FC Barcelona – Manita Messianica del Barça contro l’OL

Il Barça passa ai Quarti di finale della Champions League con una mareante manita all’Olympique Lyon. 5-1 il risultato finale di una gara che ha mescolato una girandola di emozioni che hanno scosso i 99.000 e passa spettatori del Camp Nou fin dalle fondamenta. Una gran partita che ha mischiato sensazioni contrastanti di  tensione, gioia, paura, ancora gioia e infine leggera, ma incontenibile felicità. Leggerezza d’animo che dà quasi la sensazione di lievitare, come quelle lanterne di carta che si lasciano ascendere verso il cielo nelle calde e ambrate serate d’estate. Ieri sera il Camp Nou ha vissuto una delle sue magiche nottate trionfali europee, cariche di tensione che ti morde lo stomaco e ti attanaglia fino all’esplosione di gioia finale. Era appena un Ottavo di finale, ma all’Estadi sembrava di essere tornati alla semifinale contro il Bayern di Guardiola della stagione 2014-15, quella dell’ultima Champions e dell’ultimo triplete.

Dopo lo 0-0 dell’andata, risultato infido per la squadra di casa, con il Lione che poteva giocare per due risultati su tre; dopo le eliminazioni eccellenti del Psg, Real Madrid e Atletico; con ancora il ricordo bruciante della catastrofe dello scorso anno contro la Roma, la squadra blaugrana è scesa in campo dopo aver ascoltato appelli a giocare con la massima concentrazione una partita facile solo sulla carta. “E’ come una finale“, si era ripetuto da più parti a Barcelona alla vigilia, proprio per caricare della giusta importanza la sfida e sottolineare il fatto che la formazione di casa avesse solo un risultato a disposizione, la vittoria. Il Lione, d’altronde, era giunto a questa partita con il casellario delle sconfitte intonso, pulito e profumato come bucato fresco.

Forte della cabala e degli sconvolgimenti sportivi delle gare che avevano preceduto Barcelona-Lione, la formazione francese aveva cercato di aggiungere pressione a quella blaugrana con l’arroganza dialettica del suo allenatore. “Il Camp Nou è come lo stadio del Guingamp” aveva detto Genesio nella conferenza stampa della vigilia con il preciso obiettivo di creare inquietudine e destabilizzare l’ambiente e la squadra blaugrana. Chissà se Genesio avrà ripensato a quelle ingombranti parole mentre i 99.000 e passa del Camp Nou soffiavano come un tornado sul terreno di gioco per spingere, come la Dea Calipso, l’elegante e affusolato scafo da regata azulgrana contro la barca lionese che imbarcava acqua da tutte le parti. Forse in quei momenti avrà pensato che sarebbe stato meglio mantenere un profilo più basso e non alimentare, con le sue parole, l’orgoglio e lo spirito battagliero della più forte squadra al mondo.

Con Dembélé affetto da qualche problema fisico, convocato ma accomodatosi in panchina per evitare rischi, Coutinho è stato il prescelto per completare il tridente offensivo. Per lui era l’occasione del rilancio dopo una stagione in ombra e i primi fischi giunti dalle tribune del Camp Nou non più tardi di quattro giorni fa.

Il primo tempo è stato un recital monumental del Barça. La squadra ha preso sul serio gli appelli a non sottovalutare l’avversario e ha schiacciato sul piede dell’acceleratore sin dal primo minuto, deciso a chiudere la partita in un santiamén. Pressione alta intensa atta al recupero immediato del pallone, velocità negli scambi e nella circolazione del pallone, unite alla voglia di divertirsi e divertire, hanno trasformato la prima frazione in un monologo shakesperiano. Al termine dei primi 45′ minuti, con il risultato di 2-0 per i padroni di casa, il Barça aveva totalizzato un possesso di palla del 77%. Il Lione è stato sepolto dal gioco blaugrana, che ha praticamente impedito all’avversario di giocare la gara.

Le reti sono giunte su rigore, trasformato alla Panenka da Messi per atterramento in area di Suarez al 17′ e da Coutinho al 31′ al termine di una azione corale che ha messo il brasiliano, servito da Suarez, davanti alla porta sguarnita. Questa volta il numero sette non ha sprecato l’occasione fornitagli da Valverde e ha realizzato una prima parte di gara all’altezza del Coutinho della scorsa stagione. In palla, fresco sulle gambe e attivo nella ricerca del pallone e dello spunto vincente, è stato una costante spina nel fianco della difesa francese, schierata dal proprio allenatore con una linea di cinque che non è riuscita a contenere l’onda blaugrana. In chiara inferiorità numerica a centrocampo, il Lione non è stato mai in grado di contrastare le avanzate del Barça, che ha preso possesso della metà campo avversaria e ha gestito la gara a suo piacimento.

