Tutta la verità sul caso Messi

Giuseppe Ortu Serra

“Fiumi di parole” recita il titolo di una canzone italiana; parole a volte gratuite o dette a sproposito. Sul Caso Messi se ne sono dette fin troppe. Tutti hanno potuto parlare e scrivere, lanciandosi in voli pindarici, ricostruzioni cervellotiche e di fantasia, mostrandosi ferrati nella materia come un muratore può esserlo di chimica farmaceutica. E così sulle televisioni e sulla carta stampata, come su quella digitale, abbiamo registrato, purtroppo per la professione, le banalità, le inesattezze, le bugie, le gratuite bacchettate ironiche di pseudo moralisti che sembrano far parte de “La carovana dell’Alleluja” (film in cui la carovana trasportava in realtà whisky e champagne) e che, mentre catechizzano con la mano destra, con la sinistra giurano, spergiurano e tradiscono a più non posso. Lady Violet, Contessa Madre di Grantham, personaggio iconico della pluripremiata serie Downton Abbey, avrebbe detto in questa circostanza: “Il danno della libertà e della democrazia è che tutti si sentono in diritto di parlare su ogni argomento, anche su ciò che ignorano”. Perle di saggezza sempre più ignorate da pseudo tuttologi o esperti che affollano pseudo salotti della tv e tribune popolari sportive che vanno avanti a forza di ipocrisie, disinformazione, menzogne e banalità.

Una lunga premessa per dire una volta per tutte la verità sul Caso Messi. Poteva il Diez argentino restare al Barça in questa stagione? No. Poteva giocare con una ficha al ribasso per venire incontro alle necessità economico-finanziarie precarie del Club di Carrer Arístides Mallot? No. Poteva giocare gratis o con un ingaggio simbolico, come tanti Solone e tromboni hanno detto e scritto, beandosi e facendo bella mostra della loro sensibilità morale e profondità d’animo? No.

Andiamo per gradi. Trattenere Messi al Barcelona in questa stagione era assolutamente impossibile, finanziariamente e giuridicamente. La Junta Laporta ha ereditato da quella Bartomeu un debito lordo vicino al miliardo di euro, e un rapporto ingresos-masa salarial del 110%. Vale a dire che per 100 euro di entrate, Bartomeu e soci hanno speso per ingaggi 110 euro. La eredità Barto-Roselliana è stata catastrofica per le casse e le finanze del club, costringendolo a rinunciare al suo giocatore copertina, al suo Re Mida, alla sua essenza più intima.

Con una situazione del genere, i margini per un rinnovo erano pari a zero. A qualunque cifra? E se, per amore della Camiseta blaugrana, Leo avesse voluto giocare gratis (uno dei capi di imputazione mossi a Leo dai Tromboni di cui sopra per comportamento omissivo)? Zero, nada, niet, no chance! Ciò che sfugge ai più è che esiste una legge dello stato spagnolo in tema di lavoro che vieta che tutti i nuovi contratti dei professionisti possano avere un ingaggio ridotto più del 50% rispetto al precedente. La ratio di questa norma è la necessità di evitare delle frodi finanziarie e fiscali. Oltre a ciò prevede, come bene giuridico tutelato, la salvaguardia dei diritti del lavoratore che non può accettare nuovi contratti che prevedano tagli selvaggi allo stipendio superiori alla metà.

Le due parti avevano raggiunto l’accordo per la riduzione dell’ingaggio alla metà, giusto il minimo indispensabile per non ricadere nelle forche caudine del testo della legge. Ma anche questo non è bastato. Il tetto salariale imposto da La Liga al Barça, in ragione di quel 110% tra incassi e spese, ha reso anche quell’ingaggio troppo elevato per il salary cap e il fair play finanziario spagnolo. Con quella proporzione del 110% di masa salarial, il contratto non sarebbe stato possibile registrarlo anche se il rosarino avesse potuto giocare realmente gratis, esattamente come non possono essere depositati i contratti dei nuovi acquisti, quelli di Agüero, Eric García, Depay.

