Messi enigmatico a La Sexta: “Restare? Perché no?” Ecco da cosa dipende.

di Giuseppe Ortu Serra

Leo Messi inedito a La Sexta. Nell’intervista di Jordi Évole, l’asso argentino si è messo a nudo, rivelando molti particolari della sua vita; privata e sportiva. Il 10 blaugrana ha parlato di tanti aspetti. Alcuni sono stati magistralmente dribblati con la sua solita maestria, facendo cadere nel nulla le insidiose domande dell’intervistatore. Politica, aspetti intimi del suo animo. Ad altre, invece, l’argentino si è aperto, rivelandosi nel profondo dei suoi pensieri, dei suoi dubbi ed emozioni.

Una tempesta di sentimenti quelli che riguardano il capitolo blaugrana. L’aspetto, certamente più caro a tutto il barcelonismo e al culé. Questa notte, c’è da giurarci, tutta la Spagna era davanti agli schermi. Chi in attesa di notizie tranquillizzanti, altri nella speranza di argomenti che mettessero al tappeto il nemico di una vita. Non per nulla la sua intervista sarebbe dovuta andare in onda nei giorni scorsi in coincidenza con la trasmissione benefica di La Marató di TV3. Il buon cuore dell’argentino ha fatto si che le sue parole non coincidessero con la maratona di solidarietà che ha calamitato i buoni sentimenti popolari con una raccolta fondi di più di 10 milioni. I tifosi blaugrana erano decisamente sulle spine in attesa di parole, da un lato temute, dall’altro sperate. Dolce e amaro. Chi si immaginava di assistere a un episodio finale di una saga in onda ormai da molti mesi è rimasto deluso. Per usare una terminologia calcistica l’incontro si è concluso con un nulla di fatto, un pareggio a reti inviolate che conduce ai supplementari. Con una visione più cinematografica il film si è concluso con un finale aperto che lascia aperte tutte le possibili soluzioni e che necessita di un nuovo capitolo per dipanare le ombre e le nebbie che continuano a restare posizionate sopra il cielo di Barcelona e del Camp Nou.

Messi non ha svelato l’arcano. Va via?, rimane? Non si sa. E non per malanimo, per cattiveria, per volontariamente nuocere alle coronarie degli aficionados blaugrana. No, semplicemente perché nemmeno lui ancora lo sa. Il suo futuro dipende da molte variabili. Certamente l’aspetto istituzionale sarà preponderante e basilare, diremo addirittura pregiudiziale. Leo è stato chiaro sotto questo aspetto: “que ojalá el presidente que venga haga bien las cosas para volver levantar títulos importantes”. “Conquistare trofei e avere un Presidente affidabile che lavori bene per il club. Un uomo di fiducia e di cui ci si possa fidare”. Questo in sostanza il Messi pensiero sul prossimo mandatario blaugrana.

La sensazione maturata nel corso dell’intervista è che molto, se non tutto, dipenderà da chi sarà a sedersi sullo scranno presidenziale. Con il nome giusto Messi (che non è voluto entrare in diatribe riguardanti un nome) rinnoverà e resterà. Con un profilo alla Bartomeu, o uno che già spinge per vendere l’astro argentino o che parla di costi insostenibili del suo ingaggio a prescindere, senza nemmeno prendere in mano le carte contabili, tanto da sembrare già una dichiarazione di intenti, Messi farà le valige suo malgrado. Sì, suo malgrado. Perché come ha rivelato, gli è costato moltissimo mandare il burofax e scendere sul piano di guerra “con il club della mia vita… fue una decisión terrible dificilísima de tomar, fue horrible”.

Una delle cose fondamentali per Messi è continuare a lottare per vincere, non necessariamente vincere. E la batosta contro il Bayern, il fatto di non esser stati in grado di competere con l’avversario, gli ha fatto vedere le cose in maniera differente: “Por perder, puedes perder, he perdido muchísimas veces y hay que aceptarlo. Pero sí que fue un momento duro por como se perdió… Podíamos perder pero no de la manera en que lo hicimos”.

Leo Messi realmente non sa cosa farà da grande, cosa accadrà al termine della stagione. Lo ha detto chiaramente, senza giri di parole: “No tengo nada claro hasta que termine el año, voy a esperar a que termine la temporada. Lo importante es pensar en el equipo, terminar bien el año, pensar en intentar conseguir títulos y no distraerme en otras cosas”. Molto importante questo concetto, il “provare a conquistare trofei”. Da notare l’uso del verbo “provare“.

