SARà BARÇA-NAPOLI AGLI SPAREGGI DI EUROPA LEAGUE

Giuseppe Ortu Serra

Dall’urna di Nyon è saltato fuori l’avversario più ostico che ci sarebbe potuto essere per gli spareggi in vista dell’accesso all’Europa League: il Napoli. Le avversarie italiane sono sempre tra le più ostiche per l’aspetto tattico. Grande difesa, capacità di soffrire sotto pressione e di ripartire in velocità. Sono capaci di avere una unica occasione in tutta la gara e di segnare e vincere la partita. Nel Napoli c’è di più, molto di più. Oltre ad avere una formazione equilibrata, dalla tipica tenuta difensiva del Bel Paese, ha anche ottime individualità in grado di creare seri problemi a qualunque avversario. Il suo allenatore, in più, è un tecnico esperto con un passato trascorso anche in campionati di altre federazioni europee. Tra il novero delle squadre che il Barça avrebbe potuto prendere, il Napoli è certamente la peggiore (in chiave blaugrana); la migliore in senso oggettivo dal punto di vista calcistico. Una tifoseria calda e vicina alla squadra, che spinge a mille, è inoltre un ulteriore elemento di preoccupazione. Al momento la formazione di Spalletti conta numerosi infortunati e non attraversa certo uno dei suoi migliori momenti di forma. Anche in Serie A hanno subito una sconfitta cocente contro l’Empoli per uno a zero. Ma da qui a febbraio, quando si disputeranno le gare (andata e ritorno) potrebbe avere recuperato i suoi migliori elementi.

In casa Barça il discorso infortunati è il medesimo appena fatto per il Napoli. Pedri, Ansu, Roberto, Braithwaite saranno disponibili e arruolati. Nelle more del loro recupero, la crescita di giocatori come Nico e Gavi garantiranno ancora maggiori scelte per Xavi che, frattanto, avrà la possibilità di mettere un po’ d’ordine nella buriana dell’attuale squadra. I giocatori ci sono, bisogna solamente educarli al nuovo gioco e alla nuova-vecchia filosofia calcistica. I danni compiuti da anni di antibarcelonismo nel pensiero calcistico portato avanti da Valverde prima e Koeman poi sono enormi. I vecchi hanno disimparato a giocare Barça e devono essere rieducati. I nuovi non hanno mai appreso lo stile del Barcelona. La squadra necessita tempo. Xavi deve rivoluzionare il modo di giocare di una squadra che ha smarrito la sua identità. Chiaramente, posto che i cambiamenti richiesti sono radicali, non è una operazione facile da porre in essere in corso d’opera, a stagione e competizioni iniziate. Serve tempo, come si diceva. Si spera che per l’appuntamento di febbraio la squadra abbia recuperato il suo stile e la sua identità.

Oltre ai fattori “recupero infortunati” e “cambio di mentalità”, da qui a febbraio si spera che sia avuto anche l’innesto di uno/due elementi nella squadra titolare che possano permettere alla formazione blaugrana di fare quel salto di qualità nel reparto offensivo che fino ad ora ha frenato e affossato, per la sua impalpabilità, il cammino della squadra in stagione. La sterilità offensiva è, certamente, uno dei maggiori limiti del Barça attuale. Due sole reti realizzate nella fase dei gironi di Champions è la principale causa dell’esclusione dalla competizione europea più prestigiosa.

L’addio al calcio del Kun, più qualche cessione in inverno, permetteranno di liberare spazio nel plafond della masa salarial del club, necessario per poter iscrivere i nuovi innesti.

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