FC Barcelona – Editoriale Arthur, Lenglet… e altro ancora

Le grandi manovre al Barça sono appena iniziate. Temporada di volti nuovi e semi rivoluzioni quella che si annuncia a Can Barça. Arrivi e partenze. La stazione del FC Barcelona è particolarmente affollata questa estate. Con tutti gli occhi ancora puntati al mondiale, il club blaugrana si muove quanto più possibile sotto copertura. 

Gli arrivi di Arthur, giovane talento brasiliano del Gremio con profilo alla Xavi, e quello di Lenglet, presentato questa mattina e proveniente dal Sevilla, difensore centrale francese di grandi prospettive, non saranno gli unici e ultimi colpi di mercato di una squadra in fase di restyling. Andato via il grande, uno dei più grandi di sempre, Andres Iniesta, ceduto Paulinho e il mancato arrivo di Griezmann che ha lasciato un certo sconcerto e malcontento per un affare che praticamente era già fatto (ci si domanda ancora come sia potuto accadere, con le domande e le mezze risposte che si spalmeranno per parecchio tempo ancora), è iniziato il casting per completare il mosaico della rosa per la prossima stagione, che avrà come obiettivo primario e prioritario la conquista della Champions League. Dopo avere trasformato la Liga e la Copa del Rey nel giardinetto di casa, adesso negli uffici del Camp Nou puntano decisamente alla conquista della Orejona. Troppi anni sono trascorsi dall’ultima vittoria (2015), e troppe sono state le cocenti eliminazioni consecutive ai quarti di finale per non scuotere dalle fondamenta tutto il barcelonismo (junta e secretaria incluse). Per raggiungere l’obiettivo tutte le forze sono incentrate nel costruire una squadra che possa coniugare palleggio, tecnica, forza fisica, imprevedibilità e armi di sorpresa di massa. Esse sono rappresentate da quei cambi di tattica che possano sorprendere qualsiasi avversario. Come anche la Spagna ha messo in evidenza in questi campionati del mondo, la ripetizione dello stesso spartito, senza aggiunte, modifiche o integrazioni, comporta inesorabilmente l’inefficacia delle proprie armi a disposizione. Lo scorso anno è stato Paulinho a rivitalizzare lo schieramento tattico di Valverde fornendo ad esso delle innovazioni tattiche che sopratutto nella prima parte di stagione sono state determinanti per i successi della squadra. La sua uscita di scena lascia degli interrogativi sull’efficacia e sulle varianti del gioco della squadra di quest’anno. Al momento non esiste nella rosa un giocatore con quelle caratteristiche di forza fisica, corsa, velocità e capacità di inserirsi senza palla che sono valse la bellezza di nove reti per il centrocampista verdeoro e che hanno fruttato molte reti da parte dei suoi compagni proprio grazie a quegli inserimenti che portavano via sempre almeno un uomo allo schieramento difensivo opponente. La sua uscita di scena ha fruttato 50 milioni che possono essere reinvestiti sul mercato, ma non tutto può essere misurato sulla base del danaro. Certi innesti, come le tessere di un puzzle che con quel tassello completano un insieme e lo rendono perfetto, non si possono misurare con il danaro perché valgono molto di più dei soldi investiti. Chiaramente si può fare il medesimo ragionamento al contrario. La directiva ha detto che “è stato un buon affare economico”. Economico, esatto. Sarebbe stato meglio se avessero usato il termine tecnico-tattico più che economico, posto che il primario interesse deve essere il rafforzamento della squadra, non fare cassa. 

Con gli innesti di Arthur e Lenglet è dunque iniziato il casting Barça per acquisire quei giocatori che possano permettere finalmente alla squadra di riuscire a migliorarsi rispetto all’ultima, già eccellente peraltro, stagione. Vale a dire, trionfare in Champions League. In questi giorni sono tanti i nomi che circolano. Tutti, per lo più, nel settore nevralgico del campo. Con l’attacco in grande spolvero grazie a Messi, Suarez, Coutinho, Dembélé (questa dovrà essere la sua stagione), il reparto che più necessita rinforzi e migliorie è proprio la linea mediana. Servono freschezza, corsa, aggressività e alternative a giocatori come Busquets e Rakitic. C’è da sostituire l’insostituibile Iniesta e trovare un nome nuovo per colmare l’assenza di Paulinho. Si è dunque parlato di Rabiot per il quale le voci sono ancora piuttosto discordanti rispetto a chi dice che il Psg avrebbe fissato il prezzo a 40 milioni, e chi invece che il club parigino si sarebbe negato a trattare preferendo irrigidirsi fino a rischiare di perdere il giocatore a zero la prossima estate. Chi che ci sarebbe un braccio di ferro all’interno del club parigino tra Al Khelaifi (proprietario e falco) e Antero Henrique (direttore sportivo, colomba e fautore della linea riassumibile in meglio qualche decina di milioni oggi che niente domani). Oltre al nome del 23enne centrocampista francese, balla quello di Willian, quasi 30enne brasiliano del Chelsea che porrebbe seri dubbi di convivenza con Ousmane Dembélé per posizione in campo e caratteristiche di velocità. Da questo punto di vista, sebbene in Inghilterra insistano su una nuova offerta da parte del club blaugrana dopo il presunto rifiuto di una proposta da 56 milioni, il suo nome suscita dubbi e domande anche per la sua incostanza di rendimento durante tutta una stagione.

In queste ultime ore si è aggiunto alla lista il nome di Kanté. Il centrocampista francese, gran recuperatore di palloni, giocatore veloce, aggressivo, capace di spaccare in due le squadre avversarie, è stato l’uomo decisivo del Leichester di Ranieri ed uno dei migliori e più efficaci giocatori dello schieramento del Chelsea di Conte. Ngolo Kanté, 27 anni, sarebbe un profilo perfetto per il Barça. Potrebbe sostituire Busquets nel ruolo di pivote o ricoprire una delle due posizioni di interno. In questo caso potrebbe proporsi come il nuovo Paulinho per caratteristiche tattiche. 

Uno degli ultimi nomi che si sono accostati al FC Barcelona è quello di Hazard. In questi ultimi giorni il suo nome è stato fatto insistentemente anche all’interno del club tanto che nella conferenza stampa di presentazione di Arthur la domanda sul suo possibile acquisto è stato fatto ad Abidal stesso il quale non ha negato l’interessamento del club, ma si è trincerato dietro un molto diplomatico “non parlo di giocatori che appartengono ad altri club”. Gli sarebbe bastata una sola parola per far cessare queste voci; ma non l’ha fatto. Dunque l’interesse del Barça sul grande giocatore belga è concreto.

Contro il suo acquisto ci sono alcuni fattori. Il primo è il prezzo. Il Chelsea sarebbe disposta a disfarsi del suo faro in attacco per una cifra rondeante ai 200 milioni. Una barbaridad per dirla alla castellana. Secondo, il nuovo allenatore in pectore Sarri avrebbe richiesto ad Abramovic l’incedibilità di due giocatori: Willian e Hazard stesso. Al Barça, terzo elemento negativo, sorgerebbero compatibilità in campo con Coutinho, giacché le loro aree d’azione sul campo di gioco sono praticamente le stesse. E’ vero che il brasiliano potrebbe giocare anche a destra, ma il suo ruolo naturale è proprio l’interno/extremo sinistro. Sarebbe perciò preferibile evitare di creare costosi dualismi in una unica zona del campo con il rischio di non avere più risorse economiche per coprirne altre.      

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