La ripresa, apertasi sul risultato di 2-0 per il Barcelona, ha visto un diverso atteggiamento del Lione. Più combattivo, e sopratutto meno timido, complice anche un calo dell’intensità dei ritmi di gioco da parte blaugrana, il Lione ha avanzato di 20 metri buoni il suo baricentro. Così facendo ha tenuto maggiormente il possesso della palla e ha iniziato a pungere la retroguardia barcelonista.

Si vedeva che la partita era cambiata e gli ospiti potevano colpire in qualsiasi momento. Al 58′infatti, dopo una mischia in area di rigore, è giunta la rete che ha dimezzato lo svantaggio nel punteggio, rimettendo in corsa per la qualificazione la formazione francese a cui, in quel momento, sarebbe bastata una rete per passare il turno ed estromettere il Barça stellare dei primi 45′.

La rete di Tousart ha avuto un effetto rinvigorente per il Lione e, all’opposto, narcotizzante per la formazione di casa. All’improvviso è subentrata la paura tra i blaugrana in campo e sugli spalti. I giocatori del Barça, spogliati di ogni sicurezza e quasi con le gambe tremanti, sono pericolosamente retrocessi sul limite della propria area di rigore. Il pubblico, altrettanto intimorito dai fantasmi romani che iniziavano a calare sulle gradinate come quei lord scozzesi con tanto di catene sonanti e testa mozzata tenuta in bella mostra in mano, ha iniziato a fischiare sonoramente ogni azione di un Lione che, improvvisamente, appariva baciato da una convinzione di onnipotenza. Sono stati 16 minuti di tensione e paura quelli che si sono vissuti dalla rete del 2-1 al 58′ all’ingresso di Vidal al posto di un esausto Arthur. Il Barça aveva perso il passo e non riusciva più a ripartire, né a arginare le avanzate francesi. Ter Stegen non ha dovuto effettuare grandi interventi in effetti, ma si sono generate una serie di pericolosissime mischie in area che facevano presagire la sensazione che il Lione sarebbe riuscito a passare ancora prima o poi.

L’ingresso del cileno, giunto al 74′, è stato il primo punto per riprendere la gara e andare a vincerla in scioltezza. Il neo entrato ha rinvigorito il centrocampo e ridato slancio ai compagni che vagavano spaesati dietro gli avversari. L’entusiasmo che Vidal ha apportato ai compagni, con la sua aggressività, i tackles vincenti a rubare palla, le spinte a infastidire e a sporcare stop e passaggi, hanno avuto l’effetto di risvegliare la squadra.

Quattro minuti dopo il suo ingresso in campo, il Barça ha segnato la rete del 3-1. Contropiede fulminante blaugrana e Messi il divino, il Messia del FC Barcelona e del calcio mondiale, palla al piede ha puntato l’area, mandato a tappeto con un doppio dribbling due avversari e segnato con un destro rasoterra che, seppur deviato dal portiere, si è insaccato a fin di palo.

Per il Barça è stata una liberazione, la fine di un incubo. Il doppio dribbling, con annessa caduta dei difensori, ha riportato alla mente degli spettatori più attenti l’azione similare che aveva portato Messi a battere Neuer in occasione del secondo goal nella semifinale contro il Bayern del 14-15. In quella circostanza fu Boateng a finire lungo sul prato del Camp Nou, destabilizzato dalla finta dell’argentino che gli aveva fatto perdere l’equilibrio. Ieri notte la situazione si è ripetuta.

La doppietta di Leo ha nuovamente infiammato la squadra e lo stadio, e il Barça è improvvisamente tornato quello imparabile del primo tempo. Appena tre minuti dopo, all’81’, un’altra azione di rimessa blaugrana, condotta sempre da Messi, ha portato l’argentino a servire a Piqué la palla per il quarto goal. All’86’, cinque minuti dopo, ancora Messi si è lanciato nell’ennesima azione palla al piede. Al limite dell’area ha innescato la velocità di Dembélé, entrato a metà della ripresa al posto di Coutinho. Il francese del Barça, di prima, ha realizzato la rete del definitivo 5-1.

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