Editoriale – La figurina Arthur come metafora della condizione giornalistica

di Giuseppe Ortu

In questi giorni di confinamento forzato il gioco più in voga è il calciomercato compulsivo e ossessivo. In tempi di magra, con il calcio giocato fermo per la sicurezza sanitaria, personale e pubblica, sembra che le notizie di mercato siano ancora più incontrollate che in tempi normali. Senza la pandemia staremo discutendo delle prodezze dei calciatori, di vittorie, polemiche e passaggi di turno in Champions. Con la giostra del football desolatamente ferma come The Wheel di Coney Island, un mercato schizzato e psicopatico ha quasi rotto gli ormeggi e vaga, vaneggiando in maniera irrefrenabile, alla deriva in un oceano di stoltezze e frivolezze senza senso.

Il caso lampante di queste voci di mercato fuori controllo (perché è di questo che si tratta, di mere voci trasportate dal vento impetuoso come nel classico Cime Tempestose di Emily Brontë) è quello di Arthur. Il centrocampista del Barça è il protagonista di una vicenda curiosa, se non inquietante. L’ex Gremio, pedina portante del centrocampo che verrà insieme a De Jong, mai come in questo periodo è oggetto di un vaneggiamento di mercato quanto meno fuori controllo. Il numero 8 blaugrana è stato trasformato in questi giorni in una figurina da album dei calciatori. Come tale, il ragazzo è giornalmente oggetto del classico ce l’ho, mi manca. Oggi è pedina di scambio con tal giocatore e club, domani con talaltro. La figurina Arthur da giorni viene inserita in una fantomatica trattativa con l’Inter di Conte nonostante il giocatore sia un perno di questa squadra. Sopratutto a dispetto del fatto che molteplici fonti all’interno del club lo considerino “elemento imprescindibile del Barça del futuro”. Quella stessa Inter che per bocca di un redivivo Moratti (a volte ritornano come nel film I Morti Viventi) in una recente intervista radiofonica rilasciata in Italia a Radio Uno vede possibile (grazie al cielo non probabile) l’ingaggio di Messi.

Non è stato sufficiente nemmeno una dichiarazione dello stesso Arthur con la quale ha spezzato gli effimeri sogni interisti sostenendo che vuole restare e trionfare al Barça per evitare che la figurina Arthur venisse inserita in altri scambi di giocatori. Ce l’ho, mi manca. Sempre il solito fanciullesco ritornello.

E’ notizia delle ultime ore che Arthur è dato a cambio di Ndombele del Tottenham. Ce l’ho, mi manca. Non è tutto! Tanto per verificare quanto questo pseudo calciomercato sia affetto da disturbo bipolare, viene fuori come un coniglio dal cilindro dallo Splendini di Scoop, che Arthur nelle stesse ore è inserito anche in uno scambio tra il Barcelona e la Juventus per Pjanic.  Proseguiamo con il solito ritornello del ce l’ho, mi manca. Che senso avrebbe scambiare Arthurcon Pjanic? Ne avrebbe alcuno dal punto di vista tecnico, caratteriale, tattico, di prospettiva? E lo stesso brasiliano con Ndombele? Se vuoi un ragazzone tutto polmoni e corsa tieni Vidal, non ti privi di Arthur per avere un doppione del cileno.

Se mai un giorno questo mercato dei trasferimenti, o chiunque faccia uscire tali notizie, deciderà di diventare grande, per non dire professionale, quel giorno arriverà certamente troppo tardi. Per il momento rimane solamente un misero, ozioso gioco delle tre carte, un modo per riempire il tempo in maniera inutile e infruttuosa. Far girare un giocatore qua e là, accasarlo nello stesso momento qui e altrove come fosse un circo itinerante costretto a girovagare nell’aldilà come punizione divina per una vita di ozi e sedentarietà. La questione della figurina Arthur può essere presa come metafora per una vita grama della stupidità umana. 100 dollari per riportare serietà in questo nostro mondo pallonaro e superficiale basato sull’esteriorità, sulla facciata, su un titolo senza niente dietro, sulla mera figura in 2D, sottile e piatta, della condizione umana e giornalistica. Quanto tempo e quante vite sprecate dietro insulse e improbabili notizie, dietro stupidi balletti utili solo per far fare allenamento alle dita con una tastiera di un computer.  

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