Iniesta da l’addio al Barça tra un mare di musica, luci e commozione

Sipario. Prendiamo spunto dal titolo di uno dei romanzi della Christie: Sipario, l’ultima avventura di Poirot, nel quale la celebre giallista inglese fa morire il suo personaggio più famoso, ma anche ormai eccessivamente ingombrante per la stessa autrice, per descrivere l’ultima giornata della Liga 2017-18. Perché, vi chiederete voi, questa digressione nel campo dei romanzi gialli e perché proprio con questo libro in particolare. La ragione è presto spiegata. Come la Christie decretò l’addio di Hercule Poirot con questo lavoro del 1975, allo stesso modo la Liga è stata testimone, ieri, dell’addio di Andrés Iniesta, sicuramente il centrocampista più forte di tutti i tempi.

Al Camp Nou si è svolta una serata commovente, indimenticabile, romantica e struggente. L’addio al Barça e al calcio che conta di Andrés Iniesta è stato qualcosa di meraviglioso, una summa di emozioni e sentimenti da tramandare e raccontare ai nipotini. Il Barça, all’ultima di campionato, doveva festeggiare la conquista del doblete, la consegna della Copa della Liga e, soprattutto, dare il saluto al suo capitano. La gara è stata esclusivamente un contorno di quello che era il vero evento della serata, il saluto al numero otto blaugrana. Un numero carico di simbolismi. Adagiato sul fianco, quel numero è diventato automaticamente il simbolo dell’infinito. Il Barça ha così voluto omaggiare il suo capitano con un segno di immortalità.

Lo show è iniziato al termine dei 90’ di gioco chiusosi con il risultato di 1-0 per il Barça grazie ad una spettacolare rete di Coutinho nel corso della ripresa. Uno spettacolo di suoni e luci degno dei migliori show che si celebrano a ridosso degli antichi monumenti egizi lungo il corso sonnolento e implacabile del vecchio Nilo. Il Camp Nou al buio illuminato solo dagli smartphones del pubblico presente, il terreno di gioco rischiarato da luci colorate blaugrana, poi gialle, poi rosso fuoco. L’ingresso in campo della rosa blaugrana tra due ali di fumo che salivano al cielo al passaggio dei giocatori, uno per uno. Poi la consegna del trofeo della venticinquesima Liga. Infine le parole rotte dall’emozione e dalle lacrime di Iniesta che si è congedato dal suo pubblico, dalla sua famiglia, dalla sua vita con parole struggenti e commoventi che hanno unito in un simbolico abbraccio tutti gli oltre novantamila presenti all’estadi. 

“Sono giunto bambino e vado via uomo. Questa è e sarà per sempre la mia casa”, sono state alcune delle parole di un discorso che avrebbe sciolto anche il cuore più duro e freddo. I cori del pubblico, il suono trascinante dei tamburi che suonava una musica ritmata degna del miglior carnevale caraibico, e i fuochi d’artificio sopra lo stadio, hanno chiuso una serata che resterà indelebile nell’anima di tutti i tifosi blaugrana con l’emotivo saluto ad un grande uomo e calciatore.

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