De Jong) e Adama a destra. Il 3-3-4 di Xavi ha portato all’assalto finale del Barça. Attacco ulteriormente puntellato, all’89’, dall’ingresso in campo di Luuk al posto di Pedri. Al 93′ poi, per non farsi mancare nulla, è giunto il doppio rosso per Piqué e Nico Melamed (per doppio giallo) per una serie continua di screzi nel corso di una interminabile azione di scambi di convenevoli. E mentre appariva ormai tutto compromesso, nell’ultima azione della gara, ecco spuntare la testa di Luuk, su assist di Adama, e schiacciare in rete il goal del meritatissimo pari blaugrana. Già in precedenza l’ex Sevilla aveva avuto sul capoccione la palla del pari, ma la sua incornata era terminata, incredibilmente, alta sulla traversa.

Un pareggio al termine di una partita in stile Prima Guerra Mondiale, con tanto di assalto all’arma bianca. Un pareggio che serve poco alla classifica, se non per smuoverla di pochi centimetri, ma che serve, comunque, al morale. Questa è una squadra combattiva che non muore mai, capace di combattere con la tecnica e, quando serve, anche con la forza dei nervi, con l’aggressività, con la forza mentale e muscolare.

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