Strada senza uscita dunque? Un pertugio sul muro, in potenza, c’era pure. Si trattava dell’adesione all’accordo che La Liga ha stipulato con CVC Capital Partners, società finanziaria britannica con sede in Lussemburgo. Nel disegno immaginato da Tebas, la CVC immetterà nel mercato del calcio spagnolo, non solo di Primera División, 2,7 miliardi di euro. La ripartizione di questo capitale avverrà attraverso il criterio della ripartizione dei diritti tv. Al Barça, in soldoni, l’accettazione dell’accordo avrebbe fruttato 250 milioni di euro. Con quei soldi Laporta avrebbe potuto tenere Messi. Ma a quale prezzo? La Liga, di conseguenza tutti i club, cederà ai britannici il 10 per cento dei diritti audiovisuali da qui a 50 anni, praticamente Da qui all’eternità, sfruttando l’assist cinematografico datoci dal film di Fred Zinnemann. 50 anni di diritti, non solo tv, ma di qualsiasi produzione video proveniente dal Barça. Tenendo conto che il club blaugrana è proprietaria della Barça Studios, una società di produzione televisivo-cinematografica capace di produrre notizie, prodotti, servizi e contenuti visivi del Mondo Barça da offrire a tutti i fan della squadra blaugrana in giro per il mondo, stiamo parlando di una cifra enorme. Solo una struttura di questo genere vale miliardi di euro, pensiamo al valore delle singole produzioni sul mercato audiovisivo. L’idea di dover ipotecare per 50 anni una percentuale di questa enorme risorsa economica per una cifra irrisoria di 250 milioni è assolutamente fuori dal mondo e da qualsiasi contesto. Un contratto di chiara matrice usuraia appoggiato, voluto e sponsorizzato da Tebas per suoi tornaconti personali e che giunge proprio in un momento di massima crisi del calcio spagnolo in generale, e del Barcelona in particolare. Un contratto vessatorio di questo genere, a queste cifre ridicole e in un momento storico come questo, è come il contratto che è obbligato a sottoscrivere chi è appeso per una mano al bordo del precipizio mentre il suo aguzzino, in piedi sul bordo del burrone, lo costringe a firmare un accordo profondamente iniquo e vessatorio in cambio di essere aiutato, preso per un braccio, e salvato dalla morte. Madrid e Barça hanno subito manifestato la loro contrarietà a un contratto capestro. I blancos hanno preparato una causa contro La Liga e CVC e il Barça ha rinunciato a Messi pur di non sottostare alle pressioni usuraie dei britannici e di Tebas. Anche la Federazione (RFEF), nella persona di Rubiales, si è opposta con forza all’accordo.

Come ultimo atto della vicenda, questo pomeriggio la riunione straordinaria de La Liga in merito alla decisione sull’accordo, ha visto lo strappo da parte di Real Madrid, FC Barcelona, Athletic Club e Oviedo, club di Segunda. L’accordo tra Liga e CVC sarà operativo per tutte le squadre di Primera e Segunda ad esclusione dei quattro club dissidenti che non spartiranno con CVC neanche un euro dei loro proventi derivanti dalla produzione e vendita dei diritti audiovisuali dei rispettivi club.

In tutto questo rimane solo un dubbio e un punto interrogativo. La questione sopra prospettata, con tutte le limitazioni di cui sopra, si riferisce alla stagione in corso. Aveva Laporta la possibilità di rinnovare Leo prima del 30 giugno senza incorrere nelle insidie e nelle trappole che questa nuova stagione ha frapposto tra il Barcelona e il suo giocatore simbolo? Poteva Jan agire nell’immediatezza della sua elezione e mandare in archivio l’ultimo contratto del 10 in maglia blaugrana? Questo resterà sempre un interrogativo che aleggerà dalle parti di Can Barça.

Questa è la situazione dietro al Caso Messi, la pura verità liberata dai lacci e lacciuoli della fantasia di incompetenti, incapaci e benpensanti male informati. In queste situazioni la sorte di Leo Messi era segnata e inevitabile. Tutto il resto sono solo chiacchiere… e noia.

2 pensieri riguardo “Tutta la verità sul caso Messi

  1. Buonasera Giuseppe. la seguo da qualche tempo sulla pagina Fb di Radio Barça Italia.
    spero di poter seguire altrettanto il suo blog.
    sono di Cesena, innamorato del F.C.B. da bambino.
    Continui cosi! Visca el Barça!

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    1. Buongiorno Alessandro. Mi fa molto piacere il suo messaggio. Onorato di averla tra i miei assidui lettori. Si iscriva al mio blog. In questo modo riceverà via email la segnalazione di ogni nuovo articolo aggiunto. Un abbraccio Giuseppe. Visca el Barça!

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