Dal capitano blaugrana anche parole sibilline che hanno fatto sobbalzare più di una persona. Sopratutto quando ha parlato di “tornare a Barcelona”. “Pienso volver…, me voy a quedar a vivir en Barcelona, y quiero volver a Barcelona el día de mañana porque cuando deje de ser jugador quiero estar en el club, de alguna manera, aportando en lo que sepa en algo, es lo que quiero y lo que siento”. Una frase che ha fatto scattare ben più di un campanello d’allarme. Tanto che lo stesso intervistatore gli ha dovuto chiedere delle spiegazioni in merito. Cosa vuol dire “tornare”? “Siempre dije que tengo la ilusión de que me gustaría disfrutar de la experiencia de vivir en Estados Unidos, de vivir esa Liga y esa vida, pero luego si pasa o no, no lo sé, no es un ahora o en el futuro, y por eso digo lo de volver”.

Enigmi, ancora enigmi che non faranno fare sonni tranquilli ai tifosi, ai precandidati, sopratutto ad alcuni di essi, coloro che fermamente vogliono che Leo resti blaugrana per sempre. E ancora: “el Barcelona es mucho más grande que cualquier jugador, incluso a mí obviamente”. Dichiarazioni, quelle di Leo, che fanno rabbrividire se lette sotto un certo aspetto, ma forse lanciate, invece, per far arrivare un messaggio a chi di dovere.

E’ quasi un addio? O é forse un avviso ai naviganti? C’è il pericolo che Messi possa accettare la corte del City che gli ha proposto dopo alcune stagioni a Manchester un periodo nella loro squadra di New York? E’ un riferimento alla formazione dell’amico Beckham, l’Inter Miami CF? Tutti quesiti che resteranno tali fino alla fine della stagione. Anche sul punto il Diez è stato chiaro: “Attenderò fino al termine della stagione” nonostante sia libero di trattare con qualsiasi club già a partire da gennaio. Aspettare per vedere chi sarà il nuovo presidente, saggiare le sue intenzioni, tastare le qualità dei tanti ragazzi in squadra con il finale di stagione.

Leo è consapevole che sarà un percorso ad ostacoli quello che attende il club, anche per motivi economici. Ne è ben conscio, così come sa che non si potranno affrontare grandi spese per rafforzare la squadra. “Va a ser difícil también traer jugadores porque no hay dinero. Hay varios jugadores importantes para volver a pelear por todo y a esos jugadores hay que pagarles la ficha. Va a ser una situación difícil para el presidente nuevo. Tendrá que ser muy inteligente, ordenar todo y hacer muchos cambios para que le vaya bien”. Leo sa bene delle difficoltà economiche della squadra. Nonostante tutto è disposto a restare. Non è perciò un problema di soldi, né di giocatori. Leo ne fa un discorso di ambiente, di organizzazione, “que, ojalá, el presidente que venga haga bien las cosas para volver levantar títulos importantes”.

Nel corso dell’intervista ha detto una cosa molto importante che può servire ulteriormente per capire le sue necessità. Ad un certo punto, parlando dello spogliatoio, ha detto che “ci sono pochi giocatori della casa” che conoscono l’ambiente. Ecco un aspetto che la Junta di Bartomeu ha perso di vista. La strada maestra che parte dalla cantera e arriva in prima squadra, ma che a sua volta porta alla cantera. Una strada non più percorsa negli ultimi anni. Leo ha indicato la via. Spetta a chi ha capacità di leggere fra le righe tradurre questi stimoli in fatti e fare in modo che Leo rimanga al Barça per sempre. Compreso l’amore dei suoi tifosi. Leo lo ha detto chiaramente: “se la afición corease mi nombre seguramente sabría realmente la opinión del hincha del Barça, lo que piensa, lo demostraría en el campo, lo que ellos ven o sienten”. Amore, amore, ancora amore. Chiaramente eternamente blaugrana.

Adesso la palla passa nel campo del nuovo presidente. Il futuro di Messi e del Barça è nelle mani dei soci blaugrana che potranno votare alle elezioni del 24 gennaio. Solo quelli catalani e spagnoli, giacché per tutti gli altri sparsi per il mondo non ci sono possibilità stante i vigenti divieti imposti dalla pandemia e da un sistema di votazione stabilito dallo Statuto del Club più arcaico anche dell’età giurassica.

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